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Diritto dell'Unione Europea: conclusioni della Corte di Giustizia nei casi Rüffert e Commissione c. Lussemburgo
Nella sentenza Rüffert, la Corte di Giustizia riduce la portata della clausola del trattamento più favorevole di cui alla direttiva 96/71/CE a soli due casi. In particolare, fa salva la facoltà per le imprese aventi sede in altri Stati membri di sottoscrivere volontariamente, nello Stato membro ospitante, un contratto collettivo di lavoro eventualmente più favorevole. In secondo luogo, le condizioni più favorevoli restano in vigore qualora i lavoratori distaccati ne godano già in applicazione della legge o di contratti collettivi nello Stato membro di origine.
Nella sentenza Commissione contro Lussemburgo, si chiedeva alla Corte di constatare l'inadempimento da parte del Lussemburgo degli obblighi che incombono sugli Stati membri.
in forza dell'Art. 3 della direttiva 96/71/CE e degli Art. 49 e 50 T.C.E. La sentenza aveva ad oggetto l'interpretazione della nozione di "disposizioni di ordine pubblico" ai cui sensi è concessa la possibilità allo Stato membro ospitante di imporre alle imprese che effettuano distacco dei lavoratori nel suo territorio, condizioni di lavoro ed occupazione, purché si tratti di disposizioni di ordine pubblico. Secondo la Corte, l'Ordine Pubblico può essere invocato solo in caso di effettiva e sufficiente grave minaccia ad uno degli interessi fondamentali della collettività. Quindi in questo caso è stata esclusa la possibilità per uno Stato membro di imporre ad un prestatore di servizi stabilito in un altro Stato membro, le proprie disposizioni nei confronti dei dipendenti dell'impresa straniera, in forza del richiamo all'ordine pubblico. Attraverso quali meccanismi l'ordinamento italiano si adatta aldiritto dell'Unione europea? Nell'ordinamento italiano, l'adattamento ai trattati di integrazione europea (da quello di Parigi del 1951 a quello di Lisbona del 2007) è sempre avvenuto con il procedimento speciale dell'ordine di esecuzione, ossia emanando un atto mediante il quale lo stato, per dare piena ed intera esecuzione al trattato rinvia in blocco alle norme in esso contenute. In generale l'ordine di esecuzione può essere contenuto in una legge costituzionale, in una ordinaria o anche in un decreto amministrativo. A tal fine, la corte costituzionale, distingue i trattati di integrazione europea dagli altri internazionali, e decise di proteggere il diritto comunitario mediante l'art. 11 Cost. secondo il quale, sulla base delle limitazioni di sovranità consente, il diritto dell'UE si trova sullo stesso piano della costituzione, ed è tenuto a rispettare solo i "principi fondamentali", mentre gli
Altri trattati internazionali, in forza dell'art. 117, par. 1, assumono rango di norma interposta tra costituzione e legge ordinaria (la Costituzione la rispettano in toto e sono gerarchicamente superiori alla legge ordinaria).
Attraverso quali strumenti il diritto dell'Unione europea viene attuato nell'ordinamento statale e regionale italiano? La legge del 24 dicembre 2012 n. 234 ha introdotto il doppio strumento normativo della legge di delegazione europea e della legge europea, per assicurare il periodico adeguamento dell'ordinamento nazionale a quello europeo. Ai sensi dell'art. 29 il Presidente del consiglio o il Ministro degli affari esteri, presentino alle camere entro il 28 febbraio di ogni anno sia il disegno di legge "legge di delegazione europea", sia il disegno di legge europea. Al di là di queste due forme tipizzate, vi è la possibilità per il governo di adottare misure anche urgenti, quando ciò appaia necessario.
fronte di atti normativi europei, o di procedure di infrazione nei confronti dell'Italia comportante obbligo di adeguamenti. La stessa legge n°234/2012 disciplina anche la partecipazione delle regioni, delle province al processo di formazione e attuazione degli atti dell'UE. Tali enti, nelle materie di propria competenza provvedono a recepire le direttive europee; nelle materie di competenze esclusive dello stato, il governo indica criteri e formule cui devono attenersi al fine del soddisfacimento del diritto comunitario; delle materie di competenza regionale o provinciale, lo Stato interviene in maniera sostitutiva qualora gli enti siano stati inerti. Che effetti ha la sentenza della Corte di Giustizia quando essa si pronuncia in via pregiudiziale? In via pregiudiziale, la Corte di Giustizia è competente a pronunciarsi sull'interpretazione dei trattati e sulla validità ed interpretazione degli atti compiuti da istituzioni od organi UE. La sentenza haeffetti retroattivi, tuttavia quando si tratta di sentenze pregiudiziali, di invalidità, la Corte può precisare gli effetti dell'atto annullato e quindi applicarli ex nunc. Nel caso di sentenze pregiudiziali di interpretazione, la Corte tende a far salvi i rapporti giuridici costituiti in buona fede e ne dispone l'efficacia non retroattiva quando il dubbio sull'interpretazione del diritto dell'Unione si legava ad ambiguità oggettiva di disposizioni di Stati membri e della Commissione.
Che funzioni svolge la Banca Centrale Europea? La banca centrale europea è la banca centrale dei 19 stati membri UE che hanno dotato l'euro. Il suo obiettivo principale è mantenere la stabilità dei prezzi nell'area dell'euro e preservare il potere d'acquisto dell'euro. I suoi organi decisionali sono il consiglio esecutivo, che attiva le decisioni di politica monetaria, e il consiglio direttivo che fornisce gli
indirizzi generali del sistema europeo di banche centrali. Viene consultata dall'Unione in merito aqualsiasi proposta di atto rientri tra le sue competenze, e dalle autorità nazionali sui progetti di disposizioni legislative cherientranotra le sue competenze ma entro i limiti stabiliti dal consiglio. All'interno delle stesse competenze, può formulare pareri1da sottoporre ad istituzioni, organi o autorità nazionali.
Chi è legittimato ad agire nell'ambito del ricorso in carenza? Il ricorso in carenza è diretto a censurare l'inerzia delleistituzioni, degli organi e degli organismi dell'UE. Ai sensi dell'Art. 265, Co. 1: qualora in violazione dei trattati, il ParlamentoEuropeo, il Consiglio Europeo, il Consiglio, la Commissione o la Banca Centrale Europea si astengano dal pronunciarsi, gli Statimembri e le altre istituzioni UE possonoadire la Corte di Giustizia per far constatare la violazione.
Chi sono i destinatari del
diritto di libera circolazione per il Titolo IV del TFUE? Il Titolo V ha riguardo alle persone, intesecome esercenti un attività di lavoro subordinato o autonomo, cioè come fattori produttivi del mercato interno.
Con quali modalità e strumenti si esercita il controllo della Corte dei conti? La Corte esamina i conti di tutte le entrate e le spese dell'Unione, e di ogni organo o organismo creato dall'Unione; a tal riguardo, la Corte presenta al Consiglio e al Parlamento Europeo una dichiarazione con cui attesta l'affidabilità dei conti, la legittimità e la regolarità delle relative operazioni, che è pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell'UE.
Il controllo si esercita sia sui documenti, o anche sul posto, nei locali di qualsiasi organo che gestisca entrate o spese per conto dell'UE e negli Stati membri che ricevono contributi a carico del bilancio. Il controllo implica la trasmissione alla Corte dei documenti e
Il requisito della portata generale si ricollega al fatto che i destinatari dell'atto giuridico sono individuati in modo astratto e nel complesso, ossia sulla base di elementi oggettivi. La portata generale è determinata dal dato qualitativo rappresentato dal modo di individuazione dei destinatari, che è fondato su una situazione obiettiva di diritto o di fatto, definita dall'atto in relazione con la sua finalità.
I principi generali del diritto dell'Unione europea sono dei principi non scritti di carattere ampio, che derivano essenzialmente dall'interpretazione giurisprudenziale della Corte di Giustizia. Rispondono all'esigenza di ritrovare un fattore idoneo a colmare le lacune normative che il diritto dell'Unione può rilevare. Individuano limiti e modalità di azione delle varie istituzioni europee e definiscono
Le reazioni tra organi dell'UE e destinatari della loro azione rappresentano parametri di legittimità e con ciò delle norme atte a creare diritti e obblighi.
Da quale atto dell'Unione europea è stata istituita la procedura del mandato d'arresto europeo? In cosa consiste la procedura di consegna?
Il mandato di arresto europeo è definito dall'Art. 1 Par. 1 della decisione quadro 2002/584/GAI come una decisione giudiziaria emessa da uno Stato membro, in vista dell'arresto e della consegna da parte di un altro Stato membro, di una persona ricercata, ai fini dell'esercizio di un azione penale o per l'esecuzione di una pena o misura di sicurezza, privative della libertà.
L'art. 9 Par. 1 della decisione quadro prevede che l'autorità giudiziaria emittente comunichi il mandato d'arresto direttamente all'autorità giudiziaria dell'esecuzione, nell'ipotesi in cui si conosca il
luogo dove si trova il ricercato, con qualsiasimezzo sicuro, in grado di produrre una registrazione scritta, a condizioni che consentano allo Stato membro dell’esecuzione diverificarne l’autenticità. Il Giudice che ha ricevuto il mandato d’arresto europeo, ha il compito di decidere sull’esecuzione e sullaconsegna: ai sensi dell’Art. 11 e seguenti, questi deve informare la persona ricercata (una volta arrestata) del mandato d’arrestoeuropeo e della possibilità di acconsentire alla propria consegna all’autorità giudiziaria emittente, deve stabilire conformementeal proprio diritto interno se la persona vada messa in custodia o lasciata in libertà provvisoria; dovrà raccogliere il consensodell’interessato alla consegna e se del caso fosse negato, dovrà decidere entro 60 giorni se consegnarlo. In seguito a questadecisione, la persona ricercata andrà consegnata allo Stato emittente (comunque non
riferimento alle disposizioni del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE), la cooperazione allo sviluppo è disciplinata principalmente dagli articoli 208-211. L'articolo 208 del TFUE stabilisce che l'obiettivo principale della cooperazione allo sviluppo dell'Unione Europea è la riduzione e, a lungo termine, l'eliminazione della povertà nei paesi in via di sviluppo. Inoltre, l'Unione Europea tiene conto degli obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti dalle Nazioni Unite. L'articolo 209 del TFUE prevede che la cooperazione allo sviluppo dell'Unione Europea si basi su principi come la solidarietà, la coerenza delle politiche per lo sviluppo e il rispetto dei diritti umani. L'articolo 210 del TFUE stabilisce che la cooperazione allo sviluppo dell'Unione Europea può includere diverse forme di assistenza, come l'aiuto finanziario, tecnico e umanitario, nonché la promozione degli investimenti privati. Infine, l'articolo 211 del TFUE prevede che la cooperazione allo sviluppo dell'Unione Europea sia attuata in collaborazione con gli Stati membri e le organizzazioni internazionali, al fine di massimizzare l'efficacia degli interventi e garantire la coerenza delle politiche. In sintesi, la cooperazione allo sviluppo disciplinata dal TFUE ha come obiettivo principale la riduzione della povertà nei paesi in via di sviluppo, si basa su principi come la solidarietà e la coerenza delle politiche per lo sviluppo, e prevede diverse forme di assistenza finanziaria, tecnica e umanitaria.