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Oggi purtroppo bisogna dire , come l’universo delle ONP sia molto variegato, questo
rende quindi difficile definire i confini e le reciproche finalità istituzionali.
Pertanto risulta molto difficile darne una definizione chiara ed univoca, nonostante
queste difficoltà, l’economista Hansmann, ha cercato di dare una definizione di ONP,
identificandole come , quelle imprese in cui non vi è distribuzione di utili tra coloro
che controllano e gestiscono le decisioni dell’organizzazione.
Questa definizione, paradossalmente porterebbe a considerare come ONP anche le
SPA(società per azioni), ovvero organizzazioni capitalistiche con scopo di lucro, dove
la proprietà e divisa dal controllo.
Dati i limiti che questa definizione presenta, oggi l’unica definizione in grado di unire
tutto l’universo delle varietà di ONP, è quella espressa da Salomon, il quale ritiene
che le ONP si caratterizzano per le seguenti caratteristiche:
- costituzione formale
- autogoverno
- vincolo di distribuzione degli utili
- lavoro volontario in rapporto alla manodopera utilizzata
Nelle organizzazioni dal punto di vista dell’economista, il lavoro volontario e il
vincolo di distribuzione degli utili sono gli unici elementi che delimitano i confini, tra
le ONP e le OFP(organizzazioni for profit).
Entriamo nello specifico della questione e immaginiamo, che l’impresa sia una
scatola nella quale entrano delle risorse, come il lavoro, il capitale, ed escono beni e
servizi, l’acquisizione delle risorse e la cessione di beni sono il risultato di specifiche
transazioni che coinvolgono gli individui e l’impresa, che sono alternativamente
detentori di fattori produttivi e destinatari di prestazioni, nella tradizionale impresa
for profit, l’acquisizione di beni avviene mediante la corresponsione di una contro
prestazione di ugual valore.
L’acquisizione del lavoro avviene, quindi, a fronte del salario, mentre il capitale è
ottenuto a fronte del pagamento di interessi.
La cessione di beni avviene invece mediante il corrispettivo di un prezzo per la
vendita di un bene o di un servizio.
Nel caso delle ONP invece, l’acquisizione di risorse non comporta una contro
prestazione di ugual valore, il capitale viene ottenuto , mediante donazioni volontarie
e contributi volontari di alcuni membri delle organizzazioni.
L’acquisizione del lavoro è volontario, non prevede pertanto alcuna forma di salario,
la cessione dei beni è invece gratuita non c’è pertanto un prezzo di vendita o
comunque qualora vi fosse sarebbe inferiore ai costi, pertanto non vi sarebbe alcuna
forma di profitto.
Weisbrod ed altri studiosi, ritengono inoltre che le ONP risolvano alcuni problemi
legati alla produzione di particolari beni e servizi collettivi in presenza di
consumatori con preferenze non omogenee.
Per comprendere l’impostazione di Weisbrod, lo stesso approfondisce alcuni
concetti , che in economia , riguardano le caratteristiche di un bene pubblico.
Occorre infatti, introdurre i concetti di escludibilità ed rivalità nel consumo dei beni.
Si parla di escludibilità di un bene quando è possibile escludere mediante qualsiasi
meccanismo dalla fruizione di un bene o di un servizio un altro soggetto.
Pensiamo ad un soggetto titolare di un appartamento , che può escludere dall’accesso
alla propria proprietà un altro individuo, mediante l’uso di porte blindate o di cani da
guardia, ciò nonostante non tutti i beni sono escludibili , pensiamo infatti ad un
soggetto che installa nel proprio giardino delle luci per illuminare l’atrio, di fronte a
tale situazione il proprio vicino non potrà essere escluso dai godimenti
dell’illuminazione presente nel cortile, oppure pensiamo a tutti coloro che si
vaccinano per una malattia contagiosa, questi soggetti avvantaggeranno tutti coloro
con cui quest’ultimo entrerà in contatto, in quanto non verranno contagiati.
Dall’escludibilità altra caratteristica da tenere in considerazione è la rivalità nel
consumo del bene.
La rivalità nel consumo del bene si caratterizza, quando il consumo di un bene da
parte di un individuo impedisce il relativo consumo ad altri soggetti, es: se io mangio
il fico, tutti gli altri individui saranno impossibilitati dalla possibilità di consumarlo.
La sussistenza di entrambi le caratteristiche, avranno particolari implicazioni sul
mercato, si ritiene infatti che l’escludibilità di un bene, faccia si che il trasferimento
di un bene avvenga in corrispondenza di una contro prestazione economica, mentre la
rivalità nel consumo dei beni, fa si che un individuo che voglia consumare un dato
bene, debba assicurarsene il possesso attraverso delle offerte e quando l’ammontare
di queste offerte è maggiore dei costi di produzione, si avranno degli incentivi per
l’impresa che riuscirà ad aprire così un attività.
Possiamo pertanto affermare che quando un bene è escludibile e rivale , ci troveremo
di fronte ad un bene privato, ma esistono anche casi in cui un bene oltre ad essere non
escludibile e non rivale.
In questi casi dato che non è possibile escludere alcun individuo dal godimento di
quel bene, gli operatori economici non potranno avere alcuna convenienza a produrre
quel bene, perché non potranno stabilire alcun prezzo di vendita e non potranno
recuperare i costi per la produzione di quel bene.
In questo caso pertanto la gestione di quel servizio dovrà essere affidata allo stato.
Pertanto in presenza di un bene non escludibile e non rivale ci troveremo un bene
pubblico.
Un esempio di bene pubblico è la difesa nazionale, se infatti si vuole assicurare un
qualche meccanismo di difesa, lo stato non può affidare la gestione e la cura del
sistema antimissile ai privati, perché dei risultati della difesa ne usufruirebbero tutti i
cittadini anche coloro che non intendono contribuire al costo, pertanto il privato non
potendo escludere nessuno, non potrà fissare un prezzo e non potrà recuperare i costi
per la realizzazione del sistema antimissile, ed è per questo che questo servizio sarà di
fornitura pubblica.
Esiste infine la possibilità che un bene non sia rivale ma mantenga la caratteristica
della rivalità, in questo caso si avrà il fallimento del mercato.
Pertanto, la soluzione per gli economisti, dovrebbe essere ,quello della fornitura
pubblica del servizio, previa decisione pubblica della collettività che avviene sotto
forma referendaria e che porta ciascun cittadino a contributi al costo attraverso un
prelievo.
Oggi la maggior parte dei servizi è affidato alle organizzazioni governative, pensiamo
all’amministrazione della giustizia e altre infrastrutture , salvo poi i cittadini dover
contribuire per l’erogazione dei medesimi mediante le imposte.
Purtroppo però la fornitura pubblica di un servizio è valida in presenza di preferenze
omogenee della collettività.
Purtroppo però oggi le società sono multietniche e questo fa si che le preferenze delle
comunità siano eterogenee, pertanto la fornitura pubblica del servizio farebbe si che
molti soggetti rimarrebbero delusi dal servizio e pertanto sostituirebbero il bene
pubblico o un bene privato .
Come afferma Weisbrod, i beni privati non sono perfetti sostituti dei beni pubblici,
come sappiamo la fornitura privata, comporterà grandi costi per il consumatore e
avrà, come vantaggio, quello di assicurare loro il pieno controllo nella fruizione del
servizio senza dall’altro lato essere sottoposti al potere decisionale della collettività.
Weisbrod , ritiene che esista una soluzione alternativa per evitare la fornitura privata
del servizio dei soggetti insoddisfatti del servizio erogato dallo stato, questi ultimi
infatti potrebbero, unirsi e formare un organizzazione no profit con lo scopo di
integrare l’offerta pubblica con servizi aggiuntivi.
Questo consentirà di ridurre i costi perché ciascun individuo risponderà di quel
servizio solo con la sua quota di partecipazione, purtroppo però anche la teoria di
Weisbrod si caratterizza per alcuni limiti, inanzitutto bisogna chiedersi quale
categoria di beni può essere sottoposta alla cura delle ONP?
Il carattere della non rivalità dovrebbe portare a ritenere che sia i beni pubblici puri
che quelli spuri dovrebbero essere oggetti della cura delle ONP, tuttavia se
confrontiamo le OP e le ONP, non è possibile cogliere per i beni spuri alcun
vantaggio nell’affidare il bene alle ONL(organizzazione non lucrativa).
Se nel consumo di un bene non è possibile escludere altri soggetti dal relativo
godimento è possibile facendo economia di scala, ridurre i costi e estendere quel
servizio a tutti i soggetti, che ne sono interessati.
Ma a questo risultato si potrebbe arrivare anche, affidando il bene ad un
organizzazione lucrativa.
Pertanto rispetto ai beni spuri non risulta più vantaggioso l’affidamento del servizio
da parte di un organizzazione non lucrativa rispetto a quella lucrativa.
Discorso diverso si realizza quando invece facciamo riferimento a beni pubblici puri ,
in questo caso sono chiari i vantaggi nell’affidare il bene ad un ONP piuttosto che , ad
un OP.
Se infatti è vero che sia le ONP che le OP hanno il problema di indurre i consumatori
a contribuire al costo per l’erogazione del servizio, e pur vero che tutti gli individui
ne godranno anche se non vogliono contribuirvi economicamente perché non possono
essere esclusi.
Pertanto i vantaggi delle organizzazioni non lucrative, sta nel fatto di saper essere in
grado di attrarre donazioni e contributi volontari degli operatori economici, questo
porta a preferire che la gestione dei beni pubblici sia affidata ad organizzazioni non
lucrative, rispetto alle organizzazioni lucrative.
Queste considerazioni però si caratterizzano per alcuni limitazioni , come spiegare
infatti il carattere della gratuità della prestazione da parte degli operatori economici,
perché , i consumatori danno liberamente i propri contributi volontari senza chiedere
in cambio una controprestazione economica.
A queste domande , ha cercato di dare una risposta Hansmann, il quale ritiene che la
scelta dei soggetti nel versare i propri contributi volontari dipende dalla forma
organizzativa.
La paura infatti che le organizzazioni lucrative attratte dalla possibilità di fare utili,
utilizzano questi contributi per fare profitti e l’incapacità di controllo da parte di
questi , di come i soldi vengano utilizzati, porta a rivolgersi alle organizzazioni non
lucrative, che si ritiene non avendo fini di lucro, utilizzeranno questi contributi per
garantirgli servizi di qualità p