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N.
Anche per la scienza che intende negare Dio (vedi coloro che non credevano nell’aforisma
125), proprio gli scienziati materialisti si rivelano gli ultimi credenti e non si accorgono di
portare ancora con sé il “cadavere” di Dio.
Chi sono questi noi? Noi atei e antimetafisici, N. è tra questi? -> sono gli scienziati che vogliono
essere atei e antimetafisici ma che in realtà non lo sono.
Non esiste una scienza che non sia Cristiana.
Essi sono cristiani a loro insaputa perché non problematizzano il loro essere cristiani.
Anacronismo di N. –> N. attribuisce la fede cristiana a Platone perché la fede cristiana presuppone
il platonismo-> cristianesimo come platonismo per il popolo.
Dio si è rivelato una menzogna quindi è morto -> per N. la menzogna ha una funzione essenziale,
senza di essa non potremmo vivere, come sopravvissero i greci quando si inventarono l’idea della
bellezza e degli dei bellissimi.
Dire che Dio si è rivelata una menzogna vuol dire riconoscere che l’idea di Dio è stata
essenziale per la crescita dell’uomo.
Aforisma 346 “Il nostro punto di domanda”
Noi siamo sia atei, miscredenti e immoralisti? No.
Dire che non credo vuol dire credere nel non credere, il credere che richiede un martirio, uno
scopo, è il credere della fede.
Noi ci costruiamo un mondo giusto quando non lo è , è immorale -> abbiamo fatto ciò perché
abbiamo seguito un bisogno, genealogicamente come compensazione da un mondo immorale e
meschino nasce l’idea di un mondo giusto e umano.
Non è però in questione in valore del mondo -> lo leggiamo come umano, giusto anche se non è
così.
L’uomo è la misura di tutte le cose (Protagora) in quanto misura di tutte le cose che si inventa, che
idealizza che sostruisce.
Conclusione -> o vi sbarazzate delle vostre venerazioni o di voi stessi (il nichilismo) -> ma anche la
prima non sarebbe il nichilismo?
N. sta pensando a due forme di nichilismo, uno distruttivo che nega l’uomo, ed uno costruttivo
che ha una funzione positiva che consiste nello scoprire che i fondamenti delle nostre venerazioni
erano fittizi.
Forse il secondo come conseguenza del primo (Steigamaier) anche se N. parla di diverse forme di
nichilismo solo nei frammenti non pubblicati -> forse un nichilismo negativo ed uno positivo.
10/04/17
N. rifiuta la fede nel credere che qualcosa non esista, ovvero l’ateismo che è una fede con il segno
cambiato.
Aforisma 347 “i credenti e il loro bisogno di fede” N. porta un attacco frontale al concetto di fede
anche se egli usa il concetto di fede seppur in un contesto particolare dandogli un senso
particolare che deriva dalla reinterpretazione della visione paolina e luterana della giustificazione
per fede dove la fede diventa quella in se stessi.
Quanto più uno ha bisogno di fede, di credere in qualcosa, così dimostra la sua forza ovvero la sua
debolezza.
Per credere in qualcosa N. intende credere in qualcosa fuori di noi.
Vecchia Europa -> espressione che N. prende da Burckardt.
Questo passo (trova ancora chi gli presta fede) è in contraddizione con l’aforisma 86 (in hoc signo
vinces) di Aurora, dove si parla di almeno 20 milioni di persone che in Europa non hanno fede in
Dio.
Qui il riferimento alla vecchia Europa ci dice che sono altre persone rispetto a quelle di Aurora, che
sono legate all’avvenire del buon europeo.
N. con questa espressione indica la massa, la plebe (i più).
N. applica il suo stesso concetto di verità, egli è un critico, non si schiera.
Egli critica il concetto di verità-> se questo articolo di fede è legato al bisogno vuol dire che la
verità è legata alla sua efficacia pratica (vedi aforisma 110 della Gaia scienza) -> non esiste una
verità in se, sul piano metafisico, ma solo sulla base dalla sua necessità ed efficacia pratica perciò
anche l’idea di Dio, per quanto possa essere confutata, se è necessaria, se l’uomo ne ha bisogno
essa viene considerata per vera.
“Prova della forza” (si riferisce ad un passo della prima lettere ai Corinzi di S. Paolo) la forza,
l’argomentazione non sta nella sapienza o nella persuasione, ma nella dimostrazione di spirito.
Vengo da voi perché attraverso di me parla la forza di Dio, argomento talmente forte che respinge
ogni confutazione.
Questa prova della forza corrisponde al concetto di N. della verità.
N. stesso sottolinea che questo concetto di verità, che è tanto valida quanto più sa risolvere i
problemi, è preso dalla stessa Bibbia.
Se Platone è l’inventore della metafisica, poiché il cristianesimo è il platonismo del popolo, avere
bisogno della metafisica vuol dire avere bisogno del cristianesimo.
Associazione fede nel cristianesimo, fede nella scienza positivistica in quanto la scienza moderna
corrisponde alla richiesta di una certezza che prima era appannaggio della fede.
È una richiesta di sostegno, di salvezza, che viene dall’istinto della debolezza.
Il fatto che ci si voglia afferrare saldamente alla certezza scientifica dimostra che prevale un
istinto della paura che è sempre quello che deriva dal fatto che la certezza suprema è venuta
meno (La morte di Dio e l’avvento del nichilismo).
N. se la prende anche con quelle forme di religioni politiche.-> questo bisogno di verità da vita al
fanatismo.
Naturalismo parigino-> riferimento a Zola ed al verismo.
Nichilismo di Pietroburgo, quello russo, indicato qui sia sul versante politico che in quello letterario.
Pietroburgo è un riferimento a Dostoevskij (in questo periodo N. lo scopre e lo legge), riferimento al
fatto che egli facesse parte di un circolo nichilista il quale circolo viene scoperto e i componenti
vengono mandati a morte (D. viene graziato).
D. poi si distacca dalle posizione nichilistiche.
Non credere è una forma di fede -> N. vuole saltare al di là del credere nel non credere.
Il credere nel non credere è sempre una fede fanatica che porta al martirio, dimostra che è sempre
un bisogno di fede (riferimento tanto alla morte di molti nichilisti russi ma forse anche al romanzo “i
padri ed i figli” di Turgenev, qui però in questo romanzo si parla del nichilismo scientifico).
La volontà è essere affetti dal comando ->indica una passività, essere passivi di fronte al
comando -> ciò vuol dire che è il comando che noi diamo a noi stessi, che implica anche il fatto
che noi obbediamo.
Nella misura in cui noi siamo capaci di comandare noi stessi ubbidendo al nostro comando saremo
meno soggetti al comando degli altri (vedi passo di Zarathustra “della guerra e dei guerrieri” ; il
soldato è un dipendente, il guerriero è colui che sa comandare a se stesso e perciò sa anche
obbedire -> comandare è in primo luogo comandare a se stessi).
Se noi sappiamo comandare a noi stessi ci rendiamo autonomi dagli altri.
L’adesione a queste forme sono forme della fede, che hanno sempre nella fede in Dio il loro
modello.
Essere passivi nei confronti di una coscienza di partito è sempre una forma di fede.
Qui N. riprende le parole di Kant (in questo elenco) nello scritto “Che cos’è l’Illuminismo?”->
rendersi autonomi , abbi il coraggio di conoscere, non rimanere nello stato di minorità da imputare
all’uomo stesso il quale non vuole utilizzare gli strumenti che la natura stessa gli ha dato e viene
meno alla sua essenza di umanità in nome di viltà e comodità.
Buddhismo e Cristianesimo - > esse potrebbero avere avuto origine in una immane malattia della
volontà.
È un tratto in comune che N. vede tra queste due religioni, ovvero il rifiuto della volontà, la
negazione della volontà (in realtà è un fatto comune anche dell’Islam e nella religione ebraica).
Tu devi -> obbligo della morale.
L’essere passivi, mancare di volontà, significa accettare passivamente il tu devi, ovvero la morale,
senza fare della morale un problema critico come bisognerebbe fare secondo N. (così come Kant
quando dice che l’Illuminismo è il liberarsi da quello stato di minorità mentale che l’uomo deve
imputare a se stesso, solo che N. trasporta questa riflessione sul piano della morale)
->Il fanatismo è l’unica forza di volontà alla quale possono essere condotti anche i deboli e gli
insicuri -> il fanatismo conquista la fede dei deboli (molto attuale).
Lo spirito libero, inaugurato con Umano troppo umano, nella misura in cui possiede la libertà del
volere è il congedo da ogni fede e fanatismo, sia quelle positive che negative.
N. indica qui la libertà del volere come un fatto positivo, ma in molti altri passi nega tale libertà del
volere (aforisma 11 del viandante e la sua ombra) in senso schopenhaueriano (noi facciamo parte
del divenire e non ne siamo esterni).
Aforisma 1-> come nasce questo concetto di verità, ha a che fare con la morale.
->Ci da la definizione di ciò che N. intende per Gaia Scienza.
La prima considerazione è quale sia la natura e se è attendibile la nostra definizione dei concetti di
buono e cattivo.
N. qui mette in campo un concetto fondamentale: le nostre verità sono quelle cose che noi
giudichiamo vere in quanto servono alla nostra conservazione in vita e quindi attraverso di noi
della nostra conservazione della specie.
N. retrocede la natura dell’uomo ad agente e attore privilegiato nella natura, alla pari di tutti gli altri
esseri, sull’onda di Schopenhauer.
Siamo sicuri quindi che ciò che giudichiamo buono sia ciò che compete alla conservazione della
specie?
È il nostro istinto che ci spinge a comportarci così , è la nostra essenza che è quella del gregge.
L’uomo è quindi un animale gregario, come i lupi, le pecore ecc… è un animale del gregge.
(Vedi Lorenz sul comportamento animale).
La legge del branco, o legge del gregge funziona anche per gli animali da preda.
L’uomo è un animale gregario (vedi passo dell’Anticristo, noi abbiamo ricollocato l’uomo tra gli
animali) -> concezione che viene ripresa da Schopenhauer e anche Kant (i pidocchi della storia
universale naturale e teorie del cielo, anche se qui Kant dice che l’uomo, come ogni forma di vita,
ha significato nella visione divina ).
Il giudizio buono o cattivo ha validità immediata; quando non ha più necessità dell’immediato, nel
quadro dell’interezza della specie umana forse anche l’uomo più dannoso &egrav