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-> COEFFICIENTI DI TRASMISSIONE E DI
RIFLESSIONE
-R è il coefficiente di riflessione
-T è il coefficiente di trasmissione
Tra di loro vale la relazione T + R = 1
• CASO E2 17
Buca di potenziale a pareti finite e da destra verso sinistra, nella regione tre
l’effetto tunnel indicherebbe un’onda che incide sulla
barriera, ma non c’è nessuna particella
che si muove in quella direzione per cui si
ha che il coefficiente G è uguale a 0.
-> REGIONE II
In questa regione occorre distinguere
due casi: quello in cui E<V e quello dove
0
E>V .
0
Il primo caso (E<V ) si riconduce al caso
0
analogo del potenziale a gradino e le
soluzioni saranno quindi reali e del tipo:
econdo la fisica classica, una
S
particella che possiede energia E <
V non è in grado di attraversare la
0
barriera di potenziale. Quello che accade
è invece il cosiddetto effetto tunnel, Nel secondo caso (E>V ) si hanno
ovvero il fatto che esista una probabilità 0
soluzioni del tipo:
non nulla di trovare la particella al di là
della barriera. In altri termini, se la
barriera è abbastanza sottile, la particella
può passare dall'altro lato anche se non
ha energia sufficiente per scavalcarla.
Q u e s to è un e f fetto s tretta m e n te
quantistico che non ha alcun analogo
classico.
l potenziale è nullo ovunque, tranne in un
≤ ≤
intervallo 0 x L dove vale V .
0
-> REGIONE I
In questa regione V(x) = 0 quindi siamo
nel caso in una particella libera quindi le
soluzioni dell’equazione di Schrödinger Occorre ora imporre le condizioni al
indipendente dal tempo sono: contorno:
1) (0)= (0)
1 2
2) ’(0)= ’(0)
1 2
3) (L)= (L)
2 3
4) ’(L)= ’(L)
2 3
Da cui:
Questa espressione è somma di due
termini: il primo rappresenta l’inda
incidente sulla barriera mentre il secondo
rappresenta l’onda riflessa dalla stessa.
-> REGIONE III
La regione III è analoga alla regione I in
quando ci troviamo in una zona in cui la Con le dovute sostituzioni ottengo:
particella è soggetta ad un potenziale
nullo quindi:
Ma, poiché il termine con esponente
negativo indica un’onda che si propaga 18
Essendo , se ipotizzo che la
barriera sia “alta” e “larga”, posso
procedere a semplificare nel seguente
modo:
Una volta ricavate delle espressioni per i
coefficienti, possiamo procedere con il
calcolo dei coefficienti di trasmissione e
riflessione. Sappiamo infatti che:
A = A -> onda incidente
I
B = A -> onda riflessa
R
F = A -> onda trasmessa
T
quindi:
Da cui si ricava che:
-se E<V 0
-se E>V 0
Il grafico che ne risulta è il seguente: 19
3) FISICA QUANT IST ICA DI SISTEMI A MOLTE PART ICELLE
La forza agente sulla particella sarà
quindi data da:
L’esperimento di Stern e Gerlach
’equazione di Schrödinger non
L Introducendo i numeri quantici che
contiene la descrizione dello spin descrivono lo stato della particella
dell’elettrone. abbiamo:
Lo spin fu scoperto mediante
l’esperimento di Stern e Gerlach.
L’esperimento consiste in un fascio
collimato di atomi di H (Ag) che
attraversano un campo ma gnetico
perpendicolare al fascio.
Stern e Gerlach osservarono che gli
atomi venivano deviati o vero l’alto o
verso il basso, non in altre direzioni. Con
la fisica classica, che non contempla la
quantizzazione, ci si aspetterebbe di
vedere, sullo schermo posto al di là della In particolare i numeri quantici l ed m l
sorgente, una sola macchia, invece se ne sono legati alle proprietà magnetiche: l è
osservano due. legato al modulo del momento angolare L
e m alla proiezione di L sull’asse z (L ).
l z
Ma, a sua volta, il momento magnetico è
l egato al momento angolare dalla
relazione:
La presenza di due macchie può essere
spiegata solo con la meccanica
quantistica, o meglio, solo considerando
che un elettrone abbia un momento
angolare intrinseco. Quindi la forza che devia gli elettroni
Secondo la visione classica, infatti, gli nell’esperimento è pari a:
atomi possiedono un momento
magnetico dovuto a micro-correnti
elettriche. Si può considerare l’elettrone
come una spira dotata di dipolo quindi, se
è conservativo, posso associargli che quindi dovrebbe dipendere dal
numero quantico magnetico m .
un’energia pari a: U = - * , in cui l
B Questa dipendenza porta con sé due
considero = (z)*u avendo quindi
z z contraddizioni:
U = - * . 1) nel caso dell’atomo di idrogeno, con
B z z m =0, la forza dovrebbe essere nulla
Considero che l’elettrone nell’atomo si l
quindi durante l’esperimento non si
muova di moto circolare uniforme quindi: dovrebbe osservare alcuna deviazione
2) Nel caso in cui l’elettrone dell’idrogeno
si fosse trovato in un orbitale a
energia maggiore si sarebbero dovute
ril evare deviazioni (macchie) in
numero dispari
Queste contraddizioni possono essere
risolte introducendo il numero quantico di
spin che descrive il momento angolare
intrinseco dell’elettrone, in analogia con
Ques t ’ultima relazione può essere L.
dimostrata con la meccanica quantistica. 20
Sistemi di particelle
er un sistema composto da due
P
particelle indipendenti, cioè che non
intera giscono tra di loro posso
scrivere:
In analogia con m = 2l + 1 ed essendo che
l
sullo schermo si registrano due deviazioni
(macchie) vuol dire che queste hanno
molteplicità 2, da cui: Nella meccanica classica ci sono due
modi per distinguere le particelle:
1)osservando le variabili intrinseche delle
Inoltre si ha che: stesse
2)se hanno uguali proprietà occorre
invece misurare con precisione posizione
e traiettoria
Nella meccanica quantistica queste due
criteri non possono essere utilizzati: il
primo perché in contrasto con il principio
Infine è importante ricordare che, per di indeterminazione, il secondo perché,
quanto possa sembrare che l’attribuzione come visto precedentemente, in questo
di uno spin all’elettrone significhi che esso ambito il concetto di traiettoria perde
giri su se stesso, questo fatto non ha significato.
ancora avuto nessuna evidenza Due particelle quantistiche sono quindi
sperimentale. INDISTINGUIBILI.
In particolare si ha che:
Introdotto il concetto di SPIN si può
descrivere la particella con 5 numeri
quantici: 3 derivanti dalla meccanica
quantistica e 2 dettati dall’osservazione
empirica.
Posso riscrivere la funzione d’onda
tenendo conto dello spin come:
= ( , t) *
tot orbit spin Se i moduli quadri sono uguali, allora le
due funzioni sono uguali a meno di un
fattore di fase di modulo unitario 21
Essendo che l e particell e sono a funzione d’onda totale è composta
L
indistinguibili e che esiste una SIMMETRIA da una funzione d’onda spaziale e
qi
DI SCAMBIO, ottengo due casi possibili: una funzione d’onda di spin .
ms,i
Quindi, la funzione antisimmetrica è data
da:
La separazione dell e variabili deve
garantire la simmetria di scambio, quindi,
per per due particelle:
≠ ≠
Quando n1 n2, cioè Q1 Q2, entrambe le
condizioni sono possibili.
Quando n1 = n2, cioè Q1 = Q2, quindi le Per un sistema di due elettroni lo spin
particelle si trovano nello stesso stato totale può essere uguale a -1, 0, 1.
quantico, la combinazione antisimmetrica Nel caso di S può essere uguale solo a
A
è impossibile poiché dà =0, quindi è 0 e di conseguenza anche m .
s
possibil e solo la combinazione Nel caso di S può essere uguale a -1, 0,
S
simmetrica. 1 e m invece essere sempre uguale a 1.
s
Quindi per descrivere gli elettroni devo Si dice quindi che nel primo caso si ha un
usare la combinazione antisimmetrica e SINGOLETTO mentre nel secondo caso un
questo è in accordo con il principio di TRIPLETTO.
esclusione di Pauli, il quale afferma che
due elettroni non possono avere tutti i ESEMPIO CASO ELETTRONI IN UNA BUCA
numeri quantici uguali, quindi non DI POTENZIALE A PARETI INFINITE
possono trovarsi nello stesso stato (MONODIMENSIONALE)
quantico.
Le particelle che hanno spin intero hanno
una hanno simmetrica, si chiamano
BOSONI e obbediscono alla statistica di
Bose-Einstein.
Le particelle che hanno spin semi-intero,
co m e g l i e l ettro n i , h an n o
antisimmetrica, si chiamano FERMIONI e
obbediscono alla statistica di Fermi-
Dirac.
-> SISTEMA DI ELETTRONI Questa rappresentazione è esplicativa
del principio di esclusione di Pauli il
quale, in termini di funzione d’onda
spaziale e funzione d’onda di spin,
afferma che due elettroni che hanno
SORBIT
uguali numeri quantici orbitali ( )
devono avere per forza spin antiparalleli,
Aspin
quindi m diversi ( ).
s
Se invece due elettroni sono in orbitali
diversi alla stesso livello energetico,
possono avere lo stesso spin. 22
Quindi la rappresentazione grafica lungo - > S TAT I S T I C A DI B O S E - E I N S T E I N
l’asse z di S e m è: (BOSONI)
s I BOSONI sono particelle con spin intero
che non obbediscono al principio di
esclusione di Pauli. I fotoni sono bosoni.
A T = 0K riempio a due a due tutti i livelli
energetici. Aumentando la temperatura,
quindi fornendo energia, gli elettroni
possono “saltare” in un livello energetico - > C O N F R O N TO T R A L E DI V E R S E
libero. STATISTICHE
Il più alto livello energetico occupato
d a g l i e l ettro n i a 0 K c o r r i s p o n d e Ad alte energie,
all’ENERGIA DI FERMI. q u a n d o g l i e f f e tt i
Se E E si stati sono tutti occupati, se
⩽ quantistici diventano
f tra s c u ra b il i le
E > E gli stati sono liberi, sempre a 0K.
f distribuzioni di Fermi-
Dirac e di Bose-
Einstein convergono a
Statistiche quantistiche quella di Boltzmann.
L
e funzioni statistiche (E) descrivono Densità degli stati elettronici (dos)
le probabilità che un elettrone abbia
energia E.
A 0K, se E Ef (E)=1, se E > Ef (E)=0.
⩽ i parla di DENSITÀ DI STATI quando