vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
OTTENERE UNA SCHEGGIA
Due superfici: una del piano di percussione e una di
estrazione o debitage
Un angolo mai superiore di 90°. Quello perfetto è tra
70°-75°
Convessità : laterale influenza la larghezza della scheggia,
distale supporto più lungo o corto
La nervatura guida: due rilievi che sono i margini della
scheggia estratta. Con negativi convergenti si ottiene una
punta.
Ci sono accorgimenti tecnici per ridurre al minimo la
possibilità di sbagliare in funzione alla tecnica che verrà
usata. Questa serie di criteri si chiamano criteri tecnici di
predeterminazione che permettono di lavorare la materia
prima in modo che il colpo asporti tutto ciò che voglio.
Permettono cioè il controllo dell’onda di frattura e le sue
conseguenze.
Dal punto evolutivo parliamo di un albero a cespuglio da
cui partono rami laterali che hanno dato una serie di linee
distinte alcune che si sono estinte ed altre che hanno
continuato.
In conclusione gli uomini usavano uno spettro di oggetti
enorme, inoltre la catena operativa dal punto di vista
preistorico è un procedimento che richiede uno schema
concettuale. Già prima di scegliere la materia prima si
pensa a come si vuole fare e dove si vuole arrivare.
L’evoluzione delle tecniche non va dalla più semplice alla
più complessa ma determina il grado di controllare tutti
parametri di scheggiatura.
Animali come scimmie vengono usati per vedere come si
comportano di fronte ad un oggetto litico. Ma da circa 2,3
my nell’africa orientale vediamo da parte degli uomini una
capacità di controllo dei criteri tecnici di
predeterminazione. In un piccolo sito scavato su una
superficie di 17 mq abbiamo molti manufatti litici,
ritoccaggi ecc e quindi vediamo che vogliono produrre
supporti spessi e a sessione simmetrica partono da un
volume già simmetrico e lo lavorano in alternanza tra due
superfici per ottenere quello che vogliono.
Un altro esempio è ad Isenya 700 Ka uno scavo dove si
usano le schegge per mettere in luce i volumi. La
predeterminazione si vede a monte, cioè iniziano da
schegge con determinati caratteri tecnici. L’investimento
del controllo più che altro è nella fase iniziale. Qualunque
oggetto è fatto di tre parti, prensiva, trasmettitrice
dell’energia e attiva. Tutta la lavorazione sugli oggetti non
è concentrata necessariamente nella parte attiva. Quando
ci sono scarpate in un oggetto litico vuol dire che sono fatti
per essere presi manualmente.
PALEOLITICO MEDIO
Nel paleolitico medio usano un enorme varietà di materie
prime che sembra fossero in possesso di un mondo
simbolico. L’uomo di Neanderthal usa il colore e compaiono
a livello puntuale. Il volume è costruito con due superfici,
una d’estrazione e una superficie di percussione.
Convessità distali e laterali controllate . un piano
d’estrazione sempre parallelo al piano d’intersezione delle
due superfici. Si possono ottenere supporti di ogni
superficie, grandi o piccoli. Da 300 a 250 my.
IL PALEOLITICO SUPERIORE
FASE MEDIA E FINALE
30000 anni fa nasce una categoria di manufatti, cioè punte
e lame a dorso rettilineo dette anche punte della gravettes.
(PD4) Questa categoria ha portato all’avvento di una nuova
specie precisamente dal 29.000 al 20.000 cioè il Sapiens.
Sull’origine del gravettiano ancora non è chiaro se
l’Aurignaziano si sia sviluppato dando origine ad esso o se
è il prodotto di un ulteriore migrazione e portatore di
questa nuova tecnica.
Una ipotesi è che dalla conoscenza dalla lama a ritocco
erto marginale si passi ad armature lamellari a ritocco
profondo.
L’altra ipotesi vede un abbandono della tradizione dofur e
la prevalenza degli strumenti a dorso anche se le altre
tecniche non sono mai state abbandonate del tutto.
Attualmente si pensa che forse la prima teoria è la più
accettata in quanto nell’est europeo non si conoscono
complessi caratterizzati da prodotti di lame e punte a
dorso, a questa però si aggiunge un'altra osservazione,
cioè sulle lamelle compaiono anche ritocchi profondi,
parziali e quindi è più probabile l’ipotesi di una dinamica
evolutiva continua.
Vediamo un cosmopolitismo oltre che negli stili produttivi
anche nei modi di vita e questa omogeneità rimanda alla
tradizione aurignaziana. Nella letteratura le lame a dorso
grandi sono dette gavettes e quelle più piccole
microgravettes. La loro caratteristica è essere unilaterale
perché quello bilaterale è della fine del paleolitico
superiore.
ALTRE CARATTERISTICHE DEL GRAVETTIANO
La tradizione aurignaziana si coglie anche nel proliferare
della produzione lamellare per costruire grattatoi frontali
tendenzialmente slanciati.
Nell’aurignaziano ci sono anche i grattatoi su lama ma
soprattutto sono carenati anche se sono piccoli.
Con il gravettiano cominciano produzioni di strumenti
multipli o composti come bulini di fattura elaborata,
accurati laminari, su ritocco gemino.
Ci sono delle punte bilaterali opposte ai grattatoi o due
grattatoi opposti-
Possiamo distinguere per le produzioni litiche in una
evoluzione ben dettagliata.
Gravettiano antico, chiamato indifferenziato,
1- caratterizzato da una fortissima produzione di punte o
lame a dorso ma all’interno dei dorsi non ci sono
strumenti specializzati. Il fossile guida sono delle lame
a doppia punta (flechettes).
Gravettiano evoluto, compaiono strumenti
2- specializzati e quindi si differenzia dal più antico. Uno
strumento significativo sono punte dette de La
Font-Robert ritocco bifacciale e la presenza di una
punta e quindi un oggetto penetrante. Un'altra
caratteristica è un peduncolo che viene lasciato in
fondo della scheggia probabilmente per l’impugnatura
o immani care che servisse da lancia soprattutto per
quelle più grandi. Fabbricate però per pochi anni.
Questa tecnica la troviamo in Francia ma anche in
Italia dove abbiamo evidenze solo a Grotta Paglicci nel
Gargano, il movimento da nord a sud non indica la
perdita dei caratteri qualitativi ma quantitativi. Ci sono
però altri pezzi come strumenti a dorso e troncatura
usati sempre per fare delle armature come segmenti
messi lungo il corno. Un altro strumento è il bulino
Noailles, su frammenti di lama e in genere multipli e
gemini. La loro caratteristica è essere con troncatura e
a volte anche con tacche d’arresto. Le lame utilizzate
sono molto sottili
Gravettiano finale, le comunità di alcune arre come
3- Grotta Paglicci devono inventare strumenti nuovi e cioè
le punte a dorso angolari (circa 20.000) produzione
tipica di questo momento di chiusura delle frontiere a
causa della glaciazione wurmiana.
GRAVETTIANO IN ITALIA
Distribuito su due versanti ma con caratteri regionali.
Bilancino è uno dei siti più studiati e si sono trovati
depositi sott’acqua e quello che era un insediamento
all’aperto. È stato messo in luce che i bulini di Noailles
servivano al bilancino per la lavorazione di vegetali, forse
un erba palustre (tyha) da questa veniva ricavata anche
una farina e durante lo scavo si è visto che le pietre
conservavano nelle asperità del cortice una sostanza cioè
tyha macinata.
Grotta della Cala nel gravettiano antico, il bulino di
Noailles arrivato in Campania si è persa la tacca di arresto
dello stile tipico francese che scendendo in Italia piano
piano si è persa questa tradizione.
Passati al gravettiano evoluto si ricollega in Italia a
specifiche caratteristiche legate alla diversa distribuzione
geografica delle facies.
Buona produzione di bulini di Noailles sul versante Tirreno ,
mentre nell’Adriatico abbiamo la punta della Font Robert e
dorsi troncati.
Riparo Mochi in Liguria.
SECONDO PLENIGLACIALE WURMIANO
Il secondo pleniglaciale wurmiano (23-20.000) punto
massimo dello stadio isotopico 2. Questo ha procurato esiti
e condizioni di isolamento geografico considerevoli in
Europa. I ghiacciai coprono tutta l’Europa settentrionale,
l’unica fascia abitabile è l’Europa continentale e si crea un
distacco tra l’europa centrale e l’italia a causa delle alpi o
isolamento della Spagna con i Pirenei. La penisola italiana
con l’abbassamento del livello del mare è comunque unita
ai Balcani. Questo isolamento culturale porta ad
interrompere quel cosmopolitismo tra aurignaziano e
gravettiano. Rottura che non si ricomporrà più e subendo
una sempre più regionalizzazione.
Mentre sull’adriatico inventano dorsi laterali
Sul versante tirrenico inventano dorsi troncati
Quindi cambia la fisionomia culturale di tutta Europa e si
formano due macro province: l’Europa Media, solutreano,
maddaleniano e aziliano (Francia) e la provincia
mediterranea epigravettiana.
EUROPA CENTRO-OCCIDENTALE
Dopo il tardo glaciale vediamo tre culture: solutriano,
maddalieniano e aziliano. Sono stati prodotti strumenti
specializzati soprattutto a modo piatto, i temi morfologici
sono gli stessi ma cambia la tecnica.
Il Solutreano costituisce un momento di grande
esperienza tecnica e la selce viene trattata con un
pre-riscaldamento che permette il ritocco per pressione e
fuoriuscendo le scaglie piatte. Questo modo piatto si
diffonde più che altro in Europa centrale , mentre in Spagna
e in Italia con pochi esemplari. Questa tecnologia a modo
piatto è giunta grazie ad un movimento est-ovest e in
Spagna per esempio compaiono alla fine del gravettiano
come se ci fossero focolai di solutreizzazione.
Il maddaleniano è caratterizzato da una diminuzione delle
dimensioni e soprattutto con la lavorazione dell’osso come
degli arponi a file di denti, fabbricata inserendo strumenti a
dorso o geometrici, i denti vengono levigati e costruiti
all’interno lo stesso strumento osseo.
L’aziliano prosegue la tendenza maddaleniana con
strumenti geometrici soprattutto a forma di cerchio. Un
elemento importante è la riduzione delle dimensioni e
l’esplosione dei grattatoi corti geometrici. Uno strumento,
noto come propulsore, serve ad amplificare la gittata di
lancio di un giavellotto in proporzione alla mia forza ma se
lo appoggio su di un asta con un uncino e imprimo la forza
al propulsore l’oggetto scagliato andrà molto più lontano. Si
possono trovare in osso sia con rudimentali uncini ma
anche con piccole sculture e l’uncino è dato dalla pendice.
Troviamo 8 pezzi identici di