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Analisi della fonetica articulatoria

L'analisi concerne invece il mezzo diacustico di propagazione dell'onda sonora, e considera i fenomeni acustici come fenomeni fisici. L'analisi infine, riguarda l'apparato della articolatoria, fonazione, e descrive la genesi dei suoni. Questa è l'analisi di più facile comprensione: il parlante può seguirla controllando le proprie produzioni foniche. L'analisi genetico-articolatoria è poi fondamentale per descrivere i mutamenti fonetico-fonologici nella storia di una lingua: l'evoluzione dei sistemi fonologici si accompagna infatti a cambiamenti dell'articolazione dei suoni.

Introduciamo a questo punto una pur semplificata classificazione dei suoni della lingua dal punto di vista articolatorio. Peraltro, con il termine "suono" intendiamo un fenomeno acustico che è il correlato di un fenomeno fisico, l'onda sonora.

L'ONDA SONORA

Immaginiamo di disporre di una corda elastica, ben tesa,

Le cui estremità siano fissate. Per causare la vibrazione della corda, basta inarcarla leggermente, "spendendo" un po' della nostra energia, tanto da spostare la corda dalla posizione iniziale di equilibrio. Se poi la rilasciamo, la corda descrive un moto in senso contrario, continuando a vibrare avanti e indietro, fino all'esaurimento dell'energia immessa. La deformazione della corda genera delle forze di reazione che a poco a poco la riportano nella posizione di equilibrio. La corda elastica, se inarcata o anche solo toccata, si muove di moto armonico intorno alla posizione di equilibrio. Ma la vibrazione della corda si trasmette anche all'aria circostante, determinando variazioni della pressione atmosferica, con una serie di compressioni e depressioni che si propagano nell'aria fino all'esaurimento.

dell'energia impiegata. Una compressione e una successiva depressione nell'atmosfera, dovute alla deformazione di un mezzo materiale, danno luogo a un'onda sonora. La frequenza dell'onda è il numero di vibrazioni (ogni vibrazione ha una fase di compressione e una di depressione) prodotte in una data unità di tempo, mentre il periodo è il tempo impiegato per compiere una vibrazione. La distanza percorsa dall'onda in un periodo è la lunghezza dell'onda. Ad esempio, se in un secondo si hanno due onde, la frequenza è di un'onda ogni mezzo secondo. Raddoppiando la frequenza, si dimezza il periodo, ossia la lunghezza dell'onda: infatti, al diminuire della lunghezza corrisponde l'aumento della frequenza; le onde lunghe hanno una frequenza relativamente bassa, le onde corte e cortissime

Presentano una frequenza alta. L'ampiezza dell'oscillazione dipende dalla pressione esercitata: essa diminuisce man mano che l'onda si allontana dalla sorgente del movimento.

Il correlato acustico dell'onda: il suono. Frequenza della vibrazione ed ampiezza dell'oscillazione appartengono al fenomeno dinamico delle onde sonore. Si trasferiscono nel fenomeno acustico come altezza e intensità, rispettivamente.

Per l'altezza - in termini musicali, la "nota" - distinguiamo suoni gravi, con un numero basso di periodi al secondo. Come è noto, la variazione della pressione atmosferica non sempre è percepibile all'udito. Per la frequenza, sono trasmesse agli organi nervosi dell'orecchio, e producono la sensazione del suono, le vibrazioni comprese fra i venti e i ventimila Hertz (periodi al secondo). Al di sotto dei venti Hz si hanno gli infrasuoni (la membrana non vibra) e al di sopra dei ventimila Hz si hanno gli ultrasuoni (il timpano non riesce.

più a registrare la velocità delle vibrazioni, pertanto non entra in movimento). La zona di massima sensibilità dell'orecchio è intorno ai 2000 Hz. Per l'ampiezza, trasformata in intensità, il campo diudibilità è limitato superiormente dalla soglia del dolore e inferiormente dalla soglia di udibilità. L'unità minima di variazione sonora percepibile è calcolata in decibel: a una frequenza di 1000 Hz l'udibilità (che peraltro varia a seconda della frequenza) va da uno a circa 140 decibel, con la soglia del dolore stabilita a 120 decibel. Lezioni di linguistica generale – 2005-11-02

Così, se vi pare – As you like it

4B REVE DI FONETICA ARTICOLATORIA secondo, e suoni acuti, con un numero elevato di periodi al secondo. Ad esempio, si possono realizzare delle [a] con altezze diverse, salendo nella scala musicale. Ma sempre [a] rimane: non si confonde con [e] o con [o].

frequenza e l'ampiezza descrivono l'onda fondamentale, che però è ideale. In realtà la vibrazione ondulatoria varia a seconda della conformazione del mezzo materiale, degli ostacoli e delle interferenze incontrate ecc. Basti ricordare che strumenti musicali diversi vibrano in modo diverso: a parità di frequenza (che mi fa distinguere il do da ecc.) e a parità di volume, il timbro di un violoncello è diverso da quello di un pianoforte o di un tamburo; la differenza auditiva è data non dalla frequenza o dall'ampiezza dell'onda fondamentale, ma dalla forma dell'onda "concreta" che si sovrappone alla fondamentale. La forma della vibrazione ondulatoria si trasferisce nel timbro che dà luogo alla concreta timbrica, diversità dei suoni. Le differenze tra una [a], una [e], una [i] sono differenze timbriche. Il quarto fattore da considerare è la durata della vibrazione ondulatoria, che si trasferisce nella

durata del suono senza modificarne le caratteristiche. Nella tabella seguente sono riassunte le corrispondenze tra fattori fisici e fattori acustici:
Fattori fisici Fattori acustici
Onda sonora Suono (fenomeno fisico)
Ampiezza Volume
Frequenza Altezza
Forma Timbro
Durata Durata
Terminiamo con una nota generale sulla trascrizione dei suoni. Come si è visto in precedenza, si sono usati alcuni simboli tra parentesi quadre, p.es. [a]. Questo appartiene ai simboli che nell'Alfabeto Fonetico Internazionale (API) - o International Phonetic Alphabet (IPA) - rappresentano i Lefoni. Le parentesi ad angolo che useremo in seguito racchiudono i grafemi e serviranno per distinguere, quando necessario, la pronuncia da grafia: [fu:t] è la trascrizione fonetica di "foot"; nella rappresentazione della fonia di parole bisillabe compare un apostrofo: esso viene.

posto della sillabaprima

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accentata e indica l'accento di parola (p.es. in it. ['bir:a] , cui2corrisponde la resa grafica <birra>). I due punti indicano chela vocale è lunga. Useremo anche sbarre oblique, cheracchiudono i fonemi.

I fattori delle differenze timbriche

Per la produzione dei suoni l'apparato fonatorio non sicomporta sostanzialmente in modo diverso dalla cordasottoposta a pressione, anche se il processo è assai piùcomplesso. I polmoni e la trachea, nella fase di espirazione,producono la corrente d'aria che esercita la pressione sullepliche vocali accostate. La pressione dell'aria le allontana.

3Uscendo un po' d'aria, la pressione diminuisce e i muscoli delle2 Il segno ' serve per indicare la posizione dell’accento di parola: esso è collocatosulla vocale posta

nella sillaba successiva. Il simbolo : rappresenta invece la vocale lunga.

«La laringe costituisce il proseguimento superiore del tubo della trachea ed è individuabile al tatto e alla vista nella parte anteriore del collo, in corrispondenza del cosiddetto ‘pomo di Adamo’; la laringe, pur conservando nel suo insieme una forma tubolare, ha una struttura cartilaginea e muscolare particolarmente complessa. Al suo interno essa presenta due pliche (ossia due estroflessioni delle opposte pareti laterali, simili a pieghe di un tessuto), rivestite di mucosa, dette pliche vocali […]»

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Le pliche si ricontraggono, chiudendo di nuovo lo sbocco alla corrente d'aria. La successione di più cicli di chiusura e di apertura della glottide costituisce il meccanismo laringeo, che determina la frequenza dell'onda. Peraltro, in

alcuni casi il meccanismo non è attivo; i muscoli delle pliche non si contraggono e lasciano fuoruscire l'aria senza produrre ostacolo: si avranno dei rumori, che, come vedremo sono detti suoni sordi.

La frequenza è inversamente proporzionale alla larghezza della laringe (ove si trovano le pliche vocali). Per questo, le voci femminili sono più acute di quelle maschili: la frequenza è maggiore perché la laringe è più sottile. Al volume corrisponde dunque l'energia impiegata nell'espirazione da polmoni e trachea; l'altezza è invece il correlato della frequenza di apertura e chiusura delle pliche, la quale determina il timbro della voce, il "colore" caratteristico della voce di ciascuno.

(F. Albano Leoni – P. Maturi, Manuale di fonetica, Carocci, Roma 2002, p.337).

"... oppure, anche se impropriamente, vibrazione delle pliche vocali" (F. Albano Leoni – P. Maturi, Manuale di fonetica, p.

41).5 Per le voci femminili, le pliche vocali si aprono e si chiudono 200 volte al secondo. Per le voci maschili, la frequenza dei cicli di apertura e di chiusura è di 100 volte al secondo (v. Albano Leoni – Maturi, Manuale di fonetica; sul meccanismo laringeo e sul suo funzionamento, pp. 37-42).

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Peraltro, l'aria che esce dai polmoni e dalla trachea può non trovare ostacoli nelle pliche vocali. Se il meccanismo laringeo non è attivo

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
32 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeria0186 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Gatti Maria Cristina.