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BETABLOCCANTI

L'ultima classe di antipertensivi maggiori, cioè di prima scelta, sono i cosiddetti betabloccanti. E qui vedete sono scritti tra parentesi e questo perché le ultime linee guida delle società europea di cardiologia dell'ipertensione non includono più questi farmaci tra i maggiori. Questo a causa di una varietà di risposta negli studi clinici perché sono farmaci molto eterogenei. I betabloccanti agiscono sul sistema simpatico essendo questo uno di quelli che governa la pressione arteriosa. I recettori beta-adrenergici nel nostro organismo sono tre: B1, B2, B3. Il B3 si trova nel tessuto adiposo e la risposta alla noradrenalina è la disattivazione della lipolisi. Beta 1 e 2 sono i più interessanti per questa lezione. Beta uno si trova nel cuore dove il 70-80% dei recettori beta sono di tipo beta 1. In risposta ad agonista si ha aumento di frequenza, contrattilità e di velocità di conduzione. Il recettore beta 1 si trova anche nel rene.

Risposta è rilascio di renina. Si trova anche in occhio risposta è contrazione del muscolo radiale. In rosso sono evidenziate le risposte dei tessuti che ci interessano per la pressione arteriosa. Il recettore beta 2 si trova nel cuore ma sono il 20-30%. Si trova anche nei vasi sia arterie che vene, con eccezione delle coronarie che hanno beta 1. In risposta ad antagonista i vasi dilatano. LEGGI DALLA TABELLA. È IMPORTANTE RICORDARE LA DISTRIBUZIONE TISSUTALE DI BETA 1 E BETA 2. I betabloccanti sono tutti antagonisti competitivi del recettore beta adrenergico. Azione prevalente quando il sistema simpatico è stimolato. Oggi in Italia ci sono 16 molecole. Il primo è stato propranolo negli anni 60. Ultimo ad entrare è il nebivolol in commercio da 10 anni. Hanno attività sui recettori beta 1 e 2 ma hanno diversa selettività recettoriale. Esistono tre generazioni di betabloccanti con selettività per il recettore beta 1 diversa. Quelli della seconda

generazionehanno selettività per il beta 1. I betabloccanti di terza generazione sono gli ultimi a entrare in commercio e hanno una selettività per il beta 1 ma anche e soprattutto hanno proprietà addizionali. Qui vediamo quali sono queste proprietà e sono soprattutto responsabili di contrastare la vasocostrizione indotta dal betabloccante per antagonismo del recettore beta 2. Antagonismo del recettore alfa 1 adrenergico che promuove la vasocostrizione quindi si ha rilassamento dei vasi. CARVELIDOLO è uno dei più utilizzati. Rilascio di ossido nitrico che è una molecola bioattiva molto potente e vasorilassante. Bloccano ingresso di calcio, calcio intracellulare aumenta la contrattilità. Attività antiossidante gli ultimi due. In questa lista si vedono i betabloccanti di terza generazione con proprietà addizionali oltre ad antagonismo del recettore beta adrenergico che li rendono tra i più utilizzati. Una seconda proprietà che consente

Di classificare gli antagonisti del recettore betaadrenergico è l'attività simpaticomimeticaintrinseca. Questo significa capacità di alcune molecole di agire da agonisti in assenza dell'attivatore fisiologico ovvero la noradrenalina. La noradrenalina è a basse concentrazioni a riposo. A riposo nella notte quando sistema simpatico è poco attivato dal suo agonista fisiologico alcuni di questi farmaci svolgono un azione agonista. Questa attività simpaticomimetica intrinseca ha impieghi in clinica in quando previene la bradicardia di notte. Nel paziente anziano bradicardia è utile un betabloccante conquista proprietà. La terza caratteristica che consente la classificazione è la lipofilia. Riassunto delle proprietà dei diversi betabloccanti. ISA ovvero la attività simpaticomimetica intrinseca è di poche molecole. Una tra le molte è l'acebutololo. La gran parte dei betabloccanti è lipofila. Atenolol

èunico veramente idrofilo. Indicazioni cliniche degli antagonisti del recettore beta adrenergico sono: ACS: sindrome coronarica acuta 49. Tra gli effetti collaterali si hanno i primi due che sono attesi per gli effetti sulla pressione arteriosa. Forse impotenza. Azioni sul metabolismo lipidico e glucidico quindi dislipidemia, diabete… la sindrome di RAYNAUD è dovuta a ridotto flusso del sangue alle estremità soprattutto mani. FINE PARTE 1 Trattamento di ipertensione arteriosa —> vediamo come la terapia di ipertensione sia spesso rappresentata da una terapia di combinazione. Secondo le linee guida delle società europee vediamo quali sono le combinazioni più utilizzate e sono combinazioni tra più farmaci che abbiamo già visto in precedenza. Abbiamo visto i farmaci antiipertensivi, ora vediamo i nutraceutici ad azione antiipertensiva. Il primo punto importante è definire quando ricorrere ai nutraceutici, quali sono i pazienti candidati al nutraceutico.

I candidati sono pazienti con pressione borderline ma non chiaramente definiti ipertesi. Pressione sistolica compresa tra 130 e 139 e distocica tra 85 e 99. Questi sono i pazienti che possono beneficiare del nutraceutico per normalizzare la loro pressione, ma che ancora non richiedono impiego di farmaci.

Seconda possibilità di impiego è usare una terapia adiuvante nell'ipertensione conclamata, quindi in associazione a farmaci antiipertensivi.

I primi nutraceutici che vediamo ad azione antiipertensiva sono gli acidi grassi della serie n-3 e si tratta di acidi grassi PUFA a lunga catena poliinsaturi quali EPA e DHA. Questi hanno numerose azioni a diversi dosaggi. In particolare azione antiipertensiva. Il meccanismo responsabile di tale azione è aumentata produzione di ossido nitrico a livello endoteliale, molecola bioattiva che 50 prodotta da endotelio agisce sulla cellula muscolare liscia con azione vasodilatante. Questi acidi grassi promuovono la produzione da parte di

endotelio di ossido nitrico attivando l'enzima responsabile che è la NOS ovvero la NO sintasi endoteliale. Gli acidi grassi n-3 inoltre influiscono anche sul rilascio di prostaglandine a vantaggio di quelle vasodilatatrice. Migliorano la pressione arteriosa sistolica e distocica di circa 4-2 mmHg, quindi un effetto che per pressioni moderatamente elevate può essere importante. Sono venduti in capsule che possono contenere normalmente 1g di questi acidi grassi, anche se questa quantità non sempre è garantita. Possono dare un aumento del meteorismo intestinale.

Altro nutraceutico con azione antiipertensiva: resveratrolo. Azione antiossidante, stimolazione della produzione di ossido nitrico endoteliale, meccanismo comune a molti nutraceutici con questa azione. Inibizione infiammazione vascolare e inibizione e prevenzione dell'aggregazione piastrinica. Il miglioramento della PAS e della PAD è rispettivamente di circa 11-4mmHg. Gli effetti massimi si osservano

per concentrazioni superiori a 150 mg/die. Un litro di vino ne contiene solo 12.59 mg.

Flavonoidi del cacao

Gli effetti sulla pressione arteriosa non sono elevati, ma importanti per pressioni elevate. Uno dei contro è che gli effetti si hanno con mercato crudo, ma che non si trova molto nel nostro mercato. Cioccolato fondente pertanto ha solo una modesta azione antiipertensiva.

EPIGALLOCATECHINA GALLATO

Tipica del the verde, ha azione antiipertensiva per soppressione della attivita della NADPH ossidasi. Si ha riduzione dei ROS che hanno azione tossica per i vasi. Effetto sulla pressione è di 8-4 mmHg, riduzione che puo essere rilevante. Come contro possibilita di presenza nel the di pesticidi da banco.

Estratto di aglio invecchiato

Aglio ha azione di controllo della pressione arteriosa. Estratto di aglio provoca riduzione fino a 10-8mmHg quindi sicuramente importante. I meccanismi sono regoalzione di ossido nitrico endotelialee quindi vasodilatazione. Questo estratto ha anche

Attività ACE inibitoria e un'azione che ripristina l'attività dei farmaci antiipertensivi. Ha anche un'azione di blocco dei canali del calcio, riproponendo l'effetto dei farmaci antiipertensivi maggiori. Riduce la sensibilità alle catecolammine e aumenta la bradichinina. Come contro, c'è la possibilità di interazione con farmaci anticoagulanti se assunto in alte dosi.

Nella dieta è importante la restrizione di sodio per il controllo della pressione. È molto più importante il rapporto sodio-potassio. Una dieta bilanciata dovrebbe contenere un rapporto potassio-sodio di 4-5:1.

Anche altri minerali come calcio e magnesio hanno effetti benefici. Il sodio ha attività di aumento della pressione per aumento del riassorbimento renale e conseguente aumento del volume circolante, inoltre induce alla vasocostrizione mediante azione sul muscolo liscio. Il potassio provoca una riduzione della risposta vasopressoria dell'endotelio vascolare e un aumento dell'escrezione renale.

di sodio. Anche alcune vitamine hanno azione su endotelio e quindi sulla pressione arteriosa. La vitamina C in dosaggi di 500-1000 mg al giorno ha un azione positiva su endotelio basale, soprattutto dovuta a una riduzione di produzione di ROS, ma anche per riduzione di ossidazione delle LDL quindi riduzione di danno endoteliale che è rilevante nella ipertensione arteriosa.

Questo elenco deriva da una meta analisi. Vediamo che sono elencati alcuni dei nutraceutici che abbiamo visto come i PUFA, resveratrolo, flavonoidi del cacao... Succo di barbabietola... licopene che hanno attività antiipertensiva e si vede anche il probabile meccanismo di azione.

LEZIONE 7

Farmaci e nutraceutici: similitudini e differenze tra essi.

Definizione di prodotto medicinale secondo la legge europea: ogni sostanza o combinazione di sostanze che abbia proprietà per il trattamento e prevenzione per una malattia dell'uomo. I farmaci hanno un brevetto, che dura un ventennio e necessitano

dell'approvazione da parte di agenzie regolatorie. Al termine dello sviluppo del farmaco deve essere approvata dalla agenzia regolatoria competente. In Italia è AIFA. Europa EMA. USA FDA. Sviluppo di un farmaco: fase preclinica dalla scoperta allo sviluppo clinico. Ogni volta che usiamo il termine preclinico significa sperimentazione condotta in vitro o animale. Clinico si riferisce a sperimentazione condotta sull'uomo. Dalla scoperta le prime tappe sono in vitro o specie animale idonee a testare il farmaco. Si fanno valutazioni di tossicità. Di 10k-25k molecole che si avviano sul percorso, solo 5-10 di queste arrivano allo sviluppo clinico. La gran parte delle molecole non superano i test pre-clinici. Lo sviluppo clinico ha tre fasi. La fase quattro è la fase post-registrativa, quindi quando il farmaco è
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A.A. 2020-2021
63 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/14 Farmacologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher amagro3 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Nutraceutici e farmaci nella prevenzione cardiovascolare e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Calabresi Laura.