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L’ovaio aumenta la sua attività sotto l’azione di LH e FSH, in particolar modo resta inattivo prima
della pubertà e dopo la menopausa, per l’assenza della secrezione di questi ormoni; al contrario sarà
nella sua massima attività durante l’età puberale, 11-16 anni, in cui avviene il primo ciclo mestruale
definito menarca.
L’LH e l’FSH interagiscono con i loro recettori nelle cellule bersaglio dell’ovaio, che inducono
formazione di cAMP e quindi attivazione di enzimi a cascata che inducono un aumento della sintesi
degli ormoni, quali estrogeni e progesterone.
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Alla nascita le cellule uovo sono bloccate in 1° profase meiotica, e avvolti da un singolo strato di
cellule, definiti follicoli primordiali.
Al momento della pubertà con l’aumento della liberazione di GnRH avremo una proliferazione
dello strato di rivestimento che prenderà il nome di granulosa e verranno detti follicoli primari.
Alla pubertà nei giorni prima del ciclo avremo un aumento della secrezione di LH e FSH che
portano ad un aumento della proliferazione delle cellule della granulosa, che verranno poi a
dividersi in teca interna ed esterna. Le cellule della granulosa grazie ai recettori per l’FSH inizia a
secernere un liquido che si accumula a formare un antro follicolo antrale.
Aumentando di molto i recettori per FSH e LH e quindi avremo uno sviluppo repentino dei follicoli
antrali, che aumentano di dimensioni repentinamente.
Lo sviluppo avviene contemporaneamente per più follicoli primordiali, ma vedremo in realtà che
solo uno arriva a formare il follicolo maturo, questo perché i restanti vanno in atresia, ossia, anche
se non si conosce bene il motivo si pensa, che lo sviluppo eccessivo di uno dei follicoli possa
andare ad inibire la secrezione di gonadotropine e quindi solo il follicolo maggiore per i
meccanismi di feedback positivo può sopravvivere e svilupparsi.
Al 14esimo giorno della mestruazione, avviene l’ovulazione, ossia la fuoriuscita dell’ovocita per
rottura della granulosa, e fuoriuscita dello stesso, che verrà avvolto soltanto da uno strato definito
corona radiata.
L’LH è importante per lo sviluppo follicolare, ma è indispensabile per l’ovulazione, senza il quale
non avviene.
Circa due giorni prima dell’ovulazione abbiamo un picco di LH e FSH, che portano ad una
variazione della secrezione delle cellule della granulosa, da estrogeni a progesterone. L’insieme di
questi fattori porta all’ovulazione.
Avvenuta l’ovulazione ciò che resta della teca e della granulosa, va a costituire il corpo luteo,
riempendosi di capillari e di tessuto adiposo (divenendo giallastro) in un processo definito
luteinizzazione. Le cellule della granulosa continuano a produrre estrogeni e progesterone, mentre
quelle della teca, grazie all’aromatasi, producono androstenedione e testosterone.
Il corpo luteo se non avviene fecondazione inizia a regredire nei successivi 12 giorni (corpus
albicans), fino ad essere riassorbito.
[In caso di concepimento, la gonadotropina corionica (secreta dalla placenta), sostituendo l’LH
mantiene attivo il corpo luteo per i primi 2-4 mesi di gravidanza].
L’involuzione del corpo luteo avviene grazie ad un processo di feedback, ossia la produzione di
estrogeni e progesterone va ad inibire l’ipofisi anteriore a secernere FSH e LH, inoltre il corpo luteo
secerne anche una piccola concentrazione di inibina, che inibisce.
L’ovaio è responsabile della secrezione di ormoni PROGESTINICI E ESTROGENI. Tra gli
estrogeni il più importante è sicuramente l’ESTRADIOLO, mentre tra i progestinici il
PROGESTERONE. β
Gli estrogeni, come il -estradiolo, secreto in maggior concentrazione rispetto ad estrone e estriolo,
(ovviamente la loro concentrazione aumenta in gravidanza) hanno il compito principale di
permettere la maturazione dei follicoli, dell’apparato riproduttivo e dei caratteri femminili
secondari.
I progestinici (progesterone, e in minor quantità il 17-idrossiprogesterone) invece hanno il compito
principale di preparare l’apparato alla gravidanza e della mammella all’allattamento. Sono secreti
normalmente dall’ovaio nella seconda metà del ciclo, e in gravidanza dalla placenta, a partire dal 4
mese.
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Entrambi questi ormoni sono steroidi, ossia derivano dal colesterolo, e sono trasportati per via
ematica agli organi bersaglio legati alle globuline di trasporto, con legami labili.
Il fegato ha il compito di mantenere basse le concentrazioni di questi due ormoni, trasformandoli in
forme meno attive e permettendone l’eliminazione. (nel caso di insufficienza epatica potremmo
avere iperestrinismo).
Tra le funzioni principali degli estrogeni ci sono lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari, gli
aumenti delle dimensioni degli organi sessuali, come utero vagina (che cambia struttura da un
epitelio cubico a stratificato più resistente), aumentano le dimensioni dell’endometrio uterino (che
si prepara per un eventuale gravidanza), aumentano il numero delle ciglia presenti sulla mucosa
delle tube, e ne aumentano anche la loro motilità permettendo la migrazione della cellula uovo
verso l’utero.
Iniziano anche a permettere lo sviluppo della mammella, permettendo accumulo di tessuto adiposo
e sviluppo di duttuli.
Gli estrogeni hanno inoltre una funzione importante nell’inibire il riassorbimento osseo da parte
degli osteoclasti, ma hanno anche la capacità di permettere la saldatura epifisaria in modo marcato.
[nell’età post-menopausale una riduzione degli estrogeni porta ad un maggior riassorbimento osseo
che porta ad osteoporosi].
Sono anche in gradi di aumentare la sintesi proteica ma in modo molto più lieve rispetto al
testosterone.
Sono anche responsabili di un maggior deposito di tessuto adiposo rispetto al maschio, specialmente
in determinati punti (non aumentano di molto il metabolismo basale).
Non permettono la crescita di peli; i peli che crescono dopo la pubertà sono dovuti alla secrezione
di androgeni dal surrene.
Hanno anche effetto sulla pelle che diviene più liscia e morbida (aumenta la vascolarizzazione e
quindi la temperatura) e sul riassorbimento elettrolitico, che aumenta soprattutto in gravidanza, con
trattenimento di sodio e acqua.
Tra le funzioni principali del progesterone ricordiamo invece quella di preparare l’endometrio alla
gravidanza, nella seconda parte del ciclo, e riduce anche le contrazioni uterine per evitare
l’eliminazione dell’ovocita impiantato.
Induce anche le secrezioni a livello delle tube di Falloppio per la nutrizione dell’ovocita, e permette
la proliferazione delle cellule della mammella (il latte è prodotto sotto stimolazione della
prolattina).
Il CICLO UTERINO, ossia le modifiche che avvengono a livello dell’utero, può essere suddiviso in
3 fasi:
- Fase proliferativa (estrogenica), primi 14 giorni del ciclo, fino all’ovulazione, caratterizzata
da una preparazione dell’endometrio uterino, da parte degli estrogeni che inducono una
proliferazione repentina, per ripristinale il giusto epitelio. Si ha un inspessimento e una
proliferazione dell’epitelio e delle ghiandole, e una crescita dei vasi. Le ghiandole secernono
un muco filante e sottile con il compito di guidare gli spermatozoi.
- Fase secretiva (progestinica), nella seconda metà del ciclo, sotto l’azione del progesterone
secreto dal corpo luteo; gli estrogeni inducono un ulteriore crescita, mentre il progesterone
determina turgore, permette la spiralizzazione dei vasi e aumenta la secrezione ghiandolare.
Nell’insieme queste due fasi hanno il compito di preparare l’utero all’annidamento
7 dell’uovo fecondato. Le tube e l’utero secernono una sostanza definita “latte uterino” che
nutre l’uovo nelle sue prime fasi di segmentazione.
- Mestruazione, se l’uovo non viene fecondato abbiamo una brusca caduta di progesterone ed
estrogeni che causano vasospasmo, costrizione vasale, che provoca minor afflusso di
metaboliti e quindi necrosi tissutale, con sfaldamento, e di conseguenza rottura vasale e
mestruazione. La perdita ematica non sfocia in formazione di trombi grazie ad una sostanza,
fibrolisina, che impedisce la coagulazione; nel momento in cui la perdita ematica è
maggiore, avremo la formazione di trombi se questa non è sufficiente.
Regolazione del ciclo mensile
LH e FSH sono secreti grazie alla liberazione dal nucleo arcuato dell’ipotalamo del GnRH, con
andamento ciclico ogni 90 minuti (altrimenti non avrebbe effetto adeguato) e sono influenzati anche
dal sistema limbico e quindi dalle influenze psichiche.
Gli estrogeni hanno un controllo su FSH e LH a feedback negativo, aumentando vanno a ridurre la
liberazione di questi a livello ipofisario e con minor efficacia anche a livello ipotalamico,
soprattutto influenzandone la secrezione pulsatile.
Inoltre abbiamo anche l’inibina, una glicoproteina secreta dalle cellule della granulosa del corpo
luteo, che inducono una riduzione ipofisaria della liberazione di FSH e anche di LH.
I meccanismi a feedback negativo li possiamo spiegare bene nel ciclo post ovulatorio, dove
l’aumento di estrogeni e progesterone inibisce la secrezione di gonadotropine.
Durante la fase di maturazione follicolare abbiamo una involuzione del corpo luteo, che fa
diminuire la secrezione di estrogeni e progesterone, viene meno l’inibizione e quindi si rialzano i
livelli di LH e FSH.
Nella fase preovulatoria, si ha un aumento di LH e FSH che sono necessari per l’ovulazione, e si
crede che sia l’aumento degli estrogeni e progesterone che agisce con feedback positivo per
l’aumento di produzione di LH e FSH, indispensabili ad alta concentrazione per permettere
l’ovulazione. ( nel caso in cui non avvenga ciclo anovulatorio).
Pubertà: inizio della vita sessuale
Menarca: prima mestruazione
Possiamo vedere che prima della pubertà l’ipotalamo è quasi inattivo e non si ha una secrezione
adeguata di GnRH, che invece aumenta intorno agli 8 anni e arriva al suo culmine con la pubertà
intorno agli 11-16 (con il menarca).
All’età di 45-50 anni solitamente si entra in menopausa, caratterizzata da cicli mestruali sempre
meno regolati che tendono ad azzerarsi nei primi 6 mesi. Le ovaie entrano in “esaurimento”,
estrogeni e progesterone diminuiscono, tanto da non riuscire ad inibire adeguatamente LH e FSH
che sono secreti continuamente, ma non riescono a determinare un ciclo mestruale.
L’assenza di estrogeni provoca variazioni al corpo come affaticabilità, stanchezza, irritabilità,
diminuzione della resistenza ossea, sensazione di dispnea, vampate di calore con cui la donna deve
fare i conti, spesso utilizzando cure farmaceutiche, come con estrogeni.
IPOGONAD