Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 19
Organizzazione industriale - Di gioacchino Pag. 1 Organizzazione industriale - Di gioacchino Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Organizzazione industriale - Di gioacchino Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Organizzazione industriale - Di gioacchino Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Organizzazione industriale - Di gioacchino Pag. 16
1 su 19
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

H= S

dall’indice di Herfindahl: . Nel modello di Cournot con imprese si può

i

i=1

H H

L= L=θ θ

dimostrare che . L’espressione può essere generalizzata a ; in cui

ε ε

0 1

misura il grado di collusione, che è nel modello di Bertrand, nel modello di Cournot e

1 in caso di monopolio. Possiamo concludere che il grado di potere di mercato dipende da

H ε H

tre variabili: l’elasticità della domanda ; la concentrazione ; e il grado di collusione

θ .

3.3. Differenziazione del prodotto e modello di Hotelling

I prodotti sono differenziati se i consumatori sono persuasi che lo siano; le imprese possono

adottare strategie di differenziazione del prodotto al fine di creare diversità oggettive o presunte tra

i prodotti appartenenti ad uno stesso mercato. In questo caso le imprese devono scegliere prima di

tutto il grado di differenziazione e data la differenziazione del prodotto il prezzo. Con tante piccole

imprese si ha una struttura di mercato monopolistica, cioè con le stesse caratteristiche della

concorrenza perfetta tranne l’omogeneità del prodotto, il che implica che essendo i beni

differenziati, la curva di domanda dell’impresa non è orizzontale e l’impresa quindi guadagna un

certo di potere di mercato, quindi può fissare il prezzo

3.3.1. Differenziazione spaziale del prodotto: modello di Hotelling

Procediamo a ritroso: data la localizzazione, le imprese fissano simultaneamente il prezzo.

Immaginiamo una strada di lunghezza unitaria con le imprese localizzate ai due estremi. I

consumatori sono distribuiti uniformemente lungo la strada, la loro preferenza è data quindi

in base alla posizione. I consumatori acquistano una unità del bene ciascuno. Le preferenze

dei consumatori per un prodotto o l’altro dipendono dalla distanza. La disutilità derivante

dal consumo di un prodotto diverso dal preferito è misurata dal costo unitario di trasporto

t . Ogni consumatore acquista dall’impresa che, tenendo conto dei costi di trasporto,

pratica il prezzo più basso. Lungo la strada di lunghezza unitaria, il consumatore indifferente

p x p x

x x

́ ́

+t = +t (1− )

si trova nel punto tale che: . Tutti i consumatori a sinistra di

0 1

0

acquistano dall’impresa che si trova in , tutti quelli a destra si recano dall’impresa che

1

si trova in . A differenza del modello di Bertrand, l’impresa che pratica un prezzo più alto non

perde tutti i consumatori. Il motivo è che i prodotti venduti dalle due imprese non sono identici

agli occhi dei consumatori, quindi la curva di domanda per ciascuna impresa è inclinata

negativamente. Per trovare l’equilibrio bisogna massimizzare i profitti e trovare le funzioni di

reazione, che come sempre vanno messe a sistema.

3.3.2. Conviene differenziare il prodotto?

Nel primo stadio, quello della scelta della localizzazione, qual è la scelta delle imprese? La miglior

strategia consiste nel non differenziare i prodotti, quindi le due imprese si posizionano al

centro. Ma questo risultato non è valido per ogni situazione, infatti dipende dai costi di trasporto

e dalla distribuzione dei consumatori.

3.4. Duopolio con scelta sequenziale: modello di Stackelberg

n=2

Le ipotesi alla base di questo modello sono: ; decisioni sequenziali; strategia: quantità;

prodotto omogeneo; una sola ripetizione; il prezzo si stabilisce nel mercato in modo da

assorbire tutta l’offerta. In più per semplicità: rendimenti di scala costanti, cioè

AC AC p=a−b

= =c (q +q )

; e funzione di domanda lineare, cioè .

1 2

1 2

L’impresa leader muove per prima, per trovare l’equilibrio procediamo per induzione

q (q )

all’indietro: la scelta ottima dell’impresa follower è data dalla funzione di reazione ,

F L

( )

Max q p q , q q

( )

[ −c ]

anticipando la scelta del follower, l’impresa leader risolve .

L L F L

4. Strategie anticompetitive

4.1. Deterrenza all’entrata

La deterrenza all’entrata consiste in pratiche volte a scoraggiare l’entrata, avviene

principalmente attraverso:

4.1.1. Espansione della capacità produttiva

1 2

Consideriamo due imprese, monopolista, potenziale entrante. Ipotizziamo che la

produzione coincide con la capacità produttiva e che 2 decide se entrare dopo aver

M

( ) 2

π q >0

osservato il livello di produzione scelto da 1. Se per l’impresa è conveniente

2 1 D

1 q

entrare, anche se la produce la quantità di monopolio. La quantità di deterrenza 1

D

( )

π q =0

deve essere tale da non rendere conveniente entrare nel mercato: . A questo

2 1 M D S S

D ( ) ( )

π q π q

q <

punto la questione è: conviene scegliere oppure accettare l’entrata? Se 1 1 1 1

1

non conviene impedire l’entrata.

4.1.2. Proliferazione dei prodotti

1 2

Consideriamo due imprese, monopolista, potenziale entrante. Ipotizziamo un

prodotto differenziato in termini di una singola caratteristica, cioè la locazione; inoltre non

p p p 1

= = ́

c’è competizione di prezzo, quindi . la prima mossa spetta all’impresa ,

1 2

che può scegliere una sola varietà oppure due varietà del prodotto, ipotizzando che per

F

ogni varietà di prodotto si paga un costo fisso , ma non ci sono altri costi. Immaginiamo

0 1

che la locazione può avvenire su un tratto di strada che va da a , se il monopolista scegli

1

x= 2

una sola localizzazione/varietà, si posizionerà in . Se anche l’impresa si posiziona al

2

1 1

p F< p

́ −F ́

centro i profitti per ciascuna impresa sono , positivi se . Se il monopolista

2 2

1 3

x= x= 2

sceglie due localizzazioni si posizionerà il e . Se l’impresa entra si

4 4

1 1

p F> p

́ −F ́

posizionerà al centro. I profitti per l’entrante sono . Se i profitti

4 4

2 1

dell’entrante sono negativi, quindi resta fuori e la ottiene l’intero mercato. Al

1

p F> p

́ −2 ́ −F

monopolista convengono due localizzazioni infatti .

2

4.1.3. Contratti di lungo periodo

Ipotizziamo un contratto tra un’impresa già esistente sul mercato e l’acquirente che

specifichi non solo il prezzo da pagare, ma anche una penale che l’acquirente deve pagare

se rompe il contratto. Un rivale entrerà nel mercato solo se è in grado di fissare un prezzo di

vendita tale da compensare anche la penale, e per fare questo deve avere costi

sufficientemente più bassi del monopolista. Mediante il contratto, l’impresa sul mercato e

l’acquirente hanno il potere di fissare una “tassa” di ingresso per i potenziali entranti.

4.2. Comportamento predatorio

Il comportamento predatorio è sempre una pratica escludente, come la deterrenza

all’entrata ma invece di scoraggiare l’entrata in un mercato induce l’impresa che vi è

appena entrata all’uscita. Questo solitamente praticando prezzi al di sotto dei costi, così rinuncio

a profitti correnti in vista di maggiori profitti futuri.

4.2.1. La scuola di Chicago

Secondo la scuola di Chicago il comportamento predatorio non dovrebbe mai essere

osservato. Infatti, un’impresa razionale non dovrebbe uscire quando subisce un attacco

predatorio e, conseguentemente, un’impresa razionale non dovrebbe mai iniziare un

attacco predatorio. Questo risultato però si basa su ipotesi di razionalità, perfetta

informazione e mercati dei capitali perfetti; che possono facilmente venire meno. Supponiamo

ad esempio che un’impresa non disponga di risorse proprie per far fronte all’”aggressione”, a

questo se i mercati di capitali non sono perfetti potrebbe non ottenere un finanziamento e sarebbe

costretta ad uscire dal mercato. McGee invece sostiene che la predazione è una strategia

dominata, poiché la fusione è più profittevole. Tuttavia spesso le fusioni sono proibite

dall’antitrust e se ci fossero diversi potenziali entranti alcuni potrebbero entrare solo con la

speranza di potersi fondere.

4.2.2. Informazione imperfetta

Un'altra ipotesi che viene facilmente meno è quella della perfetta informazione: difficilmente

l’entrante è in grado di conoscere i costi del monopolista, che possono essere alti o bassi .

Inoltre l’asimmetria informativa è alimentata dalla reputazione e dalla segnalazione. Infatti una

guerra di prezzo può essere giustificata dalla volontà di costruirsi una reputazione di impresa

aggressiva per scoraggiare l’eventuale entrata futura, poiché l’entrante non sa se il monopolista è

efficiente. inoltre un monopolista inefficiente al fine di prevenire l’entrata, ha un incentivo a fissare

prezzi predatori con l’obiettivo di mostrarsi efficiente; al contrario il monopolista efficiente non ha

incentivo a mostrarsi inefficiente. Ci sono dunque due equilibri di segnalazione: l’equilibrio

separatore in cui il monopolista efficiente pratica un prezzo più basso di quello di monopolio,

mentre il monopolista inefficiente pratica il prezzo di monopolio; e l’equilibrio pooling in cui il

monopolista efficiente fissa il prezzo di monopolio e il monopolista inefficiente lo imita per

scoraggiare l’entrata.

4.3. Collusione

La collusione può essere definita come accordi taciti o espliciti per aumentare il potere di

mercato o praticare prezzi più elevati rispetto all’equilibrio non cooperativo corrispondente.

Esiste un vantaggio nel colludere a causa della interdipendenza strategica, i profitti di monopolio

sono infatti maggiori della somma dei profitti di oligopolio. Gli accordi e le intese, verticali ed

orizzontali, sono vietati dall’art. 101.

n T

Il modello standard prevede imprese, infinito. La collusione è sostenibile solo se

ogni impresa preferisce scegliere la strategia collusiva piuttosto che deviare ed essere poi

D C

π −π

C C D P i i

→ π V ≥ π δV → δ ≥

punita .

i i i i C P

V −V

i i

4.3.1. Collusione nel modello alla Bertrand n=2

Le ipotesi alla base di questo modello sono che: ; la strategia è il prezzo; il prodotto

T

è omogeneo; le decisioni sono simultanee; il gioco è ripetuto volte. Per semplicità i

AC AC

= =c

rendimenti di scala sono costanti: ; e la funzione di domanda è lineare:

1 2

p=a−bQ .

T T

; c)

(c

Se è infinito, l

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
19 pagine
2 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/10 Organizzazione aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lorycaprio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia dell'organizzazione industriale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Di Gioacchino Debora.