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INDIRIZZO STRUTTURALISTA

Utilizza dati oggettivi che si basano su valori misurabili, rispecchia quindi la posizione della

geografia culturale tradizionale. Non solo il territorio ma anche le culture sono studiate come

aggregati di elementi secondo schemi generali al fine poi di classificarle.

INDIRIZZO SEMIOTICO

Poiché il simbolo è un tipo di segno, e il segno è oggetto della semiotica, ne consegue che,

considerando la cultura come patrimonio di simboli, la semiotica costituisca la base teorica di

riferimento per una geografia culturale incline ad esplorare le connotazioni simboliche dei luoghi e

degli spazi e i valori cui le connotazioni conducono. Costituisce un quadro di riferimento per

interpretare il territorio in termini di relazioni tra soggetto, segno e significato. I geografi europei,

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soprattutto quelli francesi, non mostrarono entusiasmo per l’indirizzo semiotico. Claval a tal

proposito si chiese come potesse essere adoperato tale sistema per consocere i meccanismi della

società. Maggiore attenzione fu attribuita dai geografi anglosassoni, soprattutto dai postmodernisti.

Numerosi furono i contributi dedicati al paesaggio urbano in chiave simbolica.

Si considerino l’Arc de Triomphe e la Grande Arche. Per la loro natura, tali manufatti non

verrebbero considerati dalla geografia a sfondo strutturalista, diversamente da quanto farebbe la

geografia semiotica, che li vedrebbe come simboli attraverso i quali è possibile approdare a

narrazioni su Parigi, la Francia e sul mondo. In posizione leggermente elevata, l’Arco di Trionfo

esibisce i segni della potenza francese, che conducono a significati di solidità politica e sociale e di

orgoglio nazionale. Il paesaggio nel quale è sito il Grande Arco è prettamente storico (basti pensare

alla cattedrale di Notre Dame). Tale paesaggio è improntato di forme nuove e all’avanguardia, di un

qualcosa che spinge verso il futuro. La Grande Arche può infatti essere visto come una grande arca

che trasporta verso una nuova dimensione esistenziale. Mentre l’Arco di Trionfo riflette su valori

antichi , l’altro indica un futuro incerto (guardando avanti). L’arco di Trionfo è un portale d’accesso

a un significato moderno, quello del progresso, dettato dalla ragione. L’altro è un portale aperto su

un insieme di significati possibili, quelli dell’immaginazione. Il primo è moderno, il secondo

postmoderno.

L’esempio mostra come la geo culturale mostri il rapporto tra simbolo e significato.

INDIRIZZO SPIRITUALISTA

Lo Spiritualismo è un movimento di pensiero sorto nell’Ottocento, che affonda le radici nella

filosofia di Socrate e Platone e si propone di ricondurre la realtà alla coscienza umana, considerando

quest’ultima come l’impronta della trascendenza e la sede di tutti i valori della natura e della storia.

La collocazione della persona è al centro del mondo: genera un evidente soggettivismo; implica la

delegittimazione del Razionalismo come unico procedimento di costruzione della conoscenza. La

geografia culturale può aprire nuove strade nella ricerca dei valori spirituali ce le culture hanno

attribuito ai luoghi. Lungo queste strade le manifestazioni geografiche della cultura non sarebbero

indagate e rappresentate in termini di simboli e valori ma piuttosto in termini di connotazioni

impresse al territorio dalle manifestazioni più elevate dello spirito umano. La ricerca del potenziale

espressivo è compiuta non tanto attraverso la rappresentazione del territorio, quanto piuttosto dalla

testimonianze poetiche, letterarie e figurative, rievocate da persone di una certa sensibilità, per cui

l’attenzione è rivolta al testo, attraverso il quale il contesto geografico acquisisce senso.

INDIRIZZO ECLETTICO

Tale indirizzo trae radici dall’Eclettismo, indirizzo filosofico che consiste nello scegliere dalle

dottrine di differenti filosofi le tesi che più si apprezzano senza curarsi troppo della reciproca

coerenza e della connessione di queste con i sistemi di origine. Questa impostazione dà modo di

muovere da un’idea di cultura concettualmente estesa dei comportamenti delle conoscenze e delle

credenze. Nello studio del paesaggio, per esempio, vengono descritte le forme materiali del

paesaggio secondo la linea strutturalista, l’universo dei simboli che connotano il paesaggio secondo

l’indirizzo semiotico e i valori estetici del paesaggio e l’impostazione spiritualista.

COMPRENDERE LA RAPPRESENTAZIONE – EPILOGO INDIRIZZI

Scandigliando gli indirizzi si avvertono tracce consistenti di Positivismo e Strutturalismo, cui si

aggiungono propensioni poststrutturaliste, revival di Romanticismo e influenze dello Spiritualismo

e dell’Esistenzialismo. Tanta ricchezza teorica apre un ampio ventaglio di itinerari per indagare le

manifestazioni geografiche della cultura. Una tale varietà dipende principalmente dal fatto che si

possono produrre varie rappresentazioni, che differiscono in base all’indirizzo nel quale ci si

muove. All’interno dell’indirizzo strutturalista, si avrà cura di rappresentare l’etnia come un

complesso di individui che hanno in comune una stessa lingua, religione e magari anche fattori

genetici. All’interno dell’indirizzo semiotico invece si coglieranno i simboli e i valori che

quell’etnia attribuisce alla natura, alla convivenza sociale e alla trascendenza. All’interno

dell’indirizzo spiritualista la rappresentazione consisterà nei valori che l’arte, la poesia, la musica

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(tutte le espressioni intellettuali prodotte da quell’etnia) hanno attribuito al territorio. Al di là delle

differenziazioni dei singoli indirizzi, il geografo si trova dinanzi ad un dubbio epistemologico

profondo: scegliere una rappresentazione basata sul principio razionalista di casualità e una

rappresentazione che prescinda dall’esistenza di rapporti di causalità tra gli elementi geografici in

considerazione.

GEOGRAFIA SEMIOTICA DELLA CULTURA: SEGNI E SIMBOLI

Per la trattazione di questo argomento è necessario enunciare due premesse. La prima riguarda la

base epistemologica della geografia che risiede nell’assumere che la cultura consista nella creazione

e trasformazione di simboli e nell’attribuire loro significati, vale a dire spiegazioni, teorie, valori. La

seconda premessa riguarda l’obiettivo della rappresentazione della cultura e consiste nel ritenere

che il compito della geografia culturale non consista nell’indagare fatti umani da una prospettiva

geografica sensibile alla cultura, ma piuttosto nell’indagare le manifestazioni geografiche della

cultura, considerando la cultura come oggetto d’indagine. Si chiamerà <prospettiva implicita>

quella che consideri che ogni fatto umano contenga aspetti culturali cui si può attribuire rilevanza.

Si chiamerà <prospettiva esplicita> la ricerca geoculturale che abbia per oggetto le manifestazioni

territoriali della cultura e che sia condotta su una base concettuale e con metodi propri.

Come risaputo, nell’800 Taylor introdusse l’idea della cultura come fatto sociale. Già in quel

momento Taylor ritenne che la cultura di una comunità fosse costituita soprattutto da fatti

intellettuali, conoscenze, capacità immaginative, da elementi insomma che rientrassero nella sfera

spirituale. Gli antropologi della scuola positivista sostennero che la cultura, se intesa soltanto come

<<idee della mente>> è un’astrazione e come tale, non possa essere oggetto di conoscenza

scientifica. L’emergere di due posizioni contrapposte riflette una situazione di fondo: se escludiamo

le manifestazioni spirituali dal campo d’indagine, la cultura diventa una realtà che può essere

spiegata secondo schemi razionalisti perché costituita da tecniche e da meccanismi sociali che

possono essere descritti adottando il principio di causalità; se invece facciamo posto alle

manifestazioni spirituali non possiamo adottare criteri razionalisti.

In merito a tale dibattito, l’antropologo White asseriva che:

La categoria o ordine culturale di fenomeni è costituita da fatti che dipendono da una facoltà

peculiare alla specie umana, cioè la capacità di usare simboli. Questi fatti sono le idee, sentimenti

ecc che costituiscono una cultura.

Quell’intervento ebbe merito di estendere l’attenzione degli antropologi a fatti non materiali. Ne è

derivata una sistemazione della materia in base alla quale la produzione di simboli e significati è

stata assunta come la manifestazione più alta della specie umana. Secondo questa visione, il

comportamento umano si manifesta creando simboli che sono essenzialmente il prodotto delle

nostre reazioni nei riguardi dei contesti con cui entriamo in relazione. Il processo di reazione-

creazione si sviliuppa su quattro livelli. Al primo livello ha luogo la produzione di reazioni istintive

di fronte ad una sollecitazione esterna (vedendo un frutto su un albero si è spinti a coglierlo). La

reazione può anche essere il risultato di un’elaborazione di esperienze (secondo livello) (vedendo il

frutto lo si coglierà solo se ci si è accertati dopo esperienza che questo sia maturo). Al terzo livello

si manifesta la capacità di controllo di fatti esterni (la capacità potrebbe consistere nell’uso di

tecniche per migliorare la produzione di un albero e difenderlo dai parassiti). La manifestazione più

alta del comportamento (quarto livello) consiste nella produzione di simboli attraverso i quali

rappresentiamo la realtà anche prescindendo dal rapporto fisico coi singoli oggetti e facendo uso

dell’immaginazione (immaginando altre coltivazioni di alberi). La produzione di simboli diventa

una manifestazione intellettuale che dà forma alla cultura. Costituita da lingue, credenze e codici, la

cultura è divenuta a sé stante, che esiste indipendentemente dalla società perché è costituita da

patrimoni di simboli e significati che si trasmettono attraverso le generazioni.

Adottando questo concetto di cultura la geografia culturale identifica un suo ben circoscritto campo

di indagine, all’interno del quale il geografo ha l’opportunità di ampliare gli orizzonti investigativi

delle manifestazioni umane sul territorio. Adottando un’impostazione tradizionale, le religioni sono

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considerate dal geografo in rapporto alla loro diffusione territoriale e al peso che assumono nello

spazio nelle quale sono professate. Considerando la cultura come impianto di simboli, i singoli

luoghi e spazi sono rappresentati in rapporto ai simboli e ai relativi valori attribuiti dalle comunità

locali.

Quando concepita come un universo di simboli accumulati lungo un determinato percorso storico

da una com

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
10 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher buckethead92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Da Pozzo Carlo.