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Le vie ottiche

Le vie ottiche hanno origine dai fotocettori e sono costituite da tre neuroni:

Il primo neurone è rappresentato dalle cellule bipolari.

Il secondo neurone è costituito dalle cellule gangliari i cui assoni formano la papilla ottica ed emergono dal bulbo oculare.

Nel contesto del nervo ottico, gli assoni raggiungono il chiasma ottico, dove quelli provenienti dalla metà nasale della retina incrociano la linea mediana e passano nel tratto ottico contro-laterale, mentre quelli che provengono dalla metà temporale rimangono omolaterali.

Le fibre del nervo ottico raggiungono il nucleo genicolato laterale al quale si arrestano per prendere sinapsi il 100% delle fibre X e l'80% delle fibre Y. Il restante 20% delle fibre Y arrivano al corpo quadri-gemello sup. (tramite il braccio congiuntivo sup.) senza arrestarsi ai nuclei genicolati. Il 100% delle fibre W invece non si arrestano al nucleo genicolato e neanche al quadri-gemello sup. ma raggiungono i nuclei pretettali.

do dove si innesca il riflesso della luce. Il terzo neurone costituirà il fascio genicolo-calcarino che va dal nucleo genicolato all'area visiva primaria (o area 17 o area calcarina perché posta intorno all'ascissura calcarina). Le vie reflessogene sono invece innescate dal 20% delle fibre Y e dal 100% delle fibre W. Le Y si arrestano al corpo quadrigemello e da lì garantiscono il riflesso cefalo-oculo-giro. Le fibre W invece, che invece arrivano ai nuclei dell'area pretettale, generano i riflessi di midriasi e miosi. NERVO OTTICO: è formato dalla riunione delle numerose fibre nervose provenienti: 1) dalle cellule gangliari; la zona della retina in cui queste fibre convergono prende il nome di papilla ottica. Questa, all'esame oftalmoscopico, si presenta come un piccolo disco bianco-rosato, leggermente ovalare, del diametro di circa 3mm, situato medialmente al polo posteriore del bulbo oculare da cui dista 3-4mm. Sulla base dei principali rapporti che

contrae nel suo decorso, esso può essere suddiviso nelle seguenti 4 parti:

  1. Intrabulbare: costituita dalle fibre che immediatamente seguono la papilla ottica
  2. Orbitaria: il nervo percorre il canale ottico
  3. Intracranica: il nervo raggiunge il chiasma ottico, al davanti della sella turcica.
  4. APPARATO DIOTTRICO DELL'OCCHIO

Cornea: vedi sopra

1) Umore acqueo: è uno dei mezzi refrattivi dell'occhio e contribuisce alla nutrizione degli elementi che bagna, particolarmente del cristallino e della cornea. È simile all'acqua, trasparente ed incolore, con aminoacidi, glucosio e un'alta concentrazione di vit C. La sua pressione è di circa 14-20mmHg. È privo di cellule. È secreto dall'epitelio dei processi ciliari, e probabilmente anche dall'epitelio dell'iride, nella camera posteriore. Da questa passa, attraverso la pupilla, nella camera anteriore, dove viene riassorbito. Il riassorbimento ha luogo

corpo del cristallino. All'interno della capsula si trova la sostanza del cristallino, composta principalmente da fibre proteiche chiamate fibre del cristallino. Queste fibre sono disposte in strati concentrici, simili a quelli di una cipolla, che conferiscono al cristallino la sua forma e la sua elasticità. Il cristallino è sospeso all'interno dell'occhio da dei legamenti chiamati zonule di Zinn. Questi legamenti collegano il cristallino alla parete dell'occhio e permettono al cristallino di cambiare la sua forma per mettere a fuoco gli oggetti a diverse distanze. Funzione: il cristallino ha il compito di focalizzare la luce che entra nell'occhio sulla retina, permettendo la formazione di immagini nitide. Per fare ciò, il cristallino può cambiare la sua forma, diventando più o meno convesso, grazie all'azione dei muscoli ciliari che agiscono sulle zonule di Zinn. Questo processo, chiamato accomodazione, consente di mettere a fuoco gli oggetti a diverse distanze. Inoltre, il cristallino svolge anche un ruolo nel processo di percezione della profondità. Grazie alla sua capacità di mettere a fuoco gli oggetti a diverse distanze, il cristallino contribuisce a creare una visione tridimensionale dell'ambiente circostante. In conclusione, il cristallino è un organo fondamentale per la visione, responsabile della messa a fuoco degli oggetti e della percezione della profondità. La sua struttura e la sua capacità di cambiare forma lo rendono un elemento essenziale per il corretto funzionamento dell'occhio.

cristallino.Le cellule dell'epitelio del cristallino- La sostanza del cristallino, che rappresenta la quasi totalità dell'organo è costituita- da fibre molto lunghe con peculiare struttura e modalità d'impacchettarsi tra loro.Vasi e nervi: il cristallino manca di nervi e vasi. Alla sua nutrizione provvede l'umore acquoso.

8 ORGANI ACCESSORI DELL'OCCHIOD)Cavità orbitaria

  1. Corpo adiposo dell'orbita
  2. Fascia del bulbo
  3. Muscoli :

L'apparato motore dell'occhio comprende i muscoli estrinseci dell'occhio (retti ed obliqui) che nascono dal fondo dell'orbita cui si aggiunge per contiguità il muscolo elevatore della palpebra superiore. Essi permettono la rotazione dei bulbi oculari attorno a 3 assi: verticale, trasversale e sagittale. Ognuno dei muscoli dell'occhio ha un altro muscolo in opposizione: i movimenti degli occhi sono determinati dall'entrata in funzione di diversi muscoli che tendono

alcuni a contrarsi mentre altri a rilassarsi. Ad esempio, se vogliamo guardare a Dx i muscoli sinergici sono il retto laterale Dx e il retto mediale Sx. Rifacendoci sempre allo stesso esempio, se vogliamo guardare a Dx, il retto laterale Dx si contrae e il retto mediale Dx si rilascia. Quindi il retto mediale e laterale di Dx sono antagonisti. Ci sono 2 leggi fondamentali: - I muscoli sinergici ricevono la stessa quantità di impulsi nervosi, altrimenti i 2 occhi non si sposterebbero simmetricamente: strabismo paralitico. - Quando un muscolo si contrae, l'antagonista si rilassa. I retti traggono origine da un piccolo tendine comune chiamato anello tendineo di Zinn che si inserisce nel fondo della cavità orbitaria circoscrivendo il foro ottico. Solo il piccolo obliquo (o obliquo inferiore) non trae origine dall'anello di ZINN. I muscoli oculari nascono da dietro, si portano in avanti e si inseriscono sulla sclera a distanza variabile dal limbus corneale, con distanza.

variabile tra 5 e 7 mm.

Muscolo retto superiore: porta l'occhio in alto e all'esterno

Muscolo retto inferiore: porta l'occhio in basso e all'interno

Muscolo retto mediale: il più robusto dei muscoli. Sposta l'occhio in senso mediale

Muscolo retto laterale: sposta l'occhio in senso laterale.

Muscolo obliquo superiore: prende origine sul contorno mediale del foro ottico,

quindi si dirige in avanti attraversando la TROCLEA, un piccolo anello fibro-cartilagineo situato nella parte mediale del tetto dell'osso frontale. Dopo aver attraversato la troclea, si dirige lateralmente ed obliquamente e, passando sotto il retto superiore, si inserisce in modo obliquo al di dietro dell'equatore, sul quadrante supero-esterno della sclera.

Dopo aver superato la troclea in realtà non è più muscolo, ma tendine: questo è uno svantaggio quando dobbiamo fare un intervento chirurgico. Il suo colore è giallastro -

biancastro (e non rosso come gli altri muscoli) e potrebbe confondersi con la congiuntiva o con la sclera. La sua funzione è quella di ruotare l'occhio in basso e all'esterno.

Muscolo obliquo inferiore o piccolo obliquo: è l'unico che non nasce dall'anello di Zinn; origina dall'osso mascellare (siamo sempre nella parte mediale dell'orbita), subito sotto la fossa del sacco lacrimale e, portandosi lateralmente, va ad inserirsi sulla sclera, passando al di sotto del retto inf. nel quadrante infero-laterale, al dietro dell'equatore. La sua contrazione sposta l'occhio in alto e all'interno.

Muscolo elevatore della palpebra superiore

Sono tutti innervati dall'oculomotore (III paio di nervi cranici) tranne: retto laterale (nervo abducente, VI), obliquo superiore (nervo trocleare, IV).

In base all'azione possiamo dividerli in:

Muscoli ad azione orizzontale: retto mediale e laterale. Spostano l'occhio-

medialmente o lateralmente. Muscoli ad azione verticale: retto sup. ed inf. e obliquo sup. ed inf. hanno una funzione più complicata determinando: - Innalzamento o abbassamento - Adduzione o abduzione - Torsione dell'occhio: inciclo- ed exciclo- torsione, cioè l'occhio ruota intorno all'asse verticale verso l'interno o verso l'esterno rispettivamente. Fisiologia dell'apparato oculomotore Affinché si abbia la visione binoculare, cioè quella facoltà che permette di percepire come immagine unica le due immagini retiniche di un oggetto, è necessario che l'apparato motorio dell'occhio lo consenta. Sono fondamentali 2 punti: - Elementi retinici corrispondenti: l'immagine di un oggetto che si forma nei 2 occhi viene giudicata unica poiché, nella retina di un occhio esistono punti che hanno uguale valore spaziale di altri punti situati nella retina dell'altro occhio. Tali punti retinici

Sono detti "elementi retinici corrispondenti" e sono le 2 macule. Se le immagini di un oggetto cadono su punti corrispondenti, l'oggetto è visto singolo; se le immagini non cadono su punti corrispondenti (ad es. in un occhio sulla fovea e nell'altro a 5 gradi da essa) la visione binoculare non è possibile e compare la DIPLOPIA.

Fusione: è un processo cerebrale che integra in un'unica impressione visiva le 2 immagini di un oggetto che si forma su punti corrispondenti delle retine. Affinché il cervello unisca le 2 immagini è necessario che esse siano uguali per nitidezza, per forma e dimensione. Se le 2 immagini sono diverse il cervello non riesce a metterle insieme ed una delle 2 (la peggiore) viene "rinviata" indietro.

Palpebre: 5. Le palpebre fanno parte degli annessi oculari, cioè di quelle strutture che difendono l'occhio. Sono strutture muscolo-membranose, in numero di due per occhio (palpebra superiore

einf.);Funzioni delle palpebre:

  • funzione di difesa del bulbo oculare
  • con l'ammiccamento distribuiscono le lacrime su tutta la superficie della parte anteriore del bulbo oculare (congiuntiva e cornea)
  • limitano la quantità di luce che penetra nell'occhio
  • partecipano all'estetica e all'espressione del viso

Lo spazio compreso tra palpebra superiore e palpebra inferiore si chiama rima palpebrale; palpebra superiore e palpebra inferiore si uniscono lateralmente e medialmente a livello dei canti (canto interno o commessura mediale e canto esterno o commessura laterale); dei margini palpebrali si distinguono 2 porzioni:

Una laterale, detta parte ciliare: fornisce impianto alle ciglia, ai cui follicoli sono annesse le ghiandole sebacee.

Una mediale, detta parte lacrimale: contiene il corrispondente dotto lacrimale e non presenta ciglia.

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
13 pagine
3 download
SSD Scienze mediche MED/30 Malattie apparato visivo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Oftalmologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Ferreri Giuseppe.