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ALLINEAMENTO STRUTTURALE
S.funzionale S.funzionale S.divisionale S.matriciale S.orizzontale S. a
rete VERTICALE ORIZZONATLE
SINTOMI DI INADEGUATEZZA STRUTTURALE
• Le decisioni vengono ritardate o non sono accurate
• L’organizzazione non reagisce in maniera innovativa all’ambiente che cambia
• Si riscontra un tasso troppo alto di conflittualità
TECNOLOGIA CORE PER I SERVIZI A LIVELLO ORGANIZZATIVO
La tecnologia è un insieme di aspetti,di metodi,di strumenti anche fisici,di know how che
caratterizzano il processo core (produttivo) di un'organizzazione.
TECNOLOGIE MANIFATTURIERE TECNOLOGIE DI SERVIZI
⁃ produce un output tangibile (prodotto fisico) - produce un output
intangibile
⁃ produzione e consumo non avvengono simultan - produzione e consumo sono
⁃ eamente,ma separatamente (per esempio produco simultanei (per esempio
l'incontro
⁃ un bene in giappone poi lo vedo in italia) tra cliente ed avvocato)
⁃ può non esserci alcun contatto tra nucleo - il no è in contatto diretto col
cliente,vi
⁃ operativo e cliente,vi è quindi bassa o nulla è quindi elevata interazione
⁃ interazione tra no e cliente - la qualità è percepita ma
difficilmente
⁃ la qualità dei prodotti può essere misurata misurata
⁃ direttamente sul prodotto stesso
⁃ il fattore umano può essere meno rilevante - il fattore umano è
estremamente importante in quanto determina la qualità del
servizi
- sono definite capital intensive (ad intensità di - sono definite labor and
knowledge ⁃ capitale) intensive perchè l'uomo è
molto impo
⁃ -tempo di risposta al mercato da parte del no – tempo di risposta
rapido perchè il
può essere medio-lungo servizio deve essere fornito quando
richiesto dal cl
- il luogo di produzione del bene è - il luogo di erogazione del servizio è
scarsamente importante perchè un prodotto importante ,infatti è necessaria la
prossimità
può essere realizzato in un luogo ma venduto in con il cliente
un altro luogo
IMPATTI DELLE TECNOLOGIE SULLA STRUTTURA
ORGANIZZATIVA SERVIZI PRODOTTI
-centralizzazione bassa: permette al no di prendere alta
decisioni e risolvere problemi
-formalizzazione bassa: per garantire più flessibilità alta
e meno rigidità
-professionalità alta: i no deve avere conoscenze bassa: solo capacità
tecniche tecniche ma anche relazionali
-dispersione geografica alta:per garantire la prossimità col cliente bassa: no
prossimità
-ruoli o unità di confine pochi: il no comunica direttamente col molti
(cioè ruoli o unità che cliente
si occupano dell'ambiente
esterno come le condizioni
del mercato o della domanda)
FORME DI CONTROLLO ORGANIZZATIVO
1-controllo burocratico: è una forma di controllo che si basa su regole e procedure
formali,infatti si chiama cosi perchè è proprio la tradizionale forma delle burocrazie.
2-controllo clanico: (da clan=tribù) si fonda non su meccanismi formali e burocratici ma
su fattori sociali,cioè sul fatto che si crea un sistema di relazioni tra le persone che
costituisce un vincolo circa le attese reciproche dei vari membri del gruppo;si basa anche
sulla condivisione di valori professionali all'interno di un gruppo.
3-controllo di mercato: si fonda sul meccanismo che consente di misurare la performance
(o output) delle singole unità di lavoro e ricompensarle a seconda degli output realizzati
da ognuna di esse. Esso può avvenire o all'interno dell'organizzazione (contatto team-
amministratore delegato) o all'esterno (cliente-amministratore delegato). Per esempio nel
caso sol vi è un forte orientamento al mercato esterno,in quanto orientato alla
soddisfazione del cliente.
Sono tutte forme di controllo differenti,ma non sono forme una alternativa all'altra,infatti
man mano che l'organizzazione diventa più complessa,più queste forme coesisteranno
all'interno dell'organizzazione. Mentre nelle piccole imprese,solitamente si adotta un
controllo clanico in quanto si basa sulla supervisione dell'imprenditore.
CULTURA ORGANIZZATIVA
DEFINIZIONE
• E’ l’insieme coerente degli assunti fondamentali che un dato gruppo ha inventato,
scoperto o sviluppato – imparando ad affrontare i suoi problemi di adattamento
esterno e di integrazione interna – che hanno funzionato abbastanza bene da poter
essere considerati validi, e perciò tali da essere insegnati ai nuovi membri come il
modo corretto di percepire, pensare e sentire in relazione a quei
problemi” (Schein, 1986).
• È uno schema del modo di pensare, sentire e reagire che esiste in una specifica
organizzazione o nelle sue componenti e unità, è un “programma mentale”
specifico e unico di quella organizzazione. (Hofstede et al., 1990)
• Più sinteticamente: la cultura è un insieme di assunti (principi e idee) impliciti,
condivisi dai membri di una organizzazione, che influenzano le interpretazioni dei
problemi, le decisioni e i comportamenti organizzativi.
LE FUNZIONI DELLA CULTURA ORGANIZZATIVA
1. Sopravvivenza e adattamento all'ambiente esterno: cioè interpretare l'ambiente
esterno e prendere le conseguenti decisioni strategiche. Infatti la cultura
contribuisce a dirigere le attività quotidiane dei dipendenti verso il
raggiungimento di di determinati obiettivi, e può aiutare l'organizzazione a
rispondere rapidamente ai bisogni dei clienti o alle mosse dei concorrenti.
2. Integrazione interna: al fine di garantire relazioni ed equilibrio tra le componenti
del sistema. Infatti è la cultura che guida i rapporti di lavoro quotidiano e
determina il modo in cui le persone comunicano all'interno
dell'organizzazione,quale comportamento sia accettabile e quale non lo sia,il
modo in cui vengono assunti potere e status.
ASSUNTI CULTURALI DI BASE
• Artefatti culturali: ossia elementi di “superficie” in quanto sono quelli
immediatamente osservabili e facilmente visibili come il
linguaggio,l'abbigliamento,i riti sociali,l'organizzazione degli spazi,strategie di
socializzazione,simboli.
• Assunti di base: ossia aspetti molto più profondi che si imparano con il tempo,
attraverso l'osservazione di tutti i comportamenti,linguaggi,relazioni per diventare
culturalmente sensibili (sensibilità culturale):
1. Distanza dal potere: è una variabile che si riferisce a quanto le differenze di ruolo/
status sono percepite come importanti. Esso può essere elevato o basso. É elevato
quando i capi sono distanti,difficilmente raggiungibili (sia di persona che per
esempio tramite posta elettronica, cioè bisogna fare molta anticamera per
incontrarli),intangibilità del capo,luoghi lavorativi separati. É basso quando i capi
sono accessibili, vi è un interazione diretta tra capo e collaboratori,vi è una
condizione paritaria tra i due, i ruoli sono gerachicamente diversi ma vicini
sentendosi tutti alla pari, tra di loro,vi è una logica di squadra orizzontale,maggior
collaborazione capo e collaboratore. Nel caso analizzato in classe da un lato le
aspettative del capo sono dirette ad una bassa distanza tra capo e collaboratore,
mentre dal punto di vista del collaboratore vi deve essere un alta distanza tra i
due.
2. Relazione uomo-contesto: vi sono due diverse modalità:
3. - proattività: quando tutte le persone dell'organizzazione cercano di modificare il
contesto di lavoro, per esempio proponendo cambiamenti,nuove idee,interpretano
il proprio ruolo.
4. - passività: quando le persone subiscono il contesto,lavorano in una struttura ben
formalizzata, dove devono svolgere certi ruoli ben precisi, rispettare certe
regole,comportarsi in un certo modo,non devono quindi interpratare il ruolo,ne
proporre cambiamenti o idee diverse,sono persone esecutive e passive.
5. Nel caso analizzato in aula, dal punto di vista del capo i collaboratori devono
essere proattivi quindi non devono essere solo esecutori, mentre il collaboratore
ritiene di dover essere solo un buon esecutore.
6. Stili di leadership: dal punto di vista della presa delle decisioni,lo stile del capo
può essere:
7. - direttivo: stile in cui ci si aspetta che il capo prenda delle decisioni in prima
persona,che le comunichi ai suoi dipendenti, i quali poi devono eseguire i compiti
assegnati dal capo. In questo caso quindi il capo possiede tutte le
competenze,conoscenze e informazioni necessarie e solo lui si fa carico delle
responsabilità. Vi è quindi un alta centralizzazione.
8. - partecipativo: il capo possiede le proprie competenze,conoscenze ed
informazioni ma anche i dipendenti possono esprimere le proprie idee in quanto il
capo ritiene che anche loro abbiano delle conoscenze ed informazioni necessarie
per migliorare le decisioni del capo. In questo caso quindi tutti si assumeranno le
proprie responsabilità e non solo il capo. I dipendenti possono essere chiamati a:
dare delle opinioni (primo grado), proporre possibili soluzioni (secondo grado) e
prendere delle decisioni insieme al capo (terzo grado).
9. - delegativo: il capo tendenzialmente delega le decisioni in quanto ha piena
fiducia nei suoi collaboratori grazie alle loro conoscenze,competenze ed
informazioni. Il capo funge da coordinatore ed eventualmente risolve dei
problemi ai collaboratori. Vi è quindi un basso grado di centralizzazione.
10. Nel caso analizzato in classe il capo ritiene che tutti i collaboratori debbano avere
conoscenze,competenze e informazioni utili e tutti siano responsabili dei risultati
aziendali, mentre il collaboratore ritene che le competenze e conoscenze le
possieda solo il capo e che le responsabilità del risultato sia di sola competenza
del capo.
11. Assunti sulla natura umana: gli studi evidenziano che a tal proposito le
organizzazioni hanno idee differenti, in particolare Douglas McGregor ne “Il
volto umano delle imprese” scoprì che ci sono due diverse teorie sui lavoratori:
12. - teoria x : quando i manager hanno una considerazione negativa della natura
umana,tale per cui vengono evidenziate queste caratteristiche: l'uomo è visto solo
come homo economicus,cioè lavora solo spinto dal denaro e da nessun altra
motivazione; le persone hanno comportamenti opportunistici quindi se non sono
sottoposti a controlli tenderanno ad essere pigri o a lavorare solo per un interesse
personale; i manager hanno una scarsa fiducia a priori sulle persone; le persone
evitano le responsabilità; vi è una visione statica dell'uomo,secondo cui l'uomo
difficilmente è disp