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Il sick role comporta dei precisi doveri di ruolo:
agire per il bene della società, quindi avere interesse a guarire; il desiderio di guarire (e quindi la necessità di seguire le prescrizioni mediche in modo preciso);
il non rinunciare ad altri ruoli connessi (dentro la famiglia per esempio);
essere affettivamente neutrale.
Quest'ultimo elemento merita una riflessione. La neutralità affettiva è indicata: verso il medico, verso la propria malattia (non affezionarsi ad essa), verso altri malati. Cioè il timore è che si creino delle categorie di persone "devianti" che si associno per non assolvere i propri doveri sociali.
In che senso Parsons sostiene che il malato è un deviante?
Il malato viene definito da Parsons come deviante anche se ha l'alibi di esserlo in modo involontario; ciò significa che il malato mette in discussione l'ordine sociale ma la malattia fa si che non lo faccia apposta. Il malato
deve guarire in fretta in quanto è importante per la società che torni a svolgere il proprio ruolo al più presto, ciò avviene affidandosi a chi possiede le conoscenze, ossia il medico; se il paziente è il deviante il medico è colui che lo riporta dentro i ranghi. Nel caso in cui il paziente non voglia curarsi allora a quel punto diventa un deviante volontario. In che senso l'eredità di Illich ha a che vedere con la de-standardizzazione in sanità? Il maggior merito di Illich è stato quello di aver messo in dubbio in maniera molto chiara il modello della salute e della sua organizzazione istituzionale. Ancora oggi, è necessario riflettere su quali siano le conseguenze di certi modelli di organizzazione dei sistemi sanitari. Sostenere che qualsiasi modello istituzionale sia legittimo e che sia salubre, nel senso che sia capace di produrre salute, appare una visione troppo ingenua. Il bisogno di riappropriarsi della propria salute.Così come della propria malattia, dell'anascita e della morte, di queste fasi fondamentali della vita, non è solo una questione "filosofica". È un'esigenza che emerge quando la salute è rinchiusa in modelli organizzativi troppo standardizzati. De-standardizzazione, de-istituzionalizzazione, personalizzazione delle cure e umanizzazione dei sistemi sanitari, sono indubbiamente un obiettivo ancora rilevante. Ciò che rimane di Illich oggi è anche l'idea che la salute non sia demandata alla sola professione medica (senza definirla necessariamente corporazione), ma che sia il prodotto di una visione più complessiva della persona e delle sue relazioni sociali significative.
Che cosa significa secondo Illich che il sistema medico produce una forma di iatrogenesi? Illich introduce il concetto di iatrogenesi nel libro intitolato "Nemesi medica": "La corporazione medica è diventata una grande minaccia per la salute."
L'effetto inabilitante prodotto dalla gestione professionale della medicina ha raggiunto le dimensioni di un'epidemia. Il professionismo medico non è tanto una garanzia verso il sistema, ma un modello che costituisce una minaccia per la salute. Il problema è che il sistema medico produce malattie, anzi una vera epidemia. Ci sono secondo Illich, tre tipi di iatrogenesi:
- iatrogenesi clinica: sono proprio gli interventi medici, i farmaci e la ospedalizzazione a produrre, come effetti collaterali, una moltitudine di patologie e danni alle persone;
- iatrogenesi sociale: è definita come i guasti che sono prodotti nella salute delle persone dalla particolare organizzazione sociale della medicina. Non si tratta, quindi, di danni direttamente provocati da medici, farmaci e terapie, ma di danni indirettamente causati dalla burocrazia sanitaria, dall'induzione di nuovi bisogni di salute, e dall'etichettamento e la classificazione delle persone attuate.
“triade” di Twadlle si divide in:
- DISEASE: la malattia come viene rappresentata nel modello biomedico, ovvero un guasto organico “oggettivamente” misurato.
- ILLNESS: il senso di sofferenza che, sotto diversi rispetti, può attanagliare un individuo e l’interpretazione che la persona dà al suo stare male.
- SICKNESS: il modo attraverso cui gli altri interpretano la malattia dell’individuo. Per Twaddle è un’identità sociale. È la cattiva salute o il problema di salute di un individuo così come altri lo definiscono riferendosi alle attività sociali di quell’individuo.
Che cosa significa che la crisi del Welfare State fa emergere nuove istanze sociali?
I sistemi di welfare nonostante i buoni risultati in termini di performance ed esiti, e nonostante in costi relativamente bassi, attraversano un periodo di grave crisi. Per comprendere la crisi del welfare è bene distinguere tra i problemi, le criticità,
interne ai sistemi, dipendenti da come sono organizzati, finanziati… e problemi esterni ai sistemi, legati a fenomeni non riconducibili alle dinamiche interne. Abbiamo detto che i moderni sistemi di welfare sono entrati in crisi per ragioni interne, legate alla loro logica organizzativa, all’inefficienza, alla non sostenibilità economica… e anche alla sua idea assistenzialista. Su questo ultimo punto possiamo solo dire, in contesto sanitario, che il modello emergente sembra essere più quello parsonsiano di «sick role» che non un modello che valorizza le risorse e le capacità dell’individuo. Negli approcci più contemporanei si tende a rendere il paziente/cittadino attore attivo e partecipe del suo processo di cura. Ma ora possiamo concentrarci sulle criticità esterne, legate cioè a fenomeni di carattere più generale che riguardano tutti i sistemi sociali e non solo il sottosistema della protezione sociale.
Si tratta cioè di evidenziare alcuni fattori legati alla globalizzazione economica, che hanno avuto come esito, anche la crisi dei sistemi di welfare. In termini politici la crisi degli stati nazionali e quella conseguente del Welfare State fa emergere un nuovo modello di tipo neo-liberale. È un modello portatore di istanze di riforma sociale connotato da una ideologia di tipo neoconservatrice. La parola d'ordine è quella dello "Stato minimo", cioè della riduzione della presenza pubblica in economia (e non solo). Per questo si inizia un periodo di privatizzazione di tutti gli asset degli Stati nazionali. In termini di politiche sociali, la finalità è soprattutto quella di garantire le compatibilità economiche. La conseguenza è la riduzione delle spese. Per quanto riguarda la protezione sociale, la conseguenza è il rifiuto del modello che vedeva il pubblico quale attore principale. Al contrario al centro ci sono le forze.del mercato, pensato come sistema capace di autoregolazione. L'obiettivo è di passare da un modello assistenzialista a uno consumerista in cui ogni cittadino, divenuto cliente-consumatore, sia garantita soprattutto la libertà di scelta nel "mercato delle prestazioni". Non si può dubitare del fatto che la doppia offensiva contro il Welfare State da parte della globalizzazione e neoliberismo abbia avuto successo. La riforma neoliberista punta a trasformare in profondità la società: lo Stato deve ridurre il suo intervento e deve anche lasciare che le forze della società si confrontino, senza intervenire con regole che imbrigliano la libera iniziativa individuale. È la teoria dell' "laissez faire" e della deregulation. Quali sono i nuovi bisogni di salute? Un'altra conseguenza dei mutamenti legati alla doppia transizione è certamente l'emergere di nuovi bisogni di salute, con la conseguente necessità di rivedere ipopolazione che invecchia sempre di più. Inoltre, non possiamo dimenticare l'importanza della prevenzione, che svolge un ruolo fondamentale nella promozione della salute e nel contenimento dei costi sanitari. Infine, è necessario considerare anche l'accessibilità ai servizi sanitari, che deve essere garantita a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro condizione economica o geografica. In conclusione, i sistemi sanitari devono affrontare sfide sempre più complesse, ma è fondamentale investire nella salute e nel benessere della popolazione per garantire un futuro sostenibile.