Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Il realismo politico
Cina invece è il contrario. VEDERE FOGLIO CON TABELLA1.1) Il realismo politico realismo politicoIl è un approccio disincantato alla realtà che, contrapponendosi ad ogni forma di ideologia cerca di indagare il reale per il verso di come vanno le cose indipendentemente da come gli ideali, i desideri o le preferenze degli agenti o degli osservatori vorrebbero che andassero. Il realismo politico assume diversi significati a seconda che si riferisca all'opposizione reale/ideale (si contrappone l'interpretazione cruda dei rapporti alla loro idealizzazione, ovvero ciò che l'effettività suggerisce rispetto a quello che l'etica imporrebbe) o a quella reale/apparente (il realista svela la trama latente/nascosta delle relazioni). In entrambi i casi è il disincanto che caratterizza il realismo politico.
Tratti tipici del realismo politico sono: la pessimismo (distinta da una perenne ostilità)
tra interessi e volontà); ilantropologico (considera invariati alcuni moventi e prevalenti della natura umana,come avidità e paura, dove il fine non è raggiungere uno scopo collettivo ma illa centralità della forza nel governo del conflittosuccesso personale); (permettedi assoggettare la controparte e produrre ordine, attraverso una minaccia credibile enon della violenza. Si evidenzia il primato della forza rispetto alle leggi che solo ilpotere rende effettive, per cui il rapporto politico è sempre tra diseguali) e laneutralità etica dell’azione politica (tratto essenziale, l’assenza di un contrappesomorale. Tre famosi posizioni sono quella di Tucidide che afferma un’etica che siesprime solo in equilibrio di forza; Callicle afferma che la moralità è un inganno deideboli per affermare uguaglianza ove la natura farebbe dominare il più forte;Trasimaco e Macchiavelli affermano che l’etica si riduce intutti i casi a uno strumento di potere e di inganno utilizzato dal più forte o da chi lo vuol diventare). L'intento del realismo è di selezionare le migliori modalità di governo per modellare un codice di comportamento efficace. 1.2) Il realismo strategico Applicando il realismo alla strategia, il realismo sembra aggregarsi intorno ad almeno 5 blocchi: gli interessi, il potere, l'opportunismo, lo stratagemma ed il piano. Qui si sostiene che il realismo sia la forma mentis tipica della pragma che acquista autonomia dall'interazione ricorsiva della prassi etico-politica e della poiesi tecnologico-gestionale. Tale realismo amplia e arricchisce la visione della lotta portandola nell'interiorità della singola persona (solo dopo rivolto contro gli altri), affermando che l'uomo è un animale smanioso di potere, ma al contempo una creatura con un fine morale. Si propone,quella etica; primato degli interessi nazionali; necessità di confrontarsi con ostilità e scarsità; neutralizzazione del conflitto per raggiungere l'equilibrio delle forze) e propone una visione pragmatica e lucida della realtà, che permette di affrontare le sfide e le difficoltà con determinazione e consapevolezza.quella politica o etica; distinzione tra governanti e governati; continuo conflitto alimentato e sedato da ostilità e scarsità; asimmetria del potere e la sua tendenza a ridurre sfere di libertà), ma si differenzia da quello politico in quanto riconosce una profonda autonomia logica e deontologica alla politica e alla morale nel determinare l'uso di risorse e potere. Nel realismo strategico qui proposto, i 5 blocchi gli interessi trovano una corrispondenza nei temi del realismo politico, in particolare: opportunismo sottolineano il tema dal conflitto, l' quello del rapporto tra strategia e stratagemma morale, lo quello dell'inganno e delle massime sul governo del potere comportamento umano; il quello della conquista, la conservazione e la strutturazione sociale della forza; il piano quello dell'uso coordinato della forza e delle circostanze; (esempio il Trono di Spade è la visione del realismo strategico).
2) I contributi militari agli studi
Nel settore militare la strategia possiede, invece, una sua specificità di campo intermedio fra la politica e la tattica (tecnica d'impiego delle unità militari), configurandosi come elemento che le rende coerenti e che, a seconda delle circostanze, si avvicina e addirittura si fonde, nell'una e nell'altra. La strategia militare comprende l'impiego effettivo o virtuale delle forze armate per raggiungere obiettivi politici.
2.1) Gli studi strategici classici In ambito militare la strategia viene definita come l'arte del prendere decisioni in situazioni ostili. Capire la strategia significa analizzare i tratti salienti dell'intelligenza militare e analizzare la facoltà di arrivare ad una decisione. Negli studi strategici militari ci stanno gli studi strategici aziendali, ma viceversa NO.
2.2) I grandi strategisti: Sun Tzu e Clausewitz strategisti sono gli studiosi di strategia, mentre gli strateghi la elaborano e la vivono.
“sul campo”. SUN TZU rappresenta il pensiero della strategia orientale. Autore del più antico trattato conosciuto di operazioni belliche, il libro fu scritto analizzando non solo la componente militare della società, ma anche le condizioni politiche ed economiche. Sun Tzu analizza il fenomeno delle guerre nella sua completezza, impostando la trattazione sugli elementi della strategia e del comando. Oltre al campo militare, i concetti presenti in tale saggio possono trovare impiego in molte sfere d’azione (mondo degli affari, marketing… mentre in Cina vengono applicati nella vita quotidiana). Uno dei è quello della guerra come attività principale dello Stato (scelta che può condurre alla salvezza o rovina); ed è da considerare tenendo presente i fondamentali per ottenere le giuste valutazioni strategiche, che sono: 1) il Tao (fattore morale); 2) il Cielo (fattore climatico e atmosferico); 3) la
Terra (fattore topografico); 4) il Comando; 5) laDottrina (addestramento e logistica); chi li conosce bene sarà il vincitore. Lo stessoSun Pi sottolinea la necessità di intraprendere una guerra solo in caso di minaccia enei casi in cui lo Stato non ha posto in atto una risposta diplomatica efficace. Inoltre, èsconsigliato un conflitto lungo perché erode risorse fisiche, mentali e materiali, allalunga anche una vittoria può tramutarsi in sconfitta. Alla base del pensiero strategicoc’è l’assunto che lo Stato deve garantirsi una popolazione prospera e felice, la cuivolontà di sostenere il sovrano non sia mai messo in discussione.L’opera è analitica e l’autore raccomanda una pianificazione accurata e laformulazione di una strategia prima di avviare una campagna militare, attraversoanalisi estensive e concrete della situazione generale compreso lo studio di tutte leoperazioni e delle proprie capacità,tramite razionalità e autocontrollo. L'arma decisiva, in ogni competizione, è la conoscenza e il possesso di dati come le informazioni utilizzate per persuadere, ingannare e controllare la sfera politico-sociale. La guerra delle informazioni costituisce il nucleo della strategia indiretta e consente di conquistare il territorio nemico senza combattere, anticipando l'esito stesso del conflitto. Sun Tzu era convinto che il principale obiettivo da raggiungere fosse sconfiggere il nemico senza impegnarlo effettivamente in combattimento, realizzando una vittoria completa (che è data da vincere senza combattere, e non da 100 vittorie su 100). Un tale obiettivo si raggiunge con una meticolosa valutazione iniziale attua ad evitare le situazioni potenzialmente svantaggiose, variando i piani e la disposizione tattica con manovre irregolari e imprevedibili, sfruttando sapientemente i vuoti e i pieni dello schieramento nemico, mascherando l'entità reale delle informazioni.proprie forze, e avvalendosi di ogni altro stratagemma in grado di garantire il successo finale. Inganni e stratagemmi non devono essere fini a sé stessi, ma creare false aspettative al fine di far compiere azioni previste, diffondendo informazioni errate.
KARL VON CLAUSEWITZ rappresenta il pensiero della strategia occidentale, dal punto di vista strettamente tattico, annientare il nemico, anche perdere una battaglia per vincere la guerra in assenza di alternative. Studio l'esercito di Napoleone, Von Kriege costruendo quel monumento intellettuale alla teoria della guerra, il On War. Il maggior contributo fu il concetto di guerra assoluta (o astratta o ideale), considerata un idealtipo/archetipo teorico di conflitto. La guerra assoluta è un concetto del tutto diverso dalla guerra totale (due conflitti mondiali), in quanto è un modello teorico, mentre la guerra totale è un fatto empirico e indica una guerra che vede l'impegno prolungato di tutte le risorse materiali.
Morali e umane di uno Stato (accezione tecnico-militare). Esistono 2 tipi di guerra totale, quella organizzativa e quella ideologica. Nel linguaggio etico-politico la guerra totale assume una connotazione negativa perché indica una guerra senza restrizioni all'impiego di forza (tutti partecipano), e lo sono quando gli scopi presuppongono l'annientamento dell'avversario, oppure è in gioco la sopravvivenza di un popolo. Per l'autore guerra è parte integrante della politica e inseparabile da essa, in quanto guerra è uno strumento della politica; il punto centrale è definire gli obiettivi politici della guerra e le linee d'azione strategica generali più opportune per conseguirle, motivo per cui le decisioni politiche strategiche sono più importanti di quelle operative e tattiche (perché queste ultime possono essere corrette, mentre le altre analisi dell'autore risiede.