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Bronzi Moderni. L’Atys di Donatello è sempre collocato nel Gabinetto dei Bronzi Moderni. C’erano anche il
Mercurio di Giambologna (ora al Bargello), proveniente da Villa Medici a Roma.
Si eliminarono dalla Galleria i naturalia, ecc. per la necessità di creazione di nuovi musei. Un esempio è La
Specola (dell’Università di Firenze) e il Museo della Scienza.
Vennero fatti numerosi acquisti che comportò un cambiamento negli allestimenti e collezioni. Alcune opere
degli Uffizi verranno mandate a Pitti, altre opere vennero acquistate (es. la Sibilla del Guercino nel 1777
acquistata da Pietro Leopoldo). E’ un momento di impoverimento e di arricchimento con nuove opere e
quadri. Si acquista ad esempio La Strage degli innocenti di Daniele da Volterra (ora nella Tribuna).
Andrea del Sarto, considerato “il pittore senza errori”, viene ricercato in chiese e conventi. I Lorena
acquisirono La Pietà, ora alla Galleria Palatina.
Viene acquistata anche La madonna del popolo di Barocci preludente al Barocco. Lanzi e Pietro Leopoldo
cercano anche opere d’arte di fama, che abbiano rappresentato momenti salienti della storia artistica
toscana e li acquistano.
Lanzi ordina per classi le sale degli Uffizi, come la Sala delle Iscrizioni. La Sala delle Miniature è stata
progettata al tempo di Lanzi, è una sala apposita per le miniature di lusso e di eleganza. Lanzi descrive tutti
gli interventi che fa sulle sale. Istituisce il Gabinetto delle Pietre Dure.
La Tribuna rimane intatta, Lanzi non la modifica. Non viene toccata perché le viene riconosciuta la sua
importanza. La Tribuna è tanto importante perché viene usata per indicare gli Uffizi. La Tribuna viene anche
celebrata dall'artista Zoffany.
La Sala della Niobe viene creata nel secondo Corridoio degli Uffizi, quello di Ponente, in modo che facesse
da contraltare alla Tribuna. La Sala della Niobe viene ricostruita a seguito della riscoperta da parte dei De
Medici del gruppo scultore, gruppo ch'era allestito all'interno del giardino dei De Medici. Un incisione di
Perrier mostra il gruppo scultoreo nel momento in cui Apollo e Diana uccidono i figli di Niobe. Al progetto
della Sala della Niobe lavoravano il restauratore Spinazzi e l'architetto Del Rosso, i quali proposero di
riprodurre l'allestimento del gruppo su un basamento roccioso, già proposto nella Villa Medici, come a voler
riprodurre il momento in cui le divinità scendevano. Successivamente l'architetto Fallani pensò di allestire il
gruppo della Niobe in una sorta di tempietto in un giardino, probabilmente Boboli. Ma Lanzi propose un
allestimento più chiaro e razionale. La Sala venne danneggiata dall'attentato.
Museo del Louvre e la nascita del museo nazionale
A pochi anni di distanza dal riallestimento da parte di Pietro Leopoldo di Lorena, la rivoluzione francese avrà
gravi conseguenze nel museo europeo. La nascita di un museo è sancita dalla nazione, dall'Assemblea
Nazionale Costituente, per la prima volta avviene per volontà politica e per esprimere il carattere pubblico
della nazione in un museo. Il Museo del Louvre del 1791 cambiò la denominazione del museo in base alla
politica, alla sua istituzione venne denominato Museé Révolutionnaire, successivamente divenne Musée
central des arts e infine Musée Napoleon. Grazie all'influenza degli illuministi e degli enciclopedisti prima
della creazione del museo si era svolta una mostra aperta a tutti nel 1750, costituita da dipinti suddivisi per
scuole ed esposti nel Palazzo del Lussemburgo. Già si cercava di aprire l'arte a tutti ma è una cosa ben
diversa dalla nazionalizzazione delle opere. Nell'Encyclopedie di Diderot e d'Alambert, Louis de Jaucourt
scrive nella voce Louvre di auspicare di fare del Louvre un luogo aperto a tutti, facendone un grande centro
del sapere che accogliesse un gran numero di collezioni ed unisse artisti e studiosi.
Nel ritratto del 1779 d'Angivillier, il conte Charles-Claude de Flahaut si fa ritrarre con la pianta di quella che
sarà la Galleria del Louvre. Hubert Robert partecipò alla realizzazione della Grande Galleria del Louvre e
testimonia, attraverso i suoi dipinti, il cambiamento della galleria e le proposte di allestimento.
Nel Louvre entrano tutte le opere di ex proprietà reale e le opere provenienti dalla soppressione di tutti gli
ordini monastici, con la conseguente chiusura di chiese e conventi.
La grandezza fisica e delle sue collezioni è dovuta a Napoleone, con i suoi furti d'arte. Napoleone nei trattati
di Tolentino inserisce una clausola dove afferma che gli stati vinti debbano offrire le loro opere. Gli studiosi
francesi studiano la letteratura e i documenti per identificare le opere d'arte più importanti, tracciano per
modo di dire una prima storia dell'arte italiana, ed operare le scelte migliori. I francesi si affermano come
liberatori dell'arte perché liberano le opere dagli spazi chiusi nelle Chese e negli spazi privati principeschi,
esponendole in spazi aperti al pubblico ma in qualche modo perdono il loro contesto originario. Nasce l'idea
che il museo sia la morte dell'arte perché fa perdere il significato originario delle opere, essendo tolte dal
suo contesto.
Ci sono immagini che testimoniano l'entrata trionfale delle opere italiane a Parigi. I furti d'arte riflettono la
politica di Napoleone. L'arte ha una funzione di propaganda politica, come è sempre stato. Le Sale del
Louvre del periodo di Napoleone prendono a modello le architetture e le decorazioni romane.
La moda delle visite notturne hanno origine dal Museo Pio-Clementino e vengono riproposte nel Musée
Napoleon. Le visite notturne vengono testimoniate dal dipinto della visita al lume di candela del Laooconte
da parte della corte.
Il personaggio che si occupa di organizzare e allestire le opere che arrivano dai furti d'arte è Dominique-
Vivant Denon. Vivant Denon ha l'ambizione di creare un museo in cui tutta la civiltà viene rappresentata,
operazione in cui rientra la campagna d'Egitto, che portò un enorme quantità di opere e reperti, campagna
testimoniata dal testo Voyage en Bas et Haute Egypte di Vivant Denon. Egli cataloga inoltre le opere
egiziane, operazione testimoniate da un incisione, sotto quest'aspetto è un moderno museologo. Si
preoccupa inoltre di opporre delle didascalie, la comunicazione peritestuale del museo ha inizio ora. Vivant
Denon, facendo tesoro dei musei illuministi tedeschi, fa sua l'idea che il museo sia un'opera d'arte parlante:
suddivide le opere per scuole e al suo interno le divide cronologicamente.
La rappresentazione del corteo matrimoniale per Napoleone e Maria Luisa d'Austria testimonia
l'allestimento di Vivant Denon, in cui si vede la Trasfigurazione di Raffaello circondata da opere del Perugino,
un criterio d'allestimento basato sul confronto.
Da Vivant Denon si sviluppa la moderna concezione dell'attuale museo. Non c'è più l'allestimento a
incrostazione delle gallerie barocche seicentesche ma ci sono dei criteri allestitivi.
La Grande Galerie presenta dei lucernari, in modo che la luce naturale illuminasse le opere, e una
suddivisione dello spazio operata attraverso archi e colonne.
Il primo carico di opere italiane viene importato in Francia nel 1807, a seguito del Trattato di Tolentino. Il
secondo carico di opere italiane viene introdotto nel 1810 e presenta una selezione ancora più mirata delle
opere, questa volta sono legate alle opere dei Primitivi, in modo da mostrare tutto lo sviluppo della storia
dell'arte. Si trattano di pale lignee del 1200-1300, particolarmente apprezzate perché consentono di
mostrare all'interno del museo la storia dell'arte.
A seguito della caduta di Napoleone gli stati richiesero le opere d'arte. Per lo Stato Vaticano la figura
incaricata era Canova. Questo non sarà senza conseguenze per la museologia italiana, questo perché
quando tornano le opere c'è il problema di dove esporli. Ci sono due opzioni: rimetterli nel loro contesto o
collocarle all'interno del museo, venne scelta la seconda opzione. Questo è il motivo per cui il Louvre è
un'idea vincente. Quando le opere vennero requisite da Napoleone vennero ripulite, visto quanto erano
annerite a causa del fumo e dello sporco, perciò non erano più fruibili. Il museo scelto per esporle fu la
Pinacoteca del Vaticano, che creò delle proteste.
Quatrèmere de Quincy è un intellettuale e generale francese che, attraverso le lettere A Miranda, introduce
un concetto nuovo relativo al contesto e all'idea che l'Italia è come un museo generale. Togliendo all'Italia le
sue opere d'arte si perde il contesto di rapporti, non si capiscono più le opere d'arte una volta che vengono
decontestualizzate.
La critica al museo si ritrova nella Museologia del 1968, che riprende parte di questi temi.
Negli anni successivi alla nascita del Louvre nasce un museo che ha visto una vita breve: il Musée des
Monuments Français, inaugurato nel 1795 e smantellato nel 1816. È un museo contenitore di sculture
provenienti dalla distruzione e dalla chiusura di conventi, in particolare da Saint Denis. Alexandre Lenoir
difende le tombe reali collocate a Saint Denis, che i rivoluzionari vedevano solo come segno di
soppressione, anziché vederle per il suo valore artistico. Lenoir crea in un convento dismesso un deposito di
opere e tombe provenienti da Saint Denis, ma inizialmente erano ammassati. Solo successivamente si
decise di catalogarle e di allestirle, in quanto testimoniano la storia della Francia. Sulla base di questo gli
viene concessa la realizzazione del museo, con un allestimento che ricrea l'ambiente in cui erano collocati
inizialmente. Venne smantellato da Quatrèmere de Quincy perché non è l'ambiente originario, ricrea solo
l'ambiente. Il Musée des Monuments Français ha avuto successo tra il pubblico, che agiva con uno spirito
romantico.
Museologia 03-05
I musei nazionali tedeschi del primo quarto dell'Ottocento
Gli Uffizi costituiranno il modello per tutti i musei europei. Un altro modello importante è la Prussia, con la
sua capitale Berlino, dove avvengono iniziative museali importanti. L'Altes Museum del 1830 viene
realizzato sull'isola dei musei, da sempre consideato il luogo centrale della città. Su quest'isola c'era il
palazzo reale. La costruzione del museo ha indicato l'importanza della struttura museale per il pubblico e lo
stato.
L'Ottocento è il secolo del museo, in cui nascono i primi musei nazionali, il cui modello è dato dall'Altes
Museum costruito dall'architetto Schinkel. L'Altes riprende l'idea del tempio e questo è stato chiamato
museo-tempio sia per le