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Lezione 029
Le fonti primarie della shari'a sono, in ordine gerachico:
- sunna - Corano - igma' - qiyas
- Corano - sunna - qiyas - qiyas
- Corano - sunna - igma' - qiyas
- sunna - Corano - qiyas - qiyas
L'interpretazione del diritto sciaraitico:
- è da sempre preclusa, in ragione del ruolo preminente della giurisprudenza
- è da sempre stata vietata, per esigenze di certezza del diritto
- non può, ora, contraddire le soluzioni interpretative affermatesi fino al XIII sec.
- svolge, anche attualmente, una funzione creativa
Le scuole giuridiche all'interno del diritto islamico:
- si distinguono soltanto per le fonti cui attingono utilizzano tutte le medesime fonti
- sono ammesse solo se ufficiali (Malikita e Hanbalita)
- si distinguono sia per le fonti utilizzate sia per le regole sostanziali
Nei paesi di diritto islamico:
La Sharia non è mai vigente nei paesi di diritto islamico essendo una legge rivolta solo a chi professa la religione islamica
la Sharia non è
Per quanto riguarda la maggior parte dei Paesi, l'unica legge vigente è sempre la Sharia.
La Sharia è l'unica legge vigente tranne in rari casi.
Lezione 030
I giudici, nel mofussil01. applicando, nello statuto personale, le regole di derivazione indù come se testi legislativi, condussero a un parziale snaturamento delle stesse.
Tramite il rinvio ai principi di justice e equity, si rifecero alle regole di equity, ma non al common law.
Non seguivano le regole processuali tipiche del diritto inglese.
Rendevano decisioni che non erano mai oggetto di pubblicazione.
Dopo l'indipendenza, in India02. la tecnica legislativa è divenuta tipicamente di common law.
Con l'entrata in vigore della Costituzione, l'intero diritto indù fu abbandonato.
L'entrata in vigore della Costituzione non impedisce che nelle materie dello statuto personale il diritto si applichi su base personale.
Il diritto previgente fu abrogato e sostituito.
Il sistema giuridico indiano si caratterizza per la presenza di complessi di regole che si applicano su base personale, ossia in ragione dell'appartenenza a una casta. Si caratterizza anche per la convivenza di fonti laiche, di applicazione territoriale, e religioso-tradizionali, di applicazione personale. Ha abrogato del tutto il common law vigente in passato, che è di derivazione europea-continentale.
La progressiva anglizzazione del sistema giuridico indiano, durante il periodo coloniale, fu di carattere giurisprudenziale, non essendosi mai verificati trapianti legislativi. Una volta che le decisioni iniziarono ad essere pubblicate, comportò il diffondersi della tendenza dei giudici a stare decisis. Fu di tipo passivo-impositivo e ebbe natura prevalentemente legislativa, che consentiva l'adattamento delle soluzioni.
Le fonti del diritto tradizionale indù sono dei criteri non vincolanti per il giudice e, in ordine gerarchico, sono rappresentate
dai veda, nei testi contenenti la tradizione (dharma-sastra), nella consuetudine e nell'approvazione interiore sono contenute nei veda, nei testi contenenti la tradizione (dharma-sastra), nella consuetudine e nell'approvazione interiore sono personalmente differenziate. In india, con riferimento allo c.d. statuto personale, si applicano comunque, per esigenze di certezza, le regole basi del diritto indù. Con riferimento allo c.d. statuto personale, si applicano differenti regole a seconda della religione del soggetto. Lo statuto personale della sharia si applica, se le parti lo prescelgono. Le fonti del diritto indù sono stabilite dalla legge. Dopo la colonizzazione del subcontinente indiano da parte dell'Inghilterra, fu introdotto, per espressa previsione e per intero, il diritto inglese nei territori indiani. I giudici continuarono ad applicare i diritti locali. L'intero territorio indiano fu concesso alla Compagnia delle Indie Orientali. I giudici applicarono.parte il diritto locale (statuto personale) in parte (tramite il rinvio ai principi di justice e equity) il diritto inglese Nel diritto tradizionale indiano: - il dharma prevale sulla consuetudine - non esisteva il sistema delle caste - il dharma rappresenta il sistema di regole di condotta etico-religiose di fonte divina - il titolare del potere politico era un sovrano assoluto, non sottoposto a regole Lezione 031 Le caratteristiche del diritto imperiale cinese: 01. non ebbero come conseguenza la mancanza dell'idea di diritto soggettivo sono simili a quelle del diritto occidentale nell'età feudale - ebbero come conseguenza l'elasticità nell'applicazione delle regole - non ebbero come conseguenza l'assenza di rimedi nei confronti del potere pubblico - la consuetudine, nel diritto imperiale cinese 02. era formalmente sottoposta ai "li" si identificava con il "fa" - non era formalmente contenuta nella gerarchia delle fonti, ma comunque applicata inquanto parte del "sentimento di umanità" era l'unica fonte ammessa di fronte ai tribunali, ai quali si doveva ricorrere solo come extrema ratio Tra le caratteristiche del diritto imperiale cinese non rientra: 03. la suddivisione della società in caste la nozione di diritto soggettivo la presenza di regole di derivazione etica la fonte laica la struttura piramidale della società (famiglia - clan - imperatore) il Codice Civile della Repubblica della Cina (1931) 04. non è attualmente in vigore era influenzato unicamente dal diritto francese, e in particolare dal code civil, per la sua semplicità era ispirato a più codificazioni occidentali, quelle allora ritenute più moderne è in vigore attualmente in Cina Nel sistema giuridico cinese odierno 05. non esiste la distinzione concettuale tra diritto privato e amministrativo il diritto privato è unificato e codificato nel Codice Civile del 2002 il diritto privatoè unificato e codificato nel Codice Civile della Repubblica della Cina (1931). Il diritto privato è disciplinato da una molteplicità di leggi, nonché dai Principi Generali del Diritto Civile. I Principi Generali del Diritto Civile (cinese) rappresentano un insieme di principi dottrinali, riuniti a scopi interpretativi. Non sono soggetti ad interpretazione ed evoluzione. In quanto influenzati dall'ideologia socialista, non recepiscono buona parte degli istituti occidentali. Sono contenuti in un testo legislativo e servono per l'applicazione di tutte le aree del diritto privato. I "giri", nella storia del diritto giapponese, costituivano il complesso di regole penali e amministrative contenute in testi scritti, di derivazione cinese. Presupponevano l'attività del giurista. Sono stati codificati nella prima metà del '900 e rappresentavano un sistema di regole di ispirazione confuciana spontaneamente osservate, non codificate. Il codicelibertà di contrattare è garantita e protetta dalla legge. Gli individui hanno il diritto di stipulare contratti liberamente, senza interferenze o restrizioni ingiustificate. La libertà contrattuale è un principio fondamentale del diritto commerciale. Consente alle parti di negoziare e stabilire i termini e le condizioni di un contratto in base ai loro interessi e alle loro esigenze. Questo principio promuove la libertà economica e favorisce lo sviluppo del mercato. Tuttavia, la libertà contrattuale non è assoluta. La legge può imporre limiti e restrizioni per proteggere l'interesse pubblico e prevenire abusi o comportamenti sleali. Ad esempio, la legge può vietare contratti che violano norme etiche o che sono contrari all'ordine pubblico. Inoltre, la libertà contrattuale può essere limitata da altre leggi e regolamenti che disciplinano specifici settori o tipi di contratti. Ad esempio, nel diritto del lavoro, ci possono essere regole che limitano la libertà di stipulare contratti di lavoro per proteggere i diritti dei lavoratori. In conclusione, la libertà contrattuale è un principio fondamentale del diritto commerciale che garantisce agli individui il diritto di negoziare e stipulare contratti liberamente. Tuttavia, questa libertà può essere limitata per proteggere l'interesse pubblico e prevenire abusi.proprietà si trasferisce per effetto del solo consenso nei ordinamenti moderni, a differenza che nel diritto romano, non incontra limiti è un principio da sempre riconosciuto in ogni ordinamento giuridico nei ordinamenti occidentali moderni, non è mai del tutto incondizionata la teoria del iustum pretium02. ha a che vedere con la correttezza del procedimento di formazione del consenso consente l'annullamento del contratto a fronte di un'evidente sproporzione contrattuale ed è stata recepita in alcuni codici ottocenteschi nelle codificazioni più recenti, ove ripresa, non è solitamente correlata al procedimento di formazione del consenso consente l'annullamento del contratto a fronte di un'evidente sproporzione contrattuale ed è stato recepita tale quale nel BGB La libertà contrattuale03. non è un principio tipico delle economie liberali è un principio incondizionato tranne in casi in cui le norme UE
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
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