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-SISTEMI SOMATO-SENSORIALI
10. Sistema dolorifico
Il sistema di percezione del dolore è un sistema somato-sensoriale che è molto
utile evolutivamente in quanto ci permette di reagire agli stimoli dolorosi. I
recettori del dolore prendono il nome di nocicettori e si attivano quando
entriamo in contatto con degli stimoli dolorosi, invia le informazioni al neurone
sensoriale primario che, entrando nella parte dorsale del midollo spinale
contatta il neurone sensoriale secondario. Questo incrocia nel midollo spinale e
sale fino al tronco encefalico nella parte controlaterale e sale nel talamo dove
contatta i neuroni talamici che arriva fino alla corteccia somato-sensoriale nel
lobo parietale. Il sistema dolorifico presenta più vie .. (domanda 11)
11. Vie del dolore
All’interno del sistema di percezione del dolore ci sono: una via formata da
assoni mielinizzati che trasmetto le informazioni velocemente e si occupano di
trasportare le informazioni sul dolore acuto, gli assoni amielinizzati che
trasportano le informazioni più lentamente e si occupano del dolore sordo. Altre
due vie sono quelle neospinotalamica e paleospinotalamica che si sono
formate in tempi diversi: la prima è più recente e si occupa di trasportare le
informazioni sulle caratteristiche fisiche dello stimolo e finisce nella corteccia
somato-sensoriale, mentre la seconda è più antica e si occupa di trasportare le
informazioni generali sullo stimolo doloroso in modo da poter mettere in atto
una risposta velocemente, e raggiunge i nuclei del talamo e le varie cortecce.
Quindi la prima via ci permette di processare i dettagli fisici (corteccia somato-
sensoriale), mentre la seconda ci permette di elaborare una risposta (talamo e
cortecce)
12. Quale corteccia elabora le caratteristiche fisiche del dolore?
La corteccia somato-sensoriale attraverso la via neo-spino talamica.
13. Corteccia somato-sensoriale: caratteristiche e localizzazione; a livello di
questa corteccia ci sono zone più rappresentate e zone meno, perché?
Questa corteccia si trova nel lobo parietale ed è una neocorteccia cioè possiede
sei strati. Riceve tutte le informazioni dalla periferia, quindi ha un quarto strato
molto sviluppato, processa le info e le invia alle cortecce di ordine superiore. In
questa corteccia è presente una mappa somato-sensoriale che è innata e
sproporzionata in quanto presenta delle parti più rappresentate e delle parti
meno: quelle più rappresentate sono quelle in cui sono presenti più ricettori e
con un campo ricettivo più piccolo, quindi dove è presente la maggior capacità
di discernere la localizzazione spaziale degli stimoli.
14. Che caratteristiche hanno i recettori delle mani rispetto a quelli della
schiena?
La differenza tra i recettori della mano e quelli della schiena sta nella
dimensione del campo recettivo e dal numero di recettori che rappresentano la
differenza di capacità di discriminazione spaziale dello stimolo presente tra
queste due zone: ogni recettore ha un campo recettivo ovvero un’area della
superficie recettiva a livello della quale lo stimolo eccita il recettore. Le
terminazioni di un neurone costituiscono il campo recettivo. Se lo stimolo cade
in un punto attiverà un certo recettore, in un altro punto un altro recettore. La
capacità di discriminazione spaziale dipende dal numero di recettori (se ce ne
sono di più aumenta la capacità di discriminazione spaziale) e dimensioni del
campo recettivo (tanto più piccola è la dimensione del campo e tanto è
maggiore la capacità di discriminazione spaziale). Il nostro cervello legge
l’attività dei nostri recettori, se il recettore è grande, il cervello non sa in che
punto del campo recettivo cade lo stimolo (esempio dei recettori presenti sulla
schiena), mentre nel caso del campo recettivo piccolo può ricevere solo uno
stimolo e quindi il cervello capisce dove arriva lo stimolo (esempio dei recettori
presenti sulle mani). Tanto è più piccolo il campo ricettivo tanto è più precisa la
localizzazione dello stimolo.
15. Modulazione del dolore
Ci sono molti fattori che influenzano la nostra percezione del dolore. Cioè, lo
stesso stimolo fisico che attiva i nocicettori può essere percepito come più o
meno intenso dallo stesso soggetto. Entrano in gioco fattori ambientali,
situazionali ecc. (es. i soldati in guerra, se si trovino in una situazione in cui
devono concentrarsi sul sopravvivere, provano meno dolore). Questa
modulazione avviene a diversi livelli:
Periferico-> a livello della cute: se casualmente ci tagliamo le cellule del tessuto
danneggiato cominciano a produrre diverse sostanze, ma non solo loro anche il
sistema immunitario, gli anticorpi e i vasi sanguigni. Tutte queste sostanze
aumentano la sensibilità dei recettori del dolore (si chiama iperalgesia) per cui
se appoggiamo la parte tagliata su una superficie che normalmente non ci
provocherebbe dolore invece lo sentiremo .
Corticale -> a livello del SNC: a seconda della situazione emotiva, sociale, di
stress, ecc. a cui si trova l'individuo la percezione del dolore può essere
aumentata o diminuita da diversi tipi di meccanismi:
1. Nel midollo spinale gli interneuroni inibiscono l'informazione del dolore che
arriva dal neurone primario. Sempre qui ci sono anche gli assoni che arrivano
dai nuclei del Rafe e liberano la serotonina per inibire la percezione del dolore
2. Uno dei modulatori centrali del dolore è la sostanza grigia periacqueduttale
che si trova nel tronco encefalico
3. Infine ci sono neuropeptidi prodotti dai nostri neuroni del nostro cervello che
regolano la percezione del dolore e si chiamano oppioidi endogeni (= endorfine,
encefaline, dinorfine)
-SISTEMA VISIVO
16. Sistemi convergenti e divergenti.
I coni e i bastoncelli sono dei foto pigmenti presenti all’interno della retina e che
si attivano con l’arrivo della luce. I bastoncelli formano un sistema che viene
definito convergente in quanto tanti bastoncelli “convergono” su un unico
interneurone inibitorio e allo stesso modo tanti interneuroni inibitori convergono
su un'unica cellula ganglionare. Questo sistema è molto sensibile agli stimoli
luminosi perché somma l’attività di più bastoncelli, quindi risponde anche a
stimoli molto deboli. Ha uno svantaggio, ovvero il nostro cervello non riesce a
capire quale bastoncello è stato attivato. I coni invece formano un sistema
chiamato divergente in cui un cono contatta tanti interneuroni che quindi
possono contattare più cellule ganglionari.
17. Corteccia visiva primaria: dove si trova, da quale nucleo del talamo gli
arrivano le informazioni e qual è la differenza tra cellule semplici e cellule
complesse e quale strato ha più sviluppato?
La corteccia visiva primaria si trova nel lobo occipitale e riceve le info che
arrivano dal nucleo genicolato laterale del talamo, ancora separate. Presenta
una mappa retino topica dove la zona più rappresentata è quella della fovea,
punto in cui vediamo meglio. Una volta arrivate al quarto strato le informazioni
vengono passate alle cellule semplici che hanno un campo recettivo
rettangolare formato da zone centro on e centro off alternate e qui iniziano a
ricostruire l'immagine (abbiamo informazioni sulla localizzazione spaziale). Poi
l'informazione passa alle cellule complesse che hanno campo recettivo dato
dalla somma dei campi recettivi delle cellule semplici, le zone centro e centro off
non sono ben definite ma qui continueremo a ricostruire le immagini partendo
dalle sagome ma non ci danno informazioni sulla localizzazione spaziale. Le
immagini continuano ad essere processate separatamente attraverso le
colonne di dominanza oculare e le colonne di orientamento.
18. Corteccia visiva di ordine superiore
Nella corteccia visiva di ordine superiore si ha un'interpretazione attiva della
realtà. Queste informazioni dalla corteccia primaria vengono portate a quella di
ordine superiore attraverso due vie: la via del dove (dorsale) arriva dalle vie M e
va verso il lobo parietale, e la via del cosa (ventrale) arriva dalle lievi e va verso
il lobo temporale. (domanda 19)
19. Neuroni Magno cellulari e parvo cellulari, via dorsale e via ventrale.
Nel sistema visivo abbiamo due tipi di cellule ganglionari sulla retina: le cellule
M chiamate anche Magno cellulare che sono grandi e poche, si attivano con il
movimento e ci permettono di localizzare spazialmente l'immagine; le cellule P
chiamate anche parvo cellulari sono piccole e tante, rilevano la forma e i colori
dell'immagine. Nel punto cieco della retina si forma il nervo ottico che è fatto
dagli assoni delle cellule M delle cellule P, arriva al talamo attraverso la
formazione di due vie: una via P che è formata dagli assoni delle cellule P e una
via M che proviene dagli assoni dalle cellule M. Arrivate nella corteccia primaria
e poi in quella di ordine superiore, riconosceremo altrettante vie: la via del dove,
detta anche via dorsale, formata dagli assoni delle cellule M che va verso il lobo
parietale e manda le info sulla localizzazione spaziale, la via del cosa, detta
anche via ventrale formata dagli assoni delle cellule P che si muove verso il
lobo temporale e manda le informazioni su come è fatto l'oggetto.
20. Funzione della corteccia parietale posteriore
In questa corteccia arrivano le informazioni dalla via del dove e questo è il punto
che ci dà informazioni sulla posizione del nostro corpo nello spazio attraverso il
sistema propriocettivo. Essendo questa una corteccia associativa integra
queste informazioni tra loro, dandoci una rappresentazione più accurata della
realtà.
21. Come avviene la foto trasduzione?
La foto trasduzione è quel processo che mettono in atto i fotorecettori per
tradurre lo stimolo luminoso in corrente elettrica. Al buio coni e bastoncelli
hanno i canali per il sodio aperti e da qui si formerà una depolarizzazione che
porterà all’apertura dei canali per il calcio aperti. Questi permettono di liberare
glutammato sugli interneuroni che inibiscono i gangli e quindi non si produrrà
potenziale d’azione. Quando arriva uno stimolo luminoso i canali del sodio si
chiudono e quindi avremo un’iperpolarizzazione, i coni e i bastoncelli
smetteranno di produrre glutammato che non stimolerà gli interneuroni e quindi
le cellule ganglionari non saranno più inibite.
22. Chi è più sensibile alla luce tra coni e bastoncelli e perché?
Ad essere più sensibili alla luce sono i bastoncelli in quanto formano un sistema
detto sistema convergente in quanto tanti bastoncelli vanno a convergere su un
interneurone e tanti interneuroni vanno a conver