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CRISI TONICO-CLONICHE GENERALIZZATE
Il verificarsi di crisi al risveglio, in questo tipo di epilessia, fa sì che la si possa denominare "grande male al risveglio".
Tra i fattori precipitanti:
- La stimolazione luminosa intermittente
- Alterazioni del ritmo sonno-veglia
- Abuso di alcol
La sintomatologia si caratterizza per una prima fase tonica che, provocando irrigidimento della muscolatura, porta il soggetto a cadere e poi una seconda fase tonico-clonica con scosse violente degli arti.
Durante le crisi vi è una perdita della coscienza e del controllo sfinterico; nella prima fase tonica può verificarsi l'emissione di un grido.
Il sonno segue il cessare della sintomatologia critica.
Successivamente il paziente riferisce dolori muscolari, cefalea e può presentare vomito.
In questi soggetti non sono state rilevate turbe neurologiche mentre da alcune casistiche invece si evince che disturbi intellettivi sono presenti nelle 2,2-10% dei casi.
EPILESSIE
FOCALI
Nelle crisi focali l'origine dell'attività cerebrale anomala coinvolge una zona circoscritta del cervello.
Le crisi focali sono distinte a seconda della presenza o meno di una compromissione della consapevolezza.
Si parla di crisi focali con consapevolezza conservata quando non si verifica una riduzione o alterazione della capacità di percepire ciò che succede durante la crisi.
Vengono, invece, definite crisi focali con consapevolezza alterata quando vi è un'alterazione o riduzione della consapevolezza.
Le crisi focali vengono anche classificate a seconda della presenza o meno, all'esordio, di fenomeni motori o non motori.
Il soggetto può anche presentare alterazione della percezione del tempo e dello spazio.
Le epilessie focali con consapevolezza conservata possono essere suddivise in due gruppi:
- Comprende quelle forme in cui non si dimostra alcuna lesione cerebrale e il cui discorso è buono;
- Include le epilessie con crisi che...
uni o bilaterale. La perdita del linguaggio è grave mentre vengono conservate le capacità non verbali; questo rappresenta il primo sintomo in circa ¼ dei casi.
Il disturbo del linguaggio è progressivo e consiste in una incapacità a distinguere i singoli fonemi al punto che i soggetti vengono considerati sordi. Questi bambini però possono apprendere la lettura labiale e la scrittura dal momento che le capacità visuo-verbali possono essere risparmiate; a volte sono presenti le parafasie, errori di sintassi e le stereotipie verbali ma la discrepanza fra abilità non verbali e verbali non infierisce in maniera grave nell'efficienza intellettiva.
Sono presenti anche dei disturbi del comportamento e molti bambini con questa sindrome esibiscono comportamenti di tipo autistico come il rifiuto per la vita sociale, l'insistenza sullo stesso soggetto e problemi di linguaggio. Tutto ciò ha fatto ipotizzare che questi soggetti siano affetti
da una sorta di autismo regressivo poiché appaiono normali fino a un'età compresa tra i 3 e i 7 anni e perdono successivamente, in modo graduale, le loro abilità. Le crisi avvengono con una frequenza variabile e possono essere controllate dagli antiepilettici. Nella maggior parte dei casi la sintomatologia critica si risolve prima dell'età adulta, per quanto riguarda il linguaggio la prognosi resta riservata. EPILESSIE CON PUNTE-ONDE CONTINUE DURANTE IL SONNO LENTOQuesta sindrome si caratterizza per la presenza di punte-onde continue diffuse durante il sonno lento associate a crisi focali e generalizzate sia notturne che diurne. È un tipo di epilessia rara, di cui non si conosce ancora la causa. La compromissione delle funzioni cognitive e i disturbi del comportamento vengono attribuiti all'epilessia e alle alterazioni elettriche associate, in quanto poi con il trattamento farmacologico e la scomparsa della fenomenologia critica vi è
Un miglioramento delle funzioni neuropsicologiche.
CONVULSIONI FEBBRILI → CF
Sono delle crisi convulsive che si manifestano in corso di febbre (superiore a 38 °C) in bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 5 anni. Solitamente si tratta di manifestazioni benigne in quanto scompaiono con l'età. Bisogna escludere dalle convulsioni febbrili le crisi epilettiche scatenate dalla febbre, comprese quelle che insorgono con una temperatura inferiore ai 38 °C e che si manifestano dopo i 6 anni.
Le convulsioni febbrili si manifestano generalmente durante le prime 24 ore di febbre soprattutto quando la temperatura corporea presenta un brusco rialzo.
Si distinguono:
- convulsioni febbrili semplici → che hanno una durata inferiore ai 15 minuti e non presentano segni focali
- convulsioni febbrili complesse → che sono caratterizzate da una durata maggiore ai 15 minuti e dalla presenza di segni focali
Le convulsioni febbrili, generalizzate o focali, che durano più di
30 minuti e si ripetono a intervalli di breve distanza, devono essere considerate come uno stato epilettico febbrile; queste sono frequenti nei primi 3 anni di vita e rappresentano un' emergenza clinica poiché, a volte, sottintendono una prognosi severa. CRISI NON EPILETTICHE Si tratta di episodi critici cerebrali di natura non epilettica la cui diagnosi a volte non è semplice. Esse sono: - Le crisi anossiche - Le crisi ipniche - Le crisi psichiche - Le crisi di altra natura. Le Crisi anossiche si che possono essere di tipo generalizzato, unilaterali o parziali in base all'area neuronale coinvolta nella paralisi funzionale transitoria causata dall'anossia. Quest'ultima provocata da un' improvvisa riduzione di ossigeno, da una insufficienza respiratoria o circolatoria. Si distinguono tre diversi tipi di attacco: - La lipotimia → Comporta un obnubilamento del sensorio, il soggetto perde la percezione è il contatto con l'ambiente e non è capacedi notte durante il sonno. Durante una crisi ipnica, il soggetto smette di respirare per alcuni secondi, causando una momentanea riduzione dell'ossigeno nel cervello. Questo può portare a movimenti convulsivi, perdita di coscienza e risveglio improvviso con sensazione di affanno. Le crisi ipnagogiche, invece, si verificano durante la fase di addormentamento o di risveglio. Durante queste crisi, il soggetto può sperimentare allucinazioni visive, uditive o tattili, sensazioni di paralisi e una forte sensazione di paura. È importante consultare un medico se si sospetta di avere episodi di lipotimia, sincope o crisi epilettiche. Un'adeguata diagnosi e un trattamento appropriato possono aiutare a gestire e controllare questi disturbi.notturna o per la presenza di mioclonie. Per esempio, le mioclonie ipniche, la sindrome delle gambe senza riposo, la ictatio capitis nocturna, il sonniloquio, il sonnambulismo, la distonia parossistica notturna, il pavor nocturnus, la paralisi ipnagogica, la narcolessia.
La diagnosi viene formulata in centri particolarmente attrezzati per lo studio dei disturbi del sonno.
Le Crisi psichiche, Possono essere confuse per crisi di grande male. Il soggetto cade a terra, senza farsi male, in preda a plateali movimenti incoordinati, sempre in presenza di testimoni, non sono presenti la cianosi e movimenti tonici e tonico-clonici. Inoltre, non compare mai durante il sonno e non comporta una perdita dello stato di coscienza. A volte questi soggetti presentano morsicatura della lingua o perdita del controllo sfinterico. Spesso pazienti epilettici le cui crisi sono controllate dalla terapia farmacologica continuano a presentare episodi di natura funzionale.
Le Crisi di altra natura, Rappresentano tutte quelle
Manifestazioni di natura nonepilettica che si possono osservare durante un'intossicazione da tossici esogeni ed endogeni o durante vasculopatie cerebrali acute o croniche. Le principali sono:
- Gli attacchi ischemici transitori
- La sindrome periodica del bambino
- Lo spasmus nutans
- L'opsoclono
- Il paramyoclonus multiplex di Friedreich
- Il mioclono benigno di Fijerman
- Il mioclono essenziale
- Il torcicollo parossistico benigno
- Le distonie da farmaci
ASPETTI NEUROLOGICI DELL'EPILESSIA (sola lettura in caso)
Sono stati studiate e valutate le prestazioni cognitive nei bambini con epilessia, poiché si è sempre pensato che essa rappresenti un fattore di rischio per lo sviluppo delle funzioni intellettive. Alcuni studi che riesaminano i dati disponibili sul livello intellettivo di pazienti con epilessia mostrano che i soggetti con epilessia associata a danno cerebrale organico hanno un'intelligenza ridotta; quelli con epilessia definita "pura" un Q.I. normale.
Matendono a disporsi ai livelli più bassi del range di normalità; A volte sia unaregressione intellettiva, la cui frequenza non è nota; la tendenza generale di ungruppo di pazienti è verso la regressione, ma la perdita totale non è mai marcata e sipossono osservare variazioni nel corso dello sviluppo.
Il problema del rapporto tra epilessia da un lato e disturbi dell'intelligenza dall'altro ereso anche in particolar modo complesso dalla presenza di una serie di fattori ai qualiappare difficile attribuire valore causale o concausale; Alcuni di questi fattoriappaiono intrinseci alla malattia stessa.
Molte ricerche hanno evidenziato come nei casi in cui non è stato accertato un dannocerebrale il consente intellettivo sembrerebbe nella norma, mentre quando l'epilessiaè sostenuta