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IL
L’azione esercitata dall’uomo sugli elementi della natura è connessa al cambiamento che
l’uomo può generare sull’ambiente circostante al fine di soddisfare bisogni e desideri.
L’azione organizzativa ha lo scopo di fondere la componente umana e la componente
tecnologica, per soddisfare i bisogni dell’uomo e per comporre le differenze presenti
all’interno dei gruppi.
Bisogna essere in grado di guardare all’organizzazione come a un sistema che cambia nel
tempo, che può essere infestato da cambiamenti culturali e politici.
Mutano le condizioni umane e tecnologiche e allo stesso tempo mutano le organizzazioni.
1. Il modello di Rohmert e Luczak
Il modello di Rohmert e Luczak (1979), che costituisce una visione macroscopica e
sintetica di cosa sia accaduto alla storia dell’uomo con l’introduzione del lavoro organizzato,
può essere il punto di partenza per comprendere il cambiamento della realtà socio-
organizzativa ad opera dell’introduzione della tecnologia, che chiamiamo macchina. Il
modello tratta del dominio progressivo della componente tecnologica sulle funzioni
complessive sostenibili attraverso un sistema uomo-macchina.
Il modello descrive l’evoluzione delle organizzazioni produttive, attraverso l'attribuzione di
alcuni funzioni distintive per l'uomo e altre distintive per la macchina.
‐ 21 ‐
È importante ricordare che con il progredire della tecnologia, vengono affidati compiti
sempre più ampi e di rilevanza alla macchina.
Analizzando tale progresso è possibile distinguere quattro fasi differenti:
1) prima della nascita dell’Organizzazione scientifica del lavoro;
Attività artigianale:
2) Prima rivoluzione industriale;
3) Automazione, seconda rivoluzione industriale;
4) fine anni ’60 in poi.
Fase della robotica:
Ogni fase è composta dall’uso di una specifica tecnologia, che ha determinato progressi
sul versante umano.
«Non può sfuggire il fatto che le macchine abbiano minacciato non solo l'identità ma anche
l'integrità del lavoratore, sostituendo in alcune delle sue funzioni o addirittura eliminandone
(Favretto, 1990)
la mansione (job killing)»
2. Il ciclo umano
Un altro modo per rappresentare l'evoluzione (o involuzione) del ruolo della macchina sul
lavoratore è quello dall'Uomo (U.m.M.u.), che
come Macchina alla Macchina come Uomo
parte dall’approccio tayloristico e approda alla robotica:
Le azioni che la macchina può acquisire e in seguito sostituire sono esclusivamente quelle
a complessità costante.
Al contrario, in una realtà organizzativa che costituisce la sua identità su compiti ad alta
professionalità, questi compiti possono essere esclusivamente svolti dall'essere umano.
Infatti, in ambienti ad alta complessità è impensabile che avvenga questa sostituzione
totale dell'uomo con il robot (es.: pubblicitario, strategie manageriali...).
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Sostituire l'uomo nelle organizzazioni una soluzione praticabile solo nei sistemi di tipo
routinario, ma questo non è possibile in sistemi laddove si deve sostenere un quotidiano
scambio con l'ambiente economico, sociale, politico.
La scelta dell'organizzazione di investire nelle nuove tecnologie dipende da molti fattori,
quali quello economico, ma anche di natura politica e industriale. Deve essere fatta una
riflessione su: quanto conviene, economicamente, sostituire il lavoro
Costo dell’investimento:
dell’uomo con quello della macchina?
quanto efficacemente posso sostituire il lavoro dell’uomo con quello di
L’efficacia:
un robot? Quanta affidabilità e continuità ho necessità di ottenere nell’attività del
mio reparto? La sostituzione degli uomini con le macchine potrà essere
ammortizzata nel tempo in modo adeguato? I rapporti e le relazioni industriali me lo
consentiranno?
Nella figura sottostante sono i settori in cui risulta chiaro che per l’ideazione, sono
appannaggio esclusivo dell’uomo. ■ □ ■
‐ 23 ‐
CAPITOLO IV
ORGANIZZAZIONE, SCIENZA E TECNOLOGIA
È importante sottolineare che la componente tecnologica non è strettamente necessaria
per l’efficienza di un’organizzazione.
1. Lo sviluppo della tecnologia
con il dominio della scienza si assottiglia sempre di più l’impostazione
Enciclopedie:
filosofica, speculativa e ideologica del sapere.
si assiste alla nuova invenzione di prototipi di macchine sviluppate e al più
Illuminismo:
frequente sviluppo di macchinari come telai, filatoi, magli (invenzione macchina a vapore e
telaio Jacquard).
Da notare che il fatto che queste nuove invenzioni provengono dal basso, ovvero da
falegnami o semplici operai. Avviene così, con il passare del tempo, un interscambio tra
innovatori e scienziati.
Il sistema in uso precedentemente (atività lavorativa nelle botteghe) viene smantellato e
ricostruito daccapo. Con l’introduzione di macchine e l’utilizzo del vapore come energia
primaria, l’uomo diventa un elemento intercambiabile con qualsiasi altro essere umano
all’interno della fabbrica.
La specialità del nuovo sistema industriale sta nel suo apporto alla scienza, nel contribuire
a progettare ed a realizzare l’innovazione
Normalmente, i manuali individuano i primi esempi di moderno insediamento industriale in
Inghilterra o nei paesi di cultura anglofona o francofona. In realtà riteniamo molto stimolante
segnalare il fatto che il primo grande insediamento industriale della storia è costituito
dall’Arsenale (dal 1436 al 1600).
di Venezia
2. Il pensiero organizzativo moderno e le grandi
scuole
Assieme all’evoluzione dei sistemi organizzativi e produttivi, aumentò lo scambio e
l’interazione tra paesi. Si ritiene di poter individuare alcune linee guida in grado di
concettualizzare una mappa del pensiero moderno organizzativo:
1) (‘800):
Scuola tecnicista-quantitativa
Analisi scientifica del problema;
Attenzione agli elementi oggettivi, alla loro analisi, alla possibilità di quantificarli
e calcolarli;
Miglioramento abilità decisionali del manager;
Debolezza: incapacità di cogliere uno scenario più ampio del campo d0indagine
e nessuna rilevanza per la componente umana;
2) Scuola normativo-economica: ‐ 24 ‐
Ottimizzazione del ruolo di padronanza, indirizzo, controllo nella figura del capo;
Enfasi su obiettivi di raggiungimento della massima efficienza.
3) Scuola sistemica:
Rappresentazione dell’organizzazione come sistema aperto;
Approccio di tipo organico;
Focus su sitemi e scambio di info, energie e risorse;
Avvalersi di numerosi e differenti approcci al tema dell’analisi delle
organizzazioni.
4) Scuola del comportamento e sviluppo organizzativo:
Qualità dei prodotti e dei servizi;
Coinvolgimento della componente umana;
Motivazione dei collaboratori, delle attività di leadership;
Crisi delle teorie classiche tecnicista e normativista;
Coinvolgimento delle parti profonde del comportamento dell’uomo;
Facilitamento nell’esecuzione di compiti e mansioni in cui l’individuo è
considerato parte integrante.
■ □ ■
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PARTE III: IL RAZIONALISMO ORGANIZZATIVO
CAPITOLO V
DI ORGANIZZAZIONE CLASSICA
MODELLI
1. Principi della teoria classica
L’organizzazione del lavoro trova il suo focus del ed è sostenuta dai
controllo centralizzato
seguenti principi:
1) o prevede che la sia forte e chiara;
Principio scalare gerarchico: piramide aziendale
2) ciascun membro deve sapere esattamente chi è l’unica persona
Unità di comando:
dalla quale deve dipendere e alla quale deve rispondere;
3) nel momento in cui sorge un problema, esso va trasferito al
Principio di eccezione:
soggetto con più alto potere decisionale;
4) numero ottimale id subordinati che possono far capo a un
Ambito di controllo:
superiore;
5) chiara suddivisione del potere, della responsabilità e
Specializzazione organizzativa:
del lavoro. Da ciò discende, a livello macroscopico, il principio dello staff & line,
secondo il quale i reparti di produzione e direzione devono essere distinti. Ad un livello
microscopico, tale principio stabilisce che, ad ogni individuo, deve essere attribuito un
numero di compiti (da ripetere) il più possibile limitato. Questo riguarda sia i reparti di
direzione (staff) che di produzione (line);
6) distinzione tra responsabilità e compiti diretta
Accentramento e decentramento:
dall’amministrazione centrale.
Da questo tipo di principi nascono le organizzazioni in cui i compiti sono
burocratiche,
rigidamente predefiniti.
2. Efficacia ed efficienza
Le organizzazioni sono costituite per essere le unità più efficaci e più efficienti.
grado con il quale l’organizzazione riesce a realizzare i propri scopi ed
Efficacia:
obiettivi; rapporto tra il risultato e i mezzi impiegati per ottenerlo, cioè la capacità di
Efficienza:
raggiungere i risultati in modo correlato alla quantità degli investimenti fatti.
A parità di risultato, quindi di efficacia, più alta è la quantità delle risorse impiegate, più basso
sarà il livello di efficienza.
Di seguito analizzeremo i principali autori sul pensiero dei quali si sostiene quella che
abbiamo definito la Inizieremo con i due principali rappresentati della
teoria classica. teoria
(Fayol e Weber), per poi proseguire con Taylor e Ford. Svilupperemo
economico-normativa
poi i contributi principali che hanno messo in crisi i modelli classici, con gli autori moderni
che rappresentano il punto più elevato di quella che l’attualità e i
del farsi e del disfarsi
modelli sistemici e sociotecnici. ‐ 26 ‐
3. Henry Fayol
Il suo modello teorico rappresenta una delle elaborazioni più sistematiche, rigorose e
complete dell’approccio organizzativo classico.
Nelle sue teorizzazioni, Fayol si ispira a due grandi organizzazioni: la Chiesa e l’Esercito.
Nel settore organizzazione dello Stato, esaminò il funzionamento del Ministero delle Poste
e dei Telegrafi e pubblicò un articolo sulle riforme necessarie per migliorarne le prestazioni.
Egli gettò le basi della con un contributo di fondamentale
dottrina direzionale moderna
importanza: la divisione della funzione direttiva dalle altre funzioni presenti in
un’organizzazione.
Nei primi anni di divulgazione, le opere di Taylor e Fayol sono state l