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CALCOLO DEL CAMPO MAGNETICO INDOTTO
La regola della mano destra vale anche per trovare la direzione di un campo
i
magnetico indotto generato da una corrente di spostamento .
s
i
Possiamo usare anche per conoscere l’intensità del campo magnetico indotto per
s
un condensatore in carica a piatti circolari di raggio R. Consideriamo semplicemente
lo spazio tra le armature come fosse costituito da una spira conduttrice circolare
i
immaginaria di raggio R, che trasporta una corrente immaginaria .
s
così facendo, l’intensità del campo magnetico in un punto interno al condensatore a
distanza r dal centro è:
EQUAZIONI DI MAXWELL
Le equazioni di maxwell sono 4 equazioni fondamentali dell’elettromagnetismo che
permettono di spiegare tutti i fenomeni elettrici e magnetici nel vuoto di cui siamo a
conoscenza.
Maxwell capì la natura unica delle interazioni elettriche e magnetiche e pose delle
equazioni di base per il campo elettromagnetico (nel vuoto):
A queste equazioni va poi aggiunta la Forza di Lorentz per poter studiare tutti i
fenomeni elettromagnetici (classici).
“L’ARCOBALENO DI MAXWELL”
Maxwell dimostrò che un raggio di luce è una configurazione di campi elettrici e
magnetici, un onda elettromagnetica e che l’ottica, cioè lo studio del
comportamento della luce visibile , è una branca dell’elettromagnetismo.
Ai tempi di maxwell, la luce visibile e le radiazioni infrarosse e ultraviolette erano le
uniche radiazioni elettromagnetiche conosciute.
Stimolato dalle previsioni di Maxwell, Hertz scoprì quelle che oggi sono chiamate
onde radio e verificò che esse si muovevano nel laboratorio alla stessa velocità della
luce visibile.
Oggi si conosce un intero spettro di onde elettromagnetiche: “l’arcobaleno di
Maxwell”.
Il sole è la sorgente principale.
Inoltre siamo anche bombardati da segnali radiotelevisivi.
Onde elettromagnetiche emesse dalle lampadine, dai motori caldi delle automobili,
dalle apparecchiature a raggi X, dai lampeggiatori fotografici e dalle sostanza
radioattive contenute nelle profondità della Terra.
Altre radiazioni giungono anche dalle stelle e dagli altri oggetti della nostra gaòassia
e dalle altre galassie.
La scala della lunghezza d’onda è disegnata in modo che ogni trattino della scala
rappresenti una variazione in lunghezza d’onda di un fattore 10. La scala è illimitata
perché le le lunghezze d’onda delle onde elettromagnetiche non hanno limiti.
Alcune regioni dello spettro elettromagnetico sono identificate da raggi X o onde
radio.
Altre regioni rappresentano bande di lunghezze d’onda specifiche.
Non ci sono discontinuità nello spettro elettromagnetico e tutte le onde viaggiano
nello spazio libero (vuoto) con la stessa velocità c.
I limiti dello spettro visibile non sono ben definiti poiché la curva di sensibilità
dell’occhio è asintotica sia per le lunghezze d’onda corte, che per quelle lunghe.
Tuttavia, l’occhio può intercettare radiazioni con lunghezze d’onda oltre questi
limiti, purché siano sufficientemente intense.
In molti esperimenti di fisica si utilizzano lastre fotografiche o rilevatori elettronici
fotosensibili al posto dell’occhio umano.
spettro elettromagnetico
ONDE ELETTROMAGNETICHE
I raggi X , i raggi gamma e la luce visibile sono prodotte da sorgenti di dimensioni
atomiche o nucleari seguendo le leggi della fisica quantistica. Il processo di
formazione di tali onde è creato da un oscillatore LC che stabilisce una pulsazione Ѡ
√LC
(= 1/ ). Cariche e correnti in questo circuito variano sinusoidalmente a questa
frequenza. Si deve prevedere una sorgente esterna (tipo una batteria) che fornisce
energia adatta a compensare sia le perdite per dissipazione termica nel circuito, sia
l’energia trasportata via dall’onda elettromagnetica irradiata
La corrente nelle aste associata a questo spostamento di carica varia anch’essa
sinusoidale, in intensità e direzione, alla pulsazione Ѡ. L’antenna produce l’effetto
di un dipolo elettrico. Poiché il momento del dipolo varia, il campo elettrico
prodotto dal dipolo varia a sua volta di intensità e direzione. Tuttavia, le variazioni
non si propagano istantaneamente, ma le perturbazioni avanzano a partire
dall’antenna alla velocità della luce c.
L’insieme dei campo variabili forma un’onda elettromagnetica che si propaga
dall’antenna con velocità c. La pulsazione di tale onda è Ѡ, stabilita dall’osservatore
LC. Il campo elettrico E e il campo magnetico B variano con il tempo mentre l’onda
raggiunge l’osservatore stazionario nel punto distante P.
Tenendo conto di tutte queste cose possiamo dire che: un’onda elettromagnetica
consiste di campo elettrico e magnetico oscillanti.
Tutte le disparate possibili frequenze che le onde elettromagnetiche possono
assumere costituiscono lo spettro di cui una porzione piccolissima è visibile sotto
forma di luce.
Un’onda elettromagnetica che si propaga lungo l’asse x ha un campo elettrico E e un
campo magnetico B con intensità che dipendono da X e da t secondo le equazioni:
ove Em e Bm rappresentano le ampiezze di E e B.
Il campo elettrico induce un campo magnetico e viceversa.
La velocità di un’onda elettromagnetica nel vuoto è c, che può essere scritta come:
ove E e B sono le intensità simultanee dei campi.
“Tutte le onde elettromagnetiche (pure luce) hanno nel vuoto la stessa velocità c”.
La velocità c è legata alle ampiezze dei campi elettrico e magnetico:
La velocità della luce è pari a:
TRASPORTO DI ENERGIA E VETTORE DI POYNTING
Un’onda elettromagnetica può trasportare energia e trasferirla al corpo su cui
incide. La quantità di energia trasportata nell’unità di tempo per unità di area da una
simile onda è descritta da un vettore S, detto vettore di Poynting, dal nome di
Poynting, che per primo en studiò le proprietà.
S è definito come:
la cui grandezza S è legata alla velocità con cui l’energia è trasportata da un’onda
attraverso l’unità d’area in ogni istante:
ed essendo dimensionalmente un’energia che attraversa un’unità d’area nell’unità
2
di tempo, la sua unità di misura è W/m .
“La direzione del vettore di Poynting S in un qualunque punto di un’onda
elettromagnetica dà la direzione di propagazione e del trasporto dell’energia in quel
punto.”
Poiché E e B sono tra loro perpendicolari nell’onda elettromagnetica, l’intensità E x B
è EB.
Allora l’intensità di S è:
La potenza, mediata sul tempo, con cui viene trasportata energia attraverso l’unità
di superficie è chiamata intensità I dell’onda:
in cui
Se la sorgente è puntiforme e isotropa (di uguale intensità in tutte le direzioni),
l’intensità a distanza r dalla sorgente S di potenza Ps è data da:
POLARIZZAZIONE
Lamina polarizzanti
Quando luce non polarizzata passa attraverso una lamina polarizzante, la luce che
emerge è polarizzata parallelamente alla direzione di polarizzazione; le componenti
parallele alla direzione privilegiata sono trasmesse, mentre quelle perpendicolari
sono assorbite.
Quando la luce non polarizzata di intensità I passa attraverso una lamina
0
polarizzante, la luce che emerge è polarizzata parallelamente alla direzione di
polarizzazione della lamina e la sua intensità è:
Se invece la luce incidente è già polarizzata, l’intensità trasmessa attraverso una
lamina polarizzante dipende dall’angolo ɵ tra la direzione di polarizzazione del fascio
originario e quello della lamina:
La luce è un’onda elettromagnetica: la perturbazione è costituita da campi elettrici e
magnetici oscillanti che si propagano anche nel vuoto.
L’insieme dei colori che formano la luce visibile è chiamato spettro e l’intervallo di
frequenze campo visibile.
Tutti i corpi in grado di emettere onde elettromagnetiche sono una sorgente di luce.
La propagazione della luce è rettilinea, è per questo che si parla di raggi luminosi.
In certe situazioni la luce si comporta come un’onda, in altre come un corpuscolo.
Ottica
L'ottica studia la propagazione della luce. Non si occupa quindi della natura della
luce né di come essa è prodotta. In prima approssimazione si osserva
sperimentalmente che la luce si propaga, in mezzi omogenei, per raggi che non sono
altro che linee rette.
Ci sono tre tipi di ottiche:
ottica geometrica: studia i fenomeni ottici assumendo che la luce si propaghi
mediante raggi rettilinei.
ottica fisica: studia i fenomeni di interferenza, diffrazione, polarizzazione della
luce ed i fenomeni per i quali non sono valide le ipotesi esemplificative
dell‘ottica geometrica, ma per i quali è necessario a ricorrere alla descrizione
del carattere ondulatorio della luce come radiazione elettromagnetica.
ottica quantistica: studia l'interazione della luce con la materia dal punto di
vista della meccanica quantistica.
Specchio sferico
Ci sono vari tipi di specchi sferici:
Specchio concavo sferico:
Si tratta di una calotta sferica con la parte interna riflettente. Un tale
specchio si dice concavo.
Specchio concavo parabolico:
Se invece di sezionare una sfera, sezioniamo un paraboloide, otteniamo uno
specchio concavo a sezione parabolica che ha la proprietà per cui la
convergenza nel fuoco si ha indipendentemente dalla distanza dall'asse ottico
del raggio incidente (ad esso parallelo). Si hanno così gli specchi concavi
parabolici che sono quindi più "precisi" di quelli sferici ed in essi non si ha
l'aberrazione descritta precedentemente .
Specchi convessi:
Consideriamo uno specchio ottenuto con una calotta sferica specchiata
all'esterno. In questi tipi di specchi, i cosiddetti specchi convessi, la riflessione
avviene nel seguente modo.
La riflessione è il fenomeno con cui un raggio di luce viene riflesso da una superficie
speculare (uno specchio)
Riflessione su uno specchio piano
Quando una sorgente luminosa (o un corpo illuminato) viene posta di fronte a una
superficie riflettente, detta specchio, sembra che in un punto all'interno dello
specchio vi sia un'altra sorgente di luce. In realtà, all'interno dello specchio vi è solo
u