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CONDIZIONI DI MOTO
Quando un fluido scorre in una conduttura può andare incontro a diversi tipi di condizioni di moto:
-Se la velocità di scorrimento è bassa, si parla di moto laminare; in questo caso il fluido si muove per
lamine sovrapposte, dove ogni lamina ha una velocità diversa dalle altre secondo un gradiente. Vicino alle
pareti della conduttura la velocità è nulla; man mano che ci si allontana la velocità aumenta fino al centro
dove è massima. La velocità media è pari a metà di quella massima. Il gradiente della velocità si misura
rispetto allo spessore della conduttura e si ha che: dv/dz.
-Se la velocità di scorrimento è elevata si parla invece di moto turbolento; la velocità elevata causa un forte
rimescolamento delle particelle del fluido, le quali si muovono in modo disordinato e si scontrano. Si
hanno quindi delle turbolenze forti che permettono di avere uno scorrimento veloce. La velocità è data
dalla somma dei vettori delle velocità delle singole particelle.
-Il moto intermedio è una condizione che sta in mezzo tra il moto laminare e quello turbolento.
Lo studio del moto dei fluidi è dovuto a Reynolds; il tipo di moto può essere stabilito dal numero di
Reynolds che rapporta le forze di inerzia con quelle viscose:
Re = ρvD/η
Al numeratore sono presenti le forze di inerzia, le quali si calcolano come ρv^2 e sono quindi proporzionale
all’energia cinetica del fluido; le forze viscose invece sono quelle che limitano il movimento del fluido e si
calcolano come ηv/D. il numero di Reynolds è un numero adimensionale. D è la dimensione caratteristica;
se si ha una conduttura cilindrica la dimensione caratteristica si identifica con il diametro. In generale vale
la relazione:
Deq = 4 sezione di passaggio/perimetro bagnato
In caso di una corona circolare si ha Deq = D-d, mentre in una superficie rettangolare Deq = 2Lh/(Lh)
In base al valore del numero di Re è possibile stabilire il tipo di moto:
Re < 2100 moto laminare
2100 < Re < 4000 moto di transizione
Re > 4000 moto turbolento
In caso di moto laminare il profilo della velocità in una conduttura è una parabola, dove la velocità media è
pari a metà di quella massima. Il moto laminare si verifica raramente, solo con fluidi molto viscosi e
condotte molto sottili.
In caso di moto turbolento non è possibile descrivere con un’equazione il profilo della velocità; si può dire
che si ha un profilo più piatto a causa delle turbolenze che contribuiscono a omogenizzare la quantità di
moto e sono presenti degli strati limiti in cui si ha il moto laminare. In questo caso si parla di moto a
pistone. →
In generale maggiore è il numero di Re meno importanza hanno gli strati limiti; quindi per Re infinito si
ha un profilo della velocità piatto.
TUBO DI PITOT E VENTURIMETRO
Esistono due principali strumenti per poter misurare la pressione dei fluidi tenendo conto della velocità
dell’energia cinetica:
-Il tubo di Pitot è una specie di manometro che misura la pressione di un fluido tenendo conto del
movimento delle particelle; la presa dello strumento è posta in maniera perpendicolare alla direzione del
fluido in modo da poter tenere conto dell’energia cinetica e quindi per misurare la pressione dinamica. Se il
fluido presenta una pressione maggiore di quella atmosferica, all’interno del tubo di alza una colonnina di
fluido. Utilizzando l’equazione di Bernoulli è possibile ricavare che la differenza di altezza moltiplicata per
l’accelerazione di gravità è uguale all’energia cinetica sommata alla differenza di pressione: Dzg = v^2/2 +
DP/ρ. Questo strumento consente quindi di misurare la velocità del fluido: v = rad 2DP/ρ. Dalla differenza
di pressione si ricava la velocità che può essere misurata in diversi punti e calcolando così il gradiente. In
caso di moto laminare conviene misurare la velocità al centro della conduttura in quanto è poi possibile
risalire alla velocità media, la quale è metà di quella massima.
-Il Venturimetro è caratterizzato da una strozzatura: un manometro a U viene posto prima della
strozzatura e dove si ha la strozzatura; si misura così la pressione differenziale tra i due punti in quanto si
crea un dislivello; applicando l’equazione di Bernoulli si ricava che la velocità nel restringimento è maggiore
di quella prima: questo significa che il fluido aumenta la sua velocità e diminuisce di pressione. È possibile
calcolare la velocità prima della strozzatura esprimendo la seconda velocità nei termini della prima ed
inserendo un fattore di correzione C che tiene conto degli attriti e delle turbolenze della conduttura.
CORREZIONI ALL’EQUAZIONE DI BERNOULLI
Quando si ha lo scorrimento di fluidi reali l’equazione di Bernoulli non può essere applicata direttamente
ma devono essere applicate alcune correzioni in modo da renderla corretta e accurata.
-In primo luogo è necessario modificare il termine v^2/2, ovvero quello legato all’energia cinetica. Nei fluidi
reali il profilo della velocità non è lineare ma è diverso; nella realtà quindi la media delle velocità è simile a
quella dei fluidi ideali, mentre l’energia cinetica aumenta: l’energia cinetica reale è maggiore di quella
teorica. Si introduce così un fattore di correzione per poter aumentare l’energia cinetica: si può utilizzare
l’alfa-denominatore, il quale è compreso tra 0,5 e 1; oppure l’alfa-numeratore, il quale è compreso tra 1 e
2. Questi due fattori sono uno il reciproco dell’altro. Il fattore alfa è legato al numero di Re: se alfa = 1 si ha
un moto turbolento e quindi lo scorrimento ideale coincide con quello reale. Nell’equazione di Bernoulli il
termine v^2/2 diventa quindi v^2/2alfa.
-Con i fluidi reali che scorrono in una conduttura parte dell’energia meccanica viene persa a causa degli
attriti che si hanno nello scorrimento del fluido con le pareti del tubo e tra le molecole stesse del fluido.
Nella realtà si ha quindi una diminuzione della pressione: se si considerano due punti in una conduttura, il
secondo presenta sempre una pressione minore. La diminuzione di pressione viene espressa utilizzando le
perdite di carico che si distinguono in due tipi: continue, ovvero che tengono conto degli attriti dei fluidi
con le pareti e tra le particelle stesse; localizzate, ovvero che tengono conto delle variazioni di percorso
della conduttura.
Le perdite di carico continue si calcolano in modo diverse a seconda del tipo di moto: in caso di moto
laminare si utilizza l’equazione di Hagen-Poiseuille: hf = 32 viscosità velocità lunghezza/ densità diametro al
quadrato. Le perdite di carico sono proporzionali alla viscosità, alla velocità e alla lunghezza della condotta;
sono inversamente proporzionali alla densità, in quanto se essa aumenta minori sono le perdite di attrito, e
al diametro^2 in quanto maggiore è D meno energia si perde. In caso di moto turbolento il fattore f è in
funzione del numero di Re e della scabrosità del materiale. Le perdite di carico si calcolano:
hf = 2 v^2 f l/D che è l’equazione di Fanning.
Le perdite di carico localizzate sono dovute a variazioni del percorso della conduttura come ad esempio
curve e valvole e sono legate all’energia cinetica:
hf = k v^2/2alfa
k è un valore difficile da calcolare che varia e che perciò è tabulato. Nel caso in cui si ha una grande
differenze nelle dimensioni delle due sezioni si può calcolare k per allargamento e restringimento della
conduttura:
per allargamento k = 1
per restringimento k = 0,4
Per gli altri casi è possibile assimilare le perdite di carico localizzate come continue aggiungendo alla
lunghezza della conduttura una lunghezza equivalente che tiene conto delle variazioni del percorso:
hf = 2 v^2 f l + leq/D
-A causa delle perdite di energia per attrito, nei sistemi di conduttura dei fluidi è possibile utilizzare delle
pompe, le quali forniscono energia e pressione. In questo caso viene inserita l’energia della pompa che si
calcola come Ep = Wp epsilon
Wp è l’energia assorbita della pompa che in genere è espressa per unità di massa i J/kg e che deriva dal
calcolo della potenza della pompa P = Wp m
epsilon è l’efficienza della pompa che rapporta l’energia assorbita con quella realmente ceduta al sistema;
in genere è compresa tra il 60 e il 70% ed è data dalle perdite di energia dovute agli attriti interni.
L’energia fornita della pompa, a parità di velocità, corrisponde a un aumento di pressione.
LA CAVITAZIONE
Le pompe centrifughe sono formate da una camera in cui è presente una girante che aspira il fluido e gli
conferisce pressione; esse lavorano a pressione costante e sono di semplice utilizzo ma possono dare
fenomeni di cavitazione. Se il fluido che entra nella pompa ha pressione inferiore a quella del vapore,
quando entra può bollire e sviluppare gas che potrebbero danneggiare la pompa. Il fluido arriva dal
serbatoio e salendo per arrivare alla pompa perde pressione ed energia a causa delle perdite di carico.
Quindi quando il fluido arriva alla pompa l’energia è bassa, la pressione è ridotta; se la pressione del fluido
entrante è minore della tensione del vapore, il fluido va incontro all’ebollizione e quindi al fenomeno della
cavitazione. Questa problematica può essere evitata se si minimizzano le perdite di carico, ovvero se si ha
una velocità di scorrimento non elevata, e se la pompa non viene posta tanto lontano dal serbatoio. Questo
perché quando il fluido sale, per energia per le perdite di carico e acquisisce energia potenziale.
TIPI DI POMPE
Le pompe servono per fornire energia meccanica al fluido per compensare le perdite dovute agli attriti che
si hanno nello scorrimento in condutture e nelle attrezzature; le pompe consentono di creare un percorso a
linea chiusa a seconda della quantità di energia necessaria. Le pompe sono sempre fatte di materiale
inerte e sanificabile; le pompe non devono presentare punti di accumulo/ristagno del prodotto, devono
essere facilmente svuotabili, sono in genere fatte di materiale plastico e sono pulite con sistemi di lavaggio
automatizzati. Le pompe si dividono principalmente in centrifughe e volumetriche.
Le pompe centrifughe sono di semplice utilizzo, un motore fa ruotare una girante che aspira il fluido e gli
fornisce energia cinetica, ovvero pressione; non intervengono sulla velocità in quanto essa è legata alla
portata in volume che è costante. Lavorano a pressio