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Riflessione sul paleolitico

Cosa possiamo ricavare da queste informazioni documentarie sul paleolitico? Possiamo notare un atteggiamento di reciprocità che permette agli individui di sentirsi sullo stesso piano nonostante le diversità esistenti. Le differenze non escludono dalla comunità. Possiamo anche dare un'interpretazione economica a questo fenomeno: in un'ottica liberista, l'empatia viene negata e non c'è una spinta a permettere a qualcuno di stare bene. Il liberismo è la negazione della socialità empatica. Tuttavia, il sentimento che produce legami sociali può essere inserito in una nuova forma di sistema economico che prevede anche la condivisione. L'uomo, fin dai suoi primi giorni sulla terra, ha sviluppato questa capacità di partecipazione. Uno dei filoni di ricerca è quello di cercare di capire come il sentimento si sia generato nel nostro sistema neurologico.

Comportamenti rituali nel paleolitico:

Sulla

Base della documentazione archeologica: come possiamo definire il rito sacro e che cosa invece rimane vago e non documentabile tanto da non poter essere considerato un documento.

Definizione di sacro: è un termine molto ambiguo, lo ricolleghiamo al concetto di religione. Possiamo parlare di religione per la civiltà paleolitica? Il termine religione viene da "religo" che vuol dire mettere dei paletti, delle regole, quindi la religione è un atteggiamento fortemente condizionato da dei principi, regole e ideologie, quindi c'è il limite all'interno del concetto di religione.

Qualche autore usa per la preistoria il termine di magia, ovvero un insieme di gesti o di parole che cercano di esorcizzare un fenomeno incontrollabile, che creano l'illusione di controllare ciò che non è controllabile, quindi indicano il tentativo dell'uomo di influenzare delle situazioni naturali o psichiche. È preferibile usare il termine rito.

perché è meno costrittivo, unifica ciò che magia e religione comprendono nei loro significati. È più generico e al suo interno contiene sia degli atteggiamenti di magia che di religione. Tutto questo perché l’uomo ha bisogno di rassicurazione, la coscienza della nostra precarietà, finitezza e i confini dell’etica e dei concetti di bene e male ci portano ad avere un atteggiamento costante di esigenza di rassicurazione. Quindi nella storia dell’uomo quelle pratiche che possiamo definire rituali possono essere intese in questo senso. Questo lo possiamo documentare in ambito archeologico preistorico con delle evidenze che sono in parte certe e in altre probabili. C’è un criterio per dare validità a questi documenti in quanto documenti del sacro? La condizione è che quel documento indichi una pratica, un’azione, un atteggiamento che si ripete nel tempo, quindi vuol dire che è condiviso e che

Rientra in un canone ideologico, religioso, sacrale ecc., ma è comunitario, non rientra in un atteggiamento eccezionale inusuale che potrebbe essere collegato all'individualità. Quindi possiamo parlare di ritualità quando l'atteggiamento è ripetuto e condiviso, questa è la condizione necessaria. La condivisione deve avvenire nell'ambito di un areale geografico circoscritto, laddove una certa cultura si è radicata e ha unito una civiltà. All'interno di questi confini geografici ci deve essere poi la ripetitività della pratica. Il rito deve comprendere un cerimoniale, cioè tutte le pratiche gestuali, canore, verbali ecc. che non ammette devianze. Freud classificherebbe degli atteggiamenti non ripetuti come atteggiamenti nevrotici o atti religiosi privati. Parlare di rito, religione, magia, sacro per la preistoria è sempre molto pericoloso, nella fumosità del documento per la nostra esigenza profonda di

avere comunque delle risposte alle nostre domande, alcuni studiosi si sono dedicati al comparativismo etnografico, cioè studiando gruppi e comunità di altri continenti che vivono a un livello di civilizzazione diverso dal nostro, e hanno cercato in quei comportamenti rituali delle spiegazioni riguardo al mondo preistorico. Questo criterio non è giusto e non va seguito. Esistenza della scuola etnoarcheologica che nacque negli Stati Uniti negli anni '60, che ha avuto un grande successo soprattutto nei paesi anglosassoni. L'uomo non si comporta nello stesso modo ovunque e in tutti i tempi, si comporta sulla base di spinte comportamentali legate anche al patrimonio neurologico ma poi interviene anche il determinismo ambientale, l'esigenza economica, il fatto di dover cementare l'ideologia dominante del gruppo che può variare da caso a caso. Il comparativismo etnografico quindi può portare fuori strada e non dà al documento.

archeologico che si analizza la definizione di documento certo. La più antica documentazione che abbiamo risale al paleolitico superiore. Per le specie più antiche non abbiamo documenti certi, se anche l'ergaster o l'heidelbergensis hanno avuto degli atteggiamenti rituali però non hanno lasciato segno. I primi documenti sono quelli che rimandano alla cultura neandertaliana. La tipologia dei documenti -> possono essere oggetti esotici o manipolati; conservazione o manipolazione di ossa umane; conservazione di oggetti (ripostigli); sepolture umane e animali; le raffigurazioni e le azioni simboliche; attestazioni dello spazio con valenza sacrale.

Gli oggetti esotici o manipolati sono quegli oggetti inusuali che possiamo trovare o nelle sepolture o sul piano pavimentale. Possono essere minerali, fossili che sappiamo venire da lontano, conchiglie ecc. La distanza maggiore che è stata documentata di trasporto di questi oggetti è di 400 km.

Conservazione o manipolazione. Sito di Mas d'Azil (aziliano), in una nicchia di questa grotta è stato trovato un cranio con altri resti ossei accanto che avevano inserite nelle orbite due placchette di osso. A grotta Paglicci sempre in una nicchia sono state ritrovate due ossa lunghe umane messe a croce, in una grotta in Sardegna abbiamo anche lì sempre delle ossa di cervo messe a X dentro una cavità della parete, quindi c'è questa ripetitività. Poi abbiamo dei crani che sono stati levigati e adattati fino ad ottenere una sorta di recipiente, di coppa. Le ipotesi che si trovano in letteratura sono: cannibalismo rituale; trofei, culto dei defunti (reliquie). Il cannibalismo è praticato fin dal paleolitico inferiore, c'è un sito in Cina dove sono stati trovati 8 crani di erectus con foro occipitale appositamente allargato per nutrirsi del cervello. Il problema è quando al cannibalismo si dà il significato di rituale.

Sipossono anche avere delle mandibole forate, il foro appare lisciato come segno del fatto che era portatoappeso a una corda.
Conservazione di oggetti (ripostigli), sono state ritrovate una serie di statuette in avorio che erano statecustodite tutte insieme all’interno di un ripostiglio in una parte della grotta. Anche delle zagaglie incise enon utilizzate sono state conservate in uno spazio della grotta, così come le pietre incise di grotta delleVeneri in Puglia. Sono 500 pietre incise e un osso inciso, tutte ammassate in un angolo della parete.
Concetto di ripostiglio, la ripetitività dei ritrovamenti la fanno ritenere una pratica rituale.
Oltre alle sepolture umane ci sono, anche se molto menonumerose, delle sepolture animali. Grotta vicino a Lascaux, nellaFrancia centrale, è stato pubblicato un disegno di una sepolturadallo scavatore di questa grotta. Alla parete della grotta èappoggiato quello che chiama “muro sud”, un accatastamento.

dipietre che descrive come ben ordinato. Al centro c'è un altro muroa secco di pietre, il "muro nord". Questi due muri fanno daappoggio a una grossa lastra di calcare, tutti insieme formanoquindi uno spazio chiuso al di sotto. Dentro questo spazio chiuso è stato rinvenuto lo scheletro di un orso.Non possiamo considerare casuale questo spazio vuoto perché c'è stata la costruzione dei due supporti epoi la chiusura. Accanto al muro nord c'è un'altra fossa riempita di pietre al cui interno c'era una sepolturaumana. Quindi c'è un'associazione di sepoltura di animale e di uomo. Lo scopritore non ha però descritto edocumentato bene questa scoperta quindi non c'è una prova che ci sia una correlazione diretta fra le duesepolture.

Raffigurazioni e azioni simboliche. Figura di cavallo incisa sulla parete e poi abbatterlo, ferirlo con unbastone che lascia questi segni sul corpo

dell'animale stesso. Gesto simbolico è anche la modellazione dell'argilla fino a creare una massa corporea zoomorfa intorno alla quale fare danze o posture particolari o sul tallone o col piede di taglio, per le impronte ritrovate sul terreno. Lo spazio come elemento caotico, lo spazio indeterminato, senza confini e limiti è un'entità conturbante proprio perché non ha limiti, regole ed omogeneità. Lo spazio disomogeneo non è classificabile in termini di funzioni e significato. L'esperienza del sacro, del rito ha comunque bisogno di essere delimitata spazialmente, non può essere indeterminata e vaga. La sacralità e la ritualità ha dei paletti e dei limiti e di conseguenza anche lo spazio ha bisogno di confini. Limite che diventa poi significativo all'interno degli abitati. In ambito paleolitico lo spazio è la grotta, che non ha bisogno di essere delimitata perché ha già le pareti, edentro quello spazio esiste anche il mondo dei morti, è quello spazio che permette a quelle comunità di dare ordine perché la nostra psiche ha bisogno di ordine. Differenziare lo spazio indica proprio la sconfitta del caos, quindi dentro quest'ordine si può poi attivare la pratica rituale sacrale, di cui troviamo documenti come le sepolture, i ripostigli, le figurazioni e tutti quei gesti simbolici come danze o altre azioni. La mente dei progenitori: segni, simboli, espressioni artistiche Riflessione sull'origine della coscienza. È un fenomeno così ampio ed evanescente che non possiamo dargli una definizione univoca. Da archeologi non possiamo dire quando è nata la coscienza, come e quando è emersa la coscienza nel corso dell'evoluzione umana, e quali sono le relazioni tra la coscienza e la formazione di concetti, la memoria e il linguaggio. Dal punto di vista dell'archeologo, la coscienza èlaconsapevolezza tipica dell'uomo di avere una vita mentale ordinata e la capacità di strutturare e coordinare i pensieri e le azioni. Quindi è la consapevolezza delle proprie capacità e limiti e strumento di conoscenza. Quali sono le prove e i documenti che permettono di dare validità?
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
48 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher .Artemis. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Paletnologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Martini Fabio.