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RISCHIO PORTAFOGLIO DI STRUMENTI FINANZIARI
Il rendimento atteso di un portafoglio (P) è dato dalla media ponderata del rendimento atteso dei singoli investimenti (A, B, C,...,N) contenuti nel portafoglio. E(RP) = E(RA) + E(RB) + E(RC) + ... + E(RN) Il rischio di un portafoglio non dipende solo dal rischio dei singoli titoli che compongono il portafoglio, ma anche da come questi si combinano tra di loro. Bisogna considerare la covarianza che misura il segno e l'intensità del legame esistente tra i rendimenti di 2 o più titoli al verificarsi di uno specifico evento. Spesso per semplicità di calcolo anziché utilizzare il concetto di covarianza si impiega quello di coefficiente di correlazione (p). Il valore del coefficiente di correlazione tra due titoli (1 e 2) può assumere alternativamente uno di questi risultati: p = 1 : il rischio è la combinazione lineare del rischio delle attività che lo compongono =>la• 1,2diversificazione non porta alcun vantaggio;= -1 : il rischio è nullo => la diversificazione porta il vantaggio di creare un portafoglio esente dap• 1,2rischio;-1 < p < 1 : tanto più il valore di p si allontanerà da +1 e si avvicinerà a -1 tanto più il rischio• 1,2 1,2tenderà a diminuire.
LEZ. 37 DOMANDA 18. Si illustri, anche attraverso un esempio concreto, la procedura che si esegue per lamisurazione del rischio di un portafoglio di strumenti finanziari.
Partiamo dal fatto che si possono identificare tre possibili categorie comportamentali come approcciorispetto al rischio:
- avversione al rischio (risk adverse);
- neutralità al rischio (risk neutral);
- propensione al rischio (risk propense).
Il rendimento atteso di un portafoglio (P) è dato dalla media ponderata del rendimento atteso dei singoliinvestimenti (A, B, C,…,N) contenuti nel portafoglio.
E(R ) = E(R ) + E(R ) + E(R ) +
… + E(R )p a b c nIl rischio di un portafoglio non dipende solo dal rischio dei singoli titoli che compongono il portafoglio, ma anche da come questi si combinano tra di loro. Bisogna considerare la covarianza che misura il segno e l'intensità del legame esistente tra i rendimenti di 2 o più titoli al verificarsi di uno specifico evento. Spesso per semplicità di calcolo anziché utilizzare il concetto di covarianza si impiega quello di coefficiente di correlazione (p). Il valore del coefficiente di correlazione tra due titoli (1 e 2) può assumere alternativamente uno di questi risultati:p = 1 : il rischio è la combinazione lineare del rischio delle attività che lo compongono => la diversificazione non porta alcun vantaggio;
p = -1 : il rischio è nullo => la diversificazione porta il vantaggio di creare un portafoglio esente da rischio;
-1 < p < 1 : tanto più il valore di p si
allontanerà da +1 e si avvicinerà a -1 tanto più il rischio aumenta. LEZ. 37 DOMANDA 19. Si illustri, anche attraverso un esempio concreto, la procedura di misurazione del rischio di uno strumento finanziario. Una possibile misura del rischio è data dalla variabilità dei rendimenti attesi, quindi dalla dispersione dei rendimenti previsti in ogni scenario intorno al rendimento medio atteso (varianza e scarto quadratico medio). VARIANZA => Somma, ponderata per le probabilità, degli scarti della media dei rendimenti attesi. Lo scarto quadratico medio, che è semplicemente la radice quadrata della varianza, misura di quanto mediamente le realizzazioni del rendimento si scosteranno dal valore medio: Sia la varianza che lo scarto quadratico medio vengono utilizzati per misurare il rischio. La differenza consiste nel fatto che, rispetto allo scarto quadratico medio, la varianza non è espressa nella stessaunità di misura del rendimento. LEZ. 37 DOMANDA 20. Quali sono i diversi approcci al rischio da parte di un investitore? (risk adverse): si determina quando un soggetto preferisce ottenere un risultato certo anziché essere esposto alla condizione che tale risultato possa essere aleatorio nel tempo. (risk neutral): si determina quando un soggetto è indifferente rispetto a possibili valori attesi, alcuni dei quali sono certi, mentre altri sono più o meno probabili. (risk propense): si determina quando un soggetto preferisce una soluzione aleatoria (più rischiosa) che potrebbe portare a rendimenti maggiori, piuttosto che un valore atteso certo o minore. LEZ. 37 DOMANDA 21. Che cosa si intende per teoria di portafoglio? La teoria di portafoglio si occupa delle decisioni di investimento da parte dei singoli investitori, sulla base del loro atteggiamento nei confronti del rischio. Ogni soggettoche ha obiettivi economici può assumere, rispetto al rischio, posizioni diverse. LEZ. 37 DOMANDA 22. Che cos'è l'indice di Sharpe?L'indice di Sharpe permette di misurare il rendimento di un portafoglio con il rendimento di un'attività priva di rischio.
S = (R - Rf) / σp
LEZ. 37 DOMANDA 23. Quali valori può assumere il coefficiente di correlazione? Quali significati si attribuiscono a ciascun valore assunto dal coefficiente di correlazione?Il valore del coefficiente di correlazione (ρ) tra due titoli (1-2) può assumere uno di questi risultati:
ρ = 1: Il rischio è la combinazione lineare del rischio delle attività che lo compongono, la diversificazione non porta alcun vantaggio.
ρ = -1: Il rischio è nullo. La diversificazione porta il vantaggio di creare un portafoglio esente da rischio.
1 > ρ > -1: Tanto più il valore ρ si allontanerà da +1 e si avvicinerà a -1, tanto più il rischio sarà diversificato.
tenderà a-1 < P 1,2 1,2diminuire.
LEZ. 38 DOMANDA 6. Si illustrino le problematiche di gestione dei rischi. Se i mercati sono perfetti, le transazioni effettuate esclusivamente per ridurre il rischio non aggiungono valore. Perché esistono 2 motivi principali:
- la copertura è un gioco a somma zero;
- gli investitori possono sfruttare l'alternativa del "fai da te".
LEZ. 38 DOMANDA 7. Chi è il Chief Risk Officer? È il manager deputato a sviluppare una strategia per l'azienda nel suo complesso, con particolare attenzione su quelli che possono causare serie difficoltà o persino condurre l'impresa al fallimento.
LEZ. 38 DOMANDA 8. Quali sono i motivi principali per cui se i mercati sono perfetti le transazioni effettuate esclusivamente per ridurre il rischio non aggiungono valore? Innanzitutto perché la copertura è un gioco a somma zero, per cui un'impresa che si assicura o copre il rischio non lo elimina,
ma semplicemente lo passa a qualcun altro; in secondo luogo, perché gli investitori possono sfruttare l'alternativa del "fai da te" dal momento che le imprese non sono in grado di aumentare il valore delle loro azioni effettuando transazioni che gli investitori possono facilmente fare per conto proprio. LEZ. 38 DOMANDA 9. Quali sono le caratteristiche del Chief Risk Officer (CRO)? Il CRO racchiude sotto un'unica responsabilità compiti di pianificazione, controllo di gestione e di risk management, partecipa al processo di business (pianificazione, selezione e governo dei rischi) assicurando una generale coerenza tra gli obiettivi definiti e i risultati conseguiti, fornisce supporto tecnico agli organi di vertice e al Consiglio di Amministrazione per la formulazione di obiettivi, piani strategici ed operazioni significative, amministra in maniera dinamica i limiti di rischio tra le diverse linee di business, contribuisce al processo decisionale, ha unruolo chiave nella creazione del valore e nel raggiungimento degli obiettivi di rischio-rendimento. LEZ. 39 DOMANDA 9. Quali sono le caratteristiche dei catastrophe bond?I catastrophe bond sono delle obbligazioni emesse da chi si assume un rischio ingente (nella maggior parte dei casi una società assicurativa). La caratteristica primaria di queste emissioni obbligazionarie è che, al verificarsi di dati eventi dannosi e nei limiti stabiliti nel contratto, i sottoscrittori dovranno sostenere una decurtazione delle proprie entrate in misura proporzionale alle perdite. Queste obbligazioni, se la catastrofe si verifica, non pagano in tutto o in parte il capitale e i soldi incassati dall'emittente andranno allora a pagare i danni. LEZ. 39 DOMANDA 10. Perché gli investitori sono disposti a investire in catastrophe bond?
Gli investitori accettano il rischio in cambio di:
- un rendimento più elevato;
- uno strumento finanziario il cui rendimento non è correlato
a quello di altri titoli.
LEZ. 39 DOMANDA 11. Si definiscano gli strumenti derivati.
Insieme all'assicurazione, le imprese possono coprirsi dai rischi attraverso l'utilizzo degli strumenti derivati.
Gli strumenti derivati sono contratti il cui valore dipende dall'andamento di un'attività sottostante nota anche come "underlying asset".
LEZ. 39 DOMANDA 12. Si illustri il ruolo delle assicurazioni nella gestione del rischio.
Quando l'impresa stipula un'assicurazione, semplicemente trasferisce il rischio alla compagnia assicurativa.
Le compagnie di assicurazione si trovano in una posizione più vantaggiosa per assumersi il rischio per diverse ragioni:
- hanno una esperienza considerevole nell'assicurare rischi simili, di conseguenza hanno una maggiore capacità di stimare la probabilità di perdite e il prezzo del rischio;
- possono consigliare le imprese sugli strumenti da utilizzare per ridurre il rischio, offrendo premi
più bassi alle imprese che seguono i loro consigli;
possono controllare meglio i rischi gestendo ampi e diversificati portafogli di polizze.
Questi svantaggi sono:
- costi amministrativi;
- selezione avversa – è la situazione in cui una politica di prezzo porta ad attirare solo i clienti meno desiderabili;
- Moral hazard – è il rischio che l’esistenza di un contratto cambi il comportamento di una o entrambe le parti.
LEZ. 39 DOMANDA 13. Quali sono i vantaggi che derivano dall'utilizzo delle assicurazioni nella gestione dei rischi?
I vantaggi che derivano dall'utilizzo delle assicurazioni nella gestione dei rischi sono diversi:
- le compagnie di assicurazioni hanno un'esperienza considerevole nell'assicurare rischi come incendio nello stabilimento, incidenti navali, aerei etc, di conseguenza hanno una maggiore capacità di stimare la probabilità di perdite e il prezzo del rischio.
- Possono
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