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PALEOLITICO INFERIORE

2,5 Ma – 120.000 bp

HOMO HABILIS

In Africa si ha il passaggio dalla natura alla cultura circa 2,0 Ma con l’Homo Habilis, così chiamato

perché è il primo a lavorare la materia prima e a realizzare oggetti. Si comincia a parlare di genere

Homo quando l’uomo inizia a usare le materie prime per realizzare utensili e l’Homo Habilis è il

primo che comincia a capire come fabbricare qualcosa, come produrre intenzionalmente qualcosa di

utile. Infatti in primo luogo attua una scelta intenzionale del materiale da lavorare (selce, materiali

duri percossi per produrre oggetti) e degli strumenti per farlo (generalmente ciottoli scheggiati).

L’Homo Habilis lavora in siti localizzati presso corsi d’acqua, vivendo in ambienti di Savana e di

spazi aperti. Vi erano piccoli gruppi umani che basavano la propria vita sul nomadismo, il che era

legato allo sfruttamento delle risorse. Si hanno rare testimonianze di organizzazione dello spazio

abitato. La sussistenza era basata su una dieta erbivora integrata da carne, anche se la teoria della

caccia in questo periodo è ancora incerta: si pensa che inizialmente l’uomo fosse dedito allo

sciacallaggio, ovvero recuperava l’apporto di proteine dalle carcasse uccise dagli altri animali.

2,5 - 1,8 Ma

OLDUVAIANO

La lavorazione della pietra è la prima documentata dall’uomo e si fa risalire all’Homo Habilis in

quanto sono stati ritrovati in Tanzania, nella Gola di Olduvai, resti di manufatti in pietra per la

prima volta insieme a resti di questa specie. Da questo sito prende il nome l’industria olduvaiana,

dove ‘industria’ in ambito preistorico indica l’insieme delle tecniche e delle attività attraverso le

quali un gruppo umano trasforma le materie prime per ottenere oggetti. Infatti l’industria litica,

quella olduvaiana è la prima produzione litica, riguarda la realizzazione di manufatti in pietra che

sono quelli che si conservano più facilmente.

L’industria litica Olduvaiana si divide in due fasi, una antica ed una recente.

Inizialmente i primi strumenti sono ottenuti in modo abbastanza casuale in quanto l’uomo non ha

ancora pensato ad un modello per ottenere un preciso manufatto: non esistono ancora forme di

riferimento.

La prima produzione litica è anche chiamata Cultura del Ciottolo:

Chopper → ciottolo con scheggiatura unifacciale

• Chopping Tool → ciottolo con scheggiatura bifacciale

• Scheggia → estratta da rocce più grandi ed in seguito ritoccata

Come funziona la Scheggiatura:

anzitutto era necessario raccogliere materia prima che potesse essere scheggiata e questo

comportava il fare una prima selezione. Poi la pietra veniva lavorata con colpi di studiata intensità e

velocità al fine di staccare la parte di pietra che prende il nome di scheggia. Nella parte interna della

scheggia si crea un rigonfiamento detto bulbo al quale corrisponde, nel blocco scheggiato, uno

spazio concavo detto controbulbo. Questo è un esempio di frattura concoide, ovvero la capacità di

alcune rocce di lasciare una superficie di distacco simile al concavo di una conchiglia.

A questo periodo (fase recente) risalgono i protomodelli di quelli che saranno chiamati

protofacciali, un’evoluzione dei choppers che mostra il miglioramento e l’accuratezza impiegata

nella produzione litica. I protofacciali rappresentano la fase di transizione che testimonia il

passaggio da Homo Habilis a Homo Ergaster.

HOMO ERGASTER

L’Homo Ergaster nasce in Africa ed è il corrispettivo dell’Homo Erectus (= Homo Ergaster

europeo). Rappresenta la prima vera trasformazione dal punto di vista anatomico, sin dagli

austrolopiteci; presenta infatti dei tratti molto evoluti, a partire dalla conformazione scheletrica:

deambulazione su due arti;

• presenza della fronte;

• cambiamento dell’apertura nasale (il naso non è più schiacciato ma ha le narici rivolte verso

• il basso: è un adattamento ad ambienti aridi perché mantiene più a lungo l’umidità);

diversa posizione della laringe (fa supporre che vi fosse un certo tipo di linguaggio).

Con l’Homo Erectus si affronta per la prima volta la questione del linguaggio. Per determinare se

una specie aveva o meno questa capacità, non è sufficiente l’analisi della scatola cranica: ci deve

essere una conformazione dell’apparto orale oltre allo sviluppo di particolari aree del cervello.

In seguito al ritrovamento quasi completo dello scheletro rinominato “Ragazzo di Nariokotone” è

stato possibile espandere lo studio del linguaggio dell’Homo Erectus. È stata studiata la spina

dorsale di questo individuo, anche facendo confronti con la nostra spina dorsale, ed è stato trovato

che il canale midollare era troppo stretto perché l’uomo Erectus possedesse la capacità di articolare

un linguaggio.

Al riguardo vi sono due teorie:

1. Un linguaggio non deve necessariamente essere come il nostro attuale, quindi non è escluso

che vi fosse un linguaggio più elementare e meno articolato;

2. Alcuni studiosi ipotizzano che il “Ragazzo di Nariokotone” fosse in realtà un individuo

patologico e quindi non adatto come base per uno studio.

Si fa riferimento a due prove per determinare la presenza di linguaggio in una specie umana:

Diretta: le analisi anatomiche sono la prova diretta dell’esistenza di un linguaggio, più o

• meno articolato.

Indiretta: poiché alcune produzioni litiche fanno supporre che, senza una qualche forma di

• linguaggio sarebbe stato impossibile che si trasmettessero, vengono considerate una prova

indiretta della presenza di linguaggio.

Rispetto all’Homo Habilis l’Homo Erectus presenta notevoli differenze e migliorie, a partire dalle

strutture abitative, che dimostrano una distribuzione organizzata dello spazio: in alcune capanne

sono state ritrovate aree ricoperte in quantità massiccia di piccoli molluschi associati all’alga

Posidonia, che hanno fatto ipotizzare venisse usata come giaciglio. A questa specie si fanno risalire

le prime forme di domesticazione del fuoco per via dei diffusi resti di focolai. Inoltre l’Homo

Erectus è un onnivoro e pertanto l’apporto di carne diventa determinante. Evolvono così le tecniche

di caccia e la caccia stessa diventa selettiva:

la prima selezione viene fatta all’interno dell’ambiente di caccia, così come la prima

• macellazione, che, per risparmiare tempo e fatica, viene fatta sul luogo, dove avviene il

depezzamento;

la seconda selezione subentra nella scelta delle parti da trasportare dal luogo del

• depezzamento alla zona dell’insediamento. Si ha poi una seconda macellazione, nella

distribuzione delle parti.

L’Homo Erectus è il primo che comincia a spostarsi con l’intenzione di colonizzare nuovi territori,

ampliando i propri orizzonti: gli spostamenti non sono più solo da verso ma anche da

EST OVEST

Occidente verso Oriente, dall’Africa ci si sposta in Europa e in Asia. In Germania l’Homo Erectus è

chiamato Homo Heidelbergensis.

1,8 - 0,3 Ma

ACHEULEANO

È la cultura litica dell’Homo Ergaster ed è così chiamata per via del sito archeologico francese di

Saint-Acheul. Si ha un’evoluzione delle tecniche di scheggiatura, per esempio con la produzione di

amigdale, strumento a forma di mandorla ottenuto con un processo di lavorazione di choppers a

scheggiatura bifacciale. I bifacciali sono oggetti di forma più definita grazie ai quali si apprendono

due informazioni importanti:

1. l’uomo inizia a progettare il metodo di realizzazione e la forma dei manufatti: grazie alla

produzione Olduvaiana adesso ha la predisposizione di un modello in mente;

l’operazione pensata richiede uno sforzo maggiore ma lo strumento finale è più funzionale e

2. raffinato: l’uomo realizza ciò che voleva ottenere. Per la prima volta si ha visualità di un

manufatto.

La sequenza acheuleana si divide in due fasi:

fase antica: predominanza della componente bifacciale, si accompagna sempre a schegge in

• proporziona variabile da sito a sito;

fase recente: diminuzione del numero di bifacciali e aumento della componente su scheggia.

• In questo periodo si diffonde la Tecnica Levallois.

La scheggiatura può avvenire in due modi:

Percussione Diretta: si verifica quando c’è contatto fra il percussore (strumento) e il blocco

• di pietra (nucleo). Può essere inflitta sia con percussore duro (pietra) che con percussore

tenero (legno, osso).

Percussione Indiretta: si verifica quando si interpone uno scalpello tra percussore e nucleo.

• - Percussione su incudine: nucleo battuto sull’incudine;

- Percussione bipolare: colpire con il percussore il nucleo poggiato su un’incudine.

In ogni caso la percussione deve essere inflitta su un angolo inferiore a 90°. Schegge e lame

vengono prodotte con nuclei di forma diversa:

schegge → nuclei con superfici larghe e lisce con supporto regolare

• lame → nuclei con superfici tozze e con supporto irregolare

Si sviluppa la necessità di identificare e diversificare gli strumenti. L’uomo comincia a modificare

la forma delle schegge attraverso il ritocco, per il quale si asporta il materiale in più conferendo a

lame e schegge una forma specifica. Il ritocco semplice si applica con un colpo inferto a 45°

rispetto alla superficie. Le tracce del ritocco sono osservabili sulla scheggia, dove si vedono le

impronte dei distacchi, spesso individuabili con il cambiamento di colore. Il ritocco ha anche la

funzione di raffinare il margine di una scheggia o irrobustirlo. Gli archeologi hanno classificato gli

strumenti in base alla forma e non alla funzione perché di alcuni strumenti non si ha certezza

dell’utilizzo.

Denticolati → schegge modificate con ritocco per ottenere una linea dentellata. Erano

probabilmente usati per tagliare vegetali e legno, secondo analisi dettagliate condotte al

microscopio.

Raschiatoi denticolati:

se su scheggia → raschiatoi corti

• se su lama → raschiatoi lunghi

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
4 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/01 Preistoria e protostoria

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilentic di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Paletnologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Lo Vetro Domenico.