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Estratto del documento

Odisseo ne soffre moltissimo e fa per abbracciarla, tre volte ci prova ma tre volte non ci

riesce: Anticlea gli spiega che questa è la legge dei morti, il corpo si disfa, resta solo

un’immagine di quello che l’uomo fu in vita ed è impossibile abbracciare un’ombra. Mentre

parlavano arrivano molte delle donne illustri del tempo: Tiro, Antiope, Alcmena, Megara,

Epicasta, Clori, Leda, Ifimedea, Fedra, Procri, Arianna, Maira, Climene, Erifile. Odisseo

interrompe così il suo racconto dell’Ade ad Alcinoo, Alcinoo fa ancora un’altra domanda: se

ha incontrato i guerrieri che hanno combattuto al suo fianco a Troia: Odisseo dice di aver

ritrovato Agamennone, Achille, Patroclo, Antiloco, Aiace, Minosse, Orione, Tantalo, Sisifo,

Eracle, Elpenore. Avrebbe voluto incontrare anche gli altri ma purtroppo sopraffatto dalla

paura che Persefone gli avrebbe mandato il mostro dell’Ade, corre alla sua nave e il buon

vento li spinge lontani. Alcinoo chiede ad Odisseo di restare ancora un giorno e che poi tutto

sarebbe pronto per la sua partenza, il re aveva predisposto la nave e i doni.

Libro dodicesimo

Giunti ad Eea, vanno da Circe per dare la giusta sepoltura al compagno Elpenore. Dopo aver

mangiato il pasto preparato da Circe i compagni si addormentano e la Maga e Odisseo rimangono

soli. Così la dea inizia a dirgli del suo ritorno e di come evitare alcuni pericoli che incontrerà

sicuramente lungo il viaggio:

- le sirene, il loro canto ammalia gli uomini e nessuno ne è rimasto vivo, dovrà tappare le

orecchie dei compagni con la cera e lui dovrà farsi legare all’albero maestro, lui potrà

ascoltare il loro canto ma mai si dovrà fare slegare

- le rupi erranti, nessuna nave è mai passata per quelle fitti rupi, meglio evitarle e procedere

verso i due scogli

- lo scoglio con la vetta aguzza e la dimora di Scilla: la sua voce è quella di una cucciola

appena nata ma in realtà è un mostro che richiama gli uomini nella sua grotta, il suo corpo è

dentro la terra, ha sei colli e sei teste, la sua bocca fornita di denti mortali

- lo scoglio più basso è invece dove vive sotto Cariddi, questa per tre volte durante il giorno

risucchia e risputa l’acqua, deve essere attento a non trovarsi lì quando questa risucchia

l’acqua

Odisseo chiede se potrebbe pensare a qualche piano per ucciderle, ma Circe consiglia di non

scatenare la furia degli dei e fuggire che sarebbe la miglior cosa. Piuttosto Circe dice di invocare

Crataide, madre di Scilla e lei potrebbe arrestare la figlia. Arrivato a Trinachia molte greggi

troveranno che hanno per guardiani le ninfe Faetusa e Lampetie: deve lasciare illese le bestie e

pensare al ritorno, se non lo farà non avrà ritorno facile e la rovina cadrà su di lui, sui compagni e

sulla nave. Così Ulisse si prepara a partire e appena a bordo racconta gli avvertimenti di Circe ai

compagni perché se seguiranno quanto detto da lei avranno salva la vita. Arrivati all’isola delle

Sirene si predisposero a fare quanto consigliato dalla dea. Così lasciarono l’isola, salvi. Nello stretto

tra Cariddi e Scilla, Ulisse non seguì quanto detto da Circe e si armò per cercare Scilla e ucciderla,

ma non la vide. Tutto d’un tratto Cariddi iniziò a risucchiare l’acqua e i compagni si spaventarono,

poi uscì Scilla e prese sei dei compagni. Riuscirono a scappare e giunsero all’isola delle greggi,

l’isola di Helios. Quando disse ai compagni di non fermarsi lì perché sia Circe che Tiresia gli

avevano detto che quella sarà la loro sciagura, i compagni vollero scendere a terra sia per la notte

che giungeva sia per la stanchezza e quindi volevano riposare: allora Odisseo acconsentì ma si fece

giurare dai compagni che nessuno avrebbe toccato una vacca o una pecora. Rimasero lì per un mese

e Ulisse fece in modo che i compagni consumassero il cibo e il vino che era a bordo, evitando che

toccassero il bestiame, ma le provviste finirono e così cacciarono pesci e uccelli. Un giorno Odisseo

si allontanò per pregare gli dei che gli dessero una via per tornare a casa, ma nel pregare si

addormentò ed Euriloco disse agli altri compagni di uccidere il bestiame e mangiare, i compagni

acconsentirono. Quando Ulisse si svegliò corse alla nave e vide quello che avevano fatto: Lampetie,

la ninfa, corse da Zeus a raccontare l’accaduto: Zeus avrebbe colpito la nave riducendola in mille

pezzetti. Non potevano ormai rimediare, le vacche erano morte. Gli dei iniziarono con i loro

malefici: le vacche seppur morte, sullo spiedo continuavano a muggire, le pelli strisciavano, si

sentiva ovunque un suono di vacche. Per sei giorni i compagni ascoltarono Ulisse che li pregava di

non toccare altre vacche, ma al settimo giorno ripresero e Zeus mandò un temporale, essi salirono

sulla nave e fecero per andarsene, appena lontani dall’isola Zeus addensò una nube nera sulla nave e

una tempesta si abbattè sulla nave. La tempesta li spinse nuovamente tra Scilla e Cariddi: solo

Odisseo rimase vivo e per nove giorni fu trascinato dalla corrente fino a giungere ad Ogigia, da

Calipso che lo nutrì e lo accolse.

Libro tredicesimo

Tutti gli ospiti erano attenti al racconto di Odisseo e una volta terminato Alcinoo li invitò

tutti ad andare nelle loro case per riposare, e allo stesso tempo annuncia che il giorno successivo

l’ospite sarebbe partito con la nave carica di doni. Il giorno successivo si salutarono, vennero

sacrificate delle bestie per gli dei che avrebbero accompagnato il viaggio e a notte Odisseo fu

condotto a bordo della nave dove fu colto dal sonno. Mentre lui dormiva la nave si dirigeva veloce

verso Itaca e una volta giunti posarono Odisseo ancora dormiente sulla sabbia e lasciarono accanto

a lui i doni di Alcinoo, così i Feaci ripresero la via di casa: non piacque a Poseidone che i Feaci

aiutarono Odisseo nel suo ritorno e così poco distante pietrificò la nave.

Odisseo si svegliò e non riconobbe la patria, pensò che i Feaci lo avessero ingannato e lasciato

chissà dove: Atena lo aveva avvolto di nebbia per evitare che qualcuno lo riconoscesse ma nel fare

questo rese anche ad Odisseo la patria irriconoscibile. Gli si avvicinò Atena nelle sembianze di un

giovane pastore: Odisseo lo fermò e gli chiese dove si trovasse, la dea disse che quella era Itaca,

Odisseo ne gioì molto ma non svelò la sua identità, si disse cretese: Atena intenerita lo accarezzò e

gli disse che non poteva ingannarla, così si mostrò nel suo aspetto reale e ancora una volta Odisseo

gli chiede se quella sia Itaca. Atena gli dice che prima di mostrarsi realmente sarà opportuna

accertarsi che non accada come accadde ad Agamennone che frettoloso nel voler rivedere la moglie

e la casa fu colto dalla morte; e che se non crede che quella sia Itaca allora gli mostrerà a poco a

poco i luoghi famosi di quella isola. La dea, dopo averlo aiutato a nascondere il suo tesoro, gli

spiega quello che sta accadendo in casa sua e che deve pensare a come mandar via i pretendenti di

sua moglie. Odisseo chiede alla dea assistenza e solo con lei al suo fianco riuscirebbe a combattere

coraggiosamente. Atena gli dice di recarsi dal porcaro che tiene molto a Penelope e a Telemaco,

mentre lei sarebbe diretta da Telemaco che era a Sparta. Atena così lo trasformò in vecchio

mendicante e si separarono

Libro quattordicesimo

Odisseo si diresse così a casa del porcaro Eumeo che lo accolse benevolo e gli diede del cibo

e del vino. Quando Eumeo gli chiese chi fosse, Odisseo disse di essere cretese di essere figlio di un

ricco a quanto dicevano ma i fratelli lo privarono dei beni del padre. Lui prese per moglie una

donna ricca ma il lavoro non gli piaceva, aveva sempre amato le armi e la guerra, così partì per

Troia come combattente e quando fece ritorno verso casa gli dei non vollero che raggiungesse

veloce la casa e lo fecero naufragare. Naufragato a Tesprozia fu accolto da re Fidone e li seppe che

Ulisse era vivo e che era passato di lì e molti doni aveva riportato, e lì seppe che era diretto verso

casa dove avrebbe ripreso il suo posto. Eumeo non gli crede, pensa che il suo padrone sia morto e

ora molto si dispiace per Penelope e Telemaco, Eumeo crede che quel cretese sia uno dei tanti che

da quando il signore se n’è andato sono venuti ad Itaca narrando false storie in cambio di pochi

soldi e tutti li ha accolti Penelope lasciandoli raccontare. Odisseo gli dice che è troppo ostinato ma

che dovrà credere alle sue parole perché presto si avvereranno e fanno uno scommessa: se il

padrone di Itaca tornerà lo dovrà coprire con un lussuoso mantello, se invece non tornerà che sia

torturato. Così giunta la sera, dopo molto parlare si misero a riposare.

Libro quindicesimo

Nel frattempo Atena aveva raggiunto Telemaco e lo trovò sveglio, gli si avvicinò e gli disse

che era ora di tornare a casa e di chiedere a Menelao che lo lasciasse andare perché la madre era

sempre più in pericolo e il padre e i fratelli l’avevano promessa in sposa ad uno dei più ricchi e

valorosi tra i Proci, Eurimaco e che era pronta per lui una trappola, avrebbe potuto evitarla

rifugiandosi dal porcaro Eumeo per poi inviarlo da Penelope a dirgli che il figlio è tornato sano e

salvo da Pilo. Telemaco si alzò e chiamò Pisistrato informandolo sul programma di partenza, così il

giorno successivo chiese a Menelao di partire e questi acconsentì. Al momento dei saluti, un’aquila

giunse da destra con un’oca bianca nel becco e la lasciò cadere davanti a Telemaco: secondo gli

auspici, in base a quanto spiegato da Elena, Odisseo sta per tornare ed è pronto per fare vendetta,

oppure è già tornato e sta preparando un piano perfetto. Così Telemaco parte alla volta di Itaca. Nel

frattempo Odisseo continua a chiedere informazioni a Eumeo, gli chiede del padre e riceve le stesse

informazioni dategli dalla madre nel regno dei morti. Una volta giunto vicino ad Itaca, Telemaco si

fece calare dalla nave e a piedi, a passo svelto raggiunse la stalla del porcaro Eumeo.

Libro sedicesimo

Odisseo e Eumeo preparano il pasto nella capanna e sentono i cani gioire, Odisseo dice che

qualcuno di conosciuto viene a fare visita perché i cani non abbaiano ma scodinzolano e poi sente

un rumore di passi avvicinarsi. Non finì di parlare che già Telemaco era davanti alla porta ed Eumeo

andò ad accoglierlo come un padre, baciandolo e versando lacrime. Gli chiese della madre, se si era

sposata, ma il porcaro disse di no e che i pretendenti continuavano a spogliare la sua casa. Quando

fece per entrare Odisseo si alzò dal suo posto e Telemaco lo fermò dicendo che avrebbe trovato un

altro posto a sedere. Telemaco chiese chi

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Publisher
A.A. 2014-2015
13 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/14 Critica letteraria e letterature comparate

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vanity_90 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Critica letteraria e letterature comparate e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Boitani Pietro.