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C C C
×100 × 100 ×100
S= ; S= ; S=
N 1+ N 2−C N 1 Ntot
S= indice di somiglianza faunistica
C= numero dei taxa comuni alle due associazioni
N1= numero dei taxa presenti nell’associazione più piccola
N2= numero dei taxa presenti nell’associazione più grande
Ntot= numero dei taxa totali
• Il confronto avviene tra una zona standard di cui sono conosciuti tutti i parametri con una
zona di associazione fossile locale.
• Maggiore è il valore di S, più alto è il grado di correlazione tra le due associazioni.
4) Correlazioni con zone filetiche o evolutive: eseguite sul presupposto che la
distribuzione geografica e l’evoluzione di una specie avvenga simultaneamente in tutta
l’area della sua distribuzione.
Una zona filetica viene definita da una successione conosciuta di cronospecie, sfruttando le
variazioni morfologiche che avvengono nel tempo all’interno di una successione
filogenetica.
Intervalli isocroni.
5) Correlazioni con zone di intervallo: eseguite sfruttando i dati di comparsa e scomparsa
di tutte le specie comuni alle due sezioni.
• In un grafico:
- Ascissa: indica la distanza dalla base dei punti di comparsa e scomparsa delle specie della
sezione x.
- Ordinata: indica la distanza dalla base dei punti di comparsa e scomparsa delle specie
della sezione y.
• La linea più o meno obliqua che ne deriva, indica il grado di correlazione biostratigrafica tra
le due sezioni.
6) Correlazioni con sequenza paleontologiche: vengono presi a riferimento fossili in
grado di evidenziare, con la loro presenza, cambiamenti fisico-climatici difficilmente
rilevabili dalla natura del sedimento. Con questo sistema si correlano sequenze di strati
rappresentanti intervalli di tempo caratterizzati da fluttuazioni climatiche costanti.
Limiti delle correlazioni biostratigrafiche
1) Scarsi e approssimati ritrovamenti fossili e formazioni totalmente prive di resti.
2) Complessi sedimentari sommersi dalle acque.
3) Variare del tasso evolutivo all’interno dello stesso gruppo.
Fossili distinti in:
• Cattivi fossili: non subiscono evoluzione o subiscono lenti e pochi cambiamenti nell’arco
del tempo, rimanendo più o meno invariati.
• Fossili di facies hanno determinate nicchie ecologiche e sono utilissimi nelle ricostruzioni
paleo ambientali. 3