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La conducibilità termica è maggiore nella grafite che nel diamante, ciò è dovuto alla maggior rigidezza della
prima sui piani (doppi legami) rispetto alla seconda. La conducibilità elettrica è data dal movimento degli elettroni,
ed è un indice del movimento di essi; quella termica invece dipende anche da quanto il reticolo è capace di tra-
smettere vibrazioni. Il diamante non presenta difetti e possiede una struttura molto rigida, ne consegue che esso
abbia una elevata conducibilità termica, ma, non presentando movimento degli elettroni, abbia scarsa conducibi-
lità elettrica. Uno dei metodi utilizzati per analizzare la purezza di un diamante è proprio quello di verificare la
conducibilità termica, più è elevata e più puro sarà il campione.
GRAFITE IDEALE
Il reticolo esagonale non è un reticolo di Bravais, in quanto devo introdurre una
cella che abbia due atomi come base. Ogni atomo dista 1,42 Å dagli altri tre più vi-
cini, mentre tra i vari piani della grafite sono presenti deboli forze di van der Waals,
infatti i piani sono molto più lontani di quanto lo siano gli atomi di un esagono tra
loro.
DIVISIONE DELLE NANOSTRUTTURE DI CARBONIO
carbyne
• Il è un solido ordinato di puro carbonio, non è stato trovato solido in natura, non è per nulla stabile.
• I fili atomici sono come l’acetilene ma
senza idrogeni (non sono solidi
cristallini, ma strutture isolate)
• Il grafene è la struttura più
stabile in assoluto
• Il nanotubo si ottiene
“arrotolando” un
piano di grafene
su se stesso (non onions
è planare, ma curvo), ciò • Le sono strutture dove due o più
comporta una distorsione dei legami fullereni si trovano uno dentro l’altro
NANOSTRUTTURE DEL CARBONIO 0-D: I FULLERENI
La scoperta:
- Anni ’80 Smalley e Kroto (premio Nobel 1996) stavano studiando la natura della materia interstellare (HC N)
3
- Vaporizzazione laser di un bersaglio di grafite
- Plasma caldo di carbonio (sovrasaturazione)
- Perdita di energia del gas inerte (raffreddamento)
- Clustering (nucleazione omogenea)
- Spettro di massa
Partendo dal concetto che più è grande la dimensione di una molecola e meno è probabile che si formi, quando i
due ricercatori, tramite analisi allo spettrometro di massa, si accorsero che alcune quantità anche elevate ben defi-
nite di atomi andavano a formare i cluster più presenti, si domandarono il motivo. Perché certi numeri si presenta-
vano più frequentemente di altri? Perché proprio quei numeri ave-
vano concentrazioni più alte?
OSSERVAZIONI
- Per n>40 si formano più spesso solo un numero pari di atomi di
carbonio
- Strutture di 60 atomi sono fino a cinquanta volte più abbondanti
del resto.
Qual è il motivo che porta il carbonio a formare cluster proprio da
60 atomi? Come è fatta questa struttura? Deve presentare qualche
elemento particolare che la distingua dagli altri cluster.
IPOTESI
- Potrebbe avere una struttura planare? NO, poiché sarebbe isolata
da H e non spiegherebbe il perché si abbiano strutture di 60 atomi.
- Potrebbe avere una struttura chiusa? Potrebbe essere,
analizziamo questa eventualità nel dettaglio:
In ogni caso il carbonio deve mantenere la struttura esa-
gonale o pentagonale (celle base stabili del carbonio).
A seconda della struttura si hanno due diverse lunghezze
di legame: a =0,146 nm a =0,140 nm
5 6
il valore medio risulta 0,144 nm. Il pentagono è l’unico
modo che permette alla struttura di curvare su se stessa
senza deformare i legami. La struttura che venne ipotizzata
per il C fu quella simile ad un pallone da calcio; formata
60
da 20 esagoni e 12 pentagoni per un totale di 60 vertici
identici. Il nome che le venne attribuito fu FULLERENE, in
onore a Buckminster Fuller, architetto che all’expo del 1967 a Montreal fece edificare una struttura formata da esa-
goni e pentagoni che si chiudeva completamente in una sfera. Nel
fullerene ogni atomo stringe due legami a e uno a e “vede” lo
5 6
stesso intorno chimico; ne risulta che tutti i vertici siano equivalenti,
lunghi 0,144 nm. Questa caratteristica di isotropia conferisce ulte-
riore stabilità alla struttura. Il diametro interno corrisponde a 7,10 Å
mentre quello esterno è 10,34 Å, inoltre ogni legame presente nel
fullerene ha un’energia di rottura pari a 7,40 eV. Le simmetrie del
C sono tre:
60
- 6 assi C con rotazioni di 2π/5
5
- 10 assi C con rotazioni di 2π/3
3
- 15 assi C con rotazioni di π.
6
Questa è la struttura che era stata ipotizzata dai due
ricercatori, ma come è possibile dimostrare che
quell’agglomerato di 60 atomi di carbonio è veramente fatta così? Tramite la risonanza magnetica nucleare
(NMR). VERIFICA DELLA STRUTTURA DEL C 60
Studiando una struttura con NMR si ottengono n picchi, dove n è il numero di siti
dove C “vede” situazioni differenti.
Alcuni esempi:
- benzene (catena di 6 atomi): 1 picco, ogni atomo di C ha l’equivalente di un le-
game e mezzo con ciascuno degli altri C adiacenti e un solo legame con un
atomo di H. Presenta infatti simmetria, la struttura esagonale e planare è alta-
mente simmetrica: non esiste differenza tra i vertici dell’esagono.
- esano (catena di 6 atomi): 3 picchi, ci sono tre atomi di C in configurazioni di legame differenti (a,b,c); a=legame
con 3 H e 1 C, b=legame con 2 H e 2 C (da una parte 4 atomi di carbonio e dall’altra 1), c=legame con 2 H e 2 C
(da una parte 3 atomi di carbonio e dall’altra 2).
La struttura del C è provata mediante NMR solo nel 1990 quando diventano disponibili masse sufficienti del
60
campione (dell’ordine dei mg). Il risultato ottenuto è rappresentato in figura.
Si osserva un unico picco, dovuto alla simmetria del fullerene: tutti i vertici sono equivalenti e la struttura a pallone
da calcio formata da esagoni e pentagoni è l’unica che permetta ciò.
14/11/2014
Tutte le tecniche da fase vapore (vaporizzazione materiale) venivano usate per creare film sulle su-
perfici. Se invece il cluster gassoso viene raffreddato, si ha nucleazione omogenea dovuta alla super-
saturazione: nel vuoto ottengo nucleazione, su una superficie invece il risultato è un film.
PIUME DI ABLAZIONE: gas di atomi che escono dal materiale, sono luminose perché il raggio laser
usato per produrle è talmente energetico (cede fino a qualche keV agli atomi, ionizzandoli in certi
casi) che alcuni atomi si eccitano emettendo un fotone. La piuma di ablazione diventa sempre più
piccola e meno dispersiva man mano che la pressione di sfondo (background pressure) aumenta, ciò
permette di indirizzare con maggior precisione i cluster verso la superficie.
A seconda di ciò che voglio ottenere produco la mia piuma di ablazione in un ambiente differente:
- VUOTOraffreddare: opero in vuoto, deposizione atomo per atomo; energia ci-
netica molto alta (keV), al punto che capita che i cluster impattino così veloce-
mente da rompere i legami del substrato; il materiale che creo è molto compatto, gli urti tra
cluster e superficie sono molto veloci
- GAS INERTE (freddo)rallentare gli atomi: aumenta la frequenza di collisione tra gli atomi
della piuma di ablazione e quelli del gas inerte, si ha raffreddamento e supersaturazione; si
ottiene la nucleazione del cluster; diminuisce l’energia cinetica (eV, il gas ostacola il libero
memory effect
moto della piuma); si presenta il , ovvero ciò che ho sulla substrato è una si-
tuazione simile alla forma iniziale dei cluster.
- GAS REAGENTEreazioni chimiche: ad esempio operando in un ambiente con ossigeno si
otterrà sul substrato l’ossido del materiale che costituiva i cluster.
EFFETTO MEMORIA: importante perché permette di depositare un fascio di cluster a bassa
energia, senza rompere legami e mantenendo la forma originale sia dei cluster che della su-
perficie sopra la quale essi impattano.
DEPOSIZIONE DI CLUSTER E (atomo)
cinetica
ε= E coesione
è un coefficiente utilizzato per determinare gli effetti dell’impatto tra cluster e superficie:
ε
quando si ha frammentazione dei cluster, la velocità è troppo elevata e l’energia cine-
ε ≫ 1
tica, superiore a quella di legame, viene utilizzata per rompere le interazioni tra gli atomi
durante lo scontro; il risultato è un film omogeneo su tutta la substrato, costituito dagli atomi dei cluster. Quando
si ottiene l’effetto memoria, l’energia cinetica non è sufficiente a superare l’energia di legame e quindi ven-
ε ≪ 1 gono depositati cluster interi, non rotti all’impatto.
Il gas di fondo è molto importante per rallentare e ottenere l’effetto memoria poi-
ché, in seguito all’ablazione laser, i cluster possiedono energie cinetiche di vari keV,
valori troppo elevati perché i legami atomici non vengano rotti durante lo scontro.
Con eccessiva energia (superiore a circa 10 eV/atomo) oltre ai legami del cluster,
vengono spezzati anche quelli del materiale che forma la superficie. Nel caso in cui il materiale delle particelle e
del substrato sia lo stesso e la temperatura sia sufficientemente alta da permettere la mobilità atomica, le nano-
particelle tendono a fondersi da sole dopo un certo intervallo di tempo, in maniera graduale: ci&o
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Nanotecnologie, Nanofabbricazione
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Introduzione alle nanotecnologie
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