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ACCORDO DI PROGRAMMA
La legge quadro 328/2000 adotta il metodo della pianificazione al fine di
disegnare il sistema integrato di interventi e servizi sociali,
1) di definire i livelli essenziali,
2) di assicurarne la fruizione alle persone e alle famiglie,
3) di valorizzare gli apporti che le diverse soggettività individuate nell'art. 1 della legge
4) potranno fornire.
Il piano di zona è lo strumento locale che dovrà quindi favorire il riordino, il
potenziamento, la messa in rete di interventi e di servizi, in modo da programmarli e
realizzarli a <<sistema>>.
I contenuti del Piano di zona
I contenuti del piano di zona riguardano:
1) gli obiettivi strategici e le priorità d'intervento;
2) le modalità organizzative dei servizi, le risorse messe in campo, i requisti di qualità;
3) l'impostazione del sistema informativo locale;
4) le modalità per garantire l'integrazione tra servizi e prestazioni;
5) le modalità per realizzare il coordinamento con gli organi periferici delle
6) amministrazioni statali (pensiamo ai rapporti tra i servizi sociali e centri per la
giustizia minorile, sistema scolastico locale, sistema formativo ecc.);
le modalità per la collaborazione tra servizi e soggetti impegnati nelle diverse forme
7) locali di solidarietà sociale;
le forme di concertazione con l'azienda sanitaria locale, per garantire l'integrazione
8) tra servizi sociali di ambito e servizi sanitari distrettuali.
Con la scelta degli obiettivi e delle priorità di intervento si specifica il tipo, la
qualità,l'ampiezza del sistema di promozione e di protezione che si intende garantire a
livello locale.Gli altri elementi contenuti nel Piano di zona, quali i vari coordinamenti, le
forme di collaborazione, vanno a qualificare, nello specifico del contesto territoriale, lo
spessore e i connotati del welfare mix locale.
I soggetti del Piano di zona I soggetti dei Piani di zona sono i comuni associati negli
ambiti territoriali individuati dalle regioni.
Di fatto i comuni assumeranno lo strumento programmatorio, d'intesa con le aziende unità
sanitarie locali, per la programmazione delle così dette aree ad elevata integrazione. In
particolare, tale approccio integrato deve avvenire coniugando tra loro i due strumenti
programmatori locali: il piano di zona dei servizi sociali, di cui all'art. 19 della legge
n.328/2000, e il programma delle attività territoriali, di cui all'art. 3-quater, D.L. n.
229/1999.
I due strumenti hanno singoli titolari di competenze, rispettivamente i comuni per i servizi
sociali e l'azienda ASL per i servizi sanitari, e devono essere concepiti come strumenti
nelle mani di più interlocutori quando affrontano i servizi integrati.
Lo strumento scelto dal legislatore per approvare il piano è l'accordo di programma, ai
sensi dell'art. 27 della legge 142/1990 e successive modificazioni.
All'accordo partecipano i comuni dell'ambito, l'azienda unità sanitaria locale, eventuali
altre Istituzioni pubbliche locali e, novità introdotta dalla legge, i soggetti privati che
<<attraverso specifiche forme di concertazione>> concorrono, anche con proprie risorse,
alla realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali previsto nel piano.
È un atto amministrativo che sancisce l’approvazione del piano di zona.
Art. 19 l. 328 i soggetti che partecipano al.
Contenuti dell’accordo:
finalità
- soggetti
- servizi interessati
- finalità operative
- principi informatori
- destinatari
- diritti nell’ambito della rete
- criteri d’accesso
-
ppps: public private partnership
la partnership tra enti pubblici e soggetti privati (for profit e/o non profit) implicano:
co-finanziamento
- condivisione di rischi e responsabilità
- possono essere complesse: dipende dal contenuto dell’attività e dell’azione
- istituzionalizzano accordi di collaborazione
-
the new partnership agenda
c’è una chiara distinzione fra finanziamento ed erogazione
la responsabilità del servizio e l’erogazione del servizio. La prima è a carico dell’ente
pubblico mentre la seconda può essere affidato ad un ente privato.
Si ammette a livello europeo che il privato (sia imprenditoriale che non profit) possa
contribuire alla realizzazione del bene pubblico.
Dobbiamo valutare quanto spazio l’ente pubblico concede al soggetto privato e quanto sia
conveniente ad utilizzare lo schema della PPP.
Motivi Per Scegliere Una Ppp
Solitamente una ppp viene creata con forma di spa o srl, in cui una quota sociale è
sottoscritta dal soggetto privato che diventa responsabile per la quota societaria
sottoscritta. (responsabilità è limitata alla quota sottoscritta).
C’è un miglioramento della qualità attraverso una maggiore diversità e
- contendibilità.
Avere accesso alle competenze e skills del management privato
- Realizzare un adeguato finanziamento per i servizi pubblici, potrebbe esserci la
- necessità di reperire capitali da parte dell’ente pubblico nella realizzazione di un
servizio .
P.A. come partner forte: solitamente l’ente pubblico detiene la maggioranza delle
- quote o delle azioni. Nelle clausole statutarie potrebbe esserci una rinuncia al
possesso della maggioranza delle quota ma la previsione nello statuto che
l’amministrazione (AD) sia affidata all’ente pubblico.
Coinvolgimento delle organizzazioni non profit nell’erogazione di servizi di pubblica
- utilità.
Legittimazione presso l’opinione pubblica e i lavoratori dell’apparato pubblico (loro
- coinvolgimento)
Necessità di prevedere processi di valutazione, monitoraggio e validazione.
-
Quando Sono Adeguate Le Ppp?
Esigenza di un nuovo approccio alla partnership pubblico-privata.
Il settore privato (for e non profit) non dovrebbe essere considerato soltanto una scialuppa
di salvataggio per i casi di fallimento della P.A.
Le P.A. efficienti non dovrebbero di default essere esclusi in operazioni di salvataggio di
altri comparti pubblici non performativi.
PPP dovrebbero poter essere scelte a seguito di approfondita analisi e valutazione della
situazione effettiva e concreta (uso non discriminato).
I TERMINI DELLE 3 P
Public: P.A. , azienda strumentale, ente locale
Private: for e non profit
Partnership: project finance (investimento in aziende con alto potenziale di sviluppo
cercando finanziatori), contratti a lungo termine, joint ventures, mercato, accordi strategici.
FORME DI PPP
Forma contrattuale (accordo fra due parti una richiedente e una che offre): conclusione di
un contratto per esecuzione di un’opera o prestazione di un servizio ( es. progect
financing)
Istituzionalizzata: cooperazione nell’ambito di un’entità distinta per eseguire un’opera o
prestare un servizi ( es. società miste). Può esserci un problema di exit da parte dell’ente
pubblico dalla società.
Quali formule di ppp in italia?
Società miste
- Accordi di programma strutturati
- Fondazioni di partecipazione
- Trusts
- Associazioni
-
LE ORGANIZZAZIONI NON PROFIT
Il termino non profit che deriva dall’americano not for profit si traduce con l’espressione
senza scopo di lucro. Con la locuzione non profit si fa riferimento sia al divieto in capo alle
organizzazioni non profit del cosiddetto lucro soggettivo ossia la possibilità di beneficiare
da parte di chi gestisce/controlla/amministra l’organizzazione della distribuzione di
eventuali avanzi di gestiore che dovessero prodursi nella gestione delle attività proprie
dell’organizzazione sia alla “ragione” che sottende alla costituzione della medesima
organizzazione.
Più propriamente si dovrebbero individuare le organizzazioni non profit quali
organizzazioni not for profit con la quale si comprende il criterio che anima i
fondatori/promotori delle organizzazioni non lucrative.
È dunque forse alla finalità più che al divieto di non distribuzione degli utili.
Le organizzazioni non profit possono essere definite come aggregazioni collettive:
frutto dell’iniziativa dei privati
1) amministrate e gestite da privati
2) indipendenti dai poteri pubblici
3) vincolate alla non distribuzione degli utili eventualmente conseguiti
4) che perseguono uno scopo socialmente rilevante.
5)
L’elemento innovativo che caratterizza le org. non profit è la loro diffusa capacità di
rispondere in termini efficienti ed efficaci alle nuove sfide sociali, spesso in stretta
collaborazione con gli enti pubblici territoriali.
La struttura del libro I del codice civile è stata altresì impattata dai precetti costituzionali
contenuti negli articoli:
Art.2 principio solidaristico
- Art. 3 principio di uguaglianza
- Art. 18 principio di libera associazione
- Art. 38 libertà di assistenza (contrasto con la legge crispi) rimette in circolo la
- possibilità per l’operatore privato di intervenire nel settore socio-sanitario.
Art. 97 principio di buon andamento della PA
- Art. 117 principio di uniformità dei diritti: in capo allo stato centrale sia riconosciuta
- la responsabilità di definire i livelli essenziali di assistenza
Art. 118 principio di sussidiarietà
-
I padri costituenti si schierarono apertamente a favore del pieno riconoscimento delle
aggregazioni sociali.
Legge n. 266/1991 sulle organizzazioni di volontariato
Legge n.381/1991 in materia di cooperative sociali
Il decreto legislativo 460/1997 sulle ONLUS
Art. 10 della legge n.328/2000 in tema di trasformazione delle istituzioni di pubbliche
assistenza e beneficienza IPAB
Il decreto legislativo n. 155/2006 sull’impresa sociale.
A queste norme di diritto speciale si debbono aggiungere le specifiche normative
riguardanti le fondazioni di origine bancaria e quelle musicali, nonché la riforma
dell’impianto normativo relativo al procedimento per l’ottenimento della personalità
giuridica di diritto privato ad opera del DPR n.361/2000.
In francia, gli interventi legislativi adottati negli ultimi decenni del diciottesimo secolo per
contrastare l’accumulo di beni e di ricchezza da parte di associazioni e coroporazioni
culminarono con l’approvazione della legge Le Chapelier del 1971. Con questa vennero
soppresse corporazioni, società benefiche ed educative, organizzazioni di lavoratori,
società artigiane e organizzazioni politiche e di fatto.
Il code napoleon e le codificazioni ottocentesche, furono implementazioni giuridiche ed
economiche dei moti della rivoluzione francese, oltre a mantenere