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C 2 X X X X X
C 3 X X X
C 4 X X X
C 5
In questo modo il numero di scambi diminuirà a due: si dovrà semplicemente scambiare C 1
con C ed infine scambiare C con C , per giungere così al medesimo risultato, risparmiando
3 3 5
il tempo che prima veniva impiegato per effettuare ulteriori scambi.
Per molti economisti, questo è il motivo essenziale che ha favorito la creazione di un sistema
monetario: ovvero il suo ruolo di essere un’innovazione come mezzo di pagamento che riduce
i costi di transazione.
In questo esempio tuttavia, ci troviamo ancora in un’economia in cui è possibile scambiare
merci contro merci, oltre che con la moneta-merce. Ovvero ci si trova ancora in un’economia
mista, a metà tra un’economia monetaria pure e un’economia di baratto.
Con lo sviluppo degli scambi e del commercio la possibilità di scambio tra merci sparisce.
Supponiamo ora di avere un mercato in cui gli unici scambi possibili devono avvenire per
forza con la moneta-merce C . Si avrà allora la seguente situazione:
3 C C C C C
1 2 3 4 5
X X
C 1 X X
C 2 X X X X X
C 3 X X
C 4 X X
C 5
Si tratta, ora, di un’economia puramente monetaria, dove ogni merce si scambia unicamente
contro moneta e non contro altre merci (si potrà scambiare solo con se stessa), ed è la realtà
dove oggi noi viviamo.
Il fatto di essere in un’economia puramente monetaria ha delle possibili implicazioni di
natura teorica: gli agenti, per poter effettuare gli scambi, devono avere presso di sé un certo
ammontare di moneta, il quale potrà diventare comunque un vincolo per tutti i possibili
scambi. Se questo vincolo sussiste o meno, se agisce solo nel breve o anche nel lungo periodo
verrà affrontato successivamente.
ECONOMIA MONETARIA ! 4
APPUNTI
Ovviamente in un equilibrio economico di tipo walrasiano, dove non esiste incertezza, dove vi
è un “banditore” che annuncia i prezzi di tutti i beni all’interno del mercato, e, solo nel
momento in cui vengono annunciati, vengono a formarsi i prezzi di equilibrio (prezzi in
corrispondenza dei quali domanda e offerta di beni e servizi sono uguali tra di loro), allora
non varrà questo vincolo di liquidità; alla fine tutti saranno in grado di offrire e ricevere le
quantità di beni e servizi che desiderano.
Nel momento in cui, però, vi è incertezza, la moneta può diventare un forte vincolo.
Questa funzione di moneta come mezzo di pagamento è certamente importante, tuttavia
richiede una certa stabilità nei prezzi: nel momento in cui i prezzi crescono molto e molto
rapidamente per cui il valore di una unità monetaria si riduce molto rapidamente (inflazione:
perdita di potere d’acquisto da parte della moneta), la funzione della moneta come mezzo di
pagamento viene meno. Un esempio relativamente recente risale alla Repubblica di Weimar
(prima della Prima Guerra Mondiale), prima dell’avvento di Hilter, in cui, svegliandosi la
mattina si trovava un certo livello di prezzo, che nel giro di poche ore poteva anche
decuplicare.
Unità di conto (1)
Si tratta di un’altra funzione della moneta e indica ciò con cui vengono misurati i debiti e i
crediti in una determinata economia.
Per molti economisti è questa la funzione preponderante nell’origine della moneta, piuttosto
che la funzione di moneta come mezzo di pagamento: si nota che, storicamente, anche prima
dello sviluppo degli scambi e del commercio, perfino prima della nascita della scrittura, era
sorta la necessità di “tener di conto”, cioè di registrare e misurare con una certa unità i debiti
e i crediti, non necessariamente legati a transazioni di natura economica. Infatti nella parola
“debito” c’è l’idea di qualcosa che vada scontato perché si è commessa una pena di qualche
genere; tuttavia si tratta di un’idea propria prevalentemente di culture di influenza calvinista,
piuttosto che cristiano-cattolica (esempio: Germania nei confronti del debito greco).
Inizialmente era la legge del taglione, che successivamente si è evoluta trasformando il taglio
in una sorta di risarcimento che poteva essere in capi di bestiame o in ammontare di denaro.
Tuttavia le cose sono ancor più complicate, specialmente se si accetta una definizione di
moneta non in senso lato, perché il vero e proprio conio della moneta (intesa come moneta
metallica) da parte del sovrano o da parte di qualcuno, demandato da quest’ultimo a coniare
moneta, avviene molto più avanti, più avanti perfino di quando effettivamente si è sviluppato
il commercio.
Però, se si escludono queste ipotesi, la funzione di moneta come unità di conto è un buon
modo per spiegarne l’origine.
Nel considerare, però, questa funzione di moneta come unità di conto vi è la necessità di una
qualche unità centrale che definisca qual è questa unità di conto (che siano pecore, sacchi di
riso o moneta metallica) e nel momento in cui, oltre a definire questa unità di conto, si
reclama anche il diritto di coniare si passa a quella che è stata definita come “l’epoca del
cartalismo”.
ECONOMIA MONETARIA ! 5
APPUNTI
Citazione dal di Keynes: «L’era della moneta seguì così l’era del baratto,
Trattato della moneta
non appena l’uomo adottò una moneta di conto. E si giunse all’era del cartalismo, o della
moneta di Stato (non necessariamente lo Stato di cui abbiamo nozione oggi), allorché lo Stato
reclamò il diritto di dichiarare che cosa dovesse corrispondere come moneta alla corrente
moneta di conto, cioè reclamò non solo il diritto di porre l’osservanza del dizionario, ma
anche il diritto di scriverlo.»
Gli autori principali che hanno fatto riferimento a questa idea dell’origine della moneta sono
in particolare Knapp, austriaco, e Lerner, un economista keynesiano divenuto poi famoso per
la (l’idea che si dovesse sempre utilizzare il deficit pubblico per
teoria del deficit funzionale
minimizzare al massimo le oscillazioni cicliche del reddito intorno ad un suo valore
potenziale). In particolare quest’ultimo pone l’accento sul fatto che se più in generale uno può
pensare che la moneta sia in qualche modo una sorta di debito prezioso, in quanto non tutto
il debito può essere considerato moneta, per questo motivo c’è bisogno di un’autorità (il
sovrano o lo Stato) che definisca cosa è in grado di liberare dai debiti.
Quest’epoca del caratiamo, ovviamente diviene via via più generale con lo sviluppo dei tributi
da dare al sovrano o allo Stato.
Inizialmente il sovrano decide di scrivere il dizionario, ma non necessariamente in maniera
diretta; ovvero dà mandato ad alcuni agenti di coniare questa moneta. Tuttavia questi agenti
molto spesso “tosavano” il valore della moneta: a quella che doveva essere una moneta di un
certo ammontare di oro, nominalmente corrispondeva, ma di fatto il contenuto di moneta-
merce, oro, era minore di quanto in realtà dovesse essere. Per questo motivo e anche per un
potenziale conflitto tra questi agenti e il “sovrano”, nella regolazione dei mezzi di pagamento
in circolazione e anche nei possibili prestiti di questi agenti al sovrano stesso, ad un certo
punto, il sovrano dà ad un singolo agente, per legge, il diritto di regolare la coniazione e
l’emissione di moneta: le Banche Centrali.
Vi è comunque un aspetto di efficienza nel momento in cui si ha come unità di conto una
moneta-merce. Esso si trova nel numero di prezzi relativi () che bisogna conoscere nel
momento in cui bisogna decidere gli scambi che si vogliono effettuare: se ho beni che posso
n
scambiare tra di loro 2 a 2, se l’unità di conto non è una moneta-merce e quindi
consideriamo tutti i prezzi che devo conoscere per poter effettuare gli scambi, questi prezzi
sono il numero di:
Mentre se ho un numerario che è la mia moneta merce, quindi esprimo tutti questi prezzi in
termini di questa moneta-merce, a me in realtà basta conoscere unicamente e solamente (n-1)
prezzi relativi; cioè il prezzo della merce che sto considerando rispetto alla moneta merce.
ECONOMIA MONETARIA ! 6
APPUNTI
Una volta definito questo conosco implicitamente tutti gli altri prezzi, non ho bisogno di
conoscere di più.
Fondo di valore (3)
Con progressivo sviluppo dei mercati si ha un continuo sviluppo degli strumenti finanziari.
Quella che oggi viene chiamata “finanziarizzazione dell’economia” è in realtà qualcosa di
intrinseco nello sviluppo delle economie di mercato, in particolari fasi storiche come nei primi
anni del Novecento. Ovvero storicamente si è sempre visto lo sviluppo di nuovi strumenti
finanziari, così inizialmente la moneta-merce, che ha un’elasticità di offerta molto bassa
(rispetto alle esigenze poste dal commercio), viene affiancata dalla moneta cartacea, intorno
alla quale si sviluppano mezzi di pagamento con moneta fiduciaria (assegni e cambiali). Nel
tempo, nel momento in cui le dimensioni minime di capitale investito nelle diverse produzioni
divengono maggiori, sorge la necessità di strumenti più complessi per il finanziamento della
produzione: nascono quindi obbligazioni, si sviluppano mercati azionati. Vi è uno sviluppo
continuo degli strumenti monetari e finanziari, con la distinzione possibile tra due tipologie di
mercati:
1. Mercati d’ASTA: cioè mercati in cui questi strumenti finanziari sono standardizzati,
tipo il mercato borsistico.
2. Mercati della CLIENTELA: dove questi rapporti avvengono in modo più o meno
fiduciario, tra il sistema bancario e coloro che richiedono i prestiti.
Sia che si tratti di mercati d’asta sia che si tratti di mercati di clientela c’è comunque un
enorme sviluppo di essi con annessi mezzi e strumenti. Ciò necessita tuttavia di continui e
maggiori strumenti di regolazione. Nascono così nei vari paesi nascono le prime regolazioni
bancarie e degli strumenti finanziari, nascono inoltre le Banche Centrali con la funzione
primaria di regolare questa mole di sistemi di pagamento e mezzi finanziari. Avevano inoltre
anche il ruolo di regolare i prestiti al sovrano in quanto contemporaneamente si sviluppa
sempre più da un lato la spesa del sovrano e dall’altro un finanziamento di questa spesa non
solo tramite questa emissione, ma anche tramite mezzi di pagamento.
Nasce così questa necessità di un organo di regolamentazione. In particolare di fronte al
finanziamento del sovrano si venivano a creare degli attriti con le banc