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Fattori Eziologici
• Fattori ormonali ed attività sessuale.
• Fattori dietetici: consumo di grassi.
• Fattori genetici: è una neoplasia 2-3 volte più
frequente nei parenti dei soggetti affetti e tra le
popolazioni afro-americane.
• Ipertrofia prostatica benigna.
Storia naturale della malattia
• Il tumore prostatico invade inizialmente le
strutture linfatiche del bacino.
• Metastatizza precocemente alle ossa dello
scheletro assiale in quanto i plessi venosi
periprostatici comunicano con i sistemi
venosi vertebrali attraverso il plesso venoso
di Batson.
• Le lesioni linfonodali precedono di 12-36
mesi quelle ossee.
• Le lesioni ossee sono sostanzialmente
osteoaddensanti e possono determinare
anche invasione del midollo con
conseguente quadro di anemia.
• Le lesioni viscerali sono rare (<10%).
Storia naturale della
malattia
“Si muore con il carcinoma
prostatico, non per il
carcinoma prostatico”
Istopatologia
• La malattia quasi sempre origina dalle strutture
ghiandolari periferiche, mentre l’ipertrofia
prostatica benigna dalla porzione centrale e
periuretrale della ghiandola.
• La malattia può essere multifocale.
• La variante istologica largamente più frequente è
l’adenocarcinoma.
Grading
• Il sistema più usato è quello di Gleason che
considera il grado di differenziamento
ghiandolare ed i rapporti della neoplasia con lo
stroma, cioè il tipo di infiltrazione, senza
prendere in considerazione l’anaplasia cellulare
Istopatologia
Esiste una buona correlazione tra punteggio di Gleason
e percentuale di interessamento linfonodale.
Istopatologia
• I tumori ad alto Gleason (meno
differenziati) tendono ad invadere
precocemente gli spazi perineurali, le
vescicole seminali, la capsula ed il collo
vescicale.
• L’esame istologico deve valutare:
1.Infiltrazione della capsula.
2.Margini di resezione.
3.Invasione delle vescicole seminali.
Presentazione clinica
• Carcinoma latente (o istologico):
diagnosticato solo al tavolo autoptico.
• Carcinoma incidentale: diagnosticato
all’esame istologico della ghiandola
prostatica asportata per patologia benigna.
• Carcinoma clinico: malattia che si manifesta
clinicamente ed è frequentemente
apprezzabile all’esplorazione digito-rettale.
• Carcinoma occulto: malattia che si
manifesta con i sintomi e segni dovuti alle
metastasi in assenza di evidenza clinica del
tumore primitivo.
Presentazione clinica
• Il carcinoma prostatico iniziale, localizzato ad
un solo lobo e non accompagnato da
ipertrofia prostatica benigna è asintomatico.
• I sintomi iniziali sono quelli irritativi sulla
vescica e comuni all’IPB: pollachiuria e
disuria.
• Sintomi e segni della malattia in fase
avanzata sono:
1. Sintomi irritativi vescicali
2. Sindrome ostruttiva vescicale
3. Ostruzione delle alte vie urinarie
4. Emospermia
5. Ematuria
Presentazione clinica
6. Dolore pelvico
7. Dolori ossei
8. Sciatalgia
9. Edemi agli arti inf.
10. Linfoadenopatie inguinali o addominali
11. Anemia
12. Decadimento generale
Diagnosi
Esplorazione digito-rettale
PSA
Ecografia transrettale
Agobiopsia
Stadiazione
TC pelvi
Scintigrafia ossea
TNM
Strategia terapeutica
• Chirurgia, radioterapia ed endocrinoterapia
sono tutte opzioni valide da usare da sole o in
combinazione.
• La strategia terapeutica deve tenere conto che
il ca prostatico è una malattia non raramente
ad evoluzione lenta, che insorge in soggetti
anziani con altre patologie concomitanti o che
potranno sviluppare altre malattie durante
l’evoluzione del ca prostatico.
• Tranne i casi in cui la terapia può essere
radicale, la maggior parte dei pz. con malattia
avanzata possono beneficiare di trattamenti
palliativi di lunga durata ed efficaci.
• In questa patologia assume una particolare
rilevanza il controllo dei sintomi e la qualità di
vita. Vigile Attesa
• Alcuni tumori prostatici ben differenziati sono
di riscontro incidentale, si diagnosticano in età
avanzata (oltre i 75 anni) e sono del tutto
asintomatici.
• Queste osservazioni inducono molti clinici a
non sottoporre questi pz. ad alcun trattamento
immediato, nella convinzione che un
trattamento instaurato alla comparsa dei
sintomi sia equivalente.
• Il problema comunque è stabilire dei criteri per
selezionare questi pz. che non richiedono una
terapia immediata.
• La vigile attesa è considerata la strategia di
elezione nei casi incidentali, monofocali, con
≤ 4.
punteggio di Gleason
Chirurgia
• E’ il trattamento di elezione nei pz. con
malattia localizzata e con lunga aspettativa di
vita per l’età e le condizioni generali.
• L’asportazione chirurgica della ghiandola in
con le vescicole seminali e l’ampolla dei
toto
vasi deferenti (prostatectomia radicale) si
può effettuare per via retropubica o per via
perineale. Fornisce una sopravvivenza libera
di malattia a 15 anni dell’85-95% nei casi con
malattia pT1-T2N0.
• Si discute sull’opportunità di effettuare la
linfoadenectomia, che comunque ha
un’importante significato nella stadiazione e
un minor ruolo curativo.
Chirurgia
• L’interessamento linfonodale è molto spesso
sinonimo di malattia avanzata per cui è più
importante per decidere la successiva
strategia terapeutica che per il controllo della
malattia extraprostatica.
• Poiché il punteggio di Gleason correla con
l’interessamento linfonodale alcuni autori
ritengono la linfoadenectomia non
importante.
• Il fattori prognostici più importanti legati
all’intervento chirurgico sono:
1. infiltrazione della capsula,
2. margini di resezione,
3. PSA sierico post-operatorio.
Radioterapia
• Fornisce risultati eccellenti paragonabili a
quelli della chirurgia.
• Può essere somministrata per via b-
transcutanea o per mezzo di “semi”
emittenti impiantati nella ghiandola
(brachiterapia). Ciò permette la
somministrazione di alte dosi alla prostata
risparmiando i tessuti vicini.
• La radioterapia percutanea ottiene
sopravvivenze libere da malattia a 15 anni del
90-92% nei tumori incidentali, del 50% nei
tumori confinati alla ghiandola, del 30% nella
malattia localmente avanzata.
Fattori prognostici legali alla radioterapia:
1. PSA sierico post-terapia,
2. Biopsa prostatica a 18 mesi dalla terapia.