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L'approccio monetario e il tasso di cambio
L'approccio monetario stabilisce in generale che il tasso di cambio, che è il prezzo relativo dellamoneta statunitense nei confronti della moneta europea, è completamente determinato nel lungoperiodo dalle offerte relative di queste monete e dalle domande relative reali delle stesse. levariazioni dei tassi di interesse e dei livelli di produzione incidono sul tasso di cambio solo attraversola loro influenza sulla domanda di moneta.
Formalmente:
- Offerta di moneta: a parità di altre condizioni, un suo aumento permanente mus comporta un aumento proporzionale di lungo periodo del livello dei prezzi us. dato che, se vale la ppp, e$/€ è uguale al rapporto tra i prezzi dei 2 paesi, anche il tasso di cambio dollaro/euro cresce nel lungoperiodo in proporzione all'aumento di l'offerta di moneta statunitense. questo causa undeprezzamento proporzionale del dollaro contro l'euro nel lungo periodo.
- Tasso di interesse: un aumento di r$ sulle
attività denominate in dollari fa ridurre la domanda reale di moneta statunitense (lryus). il livello dei prezzi statunitense cresce nel lungo periodo e data la ppp il dollaro si deve deprezzare contro l'euro in proporzione a questo aumento dei prezzi statunitensi.
produzione: un suo aumento negli usa provoca una crescita di domanda reale di moneta negli usa causando una riduzione del livello dei prezzi statunitensi nel lungo periodo. data la ppp, si ha un apprezzamento del dollaro nei confronti dell'euro.
ricordare che con questo approccio il livello dei prezzi si aggiusta alla stessa velocità dei tassi di cambio ovvero, immediatamente.
a parità di altre condizioni, la crescita dell'offerta di moneta a un tasso costante da origine a un uguale tasso di inflazione, ma le variazioni di questo tasso non influenzano il livello di produzione di pieno impiego o i prezzi relativi di lungo periodo di beni e servizi. la crescita continua della moneta incide sul
Il tasso di interesse e per vedere questo effetto basta combinare la ppp con la parità dei tassi di interesse che è la teoria di base per la determinazione dei tassi di cambio. Secondo la ppp in termini relativi (trasforma la ppp in termini assoluti da una relazione espressa in termini di livelli dei prezzi e dei tassi di cambio in una espressa in termini di variazioni dei prezzi e dei tassi di cambio), la variazione percentuale del tasso di cambio dollaro/euro da un anno all'altro deve essere uguale alla differenza fra i tassi di inflazione negli USA e in Europa in quell'anno. Dato che gli agenti conoscono questa relazione, essi si aspetteranno che la variazione percentuale del tasso di cambio sia pari al differenziale di inflazione tra i 2 paesi. La condizione di parità dei tassi di interesse ci dice dunque che, se gli agenti si aspettano che prevalga la ppp relativa, la differenza tra i tassi di interesse sui depositi in dollari e in euro sarà pari alla
La differenza fra i tassi attesi di inflazione, lungo il periodo considerato, negli USA e in EU è la seguente:
Supponendo che pe è il prezzo atteso in un paese un anno da oggi, il tasso di inflazione in quel paese è pari all'aumento percentuale dei prezzi previsti durante quell'anno. Quest'ultima equazione ci offre la relazione di lungo periodo fra il tasso di inflazione e i tassi di interesse che ci occorrono per spiegare i risultati dell'approccio monetario per quanto riguarda l'influenza dei tassi di interesse sui tassi di cambio. Questa stabilisce che a parità di altre condizioni, un aumento del tasso atteso di inflazione di un paese causa un aumento dello stesso ammontare del tasso di interesse sui depositi denominati nella moneta di quel paese. In modo analogo, una riduzione del tasso atteso di inflazione comporta una riduzione del tasso di interesse. Questa relazione di lungo periodo fra inflazione e tassi di interesse è detta effetto Fisher.
per esempio, l'inflazione statunitense aumentasse dal tasso costante del 5% al tasso costante del 10% annuo, i tassi di interesse sul dollaro aumenterebbero del 5% rispetto al livello iniziale. queste variazioni lascerebbero inalterato il tasso di rendimento reale (cioè espresso in termini di beni e servizi) sulle attività denominate in dollari. dunque, questo effetto ci chiarisce che nel lungo periodo, le variazioni puramente monetarie non hanno alcun effetto sui prezzi relativi di un'economia. -il bilancio delle bc L'attivo del bilancio delle banche centrali è formato da attività nazionali ed estere. Le attività estere consistono per la maggior parte da titoli denominati in valuta estera posseduti dalla banca centrale. Queste attività costituiscono le riserve ufficiali della banca centrale e il loro livello varia se la banca centrale interviene nel mercato dei cambi per acquisire o vendere valuta estera. Le attività nazionali rappresentano promesse di pagamento futuro da parte dei residenti.delle istituzioni nazionali. il passivo considera i depositi delle banche commerciali e il circolante. i depositi sono passività per le bc perché la moneta potrebbe essere ritirata non appena le banche commerciali ne avessero bisogno. il circolante è considerato una passività principalmente per ragioni storiche, un tempo le banche centrali erano obbligate a dare un certo ammontare di oro o argento a chiunque avesse desiderio di scambiare la valuta nazionale con uno di questi metalli preziosi. quando la bc acquista un titolo, può pagarlo in due modi: un pagamento in contanti aumenta l'offerta di circolante di un ammontare pari al valore del titolo acquistato. un pagamento con assegno crea, per il possessore di questo, un deposito presso la bc di valore pari a quello dell'attività acquistata. quando il beneficiario dell'assegno lo deposita sul conto presso la bc, i crediti di tale banca verso la bc aumentano dello stesso ammontare. dunque,
Gli acquisti di attività da parte dell'abc provocano automaticamente un uguale incremento delle sue passività. Allo stesso modo, la vendita di attività da parte della bc comporta il ritiro di circolante o la riduzione dei crediti delle banche commerciali verso di essa, quindi una riduzione delle passività della bc vs settore privato. Questo meccanismo è fondamentale per capire come una variazione delle attività della bc provoca una variazione dell'offerta di moneta nazionale nella stessa direzione. Infatti, quando la bc acquista attività del settore privato, il suo pagamento entra direttamente nell'offerta di moneta. L'aumento delle passività della bc associato all'acquisto provoca un'espansione dell'offerta di moneta. L'offerta di moneta si riduce quando la bc vende attività al settore privato perché il contante o l'assegno che essa riceve viene ritirato dalla circolazione.
Riducendo le passività della bc verso il settore privato. Le bc talvolta effettuano transazioni di segno opposto tra attività interne ed estere per neutralizzare l'effetto delle loro operazioni sull'offerta di moneta nazionale. Questo tipo di intervento prende il nome di sterilizzazione sul mercato dei cambi. (Banca vende 100$ attività estere, diminuisce l'offerta di moneta. Per neutralizzare può acquistare 100$ di attività nazionali).
Equilibrio monetario in regime di cambi fissi. Per mantenere costante il tasso di cambio, la bc deve essere disposta a scambiare valuta nazionale ed estera al tasso prefissato con gli operatori privati del mercato dei cambi. Il mercato dei cambi è in equilibrio se vale la condizione della parità dei tassi di interesse, cioè se il tasso interno r eguaglia il tasso di interesse estero r* più, (ee-e/e), il tasso di deprezzamento atteso della valuta nazionale rispetto a quella estera.
tasso di interesse interno r*, possiamo rappresentare la situazione nel seguente modo: tuttavia quando il tasso di cambio è fisso a e0 gli operatori del mercato si aspettano che esso non muti, dunque il tasso di deprezzamento atteso della valuta nazionale è 0. la condizione di parità dei tassi di interesse implica allora che e0 può essere il tasso di cambio di equilibrio solo se r=r*. per assicurare l'equilibrio sul mercato dei cambi, dunque, la bc deve tenere il r=r*. poiché il tasso di interesse è determinato sul mercato monetario attraverso l'interazione tra offerta e domanda reale di moneta vediamo cosa succede in caso di una variazione di una di queste variabili. affinché ci sia equilibrio e affinché la bc mantenga il tasso di interesse interno pari a r* i suoi interventi sui cambi devono aggiustare l'offerta di moneta in modo tale che r* renda uguali domanda aggregata reale di moneta e offerta reale di moneta ovvero: ms/p=l(r*,y). volendo fare un esempio grafico considerando un aumento del tasso di interesse interno r*, possiamo rappresentare la situazione nel seguente modo:reddito: l'equilibrio sul mercato monetario è inizialmente nel punto 1 nella parte inferiore del grafico. si nota come per un dato livello dei prezzi p e del reddito y1, l'offerta di moneta è pari ad m1 quando il tasso di interesse interno eguaglia il tasso estero r*. la parte superiore mostra l'equilibrio sul mercato dei cambi punto 1'. se il tasso di cambio futuro atteso è e0 la condizione di parità dei tassi di interesse è soddisfatta solo se il tasso di cambio corrente è uguale ad e0. un aumento del reddito da y1 a y2 fa crescere la domanda di scorte monetarie reali per ogni livello del tasso di interesse e quindi sposta verso il basso la curva della domanda aggregata di moneta. una condizione necessaria per mantenere il cambio fisso è ripristinare l'equilibrio corrente sul mercato delle attività, posto che e0 sia ancora il tasso di cambio atteso in futuro. pertanto possiamo ipotizzare che la curva
decrescente che si trova nella parte superiore del grafico non si muova.se la bc non intervenisse il nuovo punto di equilibrio si troverebbe nel pt 3, con un tasso di interesse maggiore di r* la valuta nazionale dovrebbe apprezzarsi per portare in equilibrio il mercato dei cambi nel punto 3’. la bc non può permettersi tale apprezzamento e dunque se vuole tenere fisso il cambio deve comprare valuta estera. comprando valuta estera aumenta l’offerta di moneta finché questa non arriva ad un livello pari a m2. in questa situazione il nuovo equilibrio si trova nel punto 2 dove il tasso di rendimento interno eguaglia nuovamente il tasso estero r* con un tasso di cambio di equilibrio nuovamente pari ad e0 pt 1’.
-crisi della bp e fuga di capitali non sempre le bc ritengono desiderabile mantenere i tassi di cambio fissi perché, per esempio, possono trovarsi a corto di riserve estere o il paese potrebbe trovarsi in una situazione di elevata disoccupazione.
poiché gli operatori di mercato sanno che la bc potrebbe reagire a simili situazioni con una svalutazione, sarebbe poco ragionevole attendersi che il tasso di cambio corrente rimanga costante per sempre. questa aspettativa porta ad una crisi de