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Il termine Fossil Lagerstatten

Il termine Fossil Lagerstatten fu introdotto da Seilacher nel 1970 per definire quei giacimenti dove "il numero e la varietà dei fossili e la perfezione della loro conservazione sono straordinari".

Nell'ambito dei fossili Lagherstatten si distingue tra:

  1. Depositi di concentrazione: Tali depositi sono importanti per la quantità e la diversità dei reperti più che per la qualità di conservazione o la loro rarità.
  2. Depositi di conservazione: Sono caratterizzati da un ottimale stato di conservazione. L'eccezionalità della conservazione dipende dall'assenza dei processi biostratinomici distruttivi e dalla rapidità di mineralizzazione rispetto alla putrefazione. Essi possono essere divisi in:
  1. Depositi di stagnazione: Si formano in ambienti di bacini lacustri o marini in cui i volumi di acqua risultano poverissimi o privi di ossigeno consentendo la conservazione delle strutture più delicate.
soffocamento: I fossili di questa varietà vengono seppelliti velocemente con l'implicazione di un soffocamento di organismi bentonici sui sedimenti fangosi che mantengono una conservazione ottimale. Trappole di conservazione: Sono trappole naturali dove gli organismi vengono imprigionati, rapidamente sepolti e ottimamente conservati per assenza di ossigeno (petrolio greggio, resina, sabbie mobili, stagni e paludi). Deformazione dei fossili: I fossili sono spesso deformati durante la fase di compattazione. La deformazione dipende dalla profondità di seppellimento. Tenendo conto anche del grado di flessibilità si potranno avere deformazioni fragili o plastiche: 1) Fragili: rottura dei fossili che si presentano schiacciati, fratturati o microfagliati. 2) Plastiche: avvengono senza evidenti stati di rottura. Fossili ed evoluzione: Né la rivoluzione copernicana, né Newton scalfirono la dottrina di un universo senza evoluzione. Solo 10 anni dopo la

Pubblicazione dell' "origine della specie" di Darwin: la comunità scientifica prese posizione in favore dell' ipotesi evolutiva. Per adattamento si intende quelle caratteristiche che rendono un organismo idoneo alla vita in un certo ambiente, mentre per diversità si intendono caratteristiche molto diverse che partono da un piano strutturale comune, ad esempio la forma dei denti. Il modello biblico prevede che gli organismi siano perfetti sin dalla creazione, invece secondo la teoria evolutiva tutti gli organismi derivano da antenati.

Lamarck: La prima teoria dell'evoluzione la si deve a Lamark. E gli aveva colto nel classificare le conchiglie la possibilità di ordinarle da quelle più antiche a quelle più recenti, di modificazione in modificazione. Egli dunque intuì il concetto di evoluzione tramite i fossili.

La teoria evolutiva di Darwin dice che esiste una variabilità naturale capace di selezionare gli individui portatori dei

più adatti alla sopravvivenza chiamata selezione naturale. Mendel: Mendel fece esperimenti su delle piante di piselli giungendo alla conclusione che i caratteri ereditari e i fattori che li determinano rimangono ben distinti con il susseguirsi delle generazioni. E constatò che dall'incrocio tra una pianta a semi lisci e una pianta a semi rugosi, la prima generazione manteneva il carattere di uno dei genitori mentre l'altro andava perso. Incrociando o auto-impollinando le piante della prima generazione, ebbe i seguenti risultati: 1) ¾ delle piante presentava il carattere della prima generazione 2) ¼ presentava il carattere che sembrava perso Mendel dedusse che ogni carattere è controllato da un fattore ereditario oggi chiamato gene. Nel contempo, i geni possono mutare determinando la composizione di altri caratteri. Distinzione genotipo e fenotipo: Genotipo: Il patrimonio genetico di un individuo Fenotipo: i caratteri

morfo-fisioliogiciMicroevoluzione :Si intendono i cambiamenti evolutivi fino all'origine di nuove specie. Piu queste specie si separanoda quelle originarie e piu si utilizza il termine speciazione.L'origine di nuove specie può essere imputabile a due diversi processi

A) Speciazione filetica : Vi è una modifica dovuta alla pressione selettiva delle variazioniambientali

B) Speciazione sensu strictu : è dovuta all'isolamento riproduttivo

Essa si divide in 3 speciazioni:

B1) Speciazione allopatrica :Prevede la separazione di una popolazione / specie in due o piupopolazioni

B2) Speciazione simpatrica : porta alla speciazione all'interno delle areole della popolazioneparentale .

B3) Speciazione parapatrica : Sono speciazioni che avvengono quando lungo un 'area di confine ,rimangono in contatto e possono differenziarsi se l'azione della selezione naturale è diversa nei 2areali e perciò le differenze genico possono accumularsi .

teoria sintetica rappresenta un aggiornamento della teoria di Charles Darwin. Essa ammette sia fasi di stasi che di evoluzione rapidissima. Macroevoluzione: Non è difficile immaginare la parentela tra gatto e tigre, diventa più difficile percepire la parentela tra gatto, balena e pipistrello. La macroevoluzione può essere definita come un cambiamento evolutivo delle proprietà di un certo taxon che parte dall'origine di un nuovo gruppo tassonomico. Tanto è maggiore la diversificazione, tanto maggiore diventa la probabilità che un taxon possa acquisire strutture utili per un'ulteriore progressione evolutiva. Un concetto importante della macroevoluzione è la selezione della specie. Bauplane: l'intervallo di tempo in cui ebbero origine i nuovi piani strutturali degli organismi. Il Bauplane è caratterizzato da un basso tasso di speciazione. Morfologia e ambiente: La morfologia degli organismi è una direttaconseguenza delle selezione naturale e la diversità tra organismi è dovuta alla diversità degli ambienti. a) convergenza adattiva: Gruppi con antenati diversi e quindi con differenze anatomiche per azione della selezione naturale acquisiscono la stessa morfologia. Da progenitori diversi. b) Evoluzione parallela: Nell'evoluzione parallela hanno origine dallo stesso progenitore. c) Evoluzione iterativa o ripetitiva: Quando un taxon in tempi diversi da origine a taxa diversi ma con le stesse caratteristiche morfoadattive. Legge di Cope: In numerosi gruppi tassonomici si osserva nel tempo un progressivo aumento delle dimensioni. Questo processo è detto legge di Cope e porta a una grande speciazione. Tigri dai denti a sciabola: diminuzione delle grandi prede e aumento dei carnivori concorrenti. Megaloceros: Non è riuscito ad adattarsi all'ambiente della tundra sub-artica né agli ambienti forestali dell'ultima glaciazione. Ontogenesi: sviluppo.loro ambiente (sinecologia). La paleoecologia si occupa di studiare gli ambienti passati e le interazioni tra gli organismi che vi abitavano. La paleoecologia si basa principalmente sull'analisi dei fossili, che sono i resti o le tracce degli organismi del passato. Questi fossili possono fornire informazioni preziose sugli ambienti in cui vivevano gli organismi, come ad esempio il tipo di clima, la presenza di acqua dolce o salata, la presenza di vegetazione, ecc. Attraverso lo studio dei fossili, i paleoecologi possono ricostruire gli ecosistemi del passato e comprendere come gli organismi si sono adattati e evoluti in risposta ai cambiamenti ambientali. Ad esempio, possono studiare come gli organismi si sono adattati a vivere in ambienti marini, terrestri o di transizione, come le paludi o le foreste pluviali. Inoltre, la paleoecologia può fornire informazioni importanti sulla biodiversità passata e sulla distribuzione geografica degli organismi. Ad esempio, attraverso lo studio dei fossili, è possibile determinare quali specie erano presenti in determinate aree geografiche e come si sono distribuite nel corso del tempo. In conclusione, la paleoecologia è una disciplina che ci permette di comprendere meglio la storia della vita sulla Terra e come gli organismi si sono adattati e evoluti in risposta ai cambiamenti ambientali. Attraverso lo studio dei fossili, possiamo ricostruire gli ecosistemi del passato e ottenere informazioni preziose sulla biodiversità e sulla distribuzione geografica degli organismi.

loro contesto ambientale (sinecologia) Le popolazioni diverse che popolano lo stesso habitat e interagiscono tra di loro è detta biocenosi. Zonazione: è il riconoscimento in zone definite da faune e flore ben distinte dalle altre. Esistono diversi tipi di zonazione:

  1. Zonazione pelagica: Popolata da organismi pelagici. L'organismo pelagico è un organismo che nuota o viene trasportato dalla corrente e svolge il suo ciclo vitale lontano dal fondo del mare.
  2. Zonazione bentonica. Popolata da organismi bentonici. Gli organismi bentonici sono organismi marini che vivono nel fondo del mare o fissati in un substrato marino solido, sia di acqua dolce che salata.

Scuola di Eudome (ZONAZIONE) Procedendo dalla costa verso maggiori profondità:

  1. piano sopralitorale: grande umettazione, popolato da organismi non immersi
  2. piano mesolitorale: popolato da organismi che richiedono una temporanea emersione ma non tollerano immersione permanente
  3. piano infralitorale:
organizzarsi e interagire con l'ambiente circostante, è fondamentale per comprendere l'ecosistema marino. Gli organismi marini possono essere classificati in base al loro modo di vita: 1) Plancton: organismi che sono incapaci di muoversi autonomamente e sono trasportati dalle correnti marine. Possono essere fitoplancton (alghe microscopiche) o zooplancton (piccoli animali). 2) Bentos: organismi che vivono sul fondo marino. Possono essere fissi, come le alghe bentoniche, o mobili, come i molluschi e i crostacei. 3) Necton: organismi che sono in grado di nuotare attivamente contro le correnti marine. Questa categoria include pesci, mammiferi marini e alcune specie di molluschi e crostacei. 4) Benthopelagici: organismi che vivono sia sul fondo marino che nella colonna d'acqua. Possono spostarsi tra il fondale e la superficie dell'acqua. 5) Epibentici: organismi che vivono sulla superficie del fondo marino, come le spugne e i coralli. 6) Endobentici: organismi che vivono all'interno del fondo marino, come alcuni vermi e crostacei. 7) Infauna: organismi che vivono all'interno del sedimento marino, come i bivalvi e i policheti. Queste diverse categorie di organismi marini si adattano alle diverse zone dell'ambiente marino, occupando specifici habitat e svolgendo ruoli ecologici importanti nella catena alimentare e nel ciclo dei nutrienti.di nutrirsi e di riprodursi costituisce una condizione indispensabile nella ricerca paleontologica. Gli organismi marini vengono divisi in planctonici, nectonici e bentonici.
  1. Il plancton, come le meduse, galleggiano o hanno una mobilità ridotta.
  2. I nectonici, rappresentati da vertebrati come pesci, mammiferi e rettili, si muovono velocemente nell'acqua.
  3. I bentonici vivono nel fondo solido del substrato marino (granchi, vermi).
Trofismo: Ci si riferisce a tutti gli aspetti relativi alla nutrizione degli organismi e si divide in:
  1. Erbivori
  2. Sospensivori e filtrattori che prelevano particellato alimentare
  3. Depositivori e detritivori che prelevano materiale organico in decomposizione e i batteri
  4. Predatori
  5. Necrofagi che si nutrono di carcasse
  6. Parassiti: si nutrono del sangue degli organismi
Uniformismo tassonomico: Quando uno stesso taxon nel corso della storia ha popolato gli stessi habitat. Popolazione: una serie di organismi che interagiscono a livello riproduttivo.

condizioni ambientali favorevoli una popolazione

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
13 pagine
1 download
SSD Scienze della terra GEO/01 Paleontologia e paleoecologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher A.dessi45 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Paleontologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Pillola Gianluigi.