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- IL RUOLO DELLA QUOTA DI MERCATO
Correlazione positiva tra redditività e quote di mercato: quote di mercato più
elevate sono correlate con costi di investimento, crediti, etc… più bassi. Il risultato
sono margini di profitto più elevati.
Correlazione non vuol dire casualità: redditività e quota di mercato sono
conseguenza di fattori comuni cioè maggiore efficienza, miglior servizio al cliente,
prodotto innovativo. Perseguire la quota di mercato può non essere redditizio.
- ECONOMIE DI SCOPO: (più business collegati tra loro) utilizzando lo stesso
processo produttivo otteniamo due prodotti (A e B) ad un costo minore rispetto al caso
in cui adoperassimo due processi distinti per produrre i due prodotti. Esempio:
un’impresa che produce uova integra la produzione di pasta all’uovo C(a+b) <
Ca+Cb (integrazione/diversificazione correlata). Le economie di scopo, quindi,
rappresentano una riduzione dei costi per la correlazione congiunta delle imprese.
Fonti: indivisibilità del capitale e suddivisione dei costi fissi, distribuzione delle risorse
manageriali e organizzative (integrazione correlata), sinergie finanziarie tra prodotti
differenti, potere dei dirigenti (capitalismo manageriale). Stessa cosa delle economie
di diversificazione.
- FONTI DI SINERGIA: prodotti correlati tra loro (devono avere in comune o la
tecnologia o il mercato).
- ECONOMIE DI APPRENDIMENTO: (aspetti delle risorse umane) sono dovute
all’apprendimento delle persone, che è funzione della produzione cumulata e non
alla dimensione produttiva. L’apprendimento non deriva dalla meccanica ripetizione
delle operazioni, bensì necessita di una organizzazione dell’apprendimento.
- ECONOMIE DI REPLICAZIONE: (aspetti delle risorse umane) riduzione di costo
collegata alla replicazione N volte di un prodotto dopo la prima produzione ad un costo
quasi nullo.
Differenza con le economie di apprendimento: la conoscenza nelle economie di
replicazione è quasi assente, nelle economie di apprendimento, invece, la
conoscenza è approfondita.
- ECONOMIE ESTERNE: (prossimità territoriale e tecnologica) sono correlate alle
scelte dell’impresa in relazione alla sua localizzazione, con determinati vantaggi,
svantaggi e riduzione dei costi.
ECONOMIE ESTERNE DI TIPO PECUNIARIO: sono collegate alla possibilità di
un’impresa di acquisire risorse ad un prezzo più basso al loro valore reale. L’impresa
può risparmiare in termini di trasporto, se vicina ai mercati dio sbocco e ai fornitori, per
la vendita e l’acquisizione delle risorse e la gestione del magazzino (poche scorte
permettono di non acquistare un impianto per la vicinanza dei fornitori. La vicinanza,
inoltre, tra fornitore e imprenditore può comportare un legame più forte e di fiducia con
maggiori preferenze magari verso l’imprenditore vicino rispetto ad uno più lontano.
ECONOMIE ESTERNE DI TIPO TECNOLOGICO: risparmi che ha l’impresa
acquisendo risorse senza pagare, in quanto la sua localizzazione le permette di
beneficiare del contesto in cui si trova.
- DISTRETTO INDUSTRIALE: territorio circoscritto all’interno del quale ci sono imprese
che collaborano tra di loro con appartenenza alla stessa filiera. A differenza dei
distretti turistici che nascono per imposizioni di legge, i distretti industriali nascono per
aggregazione spontanea nel tempo, collaborando anche tra differenti imprese o centri
di formazione. Le economie di scala si sviluppano anche nel distretto industriale, si
creano, infatti, dei meccanismi di cooperazione che fanno sì che le piccole imprese
appaiano all’esterno come un'unica grande impresa, creando beneficio per le piccole
imprese. Il grado di integrazione all’interno del distretto è basso perché tutte le
sinergie che la piccola impresa ha con gli altri, soddisfa in maniera più che sufficiente
l’impresa. Le caratteristiche principali del distretto sono la spontaneità, la
cooperazione e l’aggregazione. Le singole imprese che cooperano tra di loro
aggiungono valore al valore del distretto.
Caratteristiche: spontaneità, cooperazione, aggregazione, specializzazione.
- SISTEMA DEL VALORE: da questo dipende il valore ed il prezzo del bene e dipende
anche dalle attività interne dei soggetti operanti nella filiera.
- AMBIENTE IN CUI OPERA L’IMPRESA:
- FATTORI CHE DETRMINANO LA REDDITIVITA’ DI UN SETTORE: il valore del
prodotto per i clienti, l’intensità della concorrenza, il potere contrattuale relativo ai
diversi livelli della catena produttiva.
- SETTORE CONTENDIBILE: settore in cui non esistono barriere né all’entrata né
all’uscita.
- CONTENDIBILITA’: dipende dall’assenza di costi fissi non recuperabili.
- BARRIERE ALL’ENTRATA: determinano fino a che punto un settore può, nel lungo
periodo, beneficiare di profitti al di sopra del livello competitivo.
- BARRIERE ALL’USCITA: sono costi connessi all’uscita di un settore.
- CONCENTRAZIONE: la concentrazione dei venditori è dato dal numero e dalla
distribuzione per dimensione delle imprese concorrenti all’interno di un mercato, ed è
attraverso l’indice di concentrazione industriale.
- POTERE CONTRATTUALE RELATIVO: rapporto tra i prezzi nominali di due beni.
- DESCRIZIONE STRUTTURA DEI SETTORI: attori principali (produttori, clienti,
fornitori, prodotti di merci sostitutive), esaminare alcune caratteristiche di ciascuno,
esaminare le loro relazioni.
- FATTORI CRITICI DI SUCCESSO: determinano la redditività relativa di un’impresa
all’interno del settore.
- CREAZIONE DEL VANTAGGIO COMPETITIVO : si manifesta in presenza di
cambiamento. Le fonti del cambiamento possono essere esterne o interne. Un
cambiamento esterno può generare un vantaggio o uno svantaggio competitivo in
base alla portata del cambiamento stesso e all’entità delle differenze strategiche delle
imprese.
Come nasce il vantaggio competitivo.
Cambiamento.
Fonti esterne: domanda del consumatore, prezzi, tecnologia, eterogeneità delle
risorse delle imprese che conduce a risultati differenti. Alcune imprese sono più rapide
ed efficienti nello sfruttare il cambiamento.
Fonti interne: alcune imprese hanno capacità creative ed innovative superiori
(innovazione).
Velocità di reazione: è importantissima per le imprese nel vantaggio competitivo.
- IMPRENDITORIALITA’: capacità di identificare e rispondere alle opportunità da parte
delle attività dei manager, reazione ai mutamenti ambientali dell’impresa. Le imprese
reagiscono con un’attenzione maggiore verso i clienti, fornitori, concorrenti con
relazioni dirette.
- INNOVAZIONE E VANTAGGIO COMPETITIVO “CAMBIARE LE REGOLE DEL
GIOCO”
Cambiamento interno: generato dall’innovazione.
Innovazione: determina il vantaggio competitivo e fornisce una base per rovesciare il
vantaggio delle altre imprese.
Innovazione strategica: nuovi modi di svolgere un’attività (contesto aziendale).
- VANTAGGIO COMPETITIVO : capacità dell’impresa di superare i concorrenti nel
raggiungimento del suo obiettivo primario, ovvero la redditività. Quando due o più
imprese competono all’interno dello stesso mercato, un’impresa possiede un
vantaggio competitivo sui suoi rivali quando ottiene in maniera continuativa una
redditività superiore data dal vantaggio di costo e dalla differenziazione.
- LA DIFESA DEL VANTAGGIO COMPETITIVO
Imitazione: forma più diretta di concorrenza.
Meccanismi di isolamento: barriere che limitano il riequilibrio delle rendite tra le
singole imprese dopo l’innovazione.
Processo di imitazione competitiva: identificazione, incentivo, diagnosi,
acquisizione di risorse.
Teoria prezzo limite: un’impresa che occupa una posizione di mercato forte, fissa i
prezzi ad un livello non attrattivo per i nuovi entranti.
Azioni preventive: azioni compiute da un’impresa per scoraggiare l’altra che la imita
attraverso differenti forme (proliferazione di varietà di prodotto, investimenti anticipati
in capacità produttiva, molteplicità dei brevetti.
Ambiguità causale: più il vantaggio competitivo dell’impresa è multidivisionale e
ciascuna divisione è basata su un insieme complesso di competenze organizzative,
più risulta difficile per un concorrente diagnosticare le determinanti del successo.
Imitabilità incerta: è il risultato dell’ambiguità causale (quando c’è ambiguità
associata alle cause del successo di un concorrente, qualsiasi tentativo di imitare la
strategia è un successo incerto.
Acquisizione di risorse e competenze: un’impresa può acquisire risorse e
competenze acquistandole o creandole. La capacità di acquistarle dipende dalla
trasferibilità tra le imprese.
Costi di transazione: i costi di acquisto e di vendita derivanti dalla ricerca di fattori,
negoziazione, trasporto.
Vantaggio della prima mossa: quando l’impresa occupa una posizione di vantaggio
strategico rispetto alle altre imprese gode dell’accesso a risorse e competenze che il
successivo entrante non può uguagliare, tra cui il brevetto o copyright.
Brevetto o copyright: il primo entrante ha il possesso di una tecnologia, di un
prodotto, di un design da cui l’imitatore viene legalmente escluso.
- MERCATO EFFICIENTE: i prezzi riflettono tutta l’informazione disponibile, ne
subiscono un aggiustamento istantaneo e nessun operatore può attendersi un
guadagno superiore ad altri, così non è possibile “sconfiggere il mercato” in base ad
alcuna regola coerente, in quanto il vantaggio competitivo è assente.
- VANTAGGIO COMPETITIVO NEI MERCATI DI SCAMBIO: fonti di imperfezione del
processo concorrenziale creano opportunità di vantaggio competitivo e sono
strettamente correlate con la disponibilità delle risorse.
- COSTI DI TRANSAZIONE: costi legati all’integrazione o all’esternalizzazione di
attività da cui l’impresa non riesce a generare valore (quindi, per esempio, attraverso
l’outsourcing l’impresa delega ad un’altra impresa lo svolgimento dell’attività. Se i
mercati sono efficienti, ad eccezione dei costi di transazione, il vantaggio competitivo
arride agli operatori con i costi di transazione più bassi.
- REAZIONI SPROPORZIONATE “OVER SHOOTING”: propensione dei partecipanti a
reagire in maniera sproporzionata a nuove informazioni causando un eccesso di
reazione dei prezzi.
- NATURA TRANSITORIA DEL VANTAGGIO COMPETITIVO NEI MERCATI DI
SCAMBIO: è il risultato delle risor