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Estratto del documento

STRUTTURA OSSEA:

- un osso lungo come un femore è caratterizzato da varie epifesi e da una colonna, chiamata

diafisi; all'interno l'osso è spugnoso; nei soggetti giovani possiamo vedere la metafisi, che sta tra

l'epifesi e diafisi: qui avviene la deposizione di cartilagine, fino al blocco della crescita in età

adulta.

- le ossa del cranio sono chiamate ossa piane, formate dalla corteccia e dal nucleo interno chiamato

Le ossa dello scheletro si modificano nel corso del tempo e in base alle attività giornaliere, quindi si

può considerare vivo. È composto anche da vasi sanguigni, tessuti nervosi, zone adipose.

La parte esterna, il periostio, è un tessuto connettivo molle, scompare quindi una volta che

l'individuo muore. La parte compatta si presenta densa, la parte spugnosa è ricca di cavità.

Osso trabicolare: vi vengono prodotti i globuli rossi,

TRASFORMAZIONE DELL'OSSO: nel collo del femore, articolandosi con l'osso cocsale,

abbiamo la dimostrazione delle attività dell'individuo, perché le trabicole si modificano in base allo

sforzo quotidiano dell'uomo. Così come lo spessore dell'osso, che cambia in base allo sforzo: più è

spesso, più è sollecitato.

La tibia, quando camminiamo, è soggetta ad un certo movimento, antro posteriore: per cui la parte

posteriore, se è spessa, dimostra il bipedismo dell'individuo.

Dal periostio entrano i vasi sanguigni, ed è la parte esterna. La parte interna si chiama endostio.

Negli individui giovani, la cavità midollare è piena di globuli e piastrine: negli adulti il midollo

rosso è sostituito da quello giallo.

L'OSTEOGENESI, cioè lo sviluppo e la trasformazione dell'osso, si differenzia in base al soggetto:

ossa di bambini, di soggetti immaturi e ossa di individui maturi; nel cranio di soggetti immaturi, lo Commentato [12]:

spessore è di pochi millimetri, e diviene osso lamellare, regolare e unita, compatta, con la crescita. Commentato [13]:

All'interno dell'osso compatto troviamo gli ostioni, cioè le strutture che lo caratterizzano: sono

lamelle circolari con all'interno un canale (Canale aversiano) in cui passano i vasi, che si incrociano

con canali trasversali, che permettono di nutrire il canale principale.

Una struttura nitida di questi ostioni è tipica negli individui minori, piccoli, perché più si va avanti

con l'età più questi ostioni vengono distrutti (ci permette quindi di calcolare l'età di un individuo).

CELLULE: abbiamo quattro cellule fondamentali: osteociti, osteoblasti, osteoclasti,

osteoprogenitrici. L'osso viene distrutto alla fine delle osteoclasti.

Osteoblasti: fondamentali per la protezione del materiale osseo, viene prodotto il tessuto, che poi

diverrà tessuto osseo; continuano a produrre tessuto osseo fino a che la cellula non ne è circondato.

La cellula diviene poi osteocita: si dice che diviene silente, fino a che non avviene ad esempio una

fratture, quindi ritorna ad essere osteoblasto e ricompone il tessuto osseo.

Le cellule osteoprogenitrici generano l'osteoblasto.

Osteoclasto: distruggono la matrice ossea, producendo secrezioni acide ed enzimi.

Se avessimo solo la deposizione del materiale, non si riuscirebbe ad effettuare tutti i movimenti

normali, perché l'osso sarebbe bloccato dalla sua pesantezza e ossatura; per questo intervengono gli

osteclasti, che riducono l'azione degli osteoblasti. È un processo continuo, circolare, gli uni si

succedono agli altri.

L'ossificazione avviene dalla cartilagine, nelle ossa lunghe (la cartilagine ialina mineralizza col Commentato [14]:

tempo, formando un primo centro di ossificazione; verrà poi formata la parte midollare; col tempo

avremo una calcificazione della diafisi, per poi veder il formarsi dell'epifesi, che si salderà col

tempo. Quando la formazione si blocca, abbiamo la fusione dell'epifesi con la diafisi, cosa che

avviene tra i 17 e i 20 anni; abbiamo quindi un blocco dell'altezza); nelle ossa della scapola, del

cranio (alcune), del bacino, abbiamo un'ossificazione che parte dal tessuto connettivo (si produce da

cellule staminali, per poi iniziare un processo di cristallizzazione, che produce l'osteoblasti:

raggruppamento e cristallizzazione delle cellule).

Quando abbiamo la frattura di un osso, immediatamente la frattura si riempie di sangue, si spostano

i vasi sanguigni, portando così gonfiore; abbiamo poi la pulizia dell'osso e la deposizione di

cartilagine fibrosa, che verrà sostituita dalla vera cartilagine, che andrà a formare un callo osseo

(che si trova spesso nei resti umani); se il processo continua, verrà ricreato il tessuto; qui giocano

gli ostiociti, perché altrimenti non sarebbe possibile il ripristino del tessuto osseo.

Fondamentali questi traumi sono nella materia della

Scheletro umano : ogni osso possiamo dividerlo in due parti, la parte superiore si chiama

prossimale e quella inferiore distale, ma anche posteriore e anteriore; è possibile dividerlo in vari

piani, come ad esempio il cranio si può dividere in base alle suture, in maniera antro posteriore

(Sutura sagittale) o secondi la sutura coronale, che ha andamento laterale, ha un piano orizzontale

che passa tra il meato acustico di sinistra e quello di destra e il punto più basso dell'orbita (piano di

Francoforte). Nel femore abbiamo la vista laterale e vista mediale, oltre che la parte superiore

(epifesi prossimale) e inferiore (epifesi distale).

INSERIRE IMMAGINE CON STRUTTURA OSSEA E LORO NOMI

Abbiamo il cranio, sette vertebre cervicali (la prima, atlante, si articola con la base del cranio; la

seconda vertebra si chiama epistrofeo, che ha una protuberanza ossea, che permette la rotazione

laterale del cranio), 12 vertebre toraciche (dove si articolano le costole), 5 vertebre lombari, osso

sacro con il coccige.

Abbiamo il cinto scapolare, con clavicole e scapole, arto superiore (omero, ulna, radio, ossa del

polso carpali, ossa metacarpali, falangi), ossa del bacino, arto inferiore (femore, tibia, fibula), ossa

del piede ( ).

Abbiamo ossa lunghe, ossa piatte, piccole ossa nelle suture craniche (non sempre presenti, varia

molto nei vari casi: ossa suturali), ossa irregolari (quali le vertebre), ossa corte (ossa carpali o quelle

del piede), ossa sesamoidi (patella, l'osso circolare del ginocchio; anche queste sono variabili).

Nella descrizione di un osso, fondamentale è partire dall'esterno: i muscoli lasciano rugosità, segni

scuri che vanno descritti, perché dipendono spesso da retaggio genetici, e quindi è così possibile

creare un corredo genetico completo dell'individuo studiato (maggiore è la cresta maggiore è la

potenza del muscolo; ogni segno ha una funzione, perché servono a potenziare la leva dell'arto; vi

sono fori, chiamato canale nutritizio, che serve ad alimentare l'osso, è la presenza di più fori ha un

significato genetico, non dipende quindi dalla necessità dell'osso stesso, ma è semplicemente un

fattore genetico).

Stipulare questo background è interessante in modo tale da valutare le parentele, le correlazioni tra

individui, varie civiltà o comunità (verificare quali coincidono, quali si differenziano, in che modo,

ecc).

Femore: testa, trocantero, condile (si articola con la fibia).

Omero: testa, tubercolo, sulcursale, condile.

Bacino:

Cranio: seni frontali, seni mascellari, processo mastoideo, osso frontale, due ossa parietali, osso

occipitale, due ossa temporali, osso sfenoide, massiccio facciale (osso mascellare, apertura nasale,

osso zigomatico, orbita, arcata zigomatica, osso/muscolo temporale, mandibola, muscolo

massettere), forami, vomere cioè il setto nasale, forame magnum. All'interno del cranio è possibile

vedere i vasi sanguigni, quindi quando abbiamo il negativo dell'interno del cranio possiamo ancora

vedere nel fossile i segni di questi vasi. Nella cavità mascellare, possiamo vedere le ossa palatine, i

denti (denti da latte e denti permanenti, otto per semiarcata, posizionati all'interno degli alveoli).

Nella parte mandibolare vediamo il corpo mandibolare, il ramo mandibolare (si articola col muscolo

temporale), condilo (si articola con una cavità interna, permette gli spostamenti mandibolari). I

denti sono fondamentali in paleoantropologia: abbiamo 16 denti per arcata, 4 incisivi mascellari, 2 Commentato [15]:

canini, 4 premolari, 6 molari (x2); abbiamo 20 denti da latte, 4 incisivi, 2 canini e 4 molari (x2).

Abbiamo l'osso ioide, che aiuta ad aprire e chiudere la mandibola.

Colonna vertebrale: fondamentale è il sistema di curvature, che serve ad attutire e armonizzare il

peso (non è presente in altri mammiferi); le vertebre più basse sono più massicce di quelle più alte;

ogni vertebra di articola con l'altra; la fase terminale è l'osso sacro e il coccige, che rappresenta ciò

che rimane della coda dei primati. Abbiamo poi le costole, 7 costole vere, 5 false e 2 fluttuanti:

quelle false non arrivano direttamente sullo sterno, cosa che avviene con quelle vere.

Cinto scapolare: formata da clavicola anteriormente e scapola posteriormente; la clavicola ha forma

ad s, fondamentale perché conserva diversi muscoli, connessa con l'acromio, che permette di tenere

le spalle aperte.

Ulna e radio: articolati con l'omero.

Ossa della mano: ossa carpali del polso, ossa metacarpali, falangi (tre per dito, e nel pollice due).

Bacino: ossa cocsali; ha subito nell'evoluzione grandi cambiamenti, insieme al piede.

Tibia: parte piatta, quadricipite femorale che si articola nella cresta posteriore, fibula (faccette );

piede formato da stragalo, ossa tarsali, ossa

metatarsali. 7 ottobre 2014 (1 ora)

Primati : differenze tra i primati e differenti specie. Origine e anatomia.

Sono compresi tra i 21 ordini di mammiferi, imparentati con i roditori, ecc. Vi sono 350 specie di

primati, che variano dal peso e forma corporea (il più piccolo pesa 30g e il più grande 200kg e più).

Importante e studiare i fossili per capire come si viveva nel passato, perché correlati sono le forme

corporee e la dieta (soprattutto per quanto riguarda la forma dentale; sono solitamente ritrovati nei

record fossili, quindi possiamo differenziare in base alla dimensione dei denti cosa mangiavano); lo

sviluppo del cervello, inoltre, è correlato all'evoluzione del primato, relativa ovviamente alla

dimensione corporea, in modo tale da ottenere un indice, con cui suddividiamo i vari primati; anche

gli arti e le loro dimensioni sono importanti, perché forniscono informazioni sulla locomozione (arti

più lunghi dimostrano un primato che stava appeso molto tempo al giorno).

Abbiamo tre teorie sull'origine di alcune caratteristiche dei primati

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
36 pagine
SSD Scienze della terra GEO/01 Paleontologia e paleoecologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Floh di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Paleontologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Benazzi Stefano.