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Il post-colonialismo nella letteratura e la dimensione transnazionale

Giappone, Stati Uniti, Belgio e Italia aprono il loro piano espansionistico che però è destinato al declino. Quindi, a partire dagli anni Ottanta il termine post-colonialismo viene utilizzato anche nel campo dell'analisi letteraria per indicare la produzione delle opere che vengono scritte nella lingua del paese colonizzatore. L'uscita dalla schiavitù coloniale determina il recupero della propria cultura di origine. Questi tipi di studi si concentrano sulle minoranze trascurate e sui modelli di pensiero radicati nella letteratura occidentale andando a scoprire e ad indagare quelli che sono i discorsi coloniali impliciti ed espliciti contenuti nella letteratura.

Nei tempi moderni entra in crisi il concetto di nazione e a discapito di quello di cosmopolitismo ed oggi la letteratura comparata indaga la dimensione transnazionale della letteratura e si interessa di temi come il nomadismo. Tra gli scrittori più noti, si ricordi Said, autore del saggio.

“Orientalismo” in cui egli sottolinea come l'idea occidentale dell'Oriente ha fatto progressivamente scomparire quella cultura in concomitanza con la colonizzazione. In altri termini, l'Occidente ha creato l'Oriente rielaborandone dei tratti. Said battezza come Orientalismo quel processo di costruzione dell'immagine dell'oriente che l'occidente ha messo in atto, ma che non rispecchia la realtà e ne rafforza invece gli stereotipi e i pregiudizi. Nel suo saggio intitolato cultura e imperialismo porta a compimento diverse riflessioni sul ruolo della letteratura nell'ambito delle attività sociali e politiche della società contemporanea e mette a confronto la sfera del romanzo europeo e quella della colonizzazione. Un altro teorico del postcolonialismo è il filosofo indiano naturalizzato statunitense Baba che rilegge i testi, propone una lettura del concetto di post-coloniale e, mentre l'ottica tradizionale

opponevacolonizzatori e colonizzati, bianchi e neri, buoni e cattivi, egli evidenzia che la nuova culturacoloniale prevede soggetti che sono creature ibride, figure di passaggio che non fanno parte degli uni né degli altri. Un altro punto di vista viene fornito dallo scrittore Glissant che pur non essendo un critico, propone riflessioni importanti e interessanti su come affrontare le nuove forme della globalizzazione. Secondo questi studiosi, terminata la fase post-coloniale, il mondo non è più diviso tra colonizzati e colonizzatori ma è importante riconoscere la varietà di voci alle quali molto spesso non si è dato spazio. Spiegare le caratteristiche della letteratura migrante anche alla luce dei braniriportati nella lezione relativa. All'interno della letteratura comparata si è sviluppato un filone di studi noto come imagologia: si tratta di studi che si occupano delle immagini culturali che analizzano gli stereotipi che.

La letteratura contribuisce a formare e a smontare criticamente. L'imagologia studia la rappresentazione dell'altro all'interno delle opere letterarie; non è interessata tanto alle caratteristiche reali dei popoli o di determinati Paesi ma all'immagine che essi hanno creato gli uni degli altri nel corso della storia. Attraverso immagini di quello che viene definito "altro" o straniero è possibile risalire alle strutture mentali degli individui e della collettività. Da sempre ogni nazione ha osservato le altre per cercare di individuare quelle che si possono definire caratteri antropologici dell'altro. Gli studiosi del gruppo di Aquisgrana hanno lavorato sul concetto di nazionalità rilevando che la visione delle altre nazioni costituisce uno dei mezzi per definire anche la propria identità; la scuola francese ha sottolineato l'importanza di indagare non solo il campo letterario per comprendere.

l'immaginario culturale e gli stereotipi, ma anche immagini fisse e bloccate nel tempo e nello spazio. Il campo può essere applicato alla letteratura della migrazione o alla letteratura transculturale. In seguito alla decolonizzazione, ai grandi flussi migratori della seconda metà del Novecento, entrano sulla scena letteraria editrice e scrittori translingue che sono esuli della globalizzazione. Sono gli scrittori cosiddetti migranti che introducono elementi legati all'imagologia che definiscono il sé e l'altro. L'imagologia interculturale si occupa di letteratura postcoloniale e migrante contemporanea e analizza questa dialettica tra identità all'interno dei testi letterari. La letteratura migrante è quella letteratura scritta da migranti o che racconta le storie di migranti e della loro migrazione. Questo tipo di letteratura si sviluppa soprattutto a partire dagli anni '80, precedentemente solo in rari casi venivano riconosciuti dal

mondo letterario, ad esempio, è il caso di scrittori diventati famosi come Rushi, indianonaturalizzato britannico. A partire dagli anni 80 e 90 invece la cosiddetta letteratura dellamigrazione va ad indicare la produzione letteraria di scrittori stranieri che scelgono diesprimersi nella lingua del paese ospitante: si tratta di lingue senza patria, di culture che nonhanno frontiere, di scrittori nati al di là della frontiera. Il fenomeno degli scrittori migranti chesi esprimono in italiano ha origine soprattutto a partire dagli anni Novanta mentre in altripaesi come la Francia, l'Inghilterra, la Germania, il Belgio, nasce qualche decennio prima inseguito ai flussi migratori legati all'indipendenza delle ex colonie in lingua italiana, da unbisogno di raccontare esperienza di vivere in un altro paese. Per quanto riguarda l'Italia sitratta di storie scritte a quattro mani con l'aiuto di coautori che nella maggior parte dei casierano scrittori egiornalisti; dopodiché la scrittura acquista un'autonomia progressiva, conquista un proprio linguaggio originale. In seguito a questa prima fase esotica in cui le case editrici pubblicano storia di immigrati, esiste poi una fase nuova che vede inserire la letteratura italiana della migrazione in un progressivo sviluppo. Infatti, se nella prima fase gli scrittori migranti sono legati all'autobiografismo, al bisogno di raccontare, condividere le loro difficoltà (ad esempio il romanzo "Il venditore di elefanti di Cuma" scritto con Oreste Piletta), si tratta di testi che hanno carattere testimoniale, di denuncia che raccontano la difficoltà di inserirsi nella realtà italiana. Dopo questa prima fase autobiografica nascono delle opere più originali, fatte di ibridazione linguistica che arriveranno ad una maggiore maturità espressiva in cui vengono proposte tematiche più universali. L'originalità della scrittura edei temi è ancora più maggiore nella terza fase della generazione migratoria fatta di persone nate e cresciute in Italia per le quali l'italiano è la lingua primaria. Quindi, dopo una prima fase autobiografica, nasce una fase nuova in cui nei testi emerge la volontà di diffondere la cultura d'origine, la cultura adottiva, ad esempio il caso di Igiaba Scego, italo-somala, vincitrice di diversi premi letterari e portatrice di un tipo di scrittura che sarebbe riduttivo leggere esclusivamente attraverso l'etichetta di letteratura migrante. Cosa si intende per imagologia? All'interno della letteratura comparata si è sviluppato un filone di studio noto come imagologia che si occupa delle immagini culturali che i popoli hanno di sé stessi e degli altri, e analizza gli stereotipi che la letteratura contribuisce a formare e smontare criticamente. L'imagologia studia l'immagine o la rappresentazione dell'altro (di

un'altra nazione, di un'altra cultura) nelle opere letterarie interessandosi dell'immagine che i popoli hanno creato gli uni degli altri nel corso della storia. L'imagologia studia come i popoli si vedono reciprocamente, il modo in cui una cultura immagina l'altra. Questa disciplina si sviluppa soprattutto a partire dagli anni '60 e '70 del XX secolo in particolar modo all'interno della comparatistica francese, tedesca, olandese e dell'est Europa. A partire dalla fine degli anni '80, l'affermarsi di realtà multiculturali ed ibride ha favorito la nascita di studi di imagologia letteraria, che mettono in relazione l'universo testuale e la realtà storico-sociale, l'immaginario di un singolo autore e l'immaginario collettivo di una comunità.

L'imagologia come branca della letteratura comparata (VEDI SOPRA)

Tipologie di transtestualità secondo G. Genette

L'intertestualità

È un dialogo che pone a contatto due testi letterari lontani fra loro nel tempo e nello spazio stabilendone legami e riprese. Il concetto di intertestualità è stato adattato da Gérard Genette all'interno di una teoria della transtestualità che indaga tutto ciò che mette un testo in relazione con altri testi.

Per Genette, l'intertestualità è solo una delle cinque possibili tipologie di transtestualità: l'intertestualità è la presenza effettiva di un testo in un altro testo, l'esempio più esplicito è la citazione. La paratestualità include tutte le relazioni tra il testo e il suo paratesto, ovvero tutti gli elementi che lo circondano (ad esempio la quarta di copertina). La metatestualità racchiude tutti i casi in cui un testo diviene oggetto di commento o di interpretazione da parte di un secondo testo definito metatesto. L'ipertestualità è

relazione che unisce un testo anteriore (ipotesto) a un testo posteriore (ipertesto), secondo una modalità che può essere di trasformazione diretta o di trasformazione indiretta. L'architestualità è la relazione che un testo intrattiene con le diverse tipologie di generi discorsivi, retorici e stilistici. Le relazioni architestuali sono correlate allo studio della differente collocazione e percezione dei singoli testi nei diversi contesti storici e culturali. Le relazioni intertestuali: tipologie ed esempi Definiamo l'intertestualità come un dialogo che pone a contatto due testi letterari lontani fra loro nel tempo e nello spazio stabilendone legami e riprese. È possibile distinguere: l'intertestualità che attinge da un unico testo (è il caso delle citazioni, delle allusioni, dei cliché o degli stereotipi culturali); casi di imitazione di un'intera opera letteraria (come la parodia, il pastiche, la riscrittura, il plagio,la trasposizione, la continuazione ecc. L'intertestualità, inoltre, può essere descritta in relazione ai generi letterari. Possiamo quindi distinguere: Una relazione intra-generica, ovvero ogni forma di semplice riproduzione di un genere testuale.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
34 pagine
4 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/14 Critica letteraria e letterature comparate

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Mart96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Critica letteraria e letterature comparate e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof De Blasio Antonella.