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Si debba trovare la radice dell’equazione x +x -1 = 0; il primo membro dell’equazione può essere
3
visto come una funzione y = f(x) = x +x -1; la quale è continua come tutti i polinomi.
• F(0) = -1 < 0;
• F(1) = 1 > 0.
La funzione ha uno zero nell’intervallo [0, 1]; cioè la funzione ha almeno una radice nell’intervallo
[0, 1].
Graficamente ho: 1
Consideriamo il punto medio (Metodo di bisezione) 2
1 1 1
( ) −3
f 0 e la f 1
( )
= + −1= < =1>0
abbiamo: 2 8 2 8
[ ]
1 , 1
Quindi lo zero di f(x) è compreso tra ; se consideriamo il punto medio di
2
[ ] [ ]
1 3 3 27 3 16 1 3
( )
, 1 abbiamo che : f ,
= = + −1= <1, quindi la radice cadrà in .
2 4 4 64 4 64 2 4
Il procedimento prosegue dimezzando sempre l’intervallo di approssimazione fino a trovare lo zero
della funzione, che equivale alla radice cercata dell’equazione.
Teorema di Weistrass
3. Sia y = f(x) continua nell’intervallo chiuso
e limitato [a, b], in tale intervallo esistono
due punti x e x tali che:
1 2
mf x ≤ f x ≤ f x
( )
( ) ( ) =M
1 2
Graficamente ho: Controesempio
Non ha ne un minimo ne un
massimo.
Teorema di Darbuox
4. Se la funzione f(x) è continua in un intervallo chiuso e limitato [a, b], allora la funzione
assume almeno una volta tutti i valori compresi tra quello minimo e quello massimo, ovvero
[m, M].
Come conseguenza di questo teorema si ha un criterio per capire se una funzione è
invertibile, ovvero:
se f(x) è continua nell’intervallo chiuso e limitato [a, b] ed è strettamente monotòna
(crescente) in [a, b] allora la funzione è invertibile.
Per ipotesi ho:
f a f x f b
( )< ( )< ( ) =M
Graficamente ho: per il Teorema di Darboux
[ ]
y m , M , x , b]
∀ ∈ ∃ ∈[a y = f(x), ma
essendo f(x) strettamente crescente x è
unico.
Se ce ne fossero due x e x deve essere x
1 2 1
< x dove f(x ) < f(x )
2 1 2
Tasso medio della crescita di un corpo
Supponiamo che il peso p sia in funzione del tempo, ovvero p = p(t).
Graficamente ho: Nell’intervallo di tempo (t+ h) –t = h l’aumento del
peso è: p(t +h) –p(t).
Volendo l’aumento del peso nell’unità di tempo si
p t+ h p(t
( )− )
deve considerare il quoziente ; che
h
rappresenta la velocità media di crescita di un corpo.
Volendo il tasso istantaneo (la velocità istantanea) della crescita di p nell’istante t sarà sufficiente
passare al limite per h → 0 del quoziente precedente, ovvero:
p t+h p(t)
( )−
lim h
h→ 0
Esempio 2
p = p(t) = t allora:
2 2
Se p = p(t) = t p(t +h) = (t +h) quindi
2 2
p t
( )
+h −t
lim ¿ 2 2 2
p t+h p(t h∗(2t
( )− t
) +h)
+2th +h −t
h → 0
lim = ¿=lim =lim =2t
h h h h
h→ 0 h →0 h →0
Definizione rigorosa di derivata
Sia y = f(x) una funzione continua nel punto x , cioè una funzione definita in un intorno di x . Si
o o
f x t)
( )
+h −f (
lim
dice che la funzione è derivabile nel punto x se esiste finito il seguente limite: h
o h→ 0
; cioè ilo limite del Rapporto incrementale.
Infatti si ha un rapporto tra due incrementi: al Numeratore c’è l’incremento della variabile
dipendente y = f(x) mentre al Denominatore c’è l’incremento della variabile indipendente x. Tale
rapporto è anche conosciuto come il Quoziente di Newton.
Graficamente ho:
Se il limite del rapporto incrementale esiste finito, il suo valore si chiama Derivata 1 della funzione
e si nota come:
• I
f (x); df/dx; Df(x);
• I
y (x); dy/dx; Dy(x).
Una funzione si dice derivabile nell’intervallo aperto (a, b) se è derivabile in ogni punto
dell’intervallo.
Graficamente ho: Negli estremi a e b dell’intervallo non esiste la derivata della
funzione dato che non si può considerare un intorno di a (al limite
solo un intorno destro) ne uno di b ( al limite solo un intorno
sinistro).
In questo caso si parla di: f x x)
( )−f
+h ( '
+¿
h →0 =f (x )
d
h
• Derivata destra: ;
lim ¿
¿
f x x)
( )−f
+h ( '
−¿
h →0 x .
( )
=f s
h
• Derivata sinistra: lim ¿
¿
Sempre se i due limiti precedenti esistono finiti. (vedi esempi sul quaderno)
Derivate successive
Se una funzione y = f(x) è derivabile in un punto x e se la sua derivata prima f’(x) è a sua volta
derivabile nel punto x, la derivata di f’(x) si chiama derivata seconda di f(x) e si nota con:
• II 2 2
f (x); d f/dx ; D f(x);
2
• II 2 2
y (x); d y/dx ; D y(x).
2
In generale si ha in modo analogo la derivate n-esima che si nota con:
• (n) (n) (n)
f (x); d f/dx ; D f(x);
(n)
• (n) (n) (n)
y (x); d y/dx ; D y(x).
(n)
Relazione tra continuità e derivabilità
La condizione di derivabilità è più forte della condizione di continuità perché esistono funzioni che
sono continue in un punto ma non sono derivabili (funzione valore assoluto che è continua ma non
derivabile nell’origine).
Dimostriamo che una funzione derivabile è anche continua
Ricordando la definizione di: f x
( )
+h −f (x )
lim
• Derivabilità = f(x) è derivabile in un punto x se esiste finito il del
h
h→ 0
rapporto incrementale; lim f x
( )=f (x )
0
• Continuità = f(x) è continua in un punto x se .
x → x
o o
Per collegarsi al rapporto incrementale riscriviamo in modo opportuno la definizione di continuità,
ovvero: { x=x +h
0
poniamo x - x = h, se ne deduce che quindi la continuità del punto x si può
x=x per h→ 0
¿
o o
0
riscrivere così:
lim f x h lim f x+ h x)
( ) ( )=f
+ =f (x ) (
0 0 ; e per un punto generico x si scrive: .
h→ 0 h→ 0
Supponiamo ora che la f(x) sia derivabile. Dimostriamo che la funzione è continua calcolando il
limite precedente, ovvero: f x x
( )−f
+h ( )
lim f x+ h f x+ h x f x f x
( )=lim ( )−f ( ) ( ) ( )=f
+ =lim ∗h+ (x )
h
h→ 0 h→ 0 h→ 0 esiste ed è tende a
finito zero
(vedi esercizi sul quaderno) Operazioni sulle derivate
Siano f e g due funzioni derivabili in uno stesso punto x allora avremo:
I I I
f ± g ± g
( ) =f
• I I I
f
(f ∗g) =f ∗g+ ∗g
• I I I
f f
( ) ∗g−f ∗g con g x ≠ 0
( )
=
• 2
g g
Le operazioni si verificano ricordando la definizione di derivata come limite finito del rapporto
incrementale.
Verifica delle operazioni sulle derivate
Verifica della somma
1) [ ]
f x+ h ± g x+ h f x ± g x
( ) ( )− ( ) ( )
f ± g x+ h f ± g x
( )∗( )−( )∗( )
± g) I
(f =lim =lim
h h
h→ 0 h →0
[ ]
f x x ± g x x
( )−f ( ) ( )−g(
+h +h ) I I
lim ± g
¿ =f
h
h→ 0 Verifica del quoziente
2) x x f x x x
( )−(f∗g)( ( )∗g ( ) ( )∗g(x
(f ∗g) +h ) +h +h −f )
=lim =¿
h h
h→ 0 I
(f ∗g) =lim ¿
h→ 0
f x+ h x+ h f x x x x+ h x
( )∗g ( ) ( )∗g ( ) ( )∗g ( )−f ( )∗g
+ +h −f (x) =¿
h
lim
¿ ¿
h→ 0
[ ]
g x f x+ h x f x g x+h x
( )∗ ( )−f ( ) ( )∗[ ( )−g ( )]
+h + I I
f f∗g
=¿ ∗g+
h lim ¿
h→ 0
lim g x x , essendo g x derivabile e dunque continua
( )=g ( ) ( )
+h
• Osservazione: h→ 0
Verifica della divisione
3) f x x x x+h)
f x f ( )∗g ( )−f ( )∗g(
+h
( +h) (x)
−
g( x g x) g x x
( )∗g(
+h) ( +h )
lim
=¿
h h
h →0
f f
x x
( )− ( )
+h
g g lim
=¿ ¿
h h →0
I
f
( ) =lim ¿
g h →0
f x x x x
( )∗g ( )−f ( )∗g(
+h +h)
lim
¿ =¿
g x+ h x
( )∗g( )∗h
h→ 0 I I
f x x x x f x x
( )∗g ( )−f ( )∗g ( ) ( )∗g(x)−f ( )∗g(x
+h + +h) f ∗g−f∗g
lim
¿ = 2
g x x
( )∗g( g
+h )∗h
h→ 0 Dg x g x+ h x ,essendo g x derivabile e dunque continua
( ) ( )=g ( ) ( )
+h =lim
Osservazione: h→ 0
Teorema di derivazione di una funzione composta
• Ricordiamo l’operazione di composizione della funzione, ovvero:
quindi (f o g)(x) = f(g(x) )
2 2
esempio: sen x ≠ (sen x)
La composizione non è commutativa.
Il teorema di derivazione ci dice che:
se la funzione g è derivabile in x e se la funzione f è derivabile in g(x) allora anche la
funzione composta f o g è derivabile nel punto x. Risultato:
I I
D(f o g) = Df(g(x) ) = f *g(x) *g (x)
Infatti: g x+ h
( )−g(x ) ( ) ( )
lim g x g x
( ) ( )
∗f +h −f
( ) ( )
f g x+ h g x g x+ h
( ) ( ) ( )−g(x
−f )
h→ 0
( )
D f o g f gx
( )=D ( ) =lim = =¿
h h
h→ 0
g x x)
( )
+h −g ( ( ) ( )
lim g x g x
( ) ( )
∗f +h −f
h
h →0 I I
( )
g x
( )
=f ∗g (x)
g x+ h x
( )−g ( )
Teorema di derivazione delle funzioni inverse
• Sia y = f(x) una funzione continua e strettamente monotòna in un intervallo, allora la
(-1)
funzione ammette l’inversa, cioè x = f (y).
I
Sia f derivabile in un punto x con f (x) ≠ 0, allora la funzione inversa è derivabile nel punto
y risultando: 1 1
−1
Df y
( )= =
I I −1
( )
f x) f f y
( )
(
Graficamente ho: 1
f x x)
h ( )
+h −f (
=¿=lim k
f x x
( )−f
+h ( ) k →0
−1 −1
f y+ k y
( )−f ( )
−1<