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La minaccia di nuovi entranti: può mettere sotto pressione in un settore le organizzazioni già
consolidate, costringendole a mantenere bassi i prezzi o ad aumentare gli investimenti, e dipende in
larga misura dalla quantità e dall’entità di potenziali barriere all’entrata, come gli investimenti
richiesti.
Il potere dei fornitori: fornitori grandi e potenti possono richiedere prezzi più alti, ridurre i servizi e
la qualità e trasferire i costi sui propri clienti. La concentrazione di fornitori e la disponibilità di
sostituti sono fattori significativi nel determinare il potere dei fornitori.
Il potere dei clienti: compratori potenti possono spingere i prezzi al ribasso, richiedere migliori
servizi o maggiore qualità e far lievitare i costi per le organizzazioni fornitrici.
La minaccia dei prodotti sostitutivi: la minaccia dei prodotti alternativi o sostitutivi a prodotti e
servizi della propria azienda può essere influenzato da variazioni di prezzo, nuove tecnologie,
tendenze sociali che indeboliscono la fedeltà dei clienti e altri mutamenti dell’ambiente.
La rivalità tra i concorrenti: è influenzata dalle quattro forze precedenti, oltre che dal prezzo e dalla
differenziazione dei prodotti.
Per ottenere un vantaggio competitivo all’interno di queste cinque forze, Porter afferma che
un’azienda può adottare una delle quattro strategie competitive associate:
Differenziazione: le organizzazioni cercano di distinguere i propri prodotti o servizi dagli altri
competitori del settore, allo scopo di ottenere nel cliente una percezione del prodotto o del
servizio come unico. Questa strategia si rivolge a una clientela che non dà particolare importanza al
prezzo. La strategia di differenziazione può ridurre la rivalità tra i concorrenti e scongiurare la
minaccia di prodotti sostitutivi sfruttando la fedeltà dei clienti alla marca. Bisogna però realizzare
un certo numero di attività costose, ricerca sul prodotto, progettazione e una promozione
massiccia (Apple).
La strategia di differenziazione implica orientamento all’apprendimento, agisce in maniera
flessibile e senza molti vincoli, con un forte coordinamento orizzontale, premia la creatività dei
dipendenti, l’assunzione di rischi e l’innovazione.
Leadership di costo: si cerca di incrementare la quota di mercato mantenendo bassi i costi rispetto
ai concorrenti. L’organizzazione deve cercare in maniera aggressiva l’efficienza negli impianti
e operare stretti controlli per realizzare prodotti più efficientemente dei propri concorrenti. Questa
strategia ha a che fare con la stabilità piuttosto che con l’assunzione di rischi o la ricerca di nuove
opportunità per l’innovazione e la crescita. La sfida è ridurre i prezzi rispetto ai concorrenti, ma
mantenendo una qualità analoga (Ryanair).
La strategia di leadership di costo implica orientamento all’efficacia, una forte autorità centrale,
stretto controllo dei costi con report frequenti e dettagliati, procedure operative standard, attenta
supervisione, compiti routinari, limitata responsabilità dei dipendenti.
Focalizzazione: l’organizzazione si concentra su una specifica area di mercato o su un
determinato gruppo di acquirenti, cercando di raggiungere un vantaggio di costo o un vantaggio
di differenziazione nell’ambito di un mercato ristretto (Puma): leadership di costo focalizzata e
differenziazione focalizzata.
La tipologia strategica di Miles e Snow: si basa sull’idea che i manager cerchino di formulare
strategia che possano essere congruenti con l’ambiente esterno, una coerenza tra caratteristiche
interne dell’organizzazione, la strategia e l’ambiente esterno. In questo senso esistono quattro
strategie possibili:
La strategia di esplorazione: consiste nell’innovare, assumere rischi, ricercare nuove opportunità
e crescere. Questa strategia si adatta bene ad ambienti dinamici e in crescita, nei quali la creatività è
più importante dell’efficienza (Google).
La strategia di esplorazione implica orientamento all’apprendimento.
La strategia difensiva: riguarda la stabilità o addirittura lo snellimento, si cerca di tenersi stretti i
clienti attuali, senza innovare, né cercare la crescita, avendo a cuore soprattutto l’efficienza
interna e il controllo al fine di offrire prodotti affidabili e di alta qualità, destinati ad una
clientela stabile. Questa strategia può essere efficace quando l’organizzazione opera in un settore in
declino o in un ambiente stabile (Paramount Pictures).
La strategia di difesa implica orientamento all’efficienza, autorità centralizzata, stretto controllo
sui costi, bassi costi generali, attenta supervisione, limitata responsabilità dei dipendenti.
La strategia analitica: si cerca di mantenere un livello delle attività stabile, innovando al contempo
alla periferia. Alcuni prodotti verranno indirizzati verso ambienti stabili nei quali è utilizzata una
strategia di efficienza elaborata per mantenere i clienti attuali, mentre altri verranno indirizzati verso
ambienti nuovi e più dinamici dove è possibile la crescita. L’azienda che persegue questa strategia
mira a bilanciare la produzione efficiente per le attuali linee di prodotto o di servizio con lo
sviluppo creativo di nuove linee di prodotto (Amazon.com).
La strategia di analisi bilancia l’efficienza e l’apprendimento, opera uno stretto controllo sui
costi, implica flessibilità e adattamento, enfasi sulla creatività, ricerca e assunzione dei rischi
per l’innovazione.
La strategia reattiva: in realtà non è affatto una strategia, poiché si risponde alle minacce
ambientali e alle opportunità caso per caso. Il top manager non possiede piani a lungo termine ben
definiti e non ha fornito all’organizzazione una mission o obiettivi espliciti, cosicchè
l’organizzazione intraprende qualsiasi azione che sembri rispondere alle necessità immediate (Dell).
La strategia di reazione non implica nessun chiaro approccio organizzativo e le caratteristiche
della struttura possono cambiare bruscamente in base alle necessità del momento.
Altri fattori che influenzano la struttura organizzativa sono l’ambiente, la dimensione, il ciclo di
vita, la tecnologia e la cultura organizzativa, che insieme alla strategia sono detti fattori
contingenti. In termini di dimensioni e ciclo di vita, le organizzazioni giovani e piccole sono
informali e hanno un basso grado di divisione del lavoro, poche regole e regolamenti e sistema di
budgeting e risultati ad hoc; invece le gradi organizzazione hanno un alto grado di divisione del
lavoro, numerose regole e regolamenti e procedure e sistema di budgeting, controllo, ricompensa e
innovazione standardizzati. La struttura si adatta poi alla tecnologia che caratterizza il flusso
produttivo dell’organizzazione. E la cultura organizzativa può indirizzare verso una struttura
verticale o verso una struttura orizzontale, fatta di lavori di gruppo, collaborazione, creatività e
comunicazione aperta fra dipendenti e manager.
(Gli approcci tradizionali alla misurazione dell’efficacia guardano parti diverse
dell’organizzazione e misurano indicatori legati a output, input o attività interne. Gli indicatori degli
obiettivi misurano il progresso verso il conseguimento degli obiettivi: gli obiettivi da considerare
sono quelli operativi, perché quelli ufficiali sono astratti e difficili da misurare. Gli indicatori
monitorati secondo l’approccio degli obiettivi comprendono la redditività, la quota di mercato, la
crescita, la responsabilità sociale e la qualità del prodotto. Gli indicatori basati sulle risorse
considerano gli input del processo di trasformazione: le organizzazione per essere efficaci devono
riuscire ad ottenere e gestire risorse scarse e di valore; l’approccio alle risorse comprende la
posizione negoziale, la capacità dei decisori dell’organizzazione di percepire e interpretare
correttamente le reali caratteristiche dell’ambiente esterno, la capacità dei manager di utilizzare
risorse tangibili, la capacità dell’organizzazione di rispondere ai cambiamenti dell’ambiente. Gli
indicatori dei processi interni misurano l’efficacia come stato di salute ed efficienza interna
dell’organizzazione: i processi devono essere fluidi e ben funzionanti e le attività organizzative si
devono armonizzare assicurando un’elevata produttività (Non si prende in considerazione
l’ambiente esterno); gli indicatori dei processi interni sono una cultura aziendale forte e adattiva e
un clima di lavoro positivo, l’efficienza operativa, una comunicazione verticale e orizzontale non
distorta, la crescita e lo sviluppo dei dipendenti.)
La rilevazione dell’efficacia organizzativa attraverso l’approccio ai valori competitivi consiste
di un modello delle relazioni umane (Focus interno e flessibilità; valori obiettivo: sviluppo delle
risorse umane; sotto-obiettivo: coesione morale, formazione), un modello dei sistemi aperti (Focus
esterno e flessibilità; crescita, acquisizione di risorse; flessibilità, prontezza), un modello del
processo interno (Focus interno e controllo; stabilità, equilibrio; gestione dell’informazione,
comunicazione) e un modello degli obiettivi razionali (Focus esterno e controllo; produttività,
efficienza, profitto; pianificazione, scelta obiettivi).
3.
I tre componenti chiave nella definizione della struttura organizzativa sono: la struttura
organizzativa indica i rapporti di dipendenza formale, compresi il numero di livelli gerarchici e
le span of control di manager e supervisori; la struttura organizzativa identifica il
raggruppamento di individui in unità organizzative e di unità organizzative nella totalità
dell’organizzazione; la struttura organizzativa comprende la progettazione di sistemi che
assicurino una comunicazione un coordinamento efficaci e l’integrazione degli sforzi tra le
unità.
I rapporti di dipendenza formale, cioè le relazioni verticali: quanto è maggiore il numero di livelli
gerarchici nella struttura tanto maggiore è il peso della gerarchia e la centralizzazione, invece
quanto è minore il numero di livelli gerarchici e la struttura tende ad appiattirsi, quanto più c’è
ampia diffusione delle responsabilità, deleghe, minore accentramento e minor peso della gerarchia
(Tutto questo si vede nell’organigramma).
Le modalità di ripartizione delle attività tra operatori, cioè tra le singole unità organizzative: criteri
di specializzazione lungo la dimensione orizzontale.
- Questi due aspetti sono stabili, sempre osservabili e sempre fo