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ANTERIORI DEL LOBO TEMPORALE MEDIALE, DELL’AMIGDALA LATERARALE,

DELL’IPPOCAMPO e della corteccia circostante l’ippocampo, possono determinare

disturbi di memoria retrograda ed anterograda. Il LOBO TEMPORALE MEDIALE

(comprendente l’ippocampo), non è l’unica area la cui lesione causa amnesia, quest’ultima

può infatti conseguire a lesioni in altre sedi, particolarmente a livello del DIENCEFALO.

Queste regioni possono essere danneggiate da lesioni vascolari, tumorali, traumatiche e

da etilismo cronico. In sostanza, l’amnesia globale (deficit di MLT episodica) consegue a

lesioni ippocampali, diencefaliche e frontobasali.

Lesioni al lobo TEMPORALE MEDIALE, compromettono la memoria a lungo termine e più

specificatamente la memoria dichiarativa e/o esplicita (rappresentata dalla memoria

episodica e dalla memoria semantica), terminologia con cui si fa riferimento a quelle

conoscenze a cui si ha un accesso consapevole, ma non si compromettono le funzioni

della memoria non dichiarativa/ implicita. Inoltre, pazienti con queste lesioni possono

presentare danni alla memoria retrograda episodica, lasciando intatta la memoria

retrograda semantica (pazienti che a fatica apprendono nuovi vocaboli); tuttavia in essi

l’apprendimento di abilità motorie è preservato. La CORTECCIA PREFRONTALE è invece

coinvolta nella memoria prospettica (memoria del futuro, ricordarsi di fare qualcosa). Nelle

amnesie da lesione temporo parietale, l’informazione non è disponibile a causa di un

deficit di consolidamento della traccia, quindi la rievocazione non trae beneficio da un

suggerimento al momento del richiamo, mentre amnesie da lesione prefrontale, il

consolidamento ha avuto luogo normalmente ma la codificazione dell’info e la capacità di

utilizzare strategie di rievocazione al momento del recupero sono deficitarie, questi

pazienti hanno prestazioni scarse nella rievocazione libera ma se si forniscono

suggerimenti, la prestazione può essere quasi normale.

18. Descrivere quali elementi caratterizzano un disturbo di memoria semantica; descrivere

il quadro.

Deficit di memoria semantica si presentano in seguito a lesioni bilaterali dei LOBI

TEMPORALI, in una regione diversa da quella che provoca amnesia, ossia nella

REGIONE INFERIORE E LATERALE e nel POLO TEMPORALE. Queste aree possono

essere compromesse a causa di un’encefalite erpetica, a causa di un trauma (evento raro)

oppure possono diventare atrofiche nel corso di una forma di demenza, nota come

‘demenza semantica’.

I pazienti con deficit di memoria semantica mostrano una memoria episodica intatta

(ricordano i volti delle persone nuove, gli appuntamenti, apprendono un percorso), ma

hanno perso le conoscenze relative al significato delle parole, ai simboli verbali, alle regole

e alle formule necessarie x manifestare i concetti; sono perse anche quelle informazioni

non verbali che riguardano: l’immagine di oggetti di uso comune, il volto di una persona

celebre e le conoscenze generali del mondo imparate a scuola o attraverso i mezzi di

comunicazione. Tuttavia, l’acquisizione di nuove conoscenze semantiche presuppone una

memoria episodica intatta, la conoscenza semantica è acquisita grazie ad una serie di

episodi ripetuti che hanno perso i loro connotati spazio-temporali x diventare, appunto,

conoscenza semantica.

La demenza semantica, è una sindrome comportamentale che risulta dalla degenerazione

del sistema neurale che sottende la memoria semantica, comprendente la parte

LATERALE ed INFERIORE dei lobi TEMPORALI ed il POLO TEMPORALE

BILATERALMENTE. Il disturbo consiste nella perdita delle conoscenze relative ai concetti,

alle persone, ai fatti, agli oggetti e al significato delle parole. Il disturbo inizialmente si

presenta come un’anomia, ossia una difficoltà nel trovare i nomi delle persone e delle

cose, a cui poi si aggiunge un disturbo nella comprensione di singole parole. Invece, altri

aspetti del linguaggio che non richiedono un’elaborazione semantica (fonologia e sintassi)

sono del tutto preservati ed è nei limiti la prestazione a test di discriminazione fonologica,

di lettura ad alta voce, scrittura e ripetizione; il paziente cade, però, nelle prove di

denominazione o di comprensione di singole parole. Gli altri sistemi diversi dalla memoria

semantica (MBT e memoria episodica) sono risparmiati, quindi il paziente ricorda gli

episodi della propria vita, gli appuntamenti, le persone che incontra ma non i nomi e non è

in grado di rievocare eventi pubblici che costituiscono la sua memoria enciclopedica.

Analogamente, il paziente esegue bene prove di MBT (verbale e spaziale) e di memoria

episodica ma nei questionari di riconoscimento di personaggi famosi, di eventi remoti o su

presentazione di fotografie, la prestazione è scadente. Sono risparmiate anche le abilità

cognitive che non hanno attinenza con la semantica: il paziente non è disorientato, non ha

deficit nella percezione visiva di angolazioni, né deficit di intelligenza non verbale o di

attenzione selettiva. Il disturbo può poi gradualmente interessare anche aspetti semantici

non verbali, come: la memoria x odori, sapori, materiali e suoni.

19. Definire i concetti di schema corporeo ed immagine corporea e descriverne la

differenza nella interpretazione di Head e Holmes.

Il corpo è il mezzo attraverso il quale noi agiamo nell’ambiente esterno utilizzando le

informazioni sensoriali provenienti da esso. La definizione ‘rappresentazione corporea’ è

spesso utilizzata x indicare una gran quantità di funzioni percettive e motorie connesse tra

di loro ed indispensabili x l’espletamento di diverse funzioni, quali: 1) percezione e

localizzazione degli stimoli somatici; 2) programmazione di azioni; 3) consapevolezza del

corpo. Il concetto di rappresentazione del corpo è complesso e ci si deve quindi

soffermare su alcuni termini. In seguito alla trattazione sui disturbi di senso pubblicata nel

1911 dai neurologi, Head e Holmes, i termini di schema corporeo (postural schema) ed

immagine corporea (superficial schema), si cominciarono a diffondere nella letteratura

neurologica e neuropsicologica. Lo schema corporeo, originerebbe dalle afferenze

somato-sensoriali, soprattutto propriocettive, e consisterebbe in una rappresentazione del

corpo x gran parte automatica e inconsapevole, che sarebbe costantemente aggiornata ad

ogni nuovo movimento, permettendo il monitoraggio della postura delle diverse parti del

corpo anche in assenza di input visivi. Invece, l’immagine corporea, sarebbe una

rappresentazione esplicita della forma e della posizione delle varie parti del corpo e ci

permetterebbe di localizzare la posizione di uno stimolo sulla pelle. Secondo i due autori,

la distinzione tra le due componenti della rappresentazione corporea, sarebbe sostenuta

dalla esistenza di un paziente con un disturbo nell’indicare la postura degli arti, ma non nel

localizzare stimoli cutanei.

20. Descrivere i concetti di stabilità e di plasticità della rappresentazione del corpo, anche

facendo riferimento a fenomeni quali l’arto fantasma o l’integrazione di strumenti

extracorporei nella rappresentazione del corpo.

La corteccia cerebrale è caratterizzata da una grande capacità di modificarsi

plasticamente in base all’esperienza sensoriale e motoria di ciascuno di noi; tali

modificazioni possono portare ad una cambiamento della rappresentazione del corpo, il

quale, pur essendo inconsapevole, produce effetti sulla nostra capacità di agire. Un tipo

particolare di plasticità cerebrale potrebbe essere alla base della nostra capacità di

integrare strumenti extracorporei nella rappresentazione del corpo, tale capacità può

permetterci di manipolare uno strumento che utilizziamo abitualmente (coltello) anche

senza osservarlo in modo diretto; l’utilizzo di strumenti sembra essere in grado di

modificare la risposta di particolari neuroni della corteccia parietale, che rispondono sia gli

stimoli tattili che a stimoli visivi vicini al corpo (neuroni biodali), importanti x rappresentare

quello che viene definito come spazio peripersonale. Una prova che gli strumenti

extracorporei possono essere incorporati nella rappresentazione del corpo, è costituita

dall’espansione della risposta visiva dei neuroni bimodali a porzioni di spazio lontane dal

corpo, ma raggiungibili dallo strumento, che il soggetto è stato addestrato ad utilizzare,

quindi grazie allo strumento, lo spazio lontano sarebbe codificato da strutture neurali

analoghe a quelle che codificano lo spazio vicino. Nonostante i fenomeni di plasticità, la

rappresentazione cosciente del corpo, mostra aspetti di grande stabilità. Uno degli

elementi che suggerisce la stabilità della percezione della forma del proprio corpo, è il

fenomeno dell’arto fantasma; tale fenomeno si presenta in molti pazienti a seguito di

amputazione. Consiste nella sensazione percepita dal soggetto, che la parte del corpo

amputata sia ancora presente; l’arto amputato può essere descritto in modo dettagliato e

la sensazione fantasma può essere evocata dalla stimolazione di aree somatotopicamente

compatibili con la riorganizzazione plastica conseguente all’amputazione: le aree di

corteccia deprivate sensorialmente, a seguito dell’amputazione, cominciano a rispondere a

stimoli somministrati a parti del corpo adiacenti a quella amputata nella rappresentazione

somatotopica corticale.

21. Discutere la relazione tra rappresentazione corporea ed integrazione multisensoriale;

citare le prove a sostegno dell’importanza dell’integrazione multisensoriale x la

rappresentazione del corpo.

Con l’espressione ‘rappresentazione del corpo’ si indica una serie eterogenea di funzioni e

di circuiti cerebrali, i cui elementi costitutivi sono legati fra di loro dal fatto di permettere il

mantenimento di una conoscenza precisa della forma e della postura del corpo,

consentendo di localizzare stimoli esterni sulla cute e di eseguire azioni. Nonostante la

propriocezione sia indicata come modalità sensoriale principale x la rappresentazione del

corpo, è noto che altre modalità (come la visione) svolgano un ruolo essenziale. Per

spiegare infatti, l’importanza dell’integrazione multisensoriale x la rappresentazione del

corpo sono stati utilizzati due approcci:

1)Il primo, mette in conflitto, in un soggetto neurologicamente sano, le diverse modalità

sensoriali. Ad esempio: nella ‘illusione di Pinocchio’, inducendo una sensazione di

allungamento del muscolo del bicipite attraverso la sua vibrazione, mentre il soggetto si

tocca il naso ad occhi chiusi, si può generare la sensazione che il naso si stia allungando.

In questo caso, la sensazione propriocettiva di allungamento del muscolo (che solitamente

corrisponde ad un’este

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Publisher
A.A. 2013-2014
35 pagine
5 download
SSD Scienze mediche MED/26 Neurologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Silviag91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Neuroscienze e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Galati Gaspare.