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I MUSEI CONTEMPORANEI

Solomon Guggenheim Museum (1943-45, 1959): ospita la collezione non Objective painting di Solomon.• L’architettura prevarica sul contenuto, tanto che le opere difficilmente sono collocate sulle pareti curve. Qualifica ilquartiere.

Neue Gallery, Berlino: Mies, meno di impatto ma è in totale comunicazione con l’esterno attraverso le pareti vetrate• (le opere vengono poste nel basamento)

NB: altri esempi di architetture dominanti: Getty Centre di Meier, a New York; Vita Design di Basilea; JudishesMuseum di Berlino; Museo del Legno, Hyogo, Tadao Ando, Guggenheim di Bilbao, Gehry.

Altra tendenza è il riuso i edifici dismessi come il Tate Modern. In Italia si usano palazzi storici ma anche edificiindustriali come nel caso del Museo Alberto Burri (tabacchificio), o del museo Monte Martini (centrale elettrica cheospitò provvisoriamente le opere del Museo Capitolino nel 1990). In Italia si costruiscono alcuni musei dal 2000, come

Il museo di arte moderna di Rovereto e Trento, secondo gli standard del 2001. Altro esempio italiano è il MAXXI di Zaha Hadid. Oppure vediamo il Kolumba di Zumthor, che include le rovine della cattedrale di Colonia. Qui le opere sono ordinate storicamente, sono isolate e si ha l'assenza della comunicazione, cosa che permette di avere un qualunque rapporto con le opere; ci si può documentare all'inizio del percorso con dei volantini. Attenzione alla luce che si riflette nella vernice lucida delle pareti.

ORDINAMENTO E ALESTIMENTO

Un'esposizione necessita di un ordinamento e di un'interpretazione, ovvero un criterio di allestimento ed ordinamento. Un'esposizione dipende da:

  • Cultura dell'ambiente di provenienza degli oggetti da esporre, valori ed obiettivi
  • Cultura del curatore
  • Pubblico

Il primo modo con cui il museo comunica è l'esposizione, cioè l'impatto visuale che viene prima della comunicazione.

odegli apparati multimediali. Quindi più un ordinamento ed un allestimento sono ben fatti, più il museo è chiaro ed assolve la sua funzione comunicativa.

Greenblatt scrive sull'allestimento mussale, teorizzando due modelli basati su:

Risonanza: il potere cha ha un oggetto di varcare i suoi limiti formali per assumere una forma più ampia, evocativa.

  • Fa leva sull'emotività e sulla sensibilità dell'osservatore. Secondo Greenblatt viene usata nel museo Ebraico di Praga che spinge alla riflessione. Ad Ancona viene creato il museo delle arti monastiche (Sara De Conti) che risponde alla Risonanza, poiché sfrutta anche dei percorsi olfattivi, i suoni del monastero, ecc.

Meraviglia: potere dell'oggetto di bloccare l'osservatore, suscitando in lui profonda attenzione per l'unicità dell'opera stessa.

  • Fa leva sul piacere estetico che deriva dall'opera. Appartiene ai musei che seguono le Wunderkammern.

comel'Ermitage di San Pietroburgo; oppure alle quadrerie come quella palatina, o il museo Egizio di Torino. Il senso dimeraviglia può nascere sia dal sovraffollamento che dall'isolamento dell'opera, come nel caso della sala di Cimabuenegli Uffizi. Altro tipo di museo è quello creato nel 1983 da Beyeux per ospitare l'arazzo della Regina Matilde. Si usa lacategoria della Meraviglia e si espone un solo antichissimo oggetto.Nel 2000, Pinna in "nuova museologia" dice che la musicologia razionale fa leva sulla meraviglia, mentre quellarieducativa sul sentimento. I due aspetti possono coesistere.

ANNI 80

Il Musée d'Orsay: molto criticato e viene discusso da Greenblatt, che dice che è un museo di rilevanza in cui sipercepisce un senso continuo di mutamento proprio dell'arte francese. Viene fatto dopo il Centre Pompidou in unavecchia stazione. Il restauro venne affidato al gruppo ACT-Architecture, i cui componenti

decisero di rispettare il più possibile la struttura e i materiali preesistenti. Alla celebre architetta italiana Gae Aulenti venne invece affidata la disposizione degli spazi interni e la progettazione dei percorsi espositivi. Ospita le correnti artistiche ottocentesche fino ai primi del 900. Viene criticato per l'eccessiva importanza data all'arte accademica francese (borghesia, tradizione; come se i curatori avessero voluto mettere l'accento sui gusti dell'accademia) rispetto agli impressionisti, e per l'allestimento caotico. Negli anni 80 si assiste ad un generale rinnovato interesse per quei periodi messi da parte; per cui si tende a recuperare una buona parte delle collezioni dai depositi. Si parla di modernismo, che vuole rappresentare le correnti non ufficiali o considerate rivoluzionarie. In questi anni, all'interno del museo di Colonia o al MoMa si hanno ordinamenti astorici, per la prima volta proposti a Rotterdam, nel museo Boymans, nel.1988 con la mostra "suoni a-storici". Viene riproposto nel 2000 anche al Tate Modern dove non si hanno abbastanza opere per illustrare le angoli correnti, e quindi si mescolano le opere per generi, per temi. Al MoMa, che aveva sempre avuto un ordinamento storico, è con la mostra del 2000 "modern state" che si introduce un ordinamento per temi (poi ripreso dalle mostre Making choices e Open Ends). Didattica museale: Alla fine dell'800 i pedagogisti si occupano di musei. Per John Cotton Dana lo scopo del museo è l'intrattenimento, quindi sollecitare la curiosità del pubblico ed elevarne la cultura. Quindi si musealizzano anche oggetti comuni, vicini all'osservatore. Ogni oggetto degno di attrarre il visitatore è da esporre (museo evocativo). Queste idee, di matrice ottocentesca, si sviluppano e trovano applicazione nel Brooklyn Children Museum o nel Please Touch di Philadelphia. Nel 1954 nasce l'International society for.

education through art, che sottolinea il fine didattico del museo. In Italia i musei si dotano di sezioni educative tra gli anni 50 e 70, in particolare Brera (1977: laboratorio del loggiato di Munari con esercizi pratici e teorici fatti per non far perdere l'attenzione), Poldi Pezzoli, GNAM, Galleria Borghese, Uffizi. Si formano le guide didattiche. Si promuovono anche attività fuori dai musei, nei circoli, ecc, ma è una tendenza che oggi tende a banalizzare l'arte. Poi vi è la tipologia del museo-inclusione come il museo Tattile Statale Omero, ad Ancona, del 1993, che tende ad integrare le disabilità (sempre di più ci sono percorsi tattili anche in altri musei). Il museo dialoga con le istituzioni e si inserisce in progetti europei.

Il giardino come museo

Villa Adriana a Tivoli è un esempio di museo all'aperto, un teatro della memoria concepito in maniera artificiosa a scopo evocativo. Nella Roma imperiale erano molti i giardini aperti al

pubblico.A Firenze, nel Rinascimento, vengono concepiti come dei musei all'aperto dove esporre parte delle opere. Unodi questi è quello di Palazzo Medici Riccardi dove vi era la Giuditta di Donatello. Era un piccolo luogo che, insieme allostudiolo, era uno dei luoghi centrali per le opere d'arte. Ancora più museale era il Giardino di San Marco, concepito daLorenzo il Magnifico come luogo per gli artisti, per la didattica, ed è antecedente anche all'accademia. Forse c'era unloggiato dove erano esposte le antichità.

A Roma è importante il giardino del Belvedere in Vaticano, realizzato per volere di Giulio II della Rovere. Quic'era il Laocoonte e l'Apollo. Sarà un modello per i giardini europei e per le collezioni, qui disposte secondo un precisoprogramma (il programma è importante per parlare di "museo all'aperto").

Sempre a Roma abbiamo il Giardino di Casa Galli dove le opere

però non hanno un preciso programma, o quello diDella Valle, dove vi è una collocazione precisa e studiata da Lorenzetto (che integra anche le opere per farle apparire più organiche nell'insieme). Il giardino si articola su tre ordini e culmina con un'iscrizione che dice che è aperto al pubblico, quindi per il diletto e l'educazione dei visitatori. A ROMA i giardini hanno attenzione specialmente per la scultura antica.

A Firenze, nel tardo 500, nella Villa di Pratolino c'è un giardino con fontane e giochi d'acqua e automi, testimoniato dalle lunette di Giusto Utens. Importante è anche il giardino Orsini di Bomarzo.

Dal 1980 si moltiplicano i musei all'aperto e, nel 1995, a Massa, si delineano alcuni aspetti di questa tipologia museale:

  • Devono avere come presupposto una precisa integrazione permanente di arte contemporanea nel contesto naturale
  • Rapporto tra concetto artistico e di salvaguardia

ambientale

  • Componente site-specific delle opere
  • I parchi di questo tipo possono avere diverse funzioni: commemorativa; di un singolo artista e delle sue opere (giardino dei tarocchi); come parco privato in cui si chiamano più artisti a creare opere site-specifica (Fattoria di Celle dove diversi artisti si cimentano); parchi a tema (Collodi); altre tipologie legate all'ambiente (Art in Nature, USA - movimenti ecologisti)

Enrico Crispolti usa il termine di Arte ambientale, dicendo che c'è la necessità di una progettazione scientifica, alimentata da analisi.

Una delle opere più famose di questo tipo è la Cattedrale vegetale del 2001 di Giuliano Mauri, che è destinata a mescolarsi e morire nella natura stessa; inoltre molte opere sono fatte di materiale che sarà concime per il parco stesso, ha quindi un significato ecologico.

Musei della città

Legati ad una specifica città, devono descriverne le testimonianze.

Riguardano varie epoche e varie tematiche, ed hanno un doppio valore: la città è mostrata come luogo della civiltà; la memoria come base per una propria identità. Nel 2005 nasce il CAMOC per i musei delle città. Sono come l'ecomuseo, in quanto la città ha forti legami con il territorio. Le opere non hanno valore in sé ma come testimonianza della città. Il museo non deve essere statico, ma indagare anche i rapporti tra popolazione e città stessa.

Questi musei nascono alla fine dell'800, quando le urbanizzazioni portano alla distruzione di interi quartieri. Intellettuali storici vogliono preservarne la memoria, come accade a Vienna, Londra o Parigi. Anche a Firenze, nel cortile delle Oblate, c'era il Museo Topografico di Firenze com'era (dal 1909), nato con i rinnovamenti urbani del 1865.

Il primo vero museo della città (moderno) viene realizzato a Brescia ed è il Museo di Santa Giulia, del 1980.

in seguito alla mostra curata da Andrea Emiliano (storico) su Brescia romana. A Venezia ricordiamo il museo archeologico nazionale della città e della laguna (museo diffuso, prima era solo nel Lazzaretto). A Roma c'è il Museo
Dettagli
A.A. 2018-2019
30 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/04 Museologia e critica artistica e del restauro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.bisciaio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Museologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Pegazzano Donatella.