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Organizzazione Aziendale
Sommario
1COMUNICAZIONE
......................................................................................................................... 2
2NEGOZIAZIONE E CONFLITTI ..................................................................................................... 3
3POTERE
........................................................................................................................................ 5
4LEADERSHIP
................................................................................................................................ 7
5STRUTTURA
................................................................................................................................. 7
6PEOPLE MANAGMENT
................................................................................................................ 9
7CULTURA
.................................................................................................................................... 10
1
1 C OMUNICAZIONE
Comunicazione significa letteralmente “mettere in comune”. Si tratta di uno scambio di significato
caratterizzato da 6 diverse peculiarità:
• Emittente e destinatario;
• Codice;
• Messaggio;
• Canale;
• Contesto;
• Efficacia.
Comunicazione è comportamento. Esistono cinque assiomi cinque proprietà relative alla
comunicazione:
1. È impossibile non comunicare;
2. La comunicazione si muove su due livelli: contenuto e relazione;
3. La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione
tra i comunicanti;
4. Gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico sia con quello analogico;
5. Gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari.
Non è importante solo quello che si dice, ma anche quello che non si dice: non verbal
communication. Secondo Albert Mehrabian l’efficacia di quello che diciamo dipende da:
• 55% spetto corporeo;
• 58% aspetto vocale;
• 7% aspetto verbale.
La comunicazione può poi essere:
• Verbale:
Funzione predominante;
o Funzione fatica;
o Funzione poetica;
o Funzione metalinguistica;
o Funzione referenziale;
o Funzione conativa.
o
• Scritta;
• Non verbale; 2
• Elettronica;
• Linguaggi specifici;
• Miti;
• Umorismo;
• Simboli;
• Riti.
I canali della comunicazione possono essere due: formale e informale.
2 N EGOZIAZIONE E CONFLITTI
La negoziazione è la modalità con cui gli individui risolvono i conflitti, ed è anche il modo principale
in cui le organizzazioni decidono. Con la negoziazione si gestisce l’incertezza.
I conflitti possono avvenire su due livelli: intrapersonali e interpersonali. In base al punto di vista c’è
una diversa interpretazione del conflitto:
• Unitario-tradizionale: lo considera una perdita di tempo;
• Pluralista-relazionale: lo accetta;
• Interattivo: lo considera necessario;
• Radicale: lo considera una lotta tra classi.
Il processo si suddivide in:
• Condizioni antecedenti il conflitto;
• Conflitto percepito;
• Conflitto manifesto;
• Risoluzione:
Confronto diretto;
o Terza parte;
o Soppressione.
o
• Dopo conflitto.
I fattori scatenanti invece possono essere:
• Individuali:
Valori;
o Atteggiamenti;
o Convinzioni;
o Bisogni;
o 3
Personalità;
o Percezioni;
o Giudizio.
o
• Situazionali:
Sovrapposizione di personalità;
o Interdipendenza;
o Consenso;
o Incongruenze di status.
o
• Organizzativi:
Specializzazione;
o Scarsità di risorse;
o Autorità multiple;
o Regole e procedure.
o
La diagnosi dipende da:
• Materie in questione;
• Dimensione degli interessi;
• Gioco negoziale;
• Continuità interazione;
• Leadership;
• Coinvolgimento di terzi;
• Percezione dell’andamento.
La gestione del conflitto a sua volta dipende dallo stile, dal confronto e dagli interventi
organizzativi:
• Stile: Collaborazione;
o Compromesso;
o Competizione;
o Accomodamento;
o Evitamento.
o
• Confronto:
Bargaining: compromessi;
o Mediazione;
o 4
Arbitrato;
o Negoziazione per principi.
o
• Interventi organizzativi:
Goal setting integrativo;
o Regole;
o Allocazione risorse;
o Job rotation.
o
I conflitti possono poi avvenire anche al livello dei gruppi: intragruppi e intergruppi.
3 P OTERE
La pervasività del potere può avvenire ad un livello giuridico, politico e organizzativo. Secondo
Weber si può distinguere in quattro parti:
• Potenza;
• Potere legittimo;
• Potere economico e ideologico;
• Legittimità:
Tradizionale;
o Carismatica;
o Legal-tradizionale.
o
Il processo di influenza del potere è caratterizzato dalla dipendenza, dall’uso della forza, dal
coinvolgimento per calcolo e dall’asimmetria di potere. Caratteristiche fondamentali del potere
sono:
• Contratto psicologico, ovvero le aspettative;
• Autorità legittima: comando e accettazione;
• Potere: acquiescenza, politica organizzativa.
Da ricompensa;
o Coercitivo;
o Esperienza;
o Carismatico
o Obbedienza e crudeltà.
o
L’influenza su basi organizzative dipende invece da:
• Determinanti situazionali:
Contingenze strategiche;
o 5
Incertezza ambientale;
o Sostituibilità delle attività;
o Centralità nel flusso delle attività;
o Cambiamenti ambiente.
o
• Caratteristiche personali:
Competenze;
o Fiducia in se stessi;
o Orientamento all’organizzazione;
o Bisogno di potere
o
• Mantenere l’influenza:
Influenza sulle strategie;
o Attrarre persone di talento;
o Influire sui sistemi di controllo del comportamento;
o Influenza sulla progettazione organizzativa.
o
L’influenza su basi personali è invece perlopiù caratterizzata dal potere dell’esperto e dal potere
carismatico. Il potere carismatico è caratterizzato da:
• Comunicazione non verbale;
• Un forte credo;
• Immagine;
• Interazione tra gruppi;
• Passato negativo;
• Futuro positivo.
Il manager invece deve essere in grado di influenzare i propri collaboratori attraverso:
• Personalità;
• Comportamento assertivo;
• Formazione di coalizioni;
• Negoziazione;
• Appello autorità superiore;
• Uso di punizioni. 6
4 L EADERSHIP
Alla base della leadership ci sono i tratti della singola persona, partendo dai Big Five. Un leader è
inoltre una persona che sente bisogno di potere. Per quanto riguarda il comportamento la
distribuzione del potere può avvenire in tre modi: autocratico, partecipativo, laissez-faire.
Teorie contingenti:
• Modello Fiedler:
Variabili situazionali: relazione leader membri del gruppo, prescrittività compiti,
o posizioni di potere;
Orientamento alla leadership: last preferred co-worker;
o Efficacia leadership;
o Teoria della risorsa cognitiva: conoscenze, intelligenza, capacità.
o
• Teoria percorso-obiettivo: comportamenti leadership (direttiva, supportava, partecipativa,
orientata al successo), fattori situazionali.
• Modello Hersey-Blanchard: prescrivere, vendere, coinvolgere, delegare;
• Modello Vroom-Yetton.
Teorie del processo:
• Leadership transazionale e trasformazionale:
Transazionale: ricompense contingenti, gestire per eccezioni, approccio permissivo;
o Trasformazionale: carisma, ispirazione, considerazione, stimolare intellettualmente,
o comportamenti.
• Scambio leader follower (SLC).
Teorie del risultato:
• Equilibrio;
• Strategicità;
• Durata;
• Selfless;
• Variabili demografiche;
• Variabili comportamentali.
5 S
TRUTTURA
La struttura organizzativa è caratterizzata da tre peculiarità: complessità, che dipende dal numero
di attività; formalizzazione, che dipende dall’impiego di regole e procedure; centralizzazione, che
dipende dalla distribuzione del potere.
In un’organizzazione è molto importante l’ambiente circostante, perché questo influisce in maniera
significante con l’organizzazione stessa. L’ambiente può essere stabile o dinamico. 7
I modelli organizzativi di base sono:
• Organizzazione meccanica:
Mercati stabili e prevedibili;
o Routine;
o Struttura rigida gerarchica;
o Meno autonomia decisionale.
o
• Organizzazione organica:
Dinamismo ambientale (mercato e tecnologie);
o Adattamento;
o Comunicazione orizzontale.
o
• Organizzazione mista tecnologia (MDT):
Tecnologie cambiano;
o Mercato standard.
o
• Organizzazione mista mercato (MDM):
Tecnologie standard;
o Mercato cambia.
o
Per quanto riguarda la progettazione e la struttura organizzativa:
• Divisione del lavoro e interdipendenze:
Scientific Managment;
o Job enrichment;
o Task specialization;
o Personal specialization.
o
• Interdipendenze:
Sequenziale;
o Reciproca;
o Generica.
o
Le strutture organizzative formali sono:
• Struttura funzionale (specifiche tecniche);
• Struttura divisionale (per prodotti);
• Struttura a matrice (project manager, per progetti);
• Struttura per processi; 8
• Struttura a network (mutuo aggiustamento).
6 P M
EOPLE ANAGMENT
Le competenze di people managment sono legate alla people strategy. La mobilità e lo sviluppo
sono legati a:
• Ricerca e selezione:
Punti di vista individuali:
o Personalità;
Background socio economico;
Prime esperienze informali di socialità lavorativa.
Punti di vista organizzazione:
o Ricerca;
Selezione: conoscenze, personalità e attitudini, capacità, competenze,
potenziale;
Autoselezione.
• Inserimento e socializzazione organizzativa:
Competenze utilizzate;
o Task performance;
o Contextual performance.
o
• Formazione:
Specifica;
o Generica.
o
• Carriera:
Punti di vista individuali:
o Sottoidentità.
Punti di vista organizzazione:
o Percorsi: lineare, da esperto, a spirale, transitoria;
Criteri: anzianità, merito, sufficientemente adeguato, partnersh