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La città nel suo centro storico offre il capitolium sul decumano viario e dell’adiacente foro che

formano un tessuto connettivo in cui interventi museali unitari convivono con gli edifici moderni.

(Dossier n°3, Donati 2007)

È un caso particolarmente felice, dove il museo nasce sopra i resti archeologici e si libera delle

complesse strategie didattiche e di ricontestualizzazione. (Dossier n°11, Donati 2013).

Nuovi musei a Roma, allestimenti dopo il 2000

Il problema del rapporto fra archeologia e architettura in riferimento alla realizzazione di ambienti

museali e alla sistemazione degli scavi, è un problema molto complesso, e investe nel senso da

dare ai luoghi e alle testimonianze dell’antico nel loro essere parte della città, affinché non

rimangano visibili ma non praticabili. Si deve conciliare la qualità delle testimonianze

archeologiche con il loro uso, con il loro essere di tutti fruibili, il tutto senza ricorrere alle

ricostruzioni in stile o anastilosi, ma istituendo un dialogo fra passato e presente in modo da

rendere produttivo il confronto.

Il primo ad affrontare il problema fra archeologia ed architettura fu Carlo Aymonino, quando

venne chiamato a guidare l’assessorato del centro storico nel 1981. Fu in questi anni che ebbero

fortuna i due maggiori progetti: la ristrutturazione e il riuso del complesso museale del

Campidoglio, con la creazione del “Grande Campidoglio” e la ristrutturazione dello storico Museo

Nazionale Romano alle Terme.

L’ampliamento degli spazi destinati al complesso museale del Campidoglio ha comportato una

riorganizzazione complessiva degli ambienti, in ultima analisi l’intervento di trasformazione del

Giardino Romano, realizzato da Carlo Aymonino e inaugurato nel 2005. Il progetto è nato per

ospitare la statua originale di Marco Aurelio, modificato nel tempo per il ritrovamento del Tempio

di Giove Capitolino. Lo spazio espositivo è coperto da una copertura vetrata con struttura in

metallo su tracciato ellittico, memoria della piazza del Campidoglio, sorretta da alti pilastri

smaltati di azzurro. Connessa al nuovo sistema dei Musei Capitolini è anche la sistemazione della

Centrale Montemartini.

Non lontano dal Campidoglio sorgono i Mercati di Traiano e nel corso del gli scavi del Novecento si

è deciso di sistemare quel complesso per ospitare i reperti rinvenuti. Si è preferito usare elementi

leggeri per mantenere intatta e visibile la poderosa struttura architettonica antica.

Parallelamente si è provveduto alla trasformazione del Museo Nazionale Romano (inaugurato nel

1889), con l’acquisizione dell’adiacente Palazzo Massimo e alla ristrutturazione della sede storica

delle Terme e infine all’inclusione nel sistema museale di altre quattro sedi: Palazzo Altemps, gli

Antiquaria Forenze e Palatino, la Domus Aurea e la Crypta di Balbo. All’interno della complessa

ristrutturazione museale della sede storica delle Terme Bulian ha progettato l’allestimento della

Sezione Epigrafica (inaugurata nel 2000) e dell’Aula Ottagona (inaugurata nel 1998).

Altri 2 piccoli interventi non meno significativi sono il ponte pedonale progettato da Francesco

Cellini in prossimità del Colosseo (1999-2000) e il deposito per materiali archeologici del gruppo

all’interno della Villa dei Quintili (2001-2004). (Dossier n°5, 2006)

Spesso i fondi che sono stanziati per i beni archeologici non sono tanti, e spesso vengono usati solo

per la manutenzione dell’esistente. Spesso dunque sono ben accolti dei fondi straordinari per

occasioni particolari, come Olimpiadi, Mondiali, e in questo caso il Giubileo del 2000.

Fino agli anni ’90, era proibito vendere anche cataloghi in un museo, e non c’erano spazi ricreativi

o caffetterie, inoltre non c’erano molti biglietti cumulativi e a volte neanche guardaroba. Con le

leggi Ronchey del 92 si hanno queste innovazioni.

L’operazione del 2000 aveva lo scopo di rinnovare i musei romani, ma alcuni fondi sono andati

anche a musei esterni come il museo navale di Nemi o ad Ostia antica.

Museo Nazionale Romano

A noi interessa il , fondato dopo l’Unità nel 1879 con Decreto

regio allo scopo di raccogliere reperti da tutto il territorio nazionale di ambito romano in tutta Italia.

Poi nel 1884 è stato fondato il museo di Villa Giulia per i reperti etruschi meridionali, mentre a

Firenze sarebbero andati i resti dell’Etruria settentrionale. Il neonato stato, inoltre, era interessato

anche all’istituzione musei universitari, piccoli e con funzione didattica (a Pisa nasce nel 1887). Le

facoltà di archeologia avranno più che altro le gipsoteche: i Musei sono strumenti per l’istruzione e

la ricerca.

Nelle cattedre

Dopo l’unità di Italia si lavora alla realizzazione delle leggi per la tutela del patrimonio nazionale

che si esplica con la legge 1089 nel 1939 (Legge Bottai, mentre la 1497 parlava di bellezze

naturali).

Il Museo Nazionale Romano si trova alle Terme di Diocleziano, zona residenziale fin dal tempo dei

Romani, riadattate in epoca medievale per la creazione di una Certosa e poi per una sede papale.

Questo adattamento di edifici del passato a scopi culturali può avere anche la finalità di agevolare la

loro conservazione e manutenzione. Ci troviamo comunque in zona Termini, zona un po’ malfamata

di Roma da sempre. Un primo catalogo avviene negli anni ’50 da parte di Paribeni, ma con l’andare

del tempo il museo diventò troppo piccolo per contenere tutto e la manutenzione era diventata

difficile. Il Museo delle Terme di Diocleziano viene quindi diviso in 4:

- Terme di Diocleziano, grosso progetto e riallestimento degli annessi esterni tra cui l’illuminazione

e la sicurezza;

- Palazzo Altemps,

- Palazzo Massimo alle Terme.

- Viene aggiunto un quarto ex novo, la Crypta Balbi, dedicato all’arte tardoromana e primo-

medievale, un Museo creato dagli scavi decennale (anni 80-90);

inoltre, vengono aggiunti grandi impianti di illuminazione, le cancellate perimetrali, ecc.

Il complesso è un Museo Nazionale (statale), quindi ha carattere pubblico.

Palazzo Massimo è nella Piazza dei Cinquecento, la stessa del Museo delle Terme e lì va la

scultura tardo-repubblicana e primo-imperiale. Palazzo Altemps, invece, più lontano, ospita i

materiali appartenuti alle collezioni nobiliari romane (Ludovisi, Buoncompagni, Mattei, Altemps).

Era un palazzo dei Papi cinquecentesco.

La Crypta Balbi è costituita dall’accrescimento della collezione medievale, che mancava a Roma.

Questo progetto prosegue oltre il 2000, vedendo la propria conclusione molto più tardi fino almeno

al 2008/2010 col nuovo museo dell’Ara Pacis.

C’è stata una grande revisione di perimetri e altri spazi. Come sono i giardini dei musei? Cippi,

oggetti ingombranti, sarcofagi e altro di tipo lapideo al fine di creare l’effetto da “finta necropoli”,

con tutti quei materiali che in un museo sarebbero troppo ingombranti.

Le Terme di Diocleziano

Le Terme di Diocleziano erano situate nella pianura posta nell’estremità orientale del Quirinale e

del Viminale, quell’area era ricca di domus lussuose. Ci fu l’esigenza di dotare di un impianto

monumentale impianto balneare pubblico gli affollati quartieri.

Le terme rimangono in vita molto a lungo dopo l’impero (nonostante presso l’angolo settentrionale

del recinto perimetrale si sia impiantata nel V sec. la chiesa di San Ciriaco in Thermis, rimasta in

funzione fino al XVI sec.), fino alla guerra greco-gotica nel VI quando inizia lo smembramento e la

demolizione (costruzione di varie gallerie sottostanti per ricercare la pozzolana del Viminale). La

costruzione di assi viari, taglia in due il complesso. Ancora in epoca rinascimentale le Terme

conservavano buona parte dell’originale decorazione marmorea. Nel XVI sec, il frigidarium o

“basilica” fu adibita a sala di equitazione. Attorno alla metà del secolo, Jean du Bellay entrò in

possesso di una tenuta che si estendeva anche sulle strutture superstiti del lato sud- occidentale del

recinto delle Terme e fra il 1554-1555 sistemò una parte della tenuta in una sorta di giardino

archeologico:” Horti Belleiani”. Dopo la sua morte, la tenuta fu acquisita da Carlo Borromeo e

riscattata dallo zio, il pontefice Pio IV.

L’edificio termale venne in parte usato per l’edificazione della Basilica di Santa Maria degli Angeli

e dei Martiri nel 1561 all’interno del frigidarium da parte di Michelangelo, che mantenne l’assetto

originario: la facciata venne posta nella concavità del calidario; contemporaneamente i Certosini

provvidero alla costruzione del grande complesso conventuale adiacente: il chiostro fu ricavato

nella natatio; nel 1575 Gregorio XIII eresse sulle aule dei magazzini per il grano allo scopo di dare

una degna sede all’Annona frumentaria di Roma. Questi doli con la bocca in travertino sono

incassati nel pavimento, nel sottosuolo e servivano come riserve. Oggi è adibito a piccolo Museo.

Dopo l’unità d’Italia, il Ministero della Pubblica Istruzione acquisisce il complesso e lo destina a

Museo. La Chiesa è inserita all’interno delle terme. Sono i certosini che si prendono cura del

complesso e prendendo parte al risanamento del quartiere. Ulteriori danni vengono perpetrati a

seguito del complesso di sistemazione e di ri-funzionalizzazione dell’area intrapresa da Sisto V, che

acquistò i terreni intorno alla zona di Termini per costruirci la Villa Montalto Peretti. Nel 1764

Clemente XIII impiantò nei Granai Gregoriani i depositi annonari dell’olio: le Olearie papali.

Durante l’occupazione francese, la Certosa fu trasformata in caserma. Nel frattempo Pio VII

soppresse l’Annona frumentaria ed olearia per fondarvi il Pio Istituto Generale di Carità. Quando

furono sciolte le congregazioni dei Certosini di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri (1873), gli

ambienti non in mano ai provati ebbero varia destinazione, ma il complesso termale subì gravi

danni a causa dei lavori di sistemazione urbanistica.

Nel 1889 viene istituito come museo centrale, per iniziativa di Felice Bernabei (Ministro

dell’istruzione era allora Paolo Boselli), per le antichità romane e nello stesso anno fu fondato il

Museo di Villa Giulia per volontà di Vittorio Emanuele II per le antichità dell’Etruria Meridionale

(futuro Museo Nazionale Etrusco).

Nel 1911 c’è un evento storico importante: 50°dell’Unità d’Italia. Abbiamo tanti documenti

riguardo questo evento, perché abbiamo molti documenti sulla mostra. La direzione dei lavori è

affidata a Rodolfo Lanciani, archeologo, poi c’è Vergatti. La mostra era articolata in 21 sezioni e

furono le 7 aule (appena restaurate) disposte attorno al braccio destro del transetto di Sant

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Publisher
A.A. 2017-2018
54 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/04 Museologia e critica artistica e del restauro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher m.cecca di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Museologia archeologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Donati Caterina.