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I Reparti d'Assalto

I Reparti d'Assalto furono istituiti dal Generale della seconda armata Luigi Capello. Furono creati per poter effettuare delle incursioni nelle file dei nemici. Inizialmente questa nascita rispondeva a motivi propagandistici piuttosto che a vere necessità strategiche. Furono creati per dare nuovo spolvero ai soldati che erano ormai tenuti a seguire i propri superiori nei propri ordini e a vivere in condizioni di freddo e gelo. Si faceva leva sull'impegno di ogni singolo soldato, che veniva sempre selezionato in base alla sua preparazione fisica. Dopo la Prima Guerra i Reparti d'Assalto furono definiti da Mussolini come innovazione strategica da adeguare alle proprie esigenze.

Carlo Montù e il continuum tra sport e guerra

Durante le prime fasi della Grande Guerra, Carlo Montù può essere considerato un perfetto continuum tra sport e guerra. A simboleggiare la centralità del contributo tecnico.

E formativo garantito dall'Esercito all'interno del panorama sportivo nazionale fu senza alcun dubbio Carlo Montù. Ufficiale d'Artiglieria, grande appassionato di volo, di cui fu un importante pioniere, prese parte alla Prima Guerra Mondiale al comando del 30° Reggimento Artiglieria da Campagna, preposto alla difesa antiaerea, dopo essere stato nominato Presidente della FIGC e della Federazione Canottaggio e aver svolto un ruolo di primo piano nell'istituzione del CONI. Passione sportiva, coraggio ed ardore, di cui peraltro diede in prova in prima linea, ottenendo due Medaglie d'Argento e due Medaglie di Bronzo al Valor Militare, facevano quindi di Montù l'emblema di quel perfetto continuum tra sport e guerra, destinato a trasformare il grande atleta in un eroe di battaglia, di cui egli poteva rivendicare giustamente il titolo. Il 31 gennaio 1912, in Libia, a bordo di un biplano Farman, era stato infatti colpito dalla contraerea turca.

Divenendo così il primo pilota al mondo ad essere ferito in un teatro di guerra.

Che cosa fu il Gruppo Parlamentare Sportivo e quando nacque per la prima volta?

Il Gruppo Parlamentare Sportivo è formato dai rappresentanti sportivi del Paese. Nasce nel 1919 conciliando interessi economici, politici e di stampa (va attribuita proprio alla stampa la diffusione dell'Educazione fisica).

Gli obiettivi del Gruppo Parlamentare Sportivo erano quelli di fornire al governo idee, prospetti, progetti e soluzioni riguardanti la questione Educazione Fisica e morale degli italiani post guerra; si preoccupava quindi del futuro generazionale del Paese. I membri venivano scelti direttamente dalle associazioni della stampa sportiva.

A far parte di questo gruppo furono chiamate personalità di spicco dell'epoca, quali Gustavo Modena (direttore della stampa sportiva), Giulio Corradino Corradini (fondatore del Guerin Sportivo), Armando Cougnet (fondatore del Giro d'Italia) e Renato

Casalbore (giornalista del Corriere della Sera).
Il Gruppo Parlamentare Sportivo si ritaglia uno spazio importante nella politica italiana, tanto che i suoi membri entrano in Parlamento, tra cui Olivetti, Prinetti, Piva e De Capitani d'Arzago.
Quali furono le discipline maggiormente praticate dai soldati italiani impegnati al fronte durante la Prima Guerra Mondiale?
La disciplina maggiormente praticata tra le file dei soldati italiani fu la pallavolo, cui però nel corso del 1919 subentrò la pallacanestro, grazie soprattutto all'attivismo di Guido Graziani, che tradusse e spiegò il regolamento di gioco elaborato da James Naismith.
Non deve quindi stupire l'importante piazzamento ottenuto ai Giochi Militari Interalleati di Parigi dalla selezione cestistica italiana, che venne sconfitta solamente in finale, con il punteggio di 17 a 51, dagli Stati Uniti.
Quando, come e con quali scopi lo Stato Maggiore dell'Esercito Italiano decise di promuovere lapratica sportiva al fronte durante la Prima Guerra Mondiale fu introdotta dallo Stato Maggiore dell'Esercito dopo la disfatta di Caporetto. Si comprese finalmente la necessità di valutare accuratamente le esigenze personali dei soldati impegnati nei vari teatri di guerra e di garantire il loro soddisfacimento. Per questo motivo, all'interno di ciascuna delle 5 Armate, fu istituito un Ufficio Propaganda, responsabile, tra le altre cose, dell'organizzazione di momenti di svago e di evasione, durante i quali lo sport svolse un ruolo centrale. Si ricorse sistematicamente al gioco di squadra, ritenuto utile per rafforzare lo spirito di gruppo e il senso di appartenenza ad una comunità, solidificata dal sentimento di reciproca fiducia tra i suoi membri. Inoltre, si parla dei Giochi Militari Interalleati, ma non viene fornita ulteriore informazione a riguardo.importantissima kermesse sportiva si svolse a Parigi, tra il 22 giugno e il 6 luglio 1919. Si trattò di un'iniziativa dallo straordinario valore simbolico e tecnico, promossa allora dal responsabile sportivo del Corpo di Spedizione Americano in Francia, Elwood S. Brown, con il duplice intento di suggellare l'amicizia tra le nazioni che, insieme, avevano vinto la guerra, avendo individuato nello sport il più sicuro presidio di pace, e di portare a compimento il difficile lavoro di promozione sportiva, svolto a sostegno della tenuta psico-fisica delle truppe impegnate al fronte. Per quali ragioni il 1920 può essere definita una data-spartiacque nella storia dello sport italiano? Nel presentare l'imminente kermesse olimpica alla stregua di un fondamentale appuntamento dallo straordinario valore simbolico, prima ancora che sportivo, La Gazzetta dello Sport riuscì a creare le condizioni ideali per una vera e propria mobilitazione collettiva e per undiretto della classe dirigente del Paese, in quel momento alle prese con ben altre emergenze. Si deve infatti proprio alla campagna mediatica orchestrata dal giornale, se un'ampia e ben assortita selezione italiana poté partire alla volta del Belgio e partecipare con successo ai Giochi di Anversa. Questo la dice lunga pertanto sull'importanza dell'evento e sul livello di maturazione ormai raggiunto dalla questione sportiva all'interno del nostro Paese, sebbene la sua classe dirigente, nel periodo immediatamente successo alla fine della Prima Guerra Mondiale, avesse mostrato scarsa attenzione. È per questo che il 1920 può essere considerato alla stregua di un'altra importante data-spartiacque della storia dello sport italiano.dell'Italia e del CONI, guidato da Carlo Montù che, grazie soprattutto alla sottoscrizione promossa da "La Gazzetta dello Sport" e al concorso finanziario del governo, riuscì a mettere in piedi una selezione assolutamente competitiva, composta da 162 atleti. Ne faceva parte ufficialmente anche una donna, la tennista Rosa Gagliardi, che fu evidentemente motivo di particolare e di assoluto interesse. Ma il vero ed indiscusso protagonista della selezione azzurra si sarebbe rivelato alla fine lo schermidore Nedo Nadi, capace infatti di conquistare ben cinque dei tredici ori complessivamente conquistati dagli atleti italiani ad Anversa, cui vanno aggiunti 5 argenti e 5 bronzi. Per la prima volta nella storia dello sport italiano, tutti i componenti della selezione olimpica parteciparono ai Giochi con un'uniforme unica ed omogenea, fornita dal CONI. E, sempre in occasione dei Giochi di Anversa, venne inaugurata a Roma la prassi del ricevimento d'onore nei.palazzi del potere degli atleti vittoriosi, destinata a diventare non solo una prassi ma un vero e proprio tratto distintivo dell'inscindibile rapporto esistente tra sport e politica. Che cosa accadde ai vertici dello sport italiano dopo i Giochi Olimpici del 1920? Dopo le Olimpiadi di Anversa del 1920 ci fu una svolta nello sport italiano. I vertici dello sport italiano dopo Anversa 1920 furono costretti a lasciare i propri incarichi perché ritenuti ormai inadeguati e incompatibili con i piani proposti del nuovo regime fascista. A fare le spese di questa pulizia fu inevitabilmente anche Carlo Montù, presidente del Coni all'epoca. Tra il 1922 e il 1923 si realizzò l'effettivo passaggio del Coni nelle mani del governo Mussolini, infatti viene nominato presidente Aldo Filzi, braccio destro proprio di Mussolini. Questa questione fece capire come lo sport era ormai centrale anche nelle campagne propagandistiche del regime. Per quali motivi in particolare

Montù fu costretto a lasciare la presidenza del CONI. Dopo le Olimpiadi di Anversa, l'immagine a livello sportivo di ciò che si era realizzato politicamente, ossia il cambio regime, viene visto come una novità, un nuovo approccio della nuova classe politica rispetto a quella precedente. Carlo Montù viene quindi sollevato dal suo incarico di presidente del Coni per un cambiamento di pensiero rispetto al passato del nuovo regime.

Carlo Montù fu visto come il capro espiatorio della mancata assegnazione delle Olimpiadi del 1920 a Roma, candidatura che non fu sostenuta dal gruppo politico. Montù fu quindi costretto a lasciare la sua carica non per sue colpe dirette, bensì perché rappresentava la classe dirigente che era ormai definita inadeguata.

Che cosa è stato l'ENEF?

L'ENEF (Ente Nazionale Educazione Fisica) è stato un organismo creato nel 1923 per regolare l'insegnamento dell'educazione fisica nelle scuole.

Facente parte della riforma della scuola varata da Giovanni Gentile. Questa scelta fu presa ovviamente dal capo del regime Benito Mussolini, che così facendo riuscì a prendere il controllo di una materia fondamentale per il Paese come l'educazione fisica, dato l'insegnamento diretto della materia eseguito da un gruppo di uomini da lui scelti.

Nelle scuole con la riforma suddetta potevano insegnare solo quelle associazioni sportive che erano regolarmente iscritte all'ENEF, così che dimostravano una certa preparazione e soprattutto una certa fedeltà verso il regime fascista.

Parla della riforma del CONI, attuata dal regime fascista nel 1927. La riforma dello Statuto del Coni avviene a partire dal 1927 e viene di fatto posto alle dipendenze del potere politico. La conseguenza diretta di questa decisione è lo sviluppo di una relazione sempre più stretta tra politica e sport, resa emblematica della coincidenza, nella persona di Augusto Turati.

dà affidata l'educazione fisica e sportiva dei giovani. Durante il suo mandato, Mussolini promosse l'ideologia fascista attraverso il controllo del CONI e dell'Opera Nazionale Balilla, utilizzando lo sport come strumento di propaganda e di formazione dei giovani al regime.
Dettagli
A.A. 2020-2021
47 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-EDF/02 Metodi e didattiche delle attività sportive

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sicilianothomas di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di storia del giornalismo sportivo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Landoni Enrico.