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FORMING
È la fase di orientamento. I membri e il gruppo stesso ha bisogno di sicurezza, di difesa dalla soggettività, di
appropriazione del territorio. È possibile che si mostri una certa incertezza e confusione, ma è normale dato
che il gruppo non è ancora nato. Infatti non si può ancora parlare di gruppo, ma di un insieme di persone che
tentano di definire gli scopi e gli obiettivi del lavoro di gruppo e cominciano a stabilire le attività e le priorità.
Il bisogno prevalente del gruppo è quello dell’orientamento (come già detto). Sono importanti le attività
informative e di elaborazione.
STORMING
È la fase della conflittualità. I membri si espongono, si fa il censimento delle risorse interne e la resistenza e
l’ostilità da parte di qualcuno non può mancare. Il gruppo quindi a valutare le reali potenzialità dell’azione
comune. È una fase delicata perché ad alto potenziale di conflittualità poiché si tratta di confrontare con
precisione le diverse idee su obiettivi e strategie e il/i leader (formali e/o informali) cominciano ad esercitare la
loro influenza. Importanti sono i compiti di natura informativa, elaborativa, di gestione del conflitto,
legittimazione e negoziazione.
NORMING
È la fase di coesione. Ora si può parlare effettivamente di senso di appartenenza al gruppo. Vi è un elevato
confronto interno e l’influenza reciproca viene esercitata senza la preoccupazione di cadere nel conflitto
interpersonale. Vi è consenso sugli obiettivi e le regole, sulla leadership, coesione sui compiti e fra i membri. È
importante in questa fase gestire le dinamiche di illusione (una volta scelto il leader i membri hanno l’illusione
che sia tutto sistemato, anche se magari ci sono ancora conflitti aperti che si preferisce non affrontare per
preservare l’integrità), disillusione (presa di coscienza da parte dei membri dell’instabilità del gruppo) e
accettazione (superamento della fase precedente e maggiore libertà di espressione).
PERFORMING
Il gruppo matura la consapevolezza di essere un’entità con capacità sperimentate: è la fase di strutturazione. Si
ha un senso di appartenenza totale, di integrazione, di flessibilità e tolleranza, si riescono a raggiungere gli
obiettivi e si ha una buona gestione del potere. 11
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LA LEADERSHIP
Alla base del potere di influenza nei gruppi e nelle organizzazioni abbiamo due tipologie di potere: uno basato
posizione organizzativa formale leadership.
sulla e uno sulla La prima attribuisce al leader una
responsabilità formale su obiettivi e risorse, quindi sarà lui il diretto interessato nel caso ci sia una carenza di
risorse o una cattiva comunicazione degli obiettivi. Inoltre gli viene attribuito formalmente un potere
decisionale, senza possibilità di opporsi o di discussione. Ha anche il potere di ricompensare chi ha fatto bene
il suo lavoro e di sanzionare chi non ha rispettato le regole.
La posizione gerarchica garantisce al diretto interessato un’autorità legittima, quindi un potere coercitivo e di
ricompensa verso i sottostanti. Nelle organizzazioni di questo tipo, assume una grande importanza la posizione
centralizza il flusso di attività,
o l’unita organizzativa che ogni membro o gruppo ricopre. Questo le rende 12
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facilmente interscambiabili, incertezza ambientale.
ma crea una certa Questi tre elementi creano un
potere
controllo delle contingenze strategiche e conferiscono alle specifiche posizioni.
La leadership invece è un processo di influenzamento che emerge dalla relazione sociale (le altre persone
riconoscono un soggetto come «autorevole»). Il processo di influenzamento avviene su più livelli:
• Interpretazione: problem setting (esempio: «I clienti percepiscono il nostro marchio come poco
‘green’» Perché è un problema? Tutti nel team lo vedono come un problema? Quali sono le cause?
Quali fattori contribuiscono di più, quali meno? Quali tra i clienti sono influenzati da quale fattore?)
• Decisione: problem solving («Si deve chiedere alla produzione di innovare il packaging dei prodotti»;
«Bisogna utilizzare parolechiave diverse nelle campagne pubblicitarie»; «Dobbiamo pubblicizzare su
media specializzati in temi di ecologia»; «I prodotti debbono essere innovati» Quali sono i criteri che
ci guidano nel decidere tra diverse alternative?).
• Azione: comportamento agito (Il referente della comunicazione della linea di prodotti si è messo al
lavoro con impegno per modificare la strategia di comunicazione.
Il grado di successo di un leader attraverso queste tre fasi, può essere calcolato con il personal power invetory,
ovvero un test che a seconda dei risultati riportati, ci collocherà in un piano cartesiano con quattro quadranti
dove ci verrà mostrato il grado di visibilità e di influenza.
Con lo studio sulla Leadership si sono succeduti nel tempo diverse prospettive di ricerca:
• L’APPROCCIO DEI TRATTI: si concentra su come un leader “è”.
Alcuni tratti della personalità sembrano essere più ricorrenti nelle persone che sono capaci di
svolgere il ruolo di leader. Questi tratti sono: i Big Five (estroversione, coscienziosità e apertura), per
quelli studiati da McClelland abbiamo il need of power predominante su need of affiliation; ed
elevata inibizione al potere nei leader efficaci, invece per Bass & Stodgill il problem solving,
achievement, responsabilità, partecipazione e coinvolgimento, status.
• L’APPROCCIO COMPORTAMENTALE: si concentra su ciò che un leader “fa”.
Le classi di comportamento maggiormente analizzate in questi studi riguardano la distribuzione del
potere decisionale e la focalizzazione sui compiti e sui comportamenti sociali. La prima fa emergere
tre stili tipicamente basati sulla distribuzione del potere decisionale, per l’appunto, e sono:
autocratico o direttivo, partecipativo o democratico e laissezfaire o delegato.
Invece, stili di leadership basati sulla focalizzazione su compiti e comportamenti sociali possono
essere: le ricerche della Ohio State University che fanno emergere due dimensioni comportamentali
initiating structure consideration
della leadership, quella (specificazione del metodo di lavoro) e la
(considerazione). Oppure le ricerche della University of Michigan stabiliscono che il comportamento
production/task centered
di leadership può essere descritto mediante due stili: (leadership centrata
employee centered
sulla produzione) e (leadership centrata sulla relazione).
• L’APPROCCIO CONTINGENTE: condizione efficacie degli stili di leadership. Gli approcci
contingenti alla leadership si basano sull’idea che ci possano essere differenti situazioni in cui diversi
stili di leadership sono efficaci: viene sviluppato un approccio situazionale o contingente alla
leadership, che tiene conto di fattori di contesto variabili. Le principali teorie contingenti sono:
Modello situazionale di Hersey and Blanchard (1984): è emerso che non esiste un modello
o perfetto e assoluto, ma contingente. Un aspetto interessante del modello è che lo stile di
leadership che un capo dovrebbe adottare dipende dal livello di maturità del collaboratore.
Ina base alle competenze e all’impegno dei collaboratori, lo stile di direzione dovrebbe
variare da persona a persona. A volte è possibile che si debba cambiare approccio con la
stessa persona a seconda del momento. Si fa distinzione quindi tra maturità lavorativa e
psicologica. prescrivere
Questo modello prevede quattro stili differenti: (si presenta molta attenzione al
compito e poco alla relazione. Il leader definisce ruoli e mansioni e sorveglia attentamente.
vendere
Si utilizza con collaboratori con basso grado di maturità), (si presta molta
attenzione sia al compito che alla relazione. Il leader definisce ruoli e mansioni, ma chiede
anche suggerimenti e pareri. Si usa con persone con una maturità mediobassa, ma con
scarso impegno e che hanno bisogno di una supervisione costante perché inesperte),
coinvolgere (poca attenzione al compito e molta alla relazione. Il leader partecipa e 13
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consiglia, ma delega le decisioni ai collaboratori. Si usa con collaboratori con un’alta
delegare
maturità e competenza, ma poca motivazione) e (poca attenzione sia al compito che
alla relazione. Il leader viene consultato per risolvere problemi, ma il collaboratore ha
maggiore autonomia. Si usa con persone con elevatissima maturità, competenze e impegno,
che riescono a lavorare in autonomia.
Modello di Fiedler: sono tre gli aspetti importanti di questa teoria. L’orientamento alla
o leadership viene calcolato con la scala LPC, il controllo della situazione posseduto da un
prescrittività dei compiti, relazioni leader
leader che viene deciso in base a tre fattori:
membri e posizione di potere.
La teoria del percorsoobiettivo: collega il comportamento del leader alla performance. Il
o ruolo del leader è di assicurare che il percorso verso l’obiettivo risulti chiaro ai collaboratori
e che non esistano barriere al conseguimento dell’obiettivo stesso. Esistono quattro stili che
leadership direttiva, leadership
possono influenzare i risultati e le ricompense:
supportiva, leadership partecipativa, leadership orientata al successo.
Ci sono dei fattori situazionali che interagiscono con il comportamento del leader. Essi
caratteristiche dei collaboratori
possono essere le (come abilità ed esperienza, locus of
fattori ambientali
control e autoritarismo) e i (come i compiti e l’organizzazione di gruppo.
Le teorie del processo: che determinano quali sono i processi attraverso cui si sviluppa la
o teoria della leadership
relazione tra i leader e i collaboratori. Una di esse è la
trasformazionale, di Bass del 1990. Spiega come i leader sviluppano e aumentano il
coinvolgimento dei collaboratori. Principalmente fa una distinzione tra trasformazionale e
transazionale: nella prima il leader e collaboratori condividono una vision, i leader
sviluppano e aumentano il coinvolgimento dei collaboratori in una idea di cambiamento.
Nella seconda il leader e collaboratori sono agenti di negoziazione, che trattano per
massimizzare la propria p