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PANCREAS ESOCRINO
il pancreas consta di due comparti,quello esocrino che collabora al processo digestivo che avviene a livello
dell’intestino e quello endocrino che ha funzione ormonale. test di laboratorio per valutare la funzione del
pancreas esocrino:
un’alterazione del pancreas esocrino può comparire in maniera acuta o in maniera cronica e i test che si
richiedono nelle due situazioni sono assolutamente differenti.
test per porre diagnosi di una pancreatite acuta,fondamentalmente si fa la richiesta del dosaggio di due
metaboliti,che sono due enzimi secreti dal pancreas
1)il dosaggio dell’amilasi che può essere fatto in due campioni biologici differenti e quindi può dare delle
informazioni leggermente differenti,dipende se si fa il dosaggio nel siero o nelle urine,cioè rispettivamente
l’amilasemia e l’amilasuria.Però per non correre il rischio di avere dei falsi negativi,dobbiamo accoppiare il
dosaggio dell’amilasi al dosaggio della lipasi.
l’amilasi è un enzima che idrolizza l’amido,è un enzima monomerico quindi è costituito da un’unica catena
proteica,esistono due tipi di amilasi…un’amilasi che deriva dalle ghiandole salivari e che quindi si chiama
amilasi salivare e un’amilasi pancreatica. L’amilasi salivare ha un PM di 60kDa,la produzione di questa
amilasi non è esclusivamente salivare,ma viene prodotta anche in alcune neoplasie e nelle donne l’amilasi
salivare viene prodotta anche dalle tube uterine. L’amilasi pancreatica invece viene prodotta quasi
esclusivamente dal pancreas esocrino ed ha un PM molecolare un poco minore rispetto all’amilasi
salivare,PM di 55kDa. L’amilasi una volta che viene secreta dal pancreas e va nel torrente circolatorio,ha un’
emivita di 3-6ore quindi breve perché ha un clearence (eliminazione)fondamentalmente
renale…considerando il PM molecolare viene eliminata prima l’amilasi pancreatica rispetto a quella salivare
perché l’amilasi pancreatica è più piccola. Come abbiamo potuto vedere,esistono due isoenzimi principali di
amilasi,pancreatica e salivare,poi di questi due isoenzimi esistono diverse isoforme che si possono separare
mediante la corsa elettroforetica. Quando andiamo a fare un dosaggio di amilasi,quello che andiamo a dosare
è in realtà sempre una miscela dei due isoenzimi,quello pancreatico e quello salivare,più o meno un rapporto
40-60% con una leggera prevalenza dell’amilasi salivare. L’amilasi presente nelle urine è prevalentemente
l’amilasi pancreatica mentre nel siero sono distribuiti quasi equamente entrambe le amilasi.
Pancreatite acuta:il pancreas ha un processo infiammatorio molto grave e improvviso per cui una quota
significativa di cellule pancreatiche esocrine va in necrosi e il contenuto cellulare si riversa nel torrente
circolatorio e perciò nel sangue gli enzimi di derivazione pancreatica aumentano e aumenterà sicuramente
anche la quantità di amilasi. Dobbiamo fissare la cinetica dell’aumento enzimatico perché gli enzimi durante
una pancreatite acuta,cosi come un infarto,non aumentano subito nel sangue. Nel siero la concentrazione di
amilasi inizia ad aumentare dopo almeno 2-3 ore e persiste per circa 12 ore anche perché come abbiamo
visto l’emivita dell’amilasi è breve perciò abbastanza velocemente si ha l’incremento e si ha il decremento.
In realtà la normalizzazione avviene nell’arco di 3-4 giorni… quindi se praticamente il processo che ha dato
vita alla pancreatite acuta è stato gestito da un punto di vista medico o si è autoeliminato nell’arco di 3-4
giorni l’amilasi ritorna normale a meno che non si vanno ad instaurare delle situazioni mediche più gravi
come ad esempio la formazione di una pseudo cisti o una necrosi prolungata e in quest’ultimo caso vuol dire
che il pancreas sta morendo completamente. Quando parliamo di un test di laboratorio dobbiamo capire la
sua utilità dal punto di vista diagnostico e per capirla dobbiamo conoscere la sensibilità e la specificità del
test. La sensibilità del test per il dosaggio dell’amilasi sierica oscilla tra i 70-98%,se noi ragioniamo sul
numero 70%,notiamo che ciò vuol dire che su 100 persone che hanno la pancreatite acuta,70 hanno l’amilasi
elevato…quindi ciò vuol dire che ci sono 30 persone che pur avendo la pancreatite acuta l’amilasi non è
elevata…il range dipende da che tipo di pancreatite abbiamo, dal laboratorio che fa l’indagine,da quale
momento si fa il dosaggio. Il 70% è una sensibilità bassa perché la pancreatite acuta è un’emergenza medica
quindi se non viene correttamente diagnosticata,la persona può rischiare di morire,la pancreatite acuta non è
proprio come l’infarto ma è una malattia di grande emergenza medica e avere il rischio che 30% dei malati
non vengono diagnosticati è un rischio molto alto. La specificità è del 70% ciò significa che nei 70% dei
soggetti sani il test risulterà negativo,con queste caratteristiche diagnostiche noi stiamo dicendo che abbiamo
la possibilità che il 30%dei pazienti affetti risulterà un falso negativo. Questo è un test molto utile,però c’è da
dire che le caratteristiche diagnostiche dell’amilasi sierica non sono proprio ideali,quindi poiché la
pancreatiche costituisce un’emergenza medica è necessario un test che abbia delle caratteristiche
diagnostiche ideali. Vediamo cosa succede se noi facessimo il dosaggio dell’amilasi nelle urine,cioè il
dosaggio del’amilasuria. Nelle urine cambia rispetto al siero la cinetica di aumento dell’amilasi,perché nel
siero l’amilasi aumenta dopo 2-3 ore dall’evento acuto mentre nelle urine l’amilasi inizia aumentare dopo
mezza giornata perché deve passare il tempo necessario affinché l’amilasi venga secreta dal pancreas
leto,passi nel sangue e poi dal sangue passi attraverso il filtro renale e venga eliminata con le urine proprio
perché l’aumento è più tardivo noi non possiamo prediligere l’amilasuria rispetto all’amilasemia solo al
momento del l’ospedalizzazione cioè nel momento in cui questa persona è arrivata al pronto soccorso è utile
fare il dosaggio dell’amilsuria perché questa risulterà negativa a meno che al paziente il dolore già l’è
venuto il giorno prima...ma poiché l’amilasuria si normalizza dopo 7-10 giorni, questo è un po’ positivo
perché può permettere di fare una diagnosi tardiva però poiché non tutte le pancreatiti sono cosi gravi è
normale che la persona arrivi in ospedale dopo qualche giorno e perciò è probabile che troviamo aumentata
l’amilasi nelle urine piuttosto che nel siero. Sia in termini di sensibilità che soprattutto in termini di
specificità,il test funziona meglio,perché quando noi andiamo a dosare l’amilasi nel siero troveremo una
miscela di amilasi pancreatica e salivare,invece quando noi andiamo a dosare l’amilasi nelle urine andremo a
dosare quasi esclusivamente l’amilasi pancreatica. Dobbiamo prendere in considerazione che ci possiamo
trovare di fronte a delle situazioni in cui la sintomatologia è simile ad una pancreatite acuta ma in realtà il
paziente ad esempio ha invece una rottura tubarica e la sua amilasi salivare è aumentata perché le tube
producono anche esse l’amilasi salivare…perciò se noi facciamo il dosaggio dell’amilasi sierica non
possiamo distinguere le due situazioni perché non possiamo capire se l’amilasi aumentata viene dalle tube o
dal pancreas ma se noi in questa paziente facciamo il dosaggio dell’amilasuria noi non la troviamo aumentata
cosi come abbiamo trovata aumentata la amilosemia perché è favorita l’eliminazione dell’amilasi pancreatica
che è più piccola e quindi l’incremento sarà molto più moderato rispetto al’incremento riscontrato a livello
sierico quindi la differente clearence delle due amilasi giustifica il fatto che l’amilasuria ha una sensibilità e
una specificità diagnostica più elevate con lo svantaggio che si normalizza più tardivamente quindi
nell’immediato è necessario chiedere l’amilasemia e solo dopo mezza giornata possiamo chiedere il dosaggio
dell’amilasuria. Dobbiamo però considerare che quando si fa il dosaggio dell’amilasuria,qualunque
metabolita noi andiamo a cercare nelle urine,la concentrazione di questo metabolita nelle urine dipende dalla
funzionalità renale,se contemporaneamente il paziente ha un’insufficienza renale,come spesso accade negli
anziani,la pancreatite può comparire in età avanzata. Se il nostro paziente ha anche un’insufficienza
renale,l’amilosuria non aumenta come ce l’aspettiamo ma non perché quel soggetto non ha la pancreatite ma
perché ha anche un’insufficienza renale e quindi il rene non ha la capacità di filtrare correttamente…per
evitare che noi non trovando molto aumentata l’amilasuria possiamo considerare il nostro paziente come un
falso negativo,è importante che noi rapportiamo il risultato ottenuto,cioè lo correggiamo per quella che è la
funzione renale,cioè facciamo la clearence dell’amilasi rispetto alla clerence della creatinina,perciò facciamo
la clearence dell’amilasi che prevede il rapporto tra l’amilasi urinaria e l’amilasi sierica per il flusso urinario
fratto la clearence della creatinina che prevede anche essa il rapporto tra la creatinina urinaria e la creatinina
sierica per il flusso urinario… a questo punto il flusso urinario scompare…il rapporto tra la due clearence
permette di normalizzare l’amilosuria rispetto alla funzionalità renale…questo rapporto normalmente deve
essere pari all’1-4% ciò vuol dire che in condizioni normali la clearence dell’amilasi è uguale o un poco più
alto rispetto alla clearence della creatinina mentre nella pancreatite acuta questo rapporto è del 7-15%.
Concetto importante:quando un enzima va nel sangue,può accadere che si coniughi ad alcune
immunoglobuline,soprattutto della classe IgA ma anche IgE…quindi se la mia amilasi si lega alle IgA non
può essere filtrata ed eliminata dal rene perché cosi è diventata un macroaggregato molto grande…quindi se
io non ho la pancreatite,ma la mia amilasi quando va nel sangue si lega alle IgA,succede che l’amilasemia
risulta aumentata perché la mia amilasi forma nel sangue delle macroamilasi…ma ciò costituisce un fa