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THE FAMILY FACTOR

La famiglia è il fattore chiave nello sviluppo del comportamento alimentare, infatti si pensa che prima

bisogna educare la famiglia e poi il bambino. In queste prime fasi i genitori devono essere

consapevoli dell’importanza dell’allattamento, della quantità adeguata e della frequenza di consumo

degli alimenti in fase di divezzamento. È importante il ruolo del pediatra che guida i genitori nelle

scelte migliori e nelle porzioni da dare al bambino, in quanto la famiglia condiziona l’alimentazione

dei bambini. Fino a 3 anni le pressioni delle famiglie sono molto forti. Tra 1-3 anni i bambini iniziano

a scoprire gli alimenti che gli piacciono e quali non gli piacciono, ed è la fase più critica perché inizia

© Laila Pansera - 22

a formarsi una coscienza alimentare. Tra 3-5 anni inizia ad esserci una fase di consolidazione delle

esperienze alimentari. Dai 5 anni all’adolescenza è più forte come condizionamento l’ambiente della

socializzazione e dei media.

I bambini sono spesso ripetitivi, perciò un’attenzione particolare va fatta sulla varietà: non bisogna

permettere ai bambini di mangiare sempre le stesse cose. È assolutamente sbagliato dare al bambino

solo ciò che sa che verrà mangiato. Spesso genitori e figli hanno lo stesso comportamento

alimentare: se la famiglia mangia solo il primo a pranzo, anche il bambino mangerà solo il primo a

pranzo; oppure se ai genitori non piace un determinato alimento, non lo proporranno nemmeno al

figlio tutti i comportamenti dei genitori vengono rilasciati ai figli: lo stesso modello alimentare, le

stesse scelte alimentari e le stesse preferenze per alcuni alimenti. Quindi quello che fanno i genitori

è fortemente condizionante, perciò bisognerebbe istruire prima i genitori.

Lo studio Like parent, like child fa capire quanto siano condizionanti i genitori: un gruppo di bambini

tra 2-6 anni è stato messo in un supermercato giocattolo. È stato chiesto ai genitori di fare una lista

della spesa di quello che comprano di solito, e poi sono stati mandati i bambini a fare la spesa

liberamente in questo supermercato: si è visto che i bambini hanno comprato più o meno le stesse

cose dei genitori i bambini emulano.

L’educazione alimentare quindi potrebbe funzionare, se fatta a loro misura, anche nelle scuole, ma

deve esserci un impegno anche da parte dei genitori a casa.

L’età tra 1-3 anni è la fase in cui la crescita rallenta rispetto ai primi 12 mesi di vita dove la crescita

era molto intensa. Al terzo anno di vita generalmente si considera che il bambino sia circa il 50%

dell’altezza degli adulti. L’adeguatezza nutrizionale in questa fase è quindi molto importante. In

questa fase si consolidano anche la personalità, i gusti alimentari e le scelte che si preferiscono. I

bambini diventano più esigenti nelle scelte e vogliono mangiare quello che preferiscono. Inizia anche

ad esserci l’influenza dei coetanei. È importante che il momento del pasto non deve essere frettoloso,

ma deve essere vissuto in modo rilassato: è un problema perché ormai i bambini spesso vengono

pressati a mangiare velocemente, oppure se un bambino mangia lentamente, il genitore non gli fa

finire quello che ha nel piatto. Quindi c’è un condizionamento dal genitore al bambino, ma anche

dal bambino al genitore.

Tra 4-10 anni il fabbisogno energetico man mano diminuisce rispetto alla quantità di crescita del

bambino. Dai 5 anni generalmente c’è una crescita un po’ più lenta e costante rispetto all’inizio, in

cui è molto più esponenziale. La dieta in questa fase potrebbe essere monotona, ma bisogna sempre

tenere a mente che si deve variare, e che l’apporto energetico e proteico deve essere sempre

© Laila Pansera - 23

adeguato. Il rischio di carenze si riscontra per Fe, Ca e vitamine A, D e C proprio per il rischio di una

dieta monotona.

Nei bambini piccoli gli spuntini sono sempre presenti, ma non devono essere delle alternative al

pasto; devono apportare carboidrati, vitamine e minerali. Possono essere frutta o verdura, oppure

frutta secca. Nei pasti ci devono essere tutti i nutrienti provenienti dai gruppi alimentari, prediligendo

alimenti magri, con componenti vitaminici e minerali.

Altra questione importante è quella dell’idratazione, perciò occorre stimolare i bambini a bere acqua,

soprattutto se fa caldo o se si fa molta attività fisica. I liquidi non devono essere per forza ricchi: va

benissimo l’acqua, come dicono i LARN, e bisogna cercare di limitare quelli troppo calorici e ricchi di

zuccheri.

GRUPPO DI LAVORO SINU SULL’ANALISI DEL VALORE NUTRIZIONALE DEI SUCCHI 100% FRUTTA E

CONSUMO ALL’INTERNO DI UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE

I vari Paesi si comportano diversamente nel considerare il succo di frutta come una alternativa alla

frutta, e per questo motivo si è fatta questa analisi. La posizione risultante è che il succo 100% frutta

nell’ambito di una corretta alimentazione è ammissibile in alternativa ad altre bevande zuccherate,

purché in quantità limitata e non sistematicamente sostitutiva del consumo di frutta o di acqua si

possono usare, ma la porzione deve essere una sola. Il consumo di succhi di frutta 100% deve

associarsi ad un generoso apporto di fibra alimentare da fonti naturali e non sommarsi al consumo

di bevande zuccherate di altro genere.

La posizione italiana non è uguale a quella degli altri Paesi.

SURVEY OKKIO ALLA SALUTE

In Italia c’è un’incidenza di sovrappeso e obesità molto

rilevante, e questo sembra un controsenso in quanto

siamo uno dei Paesi della dieta mediterranea, che è un

modello alimentare molto seguito per il fatto che è

molto salutare. Il primo survey è stato fatto nel 2008,

poi sono stati messi a confronto i dati ottenuti ed è

emersa la situazione dei bambini italiani, in particolare

di quelli del centro e sud Italia. Negli adulti il problema

è più sistematico, es. l’Emilia-Romagna ha elevati tassi di sovrappeso negli over 18.

Partendo da questo fatto si è andati nelle scuole e si sono fatte delle interviste, da cui sono emersi

alcuni fatti, es. l’abitudine di saltare la colazione o fare spuntini più consistenti del dovuto, fare poca

attività fisica. La cosa più sorprendente è stata che, chiedendo al genitore se considerava il proprio

figlio sovrappeso o obeso, la risposta nella maggior parte dei casi era no. Questo ha messo in

evidenza un problema: non rendersi conto che c’è problema, e questo è un doppio problema. Infatti

© Laila Pansera - 24

se non si riconosce il problema, il bambino non ha possibilità di migliorare. Sono state fatte dalle

ASL delle campagne di comunicazione con genitori e bambini, ed è stata introdotta l’educazione

alimentare nelle scuole. Nel 2017 è stata fatta una verifica e si è visto che un piccolo effetto c’è stato

in meno di 10 anni c’è stata una riduzione del 13% di sovrappeso-obesità. La situazione quindi è

positiva, ma c’è ancora molto da fare.

I principali errori che sono stati individuati in età scolare sono:

- Eccesso calorico rispetto alla spesa energetica quotidiana (spesso le persone non capiscono che

la porzione del bambino non è come quella dell’adulto)

- Colazione inadeguata non è solo problema del bambino, ma occorre considerare quello che

gli viene permesso

- Ripartizione calorica con carenza al mattino ed eccessi alla sera

- Selezione di alimenti con alto valore calorico (energia) e di ridotto valore nutritivo per gli spuntini

i bambini si riempiono di questi alimenti e non mangiano più gli alimenti ad alto valore

biologico. Spesso un bambino sovrappeso-obeso non lo è perché mangia tanto, ma per come

mangia, infatti spesso presentano addirittura delle carenze nutrizionali

- Eccesso di proteine e di grassi animali per l'introduzione elevata di formaggio e carne è molto

facile superare il valore di riferimento per le proteine soprattutto in questa età, e bisogna fare

attenzione al bilancio tra proteine animali e proteine vegetali.

- Eccesso di carboidrati ad alto IG (patate, succhi di frutta, bevande e snack)

- Scarso apporto di fibre, proteine vegetali (frutta e verdura, legumi, cereali integrali) e pesce (è un

problema molto grosso nella maggior parte dei bambini) una tantum,

- Pasti nei fast food e spesso anche oltre ai pasti non è un problema se è ma se

diventa un’abitudine o nei fuori pasto, allora diventa un problema. Deve essere considerato un

qualcosa di eccezionale e non una normalità e soprattutto non deve diventare il pasto migliore

della settimana.

- Consumo dei pasti davanti alla TV o computer, che porta a una difficoltà a controllare

l'assunzione di alimenti il momento del pasto deve essere un momento in cui ci si concentra,

sempre per i meccanismi di fame e sazietà, non si deve fare altro. Se faccio altro non percepisco

la sazietà e quindi ho la tendenza a mangiare molto di più

- Sedentarietà i Paesi mediterranei sono i più problematici (Italia, Spagna, Francia, Nord Africa).

Da quest’anno è partita una call europea solo per i Paesi mediterranei per fare delle azioni di

riduzione di questa cattiva abitudine (per cercare di recuperare lo stile di vita di un tempo).

A fronte di questa panoramica è stato fatto in Italia questo decalogo per snack di bambini-ragazzi

dove si tengono presente le cose dette, e si danno delle linee guida per come deve esser fatto lo

spuntino: © Laila Pansera - 25

1. Uno spuntino aiuta a distribuire l’energia nella giornata. Scegli bene: tra gli snack confenzionati,

preferisci quelli con etichetta nutrizionale

2. Se vuoi mangiare snack fallo solo a colazione, spuntino di metà mattino e/o merenda. Mai a

pranzo e cena

3. Scegli gli spuntini con minor apporto calorico per 100 g o porzione: questa non deve superare le

150/200 cal. Tra le varie confezioni di uno stesso tipo di snack scegli la più piccola o quella che ti

permette di suddividerlo facilmentein più porzioni

4. Controlla i grassi: tra due snack, preferisci quello con meno grassi per porzione. Meglio se è

specificato il totale di grassi saturi: massimo auspicabile in una giornata 4 g

5. Se il contenuto totale di grassi di uno snack supera i 9 g/porzione non consumare più di una

porzione al giorno. Allo stesso tempo, alleggerisci pranzo e cena

6. Meglio gli snack che oltre a zuccheri e grassi forniscono proteine di buona qualità, calcio o ferro,

fibre alim

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
58 pagine
2 download
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/18 Nutrizione e alimentazione animale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher panseralaila di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Nutrizione applicata e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Riso Patrizia.