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III. Alla prima fase detta Luco A corrisponde al Bronzo Finale

Si riferisce il boccale a corpo globoso con fondo appiedato, con robusta ansa a bastoncello spesso decorata a tortiglione, sull'orlo estroflesso si elevano due sporgenze plastiche a rostro e un beccuccio triangolare. Il corpo presenta superiormente una decorazione plastica a cordoni con solcature che si dispongono a ghirla al di sotto di due sporgenze plastiche, considerate da alcuni autori come un richiamo ai seni femminili.

Repertorio decorativo: motivi a spina di pesce, a tacche e a finta fune. La cultura Luco A - Bronzo finale (XII-X sec. a.C) coinvolge oltre al trentino, l'alto adige, il tirolo orientale e la bassa Engadina. (anche in svizzera sitiperilacustri, e alta valle del reno).

R. Perini sostiene: che le ceramiche presentano elementi comuni, come l'impasto fine (prevale smagrante di calcare), l'ottima fattura, l'accurata lucidatura (a volte le pareti sono dipinte in nero), i vari tipi di orlo.

I motivi decorativi, e in genere la tecnica di esecuzione, per cui è da ritenere che siano state prodotte da artigiani in possesso di comuni tecniche di lavorazione.

L'industria metallurgica:

Fra la metà del XIV-XIII secolo a.C. Nel bronzo recente si avvia l'intenso sfruttamento delle risorse minerarie cuprifere (calcopirite) nei comprensori montuosi attorno alla Valsugana, a quote inferiori ai 1000 m. Attività che presuppone manodopera altamente specializzata, rigida organizzazione del lavoro, stagionalità lavorativa, tale sistema raggiunge il suo apice con la successiva cultura Luco A del XII-XI secolo a.C.

A tutt'oggi sono note un centinaio di aree fusoree, distribuite anche a poca distanza l'una dall'altra. Nelle aree fusoree il minerale estratto veniva sottoposto a trattamenti di "raffinazione" con l'utilizzo del fuoco, acceso entro forni costituiti dalla sovrapposizione regolare di blocchi litici.

Le aree fusoree riconoscibili

dalla presenza di estese discariche di scorie grossolane o piatte, in genere associate a livelli del terreno carbonioso e. piùraramente dei resti dei forni. I forni sono realizzati in Batteria a intervalli regolari entro una solida struttura in muratura a secco, elevata verso monte a chiusura di un terrazzo artificiale ricavato come area di lavoro. Il metallo di prima fusione è rarissimo rispetto alle scorie. Di Norma i depositi di scorie si trovano lungo pendii ghiaiosi e sabbiosi, in corrispondenza di risorse idriche, corsi d'acqua, utilizzati per lavaggi del minerale frantumato o delle scorie. La scelta delle aree fusoree coincide con la disponibilità del materiale più o meno nelle immediate vicinanze. Tale attività è condotta su larga scala con l'impiego di lavoratori specializzati, il lavoro avveniva in più fasi come già analizzato all'inizio. Nei pressi delle fonderie c'erano addetti al sostentamento dellacomunità che si dedicavano al pascolo.
Il metallurgo=addetto al lavoro del metallo, figura magica e mitica, era spesso connotato da caratteristiche fisiche come la cecità, la monoftalmia, trioftalmia, che conferiscono a tale individuo particolari poteri magici, è una figura distaccata rispetto al resto del gruppo.
La Produzione del rame implica una rigida e complessa organizzazione e un forte controllo delle risorse sul territorio, e infine dei meccanismi di scambio.
La spada: Simbolo di Potere! ritrovamenti di spade in depositi fluvio-lacustri fanno pensare ad offerte alle divinità delle acque, ma secondo una consuetudine comune in tutta l'Europa a partire dal bronzo medio, indica la presenza di una componente guerriera. (es. Spade ritrovate nel letto del fiume Sarca, Nel Noce a Mezzolombardo, a nord di Bolzano Nel fiume Adige) - (Tecchiati chiama queste ripostigli metallici "Passfund" per indicare un ripostiglio in termini votivi). (Koinèmetallurgica).("Pugniali tipo peschiera"Non è affatto casuale che proprio nel momento di massimo sviluppo della produzione del rame, agli inizi del Bronzo Finale verso il XII secolo a.C, con la cultura Luco A compaiono in trentino i ripostigli (tragno-Crosano, Mezzocorona, Borgo-S pietro, Passo Vazzena) All'interno dei ripostigli troviamo generalmente tesoretti, o stipi sacre di oggetti metallici sia integri sia rotti, nel caso di Mezzocorona, anche pannelle in Rame, (il peso degli oggetti del ripostiglio di Mezzocorona supera gli 11 kg).I ripostigli:Secondo R. Peroni.Si tratta di nascondigli per seppellimento per ragioni di sicurezza o rituale deposizione di offerte alle divinità, risultato di un processo di accumulazione a carattere di vera e propria tesaurizzazione di una riserva di ricchezza il cui titolare difficilmente potrà essere un singolo individuo o un piccolo gruppo, ma piuttosto la comunità considerata nel suo insieme (nell'orizzonte di

Peschiera potrebbero quindi essere riserve collettive di materia prima).

Roncole documentate nel ripostigli di Mezzocorona

Coltelli tipo "Matrei"

Fibule ad arco di violino dai Campi neri di Cles

Oggetti d'ornamento del Bronzo finale del XI-X secolo a.C. = spilloni tipo "Marco"

L'influenza reciproca delle officine metallurgiche poste in entrambi i versanti dello spartiacque alpino è stata riconosciuta da R. Lunz per quanto riguarda la produzione di "tardi coltelli tipo Matrei" e a lingua da presa di tipo "Vadena". Tale produzione sarebbe avvenuta dopo quella dei coltelli a lama serpeggiantedi tipo "fontanella" (Besenello).

Fra i materiali metallici del Bronzo Finale vanno infine citate le spade provenienti da Villa Agnedo in Valsugana (spada a manico pieno a pomodiscoidale collocata fra l'Hallastadt A 1-2, XII-XI secolo a.C.) e dalla torbiere del Pudro di Vigalzano presso Pergine Valsugana (tipo con coppia

manicoascritto X sec a.C., questo esemplare esposto al calore e frammentato con ogniprobabilità intenzionale, è un oggetto di prestigio che reca inciso il motivodegli oggetti acquatici, un tema cultuale diffuso in tutta Europa fra il Bronzorecente e il primo Ferro, con sopravvivenze in area alpina fino al secondo ferro.

Si considerano anche i quattro schineri in lamina di Bronzo del X sec. a.Cscoperti a Masetti di pergine in valsugana, Anche questi elementi di protezionedelle gambe propri della panoplia e ideologia dei campi d'Urne transalpina,presentano motivo stilizzato di uccelli acquatici , realizzato a sbalzo. Gliesemplari di Masetti di Pergine, sono oggetti di prestigio e di “status siymbol”sono stati avvvicinati ai gruppi umani dell area danubiano-Balcanica.

Un altro tipo pettinente al bronzo è lo scalpello a forma “ di lancetta” utilizzatoper la lavorazione del bronzo, documentato a segozano in val di Cembra.

Questi materiali

che per scopi rituali o religiosi. Questi depositi sono spesso associati a siti di culto o santuari, come ad esempio il santuario di Monte San Martino a Trento. Insediamenti:Durante l'età del bronzo, gli insediamenti nel Trentino erano principalmente di tipo fortificato, come dimostrano i resti di mura e fossati rinvenuti in diversi siti. Questi insediamenti fortificati erano spesso situati in posizioni strategiche, come colline o promontori, per garantire la difesa e il controllo del territorio. Economia:Durante l'età del bronzo, l'economia nel Trentino era basata principalmente sull'agricoltura e sull'allevamento di bestiame. Tuttavia, con l'introduzione della metallurgia del bronzo, l'industria metallurgica divenne sempre più importante. Il rame era estratto dalle miniere locali e lavorato per produrre oggetti come armi, utensili e gioielli. Scambi commerciali:Durante l'età del bronzo, il Trentino era coinvolto in intensi scambi commerciali con altre regioni, sia attraverso rotte terrestri che fluviali. Il passo del Brennero/Brennerpass, che collega il Trentino all'Austria, era una delle principali vie di comunicazione e scambio. Grazie a questi scambi commerciali, il Trentino era in grado di importare materiali preziosi come l'ambra e l'avorio, oltre a esportare i propri prodotti in altre regioni. In conclusione, l'età del bronzo nel Trentino è caratterizzata da una intensificazione della produzione metallurgica, una contrazione della produzione di manufatti in selce, la presenza di depositi intenzionali di oggetti rituali e religiosi, insediamenti fortificati e intensi scambi commerciali con altre regioni.intenzionalmente.Nell'area alpina centro-orientale, si afferma il fenomeno di lunga durata dei roghi votivi, i cosiddetti Brandopferplatze. Si tratta di zone di culto contraddistinte dalla presenza di terreno carbonioso, ossa calcinate con ceneri e offerte consistenti in primo luogo in contenitori ceramici, si presume frantumati intenzionalmente, e in qualche caso oggetto d'ornamento, soprattutto spilloni e fibule (culto agreste della fertilità della montagna). I roghi votivi secondo R. Peroni vanno intesi come: "rovesciamento del dono di sacrificio" ovvero distruzione violenta e comunque cruenta dell'offerta. Sempre secondo Peroni: "un singolo oggetto di prestigio in un dato luogo sacrale, può essere letta come riflesso speculare nella sfera fra uomo e divinità, di ciò che la sfera delle relazioni sociali umane è il dono fatto da un capo ad un altro capo. Importante concludendo, il "parallelismo" fral'affermarsi del rito dellacremazione dei roghi votivi con la frammentazione di offerte, consente secondo R. Peroni di ritenere che il rito funebre "è concepito come una sorta di offerta sarificale alla divinità, avente per oggetto il defunto e tutto ciò che lo accompagna. Ma dal momento che il defunto stesso, proprio in quanto vittima sacrificale, viene ad essere proiettato nella sfera immateriale nella quale ha sede la sua divinità, permane di esso un'essenza che non può estinguersi, e che presso la divinità ha la sua dimora. La prima età del ferro: aspetti generali: secondo la cronologia relativa la prima età del ferro la si fa partire agli inizi del XI secolo a.C., per la cronologia assoluta, usando il metodo dendrocronolocico sulle palafitte in svizzera, il limite fra età del bronzo ed età del ferro riconoscibile in area transalpina si attesta nel 1020 a.C. . In Italia il più antico oggetto in ferro

è un anello di probabile importazione dal bacino del mediterraneo orientale, scoperto in sicilia nella tomba 23 dell'anecropoli di Castelluccio (Siracusa) databile al bronzo medio, al XV sec. a.C. Circa. La trasmissione di conoscenze e di tecniche siderurgiche a comunità dell'Italia preistorica, sembra collocarsi già nel Bronzo finale avanzato attorno al X secolo a.C. .

Il ferro, per le maggiori proprietà di resistenza, soppianta progressivamente il bronzo nella realizzazione di attrezzi ed armi. A causa sia di una minore duttilità e sia probabilmente del cromatismo meno appariscente e ricercato di quello giallo oro del bronzo, il ferro è però destinato a mantenere un ruolo subordinato per quanto riguarda gli oggetti d'ornamento. La lavorazione di questo metallo è fonte di ricchezza e potere.

Nelle Alpi orientali lo sfruttamento dei giacimenti di ferro in Stiria, Carinzia e Slovenia provoca una considerev

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Publisher
A.A. 2011-2012
37 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/01 Preistoria e protostoria

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher summerit di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Paletnologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Pedrotti Annaluisa.