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Effetti degli inibitori della crescita sulle piante floricole

I brachizzanti sono ancora tollerati per le piante floricole che hanno esclusivamente una funzione ornamentale.

Inibitori della crescita (ritardanti di crescita): Sono composti che interferiscono con il bilancio ormonale, riducendo i contenuti endogeni di gibberelline. Oltre all'inibizione della distensione cellulare nei meristemi, e quindi l'allungamento dei germogli, spesso causano:

  • Riduzione della superficie fogliare
  • Ispessimento della lamina
  • Maggior diametro dei fusti
  • Maggiore ramificazione
  • Aumento del contenuto in clorofilla
  • Maggiore efficienza fotosintetica
  • Maggior sviluppo dell'apparato radicale
  • Stimolo alla fioritura (dipende dalle specie e dal momento d'intervento)

Le piante trattate, generalmente, risultano più robuste e più resistenti agli stress, per cui possono sopportare meglio il trasporto ed il periodo che trascorrono sui banchi di vendita.

Alternative all'uso dei ritardanti di crescita: La crescita delle piante

dipende in larga misura dai fattori ambientali. Questi possono essere sfruttati con opportune pratiche colturali per il contenimento della taglia:

  • Temperatura: le temperature sub-ottimali rallentano la crescita, mentre le alte temperature diurne stimolano l'allungamento dei germogli. Si può sfruttare la differenza di temperatura fra giorno e notte (DIF) e la bassa temperatura al mattino;
  • Luce: una scarsa illuminazione e uno spettro luminoso non adeguato favoriscono l'allungamento dei germogli. Si può intervenire modificando artificialmente la quantità e la qualità della luce (uso di lampade UV-B);
  • Acqua: l'abbondante umidità del substrato favorisce l'allungamento. Una riduzione degli apporti idrici o l'uso di moderati stress salini possono aiutare a contenere la taglia;
  • Stress meccanici: tecniche quali la spazzolatura meccanica e l'uso di getti d'aria hanno dimostrato di poter indurre una sostanziale riduzione della taglia.
molte specie.

Contenere la taglia con la temperatura:

Le alte temperature diurne favoriscono l'allungamento. La differenza tra la temperatura diurna e la temperatura notturna (DIF) può influire sulla crescita. Un DIF negativo (T notturna più alta di T diurna) si è dimostrato efficace nel contenimento di molte specie ornamentali. Un drastico abbassamento della temperatura mattutina (cool morning o drop) può causare sensibili riduzioni della taglia. Anche in questo caso, si ottiene un abbassamento della temperatura media diurna. Gli effetti sono conseguili solo quando la temperatura esterna è molto bassa e causa nelle piante un leggero e transitorio stress idrico. Nelle nostre condizioni climatiche risulta scarsamente realizzabile.

Contenere la taglia con la luce:

Soprattutto nei periodi invernali, la scarsità di luce e l'assenza di UV-B (I= 280 - 320) dovuta all'azione di filtro dei materiali di copertura (che tagliano le radiazioni

conlunghezza d'onda inferiore a 280 - 320 nm) può indurre un eccessivoallungamento delle piante. L'idea di usare i raggi UV è nata dall'osservazione che le piante che crescono in montagna (alta componente di UV nella luce) hanno habitus compatto. UV-A e UV-B sono efficaci, ma per la prima sono necessari trattamenti assai più lunghi (48 - 96 ore) che per la seconda (1 ora al giorno per 1 settimana). L'efficacia è maggiore durante inverno e inizio primavera che nel periodo tardo-primaverile ed estivo. L'efficacia non varia sostanzialmente con trattamenti notturni o diurni (di notte, tuttavia, la soglia alla quale si verificano danni da UV si abbassa). Nessun effetto negativo è stato riscontrato nella produzione del pomodoro. L'applicazione di UV nelle serre commerciali, tuttavia, deve fornire garanzie di sicurezza per gli operatori. Sono necessarie ulteriori ricerche per identificare le migliori combinazioni tra dose,

Durata dei trattamenti e momento d'intervento oltre alla messa a punto dei particolari impianti. Per la riduzione dei costi e la sicurezza del personale, si potrebbe prevedere un ridotto numero di lampade montate su carrelli scorrevoli e trattamenti limitati alle ore notturne, quando gli operatori non sono in serra.

Contenere la taglia con la spazzolatura:

Le piante esposte a venti forti e frequenti o a continui sfregamenti hanno una forma più compatta. È sicuramente coinvolto il bilancio ormonale:

  • Le gibberelline diminuiscono drasticamente;
  • Il trasporto delle auxine risulta compromesso;
  • Aumentano i livelli di acido abscissico.

Sperimentalmente si sono ottenuti risultati incoraggianti sia su ortive in vivaio, sia su ornamentali mediante l'utilizzo di tecniche quali:

  • Spazzolatura;
  • Scuotimento;
  • Impedimento;
  • Ventilazione;

Il brushing è il sistema meccanico più efficiente ma il sistema chimico è sicuramente il migliore.

L'innesto nel vivaismo

L'innesto erbaceo a livello orticolo nasce nel 1963 con l'immissione del primo innesto di pomodoro ad opera della De Ruiter Sementi, olandese. Nasce soprattutto per risolvere problemi fitopatologici (malattie radicali) o colturali in condizioni di stress ambientale (freddo ed elevata salinità), ma con il tempo e l'esperienza si sono cominciati ad apprezzare anche i suoi grandi vantaggi in condizioni ottimali (colture fuori suolo, ad esempio). Come tutte le resistenze/tolleranze, anche quella dei portainnesti non è infinita, quindi va sempre integrata con tutte le altre pratiche agricole a disposizione: rotazioni, solarizzazione, igiene, agro-biofarmaci (microorganismi utili).

Nell'innesto a spacco viene fatta una ferita fra i cotiledoni, oppure può essere obliquo o orizzontale. Ovviamente si deve mettere una pinzetta per tenere vicino innesto e portinnesto. Quando si fa l'innesto ci si deve preoccupare di coltivare nesto e portinnesto a seconda.

delle loro esigenze di coltivazione: La pratica dell'innesto è estremamente laboriosa e costosa: generalmente richiede squadre di 3-4 persone, ognuna dedicata ad una specifica fase operativa. Al momento attuale si stanno diffondendo macchine relativamente semplici o molto più complesse e costose (robot), in grado di aumentare drasticamente la produttività rispetto al tradizionale innesto manuale. Si tratta di attrezzature di concezione giapponese o coreana che permettono l'innesto di un numero di piante variabile da 600 a 1200 per ora. La qualità delle piantine innestate e le rese delle colture sono paragonabili a quelle ottenute con le pratiche d'innesto convenzionali. La diffusione a prezzi accessibili di queste macchine permetterà in un prossimo futuro una più ampia diffusione della tecnica d'innesto. Fertirrigazione: La fertirrigazione è la tecnica che permette di distribuire i fertilizzanti utilizzandol'acqua di irrigazione. La sua efficienza è determinata da: - Un corretto equilibrio quanti-qualitativo di macro e microelementi. - Dall'influenza dei nutrienti sull'elettro conducibilità; - Dalla reazione delle soluzioni nutritive; - Dalle modalità e dalle epoche di distribuzione; I vantaggi sono molti: - Riduzione delle perdite per dilavamento e insolubilizzazione dei nutrienti, che si traduce in minori quantitativi di fertilizzanti impiegati; - Aumento dell'efficienza dell'acqua e dei fertilizzanti, dato che vengono collocati in prossimità dell'apparato radicale e prontamente disponibili per le radici; - Ridotto accumulo di Sali o residui nel terreno o nel substrato (perché si ha un minore utilizzo dei fertilizzanti e perché i nutrienti si trovano disciolti nella soluzione nutritiva per cui viene ridotta la loro precipitazione); - Crescita e sviluppo più equilibrato della pianta con mantenimento delle colture incondizioni ottimali:
  • Risparmio di manodopera in quanto si fanno due operazioni colturali nello stesso tempo;
  • Possibilità di meccanizzazione integrale;
  • Possibilità di poter intervenire in qualsiasi momento con un minore calpestio e possibilità d'intervento anche con terreno impraticabile;
Per una corretta ed efficiente gestione della fertirrigazione bisogna conoscere:
  • I principali principi nutritivi necessari alle piante e il loro assorbimento;
  • I fattori climatici che influiscono sull'assorbimento di acqua e nutrienti;
  • Conoscenza dell'acqua di irrigazione e dei substrati;
  • Conoscere i fabbisogni della coltura nelle diverse fasi fenologiche;
  • In quali rapporti devono essere apportati i nutrienti;
Nutrienti e loro assorbimento:

L'assorbimento, per la gran parte dei nutrienti, avviene in forma ionica in seguito all'idrolisi di Sali minerali che sono presenti dalla soluzione minerale. I Sali minerali possono derivare da fonti organiche o

inorganiche. Per mantenere l'equilibrio fra le cariche elettriche fra le cellule delle radice, una volta che la pianta assorbe un anione, estrude un altro ione negativo, generalmente OH-, mentre quando assorbe cationi, estrude protoni H+: questo provoca variazioni di pH nel mezzo di coltura. Se la pianta assorbisse solo anioni, il pH crescerebbe mentre nel caso che la pianta assorbisse solo cationi, estruderebbe solo H+ e quindi il pH calerebbe: ovviamente questo in coltura non avviene ma c'è un assorbimento che può variare da specie e specie fra anioni e cationi e non in un rapporto 1:1. Questo può determinare una certa alcalinizzazione o acidificazione del mezzo di coltura: questo accade sempre solo che nelle colture su suolo queste variazioni di pH non sono facilmente manifestabili in quanto il suolo fa da tampone e quindi sono percepibili solo nell'interfaccia radice-terreno, influenzando anche l'assorbimento dei nutrienti. Questo non avviene in

ando la concentrazione di bicarbonati permette di stabilizzare il pH dell'acqua di irrigazione e evitare variazioni eccessive. Inoltre, è importante tenere conto delle condizioni ambientali, della fase fenologica delle piante e della specie coltivata, in quanto possono influire sul pH dell'acqua e sulla sua capacità tampone. Per evitare problemi legati alla presenza di bicarbonati nell'acqua di irrigazione, è consigliabile utilizzare acqua piovana o osmotizzata, che generalmente hanno una bassa concentrazione di bicarbonati. In caso di utilizzo di acqua contenente quantità elevate di bicarbonati, è possibile adottare diverse strategie per ridurne la concentrazione, come l'utilizzo di filtri o l'aggiunta di sostanze acidificanti. È importante mantenere il pH dell'acqua di irrigazione nella fascia ottimale per la coltura, in modo da favorire l'assorbimento dei nutrienti e prevenire problemi legati a pH troppo elevati o troppo bassi. La gestione corretta del pH dell'acqua di irrigazione è fondamentale per garantire una coltivazione sana e produttiva.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
152 pagine
3 download
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/04 Orticoltura e floricoltura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher NicolasG98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Orticoltura e floricoltura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Dalla Costa Luisa.