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TERAPIA AI TUMORI
La TERAPIA CHIRURGICA ha lo scopo di eradicare il tumore il più precocemente possibile. Uno dei problemi maggiori associati a questa strategia è la difficoltà di giudicare i reali limiti di un'eventuale invasione e quindi la valutazione di quanto radicale dovrà essere l'intervento. Su questo punto si scontrano due linee di pensiero. Da una parte vi sono i chirurghi favorevoli ad interventi radicali e allargati che privilegiano la prudenza di fronte all'incertezza sulla malignità del tumore e dall'altra vi sono invece quelli che perseguono interventi conservativi. Questo secondo approccio vuole soprattutto tenere in considerazione la funzionalità dell'organo interessato, la conservazione dei circoli ematici e linfatici e anche gli aspetti psicologici del paziente. In alcuni casi è stato possibile effettuare una chirurgia meno invasiva facendo precedere l'intervento da una chemioterapia.grado di ridurre le dimensioni della massa tumorale (terapia neoadiuvante). Quando non è possibile attuare la terapia chirurgica si ricorre all'uccisione delle cellule tumorali con differenti strategie:- Radioterapia. Utilizza radiazioni, soprattutto quelle ionizzanti ad alta energia (raggi X e raggi γ), che però non sono in grado di avere un'azione selettiva tra cellule normali e tumorali. Le radiazioni danneggiano tutte le componenti cellulari che attraversano, direttamente o attraverso la produzione di radicali liberi, e il danno è in ragione dell'energia che a sua volta diminuisce con il quadrato della distanza dalla sorgente di origine. Le cellule in ipossia, abbondanti al centro della massa tumorale che è più povera di vasi, sono più resistenti sia perché manca l'ossigeno che è necessario alla genesi dei radicali liberi sia perché i meccanismi di riparazione del DNA sono qui più deboli.
efficienti.
Terapia fotodinamica. Si basa sull'osservazione che alcuni composti chimici vengono internalizzati preferenzialmente dalle cellule tumorali, rispetto a quelle normali. Si tratta di molecole che, quando eccitate da un laser, generano radicali che possono uccidere la cellula che li contiene.
Chemioterapia antiproliferativa. Utilizza agenti chimici che o interagiscono direttamente con il DNA formando addotti e doppi legami tra le due catene che impediscono la replicazione o agiscono indirettamente interferendo con la sintesi e la replicazione del DNA. Agiscono indirettamente ad esempio gli analoghi delle purine e delle pirimidine o il 5-fluorouracile, un analogo dell'uracile, incorporato più velocemente dalle cellule tumorali rispetto a quelle normali. Il problema di questa terapia chemioterapica è che essa interferisce anche con le cellule normali ad alto turn over in proliferazione come le cellule staminali e i compartimenti proliferativi del midollo osseo.
degli epitelidel fegato,..
Chemioterapia antiapoptotica. Si basa sul tentativo di indurre l'apoptosi nelle cellule maligne. Vi sono farmaci che attivano la via estrinseca dell'apoptosi (TNF-α) ed altri che invece attivano la via intrinseca attraverso la perdita del potenziale di membrana mitocondriale.