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Tumore e neoplasia sono comunemente usati per indicare sia forme benigne che forme
maligne, sia tumori solidi che tumori che non formano una massa distinta come ad es.
le leucemie.
Tumori benigni : sono localizzati (non provocano metastasi) e non
infiltrano il tessuto normale. Circoscritti, capsulati e differenziati. Producono
danni rilevanti solo per compressione od ostruzione di strutture anatomiche
importanti (ad es. il tumore delle meningi, il tumore all’intestino) o, quando hanno
capacità secernente, a causa della grande quantità di sostanza prodotta (ad es.
insulinoma, tumore pancreas che può dare gravi crisi ipoglicemiche). I tumori benigni
sono istologicamente e citologicamente simili ai tessuti d’origine. Il fibroadenoma è un
tumore benigno ed è capsulato. La rimozione del tumore benigno è totale cosicché la
probabilità di una successiva insorgenza è bassa.
Tumori maligni : sono invasivi, cioè infiltrano i tessuti normali circostanti e
possono essere metastatici in organi/tessuti distanti dal punto d’origine, sono
indifferenziati. La morfologia delle cellule tumorali è diversa rispetto alle cellule del
tessuto d’origine. L’adenocarcinoma è un tumore maligno non capsulato. La rimozione
chirurgica o chimica del tumore maligno non è mai totale cosicché la probabilità di una
nuova insorgenza è alta. Caratteristiche cito-istologiche dei tumori maligni:
Anaplasia e atipia cellulare. Anaplasia: perdita del differenziamento cellulare
rispetto al tessuto di partenza. Il tumore anaplastico è fortemente
indifferenziato. Atipia: alterazioni del nucleo e citoplasma delle cellule. Nel colon
c’è la presenza di villi per aumentare la superficie di assorbimento delle
sostanze da eliminare, al di sotto del villo c’è la cripta con una struttura
digitiforme in cui ci sono le cellule staminali che si dividono, salgono lungo la
struttura del villo, si differenziano e acquisiscono la capacità funzionale di
assorbire. Tutto ciò richiede circa 5-6 giorni, dopodiché la cellula muore e va a
finire nel foro del colon. Visto in sezione traversale, nel villo normale ritrov iamo
gli enterociti e le cellule che producono la mucina. Nel tumore benigno la
struttura è più o meno mantenuta, il numero di cellule aumenta e le cellule pur
essendo costituite da poco citoplasma continuano a produrre mucina. Nel
tumore maligno ben differenziato i nuclei sono irregolari per forma e
distribuzione, sono stratificati, c’è assenza di mucina, i nucleoli sono larghi e
irregolari. Nel tumore maligno scarsamente differenziato c’è scarsa
rassomiglianza con l’epitelio del colon, presenza di figure mitotiche con
cromosomi condensati, organizzazione anomala e perdita delle funzioni. Nella
cervice uterina c’è un epitelio basale in cui ci sono le cellule staminali, ognuna
di essa si duplica poi una resta ferma e l’altra sale differenziandosi,
successivamente perde la capacità di differenziarsi e viene desquamata. Il
tumore che si origina dalla cervice porta alla distruzione dell’epitelio basale e
del differenziazione. Quindi nell’anaplasia le cellule perdono la capacità di
differenziarsi, ma mantengono la capacità di proliferarsi.
Attività mitotica aumentata.
Modelli di crescita differenti.
Invasione dei vasi sanguigni o, dei vasi linfatici o, dei tessuti adiacenti.
Metastasi, ovvero, disseminazione a distanza.
Tumore benigno dell’endometrio: incapsulato, non invasivo, non metastatico, cellule
ben differenziate e crescita lenta. Tumore maligno dell’endometrio: poco marcato,
cresce rapidamente con emorragia e necrosi, localmente invasivo. Il concetto biologico
di benignità e malignità fa riferimento all’invasione locale e alle metastasi; mentre, il
concetto clinico di benignità e malignità definisce delle eccezioni. Ad esempio tumori
benigni che uccidono perché si trovano in regioni difficili da raggiungere per essere
rimossi: meningiomi/ependimomi (comprimono l’encefalo), mixomi atrio sinistro,
tumori delle miocellule liscie, adenomi endocrini/feocromocitoma e adenoma
pleomorfo gh. salivari. Oppure, tumori maligni con andamento benigno: tumori della
mammella, fibrosarcomi, basalioma e tumori germinali.
Nella classificazione delle neoplasie si deve tener conto della cellula d’origine e delle
caratteristiche morfologiche e funzionali. I tumori benigni sono identificati dal suffisso
–oma, si classificano secondo il tessuto da cui derivano:
Epitelio ghiandolare adenoma
Epitelio squamoso epitelioma
Fibroblasti fibroma Cellule mesenchimali
Cartilagine condroma
Osso osteoma Cellule mesenchimali
Tessuto adiposo lipoma
Cellule germinali teratoma (3 foglietti embrionali).
Nomi storici: - Polipo: proiezione macroscopica della superficie mucosa (es. epitelio
gastrico, utero, colon-retto, delle corde vocali), si origina dall’epitelio ghiandolare, al
suo interno presenta un’asse fibrovascolare. Papilloma: proiezione digitiforme a partire
dall’epitelio di superficie (crescita ramificata e in rilievo), si origina dall’epitelio
squamoso e assume una struttura ad albero.
I tumori maligni si classificano secondo il tessuto da cui derivano:
Epitelio carcinoma
- ghiandolare adenocarcinoma
- squamoso carcinoma squamoso
Tessuto connettivo sarcoma
- fibroblasti fibrosarcoma
- osso osteosarcoma
- cartilagine condrosarcoma
- tessuto adiposo liposarcoma
Cellule ematopoietiche leucemia (si manifesta in circolo con cellule immature, ha
origine midollare) / linfoma (è un tumore solido con cellule indifferenziate, ha origine
nei linfonodi)
Sistema nervoso glioma
I nomi storici possono essere confusi come tumori benigni: Epatoma, melanoma,
seminoma e amartoma.
Il carcinoma papillare ha una struttura digitiforme, il carcinoma nodulare ha una
struttura solida, con il carcinoma ulcerato si forma una sorta di foro sull’epitelio, il
carcinoma multifocale presenta diversi depositi cellulari, il carcinoma diffuso cresce
lungo la parete dell’organo. I carcinomi rappresentano la grandissima parte delle
neoplasie: circa 85-90%. I sarcomi sono poco frequenti: circa 1-2%. Le leucemie
riguardano i bambini perché il sistema immunitario si sviluppa nei primi anni di vita e
perché le cellule ematopoietiche presenti nel midollo sono sottoposte ad un controllo
minore rispetto alle altre cellule: circa il 3%. I linfomi hanno origine in età
adolescenziale: circa il 4%. Altri (melanomi, tumori cellule del sistema nervoso) circa il
5%. L’epitelio monostratificato poggia sulla membrana basale così che le
cellule dell’epitelio stabiliscono dei contatti, necessari alla
sopravvivenza, con la membrana basale e con le cellule epiteliali
circostanti. Nel momento in cui la cellula si trasforma perde i contatti e
inizia a moltiplicarsi, la perdita dei contatti innesca una forma di
apoptosi detta anoikis (dal greco, senza casa) che è un meccanismo di
difesa per impedire la crescita incontrollata delle cellule. Quindi,
quando le cellule si trasformano imparano ad arginare tale
meccanismo di difesa, cioè il distacco dalla membrana non comporta
l’apoptosi. Oltre alla capacità di crescere, le cellule tumorali devono
avere la capacità di invadere lo stroma sottostante rompendo la
membrana basale, invadere il letto vascolare (intravasazione)
rompendo un’altra membrana basale. A livello vascolare, il forte flusso
sanguigno non coinvolge le cellule tumorali, ma le stesse possono
essere attaccate dal sistema immunitario; quindi, devono avere le capacità per
difendersi da questi stress fisici, chimici e cellulari. Tale difesa l’acquisiscono in seguito
alla formazione di trombi composti da un aggregato di cellule tumorali circondato da
piastrine, così da rendere le cellule tumorali più resistenti agli insulti fisici e meno
riconoscibili dal sistema immunitario. Una volta che giungono in capillari stretti si
bloccano e fuoriescono dal vaso (extravasazione) invadendo una nuova regione, in tal
modo si hanno le metastasi.
Il tumore visibile dal punto di vista clinico è composto da 10 miliardi di cellule (1 g).
grading
La gradazione del tumore o è un’analisi di tipo anatomo-patologica che
viene fatta su sezioni di vetrini e permette di assegnare un grado (1-4). Procedendo
dal grado 1 al grado 4 si riduce il livello di differenziazione del tumore, quindi persone
affette da un tumore di grado 1 avranno una migliore prognosi rispetto alle persone
con tumore di grado 4. L’esigenza della gradazione nasce per omogenizzare, nel
mondo, la classificazione dei tumori e per fare degli studi.
stading
La stadiazione del tumore o è un’analisi clinica che viene effettuata con il
sistema TNM (tumor nodes metastases). Individuare la presenza del tumore, T =
0
assenza di tumore, T = tumore < 2cm, T = tumore 2-5cm, T = tumore > 5cm.
1 2 3
Individuare la presenza di linfonodi, N = assenza di invasione linfonodale, N =presenza
0 1
di linfonodi mobili-vicini, N = presenza di linfonodi fissi. Individuare la presenza di
2
metastasi, M = assenza di metastasi, M = metastasi dimostrabili, M = metastasi non
0 1 2
dimostrabili, cioè sospette.
Ad esempio, pazienti con stading T N hanno una sopravvivenza, nel 90% dei casi, di 5
1 0
anni.
Ricapitolando. La parola “CANCRO” è sinonimo di neoplasia maligna. Le precancerosi
sono lesioni precursori dei tumori. Invasione e metastasi sono le caratteristiche salienti
della malignità. La classificazione accurata della malattia è il prerequisito per il
trattamento dei pazienti.
Epidemiologia.
E’ la misura di una malattia in una popolazione in un certo periodo di tempo attraverso
alcuni parametri (prevalenza e incidenza). Epidemiologia descrittiva: descrive il rischio
che un determinato individuo ha di contrarre una malattia. L’epidemiologia descrittiva
distingue l’incidenza che misura la proporzione di "nuovi eventi" che si verificano in
una popolazione in un dato lasso di tempo, dalla prevalenza che misura la proporzione
di "eventi" presenti in una popolazione in un dato momento. Epidemiologia analitica:
analizza l’incidenza di una malattia fra 2 gruppi di una stessa popolazione in modo da
stabilire una correlazione fra esposizione a determinati agenti e comparsa di un certo
tumore. Epidemiologia molecolare: utilizza indagini molecolari per ottenere una
correlazione fra esposizione e modificazione di un parametro biologico. I criteri di Hill
sono necessari ad associare la malattia ad un certo fattore, e sono:
Forza dell’associazione
• Concordanza in situazioni differenti
• Specif