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Graziosi, nel ’56 vide che questo linguaggio si stava trasformando attorno all’epigravettiamo evoluto attorno
al 17-16k e conia un nuovo termine:
Mediterraneo: Puglia, Francia, Spagna
Tecniche e materiali:
1) Arte mobiliare: scultura e incisione su osso, corno e pietra
2) Arte rupestre
3) Modellazione dell’argilla
Se parliamo di arte mobiliare l’oggetto avrà la stessa datazione dello strato (sistema radiometrico) il problema
compare nell’arte parietale:
Copertura da deposito (ante quem)
Stile (confronti stilistici con l’arte mobiliare)
Datazione del pigmento
André Leroi-Gourhan nel 1965 conia una nuova teoria: divide l’arte l’arte paleolitica in quattro stili, dal più
semplice al più complesso.
→
Stile 1 (primitivo) Aurignaziano: segni vulvari semplici alla base di un procedimento concettuale
via via più complesso, figurazioni non belle
→
Stile 2 (primitvo) Gravettiano: segni vulvari, Veneri, figure di profilo con due sole zampe con una
linea cervico-dorsale molto sinuosa
→
Stile 3 (arcaico) Solutreano, maddaleniano antico: figure femminili più astratte, con figure
geometriche (araldiche), animali con esatte proporzioni anatomiche, 4 zampe, visti di scorcio
→
Stile 4 (classico) Maddaleniano evoluto: figure che perdono grazia, meno sinfonia e produzione
altamente astratta.
Tutti gli stili sono già presenti nell’Aurignaziano e ogni periodo ha adottato uno dei tanti linguaggi del sapiens
dell’aurignaziano: si parla quindi di stile dominante, non di stile unico.
La figurazione è strettamente legata al gesto (es.: coppelle incise sul corpo dell’animale come gesto
propiziatorio per la caccia; mani come dimostrazione di potenza e abbattimento)
La modellazione dell’argilla era una pratica cerimoniale rituale, probabilmente collegata alla danza, perché
attorno a un bisonte modellato nell’argilla sul terreno sono presenti delle impronte di piedi, poggiati sui
talloni o di taglio.
Cap Blanc: bassorilievo di 15m con soggetti di dimensioni variabili dai 60 agli 80cm, sono incisioni con bulino
o pitture.
Le figure tracciate solo a profilo sono quelle realizzate non per la visione.
Prodotti poco elaborati ricavati da materiali litici o in avorio, realizzati attraverso pochi gesti (mammut): testa
e massa corporea, incisione lungo una linea verticale che divide il blocco in due volumi e veniva levigato uno
dei due in modo tale da avere la rappresentazione. Evoca lo spettatore con dei dettagli primari ed essenziali,
subito riconoscibili.
La figura femminile è presente non solo nella sua raffigurazione da gravida, ma non si sa in quale contesto
viene rappresentata. Le figure umane le abbiamo in reperti non ritrattistici, ma sono delle rappresentazioni
iconiche.
A La Marche abbiamo un repertorio di figurazioni caricaturali, altre molto sommarie, con teste isolate
“mostruose”.
Brassempouy: capigliatura che diventa un elemento ornamentale.
Nella grotta di Altamira un bisonte diventa percepibile, con una figura che ricopre un mammellone di roccia
che pende dal soffitto: si ispiravano alle morfologie naturali.
I propulsori decorati avevano delle raffigurazioni riprodotte “in serie”: una in particolare rappresenta un
giovane cerbiatto, con la testa all’indietro che osserva i suoi escrementi, sui quali sono appoggiati degli
uccellini. Questa rappresentazione la troviamo su 8 propulsori diversi (forte simbologia), ma non abbiamo
alcuna spiegazione sul significato.
Un altro aspetto simbolico ci è dato da delle punte di zagaglia appositamente rotte durante alcune
celebrazioni e poi riposte in un ripostiglio.
30/10/18 durante il Musteriano l’Italia è inserita in un sistema che la accomuna all’Europa.
La documentazione italiana:
Le documentazioni sono molto scarse rispetto a quelle Europee.
Grotta di Fumane: frammento di parete che rappresenta il più antico esempio di pittura parietale: questo
frammento rappresenta probabilmente una figura zoomorfa (mustelide), la produzione raffigurativa non è
mai occasionale. Lo stile schematico rientra perfettamente nello stile schematico europeo.
Gravettiano: da Grotta Paglicci proviene il frammento di un osso lungo, sul quale sono state tracciate molte
linee a chevron, con una figurina di stambecco, che trova ampi riscontri nel paleolitico superiore della Francia.
Un cavallo dipinto in verticale non è attribuibile ad una cronologia sicura, ma su base stilistica si può datare
attorno ai 20-16k: gli strati sono datati tra 20 e 16k, quindi questa datazione è più che probabile. La bicromia
della figura è creata dal fondo della parete e il rosso dell’ocra.
L’arte conferma l’inserimento dell’Italia nella corrente dell’Europa.
Durante l’epigravettiano antico aumenta la documentazione, viene trovato un frammento di selce con il
residuo di un’incisione più ampia sul cornice: desacralizzato. Certi supporti avevano una valenza effimera.
C’è una figura il cui interno è composto da una serie di linee a chevrons (arte franco-cantabrica). Un
frammento di parete con un cavallino, il cui profilo coincide perfettamente con un profilo della grotta
Lascaux. A partire dal 18-17k si crea una separazione: Europa Media e Europa Mediterranea.
Il nuovo linguaggio mediterraneo: epigravettiano evoluto.
Nella Grotta Paglicci, nello strato 8 un bacino di cavallo frammentario è decorato su due parti: su una è
rappresentata una scena di caccia (franco-cantabrico), l’uso del tratteggio fa percepire i volumi: chiaroscuro.
Sulla faccia opposta c’è una rappresentazione del tutto nuova: un tratto semplice senza dettagli anatomici
ed è quella che Graziosi definisce arte mediterranea. L’intento dell’artista è quello di evocare; il segno è
essenziale, fluido e armonico, con una semplicità dello schema. Le figure zoomorfe vengono percepite
immediatamente.
Alca impennis: realismo immediato del profilo e di parti anatomiche (becco, torace impettito, dimarcazione
cromatica petto/testa).
Stile franco cantabrico
• Stile mediterraneo
• Influssi Europa Orientale
• Linguaggio schematico e geometrico lineare
•
Lo stile franco cantabrico viene piano piano abbandonato e rimane solamente al nord.
Riparo tagliente: un frammento di osso ci rimanda allo stile franco cantabrico. L’altro pezzo con sincretismo,
con un’ibridazione: la figura è molto rigida con una traccia eseguita con un segno unico. Figura di felino su un
grande blocco.
Ciottoli con manipolazione parziale: nodulo di selce lavorato come una lepre: elaborazione sommaria.
Inizia lo stile geometrico lineare: lastra di calcare con una serie di bande parallele: stilemi che ritroviamo in
Europa Orientale: figure geometriche elaborate.
Iperantropico e fitomorfo: produzione schematica.
Riparo Dalmieri (11.300-10.800): pietre che creano una sorta di pavimentazione, più fitta all’interno della
struttura coperta. I segni rossi sono delle pietre dipinte, la gran parte all’esterno. Le figure zoomorfe,
schematiche, fitomorfe e umane: la faccia è rivolta verso terra (arte non eidetica) con un’essenzialità delle
figure.
Grotta paglicci: bande campite
Grotta polesini: corna rivolte in avanti con profilo aperto e incisione geometrica: magia venatoria
Vado all’arancio: compresenza dei due linguaggi nel medio versante tirrenico. Produzione romanelliana:
microprovince.
Grotta Romanelli e del Cavallo: scalette, fasci, linee, tutto pieno, figure zoomorfe minoritarie, tendenza a
colpire e ferire. Motivi nastriformi che cominciano su una faccia e continuano sulla faccia opposta.
C’è una stretta relazione tra il segno e il supporto.
In Sicilia ci sono figurazioni sicuramente sincretiche. Un grande masso ricoperto da strati databili tra la fine
del paleolitico e l’inizio del mesolitico. Una di queste inizialmente ha fatto pensare che si trattasse di un gioco
acrobatico, con un gruppo di persone che danza attorno a due giovani che vengono lanciati. In realtà si
tratterebbe di un’esecuzione capitale: i due giovani hanno le caviglie legate al collo, quindi sono soffocati.
Arte aziliana (ultima facies del paleolitico): ciottoletti dipinti o incisi e la zona nucleare è la zona pirenaica.
Questa produzione esce dai Pirenei, entra in Spagna, entra attraverso la Liguria e trova in Italia un percorso
privilegiato.
L’esempio della produzione grafica è trasversale alle fisionomie industriali. Alcune microregioni sono
accomunate nelle industrie litiche, altre per quanto riguarda i riti e le sepolture.
Grotta delle veneri: figurine non gravide con le mani raccolte sul pube, e l’iconografia che rimanda all’area
balcanica. (perché nel gravettiano l’area adriatica è collegata all’area balcanica).
Nel mesolitico non c’è una rottura culturale.
31/10/18 sono delle figure umane modificate mascherando il volto. Lascaux: pozzo con figura
Le figure sciamaniche:
sciamanica con una maschera di uccello. Teriomorfo: figure umane con fattezze animali. La figura più
complessa è un collage di parti animali su una figura umana.Le maschere: sono realizzate partendo da palchi
di cervo in parte ritagliato con due fori per gli occhi. Un’altra, trovata in Sardegna, nella grotta Corbeddu, è
sempre realizzata da un palco di cervo con il profilo levigato, e un altro esempio è trattato allo stesso modo.
Il termine sciamano entra nella lingua italiana nel 1838. La prima attestazione in lingua occidentale del
termine “schamane” è databile al 1698, quando il mercante di Lubecca Adam Brand lo riporta nel suo diario
riguardante il viaggio compiuto tra Mosca e Pechino sotto la guida del mercante olandese Evert Ysbrants
Ydes. Cita l’esistenza di personaggi sacerdotali, i quali gestivano delle cerimonie: venivano chiamati saman.
Le ricerche etnologiche hanno portato una figura di difficile definizione in tutto il mondo. Lo sciamanesimo
diventa un modello universale tra terreno e ultraterreno.Ma lo sciamanesimo è un’invenzione accademica:
ma gli sciamani esistono, con prerogative diverse da paese a paese. Le figure vanno prese ed inserite nel loro
contesto culturale. Mircea Eliade ha rivisitato tutti i testi e la documentazione, ha contribuito a cementare
questa definizione accademica, rilevando lo sciamanesimo come fenomeno che si può manifestare in periodi
e posti differenti. Il modello sciamanico attuale è stato applicato alle civiltà preistoriche del Paleolitico
recente, ritenendolo dimostrato dalle evidenze artistiche e da altre testimonianze sui modi di
comportamento. Si ritiene che alcune produzioni artistiche siano state realizzate sotto rito sciamanico,
creando quindi un collegamento tra mondo sensibile e mondo palpabile. La documentazione archeol